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MessaggioInviato: 11/10/2013, 01:18 
Giulio Sapelli sull'Euro

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=w1urQtRDQz8[/BBvideo]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 11/10/2013, 01:34 
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Thethirdeye ha scritto:


Schulz ammette: "sono d'accordo, l'euro è una truffa.
Ma tanto si fa come dice la Germania"


[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=0VNoIQ5TMsM[/BBvideo]


Io 'sto tizio proprio non riesco ad inquadralo boh



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MessaggioInviato: 11/10/2013, 08:50 
Cita:
MaxpoweR ha scritto:

Cita:
Thethirdeye ha scritto:


Schulz ammette: "sono d'accordo, l'euro è una truffa.
Ma tanto si fa come dice la Germania"


[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=0VNoIQ5TMsM[/BBvideo]


Io 'sto tizio proprio non riesco ad inquadralo boh

Io lo proporrei per un ruolo da Kapò.


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MessaggioInviato: 11/10/2013, 10:44 
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AgenteSegreto000 ha scritto:

Alberto BAGNAI - Smantelliamo l'euro - Servizio Pubblico






Piazza pulita 20-05-2013 - Claudio Borghi






<h2>L'europa alla resa dei conti - Borghi, Bagnai, Savona, Guarino, Rinaldi</h2>



l’insostenibile fenomeno
della socializzazione delle perdite
e della privatizzazione dei profitti.


Tratto da: Nuova Economia, obiettivo: "Scardinare gli oligopoli"
http://www.wallstreetitalia.com/article ... opoli.aspx

Opinione di Lidia Undiemi

In Italia, così come in molti paesi dell’eurozona, il dibattito sulla crisi è incentrato sul ruolo dell’euro nella crisi europea, e non posso non condividere l’eccezionale lavoro svolto da alcuni economisti italiani, in primis Claudio Borghi e Alberto Bagnai, che con analisi alla mano hanno sfondato il muro di silenzio sulle conseguenze dell’unione monetaria.

Esistono però altre rilevanti questioni che travalicano in confini de "cambio fisso o variabile" e che accomunano gli stati aderenti all’euro e le identità territoriali dotate di una propria sovranità monetaria. Non si spiegherebbero altrimenti le crisi economiche che caratterizzano gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Basterebbe solo questa osservazione per mettere una lapide sul sogno (unico dato tecnico a supporto dell’obiettivo) della creazione degli Stati Uniti d’Europa quale metodo di risoluzione della crisi continentale (concediamoci un po’ di ingenuità, il risultato non cambia).

Una di queste è il sistema di partecipazioni incrociate banche-industrie o, secondo una visione più classica e accessibile, la corretta allocazione della moneta in un mercato (realmente) concorrenziale.

"Occorre ristabilire le regole di mercato, piuttosto che realizzare salvataggi bancari a spese dei contribuenti che generano l’insostenibile fenomeno della socializzazione delle perdite e della privatizzazione dei profitti. Se un’impresa fallisce deve fallire come le altre, senza privilegi di sorta. Gli istituti di credito hanno anche smesso di svolgere la primaria funzione di intermediazione del credito in favore della piccola e media impresa, nonostante i tassi siano bassissimi. Questa non è economia", così Carlo Resta – uno dei più esperti operatori di mercato internazionale, e blogger assieme ad altre autorevoli figure fra cui il fondatore Nouriel Rubini di EconoMonitor.com – ha espresso sinteticamente, in un nostro recente dialogo, uno dei più grandi "mali" dei sistemi economici occidentali, chiarendo che "siamo di fronte ad un oligopolio dei gruppi bancari, oggi più grandi rispetto al periodo antecedente la crisi del 2008, poiché alcuni di essi hanno rilevato quelli in fallimento, ed attualmente svolgono funzioni che sono tra loro in conflitto di interesse. Perché non applicare in queste circostanze la legge Antitrus? Molti di questi gruppi dovrebbero essere nazionalizzati perché di fatto godono della garanzia dello Stato. Il Quantitative Easing, ad esempio, finisce quasi totalmente per essere "assorbito" dalle banche, e non, come dovrebbe, a favore dell’allocazione del credito alle imprese dell’economia reale" (per approf. Blabbing on the Consequences of Oligopolies Is Futile...).


Tali distorsioni neutralizzano gli effetti delle politiche espansive poiché tolgono "ossigeno" alle imprese "reali", che sono inoltre costrette a subire una pressione fiscale altissima e un calo dei consumi accentuato dall’aumento dell’IVA e dai redditi sempre più bassi.

Ciò accade perché il core business bancario ha perso la sua ragion d’essere, smarrita dall’uso sapiente di una politica legislativa che ha facilitato un inaccettabile processo di deresponsabilizzazione e di trasferimento del rischio d’impresa (bancario e industriale) ai contribuenti. Comportamento agevolato dal sistema di partecipazioni "a catena" fra società dello stesso settore oppure incrociate, per esempio fra banche e industrie (si può negare il credito agli altri ma non a se stessi), che sfociano in conflitti di interessi, legalmente leciti (approfondiremo il significato) ma capaci di paralizzare le classiche leve macroeconomiche.

Difficile riuscire ad esprimere mediante questo primo approccio una sintesi che renda giustizia ad un tema così ampio e complesso, saranno pertanto realizzati su Wall Street Italia una serie di analisi più dettagliate con esempi significativi partendo da una considerazione preliminare: cos’è un gruppo di società?

Il punto di arrivo sarà quello di dimostrare che la degenerazione dei mercati economici e finanziari dipende anche da quella variabile "giuridica" che scardina il necessario nesso fra governo delle attività e assunzione del rischio, alimentando quella che ho più volte definito come "economia apparente".

Chiudo citando una frase contenuta nel libro "Crisi finanziarie e regolamentazione" di V. D’Apice e G. Ferri (2011) a proposito delle banche giapponesi:

"Le partecipazioni incrociate costituiscono, infatti, un meccanismo di sostegno reciproco tra banca e gruppo industriale e rendono arduo per la prima negare i finanziamenti al secondo, anche in situazioni ove la qualità del gruppo industriale è degradata, generando così un inestricabile conflitto di interesse".



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MessaggioInviato: 11/10/2013, 15:07 
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Thethirdeye ha scritto:


Giulio Sapelli sull'Euro

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=w1urQtRDQz8[/BBvideo]


Tratto da:

Italia deindustrializzata: deficit di democrazia
Giulio Sapelli: va rinegoziato il debito. Telecom e Alitalia salvate coi soldi
pubblici mentre PMI muoiono.


http://www.wallstreetitalia.com/article ... razia.aspx

NEW YORK (WSI) - L'euro è costato 190 miliardi di euro alle famiglie e di soli interessi l'Italia sborserà 84 mliardi di euro nel 2013 e 86 miliardi l'anno prossimo. Nel frattempo i soldi dei contribuenti vengono utilizzati per salvare le compagnie di bandiera strategiche private, mentre vengono lasciate perire centinaia di piccole e medie imprese che sono sempre state il punto di forza del paese. L'Italia si trova nel bel mezzo di un piano di deindustrializzazione e società e cittadini devono pagare il prezzo di un deficit democratico.[/f]

[wbf]Per lo storico ed economista Giulio Sapelli l'Italia dovrebbe fare una politica fiscale più chiara, detassare il lavoro, aumentare il mercato interno e non restringerlo. "Il Ministro del Tesoro Fabrizio Saccomanni brilla per incompetenza, non riesce a trovare un miliardo di euro per evitare l’aumento dell’Iva. Andrebbe rinegoziato il debito pubblico in Europa come hanno fatto Francia e Germania: in Europa bisgna battere i pugni sul tavolo, come aveva fatto Letta all’inizio, che è un bravo negoziatore. Bisogna iniziare opere di cartolarizzazione. Ma sopratutto defiscalizzare".


EURO: USCITA O RINEGOZIAZIONE DEL DEBITO IN EUROPA?

La prima misura da fare a parte il cuneo fiscale e' una "uscita concordata dalla moneta unica per riallineare i rapporti di cambio".

Il presidente dell'associazione a tutela dei consumatori e il professore ordinario di Storia Economica dell'Università degli Studi di Milano, Sapelli, non sono d'accordo su questo punto: vanno piuttosto rinegoziati i rapporti di forza e ci vuole un governo serio che vada in Europa a ridiscutere i patti con l'Europa, anche rinegoziare i debiti.

"L'euro è costato 190 miliardi di euro alle famiglie". Letta da abile negoziatore quale si e' dimostrato deve imporsi, battere i pugni sul tavolo e non lasciarsi mettere i piedi in faccia. "L’Europa si sta affidando all’austerity tedesca che sta distruggendo anche la loro industria".



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MessaggioInviato: 12/10/2013, 13:34 
“Bisogna unire le forze a sinistra e destra
che hanno capito il pericolo Euro”


Jacques Sapir intervistato in esclusiva da “L’AntiDiplomatico.it”

Segnaliamo questa interessante intervista, realizzata
da Alessandro Bianchi a Jaques Sapir, noto economista francese.

http://www.rischiocalcolato.it/2013/10/ ... co-it.html



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MessaggioInviato: 15/10/2013, 17:45 
Ungheria: No a multinazionali straniere, rinazionalizzazione dell’energia


BUDAPEST, 15 ott – Il premier ungherese Viktor Orban, in un’intervista, ha confermato il piano di rinazionalizzare le società di distribuzione energetica (gas, elettricità), privatizzate negli anni Novanta a multinazionali straniere.

Orban ha accusato queste società – tedesche, francesi e italiane – di realizzare “un profitto eccessivo” a scapito delle famiglie ungheresi. Il suo governo le aveva obbligate via decreto da gennaio di tagliare del 10% le bollette, e un altro taglio di 10% è stato già annunciato dall’1 novembre. Il taglio delle bollette è il principale cavallo di battaglia elettorale del partito governativo ungherese in vista delle elezioni nel 2014.

Il capogruppo parlamentare Antal Rogan ha detto di volerlo mettere nella costituzione, mentre l’opposizione democratica accusa Orban di demagogia populista. (ANSA).

http://www.stampalibera.com/?p=67339

come si evince ci sono ancora persone che si oppongono al potere finanziaio,lo accusano di demagogia?evidente temono che qualkun altro possa seguire il suo esempio,probabile faranno di tutto x disarcionarlo,magari pure con mezzi oscuri.................


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Quando uno si schiera dalla giusta parte va di modail termine "populista"


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Cita:
Ronin77 ha scritto:

Quando uno si schiera dalla giusta parte va di modail termine "populista"


ronin,sono convinto che faranno carte false x toglierlo di mezzo....purtroppo................[:(!]


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MessaggioInviato: 13/11/2013, 18:01 
Fine dell’Euro: la Francia rompe il tabù.
Heisbourg: “tornare alle monete nazionali”


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Le elites francesi iniziano a discutere sui rischi dell'euro, la cui crisi potrebbe disintegrare anche l'esistenza stessa della UE e determinare colpi di stato e un ritorno al terrorismo in alcuni stati. L'avanzata del Fronte Nazionale è solo la premessa popolare a un dibattito che ora fa breccia anche tra gli insider, come il Prof. François Heisbourg.

Ultimo aggiornamento 24 ottobre 2013

http://www.investireoggi.it/economia/fi ... nazionali/

Finché a promettere il ritorno al franco francese è Marine Le Pen, data in testa nei sondaggi, si potrà sempre dire che l’ipotesi di rottura dell’euro è limitata ad ambienti storicamente euro-scettici. Ma in questi giorni è uscito un libro del Prof.François Heisbourg, dal titolo “La fine del sogno europeo”, che rappresenta una breccia nel granitico mondo delle élites francesi. Perché Heisbourg non è uomo di estrema destra, ma un fervente sostenitore del federalismo europeo, uno da sempre favorevole all’euro e presidente del prestigioso International Institute for Strategic Studies. Tutto si può dire, tranne che non sia un “insider”, un uomo vicino agli apparati.

Eppure, nel suo libro, Heisbourg descrive l’euro come un incubo, sostenendo che prima lo si smantella, tornando alle monete nazionali, meglio è. Perché se non si prende atto della crisi dell’euro, continua il Prof., il rischio è che essa travolga la stessa costruzione dell’Unione Europea. La soluzione ideale, ammette, sarebbe l’immediato federalismo europeo, che possa fungere da antidoto alla crisi della moneta unica, senza distruggere l’euro. Ma sarebbe ormai un’ipotesi irrealistica e irrealizzabile.



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MessaggioInviato: 15/11/2013, 15:17 
.
Guarino: Trattati Ue fondati sul principio che gli Stati potevano indebitarsi per crescere. Ma invece...

ROMA (WSI) - "Con l'Euro c’è stato un colpo di Stato. I poteri iniziali degli Stati sono stati sostituiti dai doveri decisi da Commissione". Così è intervenuto Giuseppe Guarino, professore emerito di diritto amministrativo all'Università La Sapienza, a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio24.

A Minoli, che gli chiedeva di spiegare perché sostiene che con la creazione dell’Euro c’è stato un colpo di Stato, Guarino ha detto: "E’ molto facile individuarlo, se uno lo chiarisce è molto facile. Perché la disciplina elaborata da Pohl, da Delors e da Carli, ed approvata da tutti gli Stati con le procedure di approvazione dei Trattati, era fondata su due poteri, perché tu non puoi dire la crescita, devi conferire i poteri per realizzare la crescita".



"E questi poteri erano esattamente individuati, erano che ciascuno Stato poteva elaborare, doveva elaborare la propria politica economica in funzione della crescita, nell’elaborare la propria politica economica in funzione della crescita avrebbe potuto indebitarsi".


"Ed invece questi due poteri sono stati eliminati. E una cosa importante, che sono stati sostituiti da due doveri: il primo dovere, realizzare il pareggio di bilancio a medio tempo, il secondo dovere, di realizzare il pareggio di bilancio a medio tempo seguendo un programma prestabilito dalla Commissione".


UNITI, FRANCIA E MEDITERRANEO SAREBBERO SECONDA ECONOMIA DEL MONDO


"La soluzione, secondo me, è in due tappe". In merito al Trattato di Lisbona [che ha apportato ampie modifiche al Trattato sull'UE e al Trattato che istituisce la Comunità europea, ndr], il Professore ha spiegato ai microfoni di "Mix24": "Intanto esigere la rigorosa applicazione del Trattato di Lisbona e se viene emesso un ordine, un’indicazione o qualche cosa che ci riguarda, bisogna dire ’dimmi la norma in base alla quale tu mi chiedi questo’".

"Secondo punto: se non facciamo nulla, il principio del pareggio di bilancio continua a sacrificare l’economia di ciascuno Stato; se invece vogliamo trovare una soluzione, la soluzione è soltanto quella dell’unità politica; ma intanto ci si può indebitare per rilanciare l’economia. È impossibile immaginare che da 16 anni, da 15 anni, noi non applichiamo in realtà la norma che dovremmo applicare, il Trattato, e applichiamo delle norme che nessuno Stato aveva approvato."

Alla domanda di Minoli se sia necessario che qualche politico riprenda il sopravvento e faccia valere l’interesse dei popoli in Europa, Guarino ha detto: "Ma il primo compito dei politici di oggi è di essere implacabili nell’esigere l’applicazione del Trattato."

Minoli ha allora incalzato il professiore: "Questo ci dobbiamo aspettare da Letta in Europa?" che ha risposto: "Io penso che il politico che prende queste iniziative in questo senso, potrà avere un grande sviluppo, perché dall’Italia il fenomeno si allargherà agli altri Paesi, e dico una sola cosa: riuscissimo ad unire i quattro Paesi mediterranei che vengono di solito indicati, la Grecia, la Spagna, il Portogallo e l’Italia, e aggiungiamo la Francia, saremmo la seconda economia del mondo."

http://www.wallstreetitalia.com/article ... lobby.aspx


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MessaggioInviato: 17/11/2013, 14:30 
Esclusiva simulazione di cosa accadrebbe con Euro
(con e senza austerity) e senza Euro


PREMESSA

Ipotizzare quanto avverra’ a seguito di una disintegrazione dell’Euro e’ un esercizio estremamente complesso e certamente criticabile, in quanto le variabili in gioco sono realmente molte, e non tutte sono economiche. Una nazione seria quale dovrebbe essere l’Italia, si sarebbe dovuta porre le domanda negli anni 80 se conveniva entrare in un sistema a cambi fissi o quasi (SME) e negli anni 90 se conveniva entrare nell’Euro. Analogamente oggi dovrebbe porsi la domanda di quale futuro ci attende restando nell’Euro e quale se si tornasse a valute nazionali, e se c’e’ convenuto entrare nell’euro.

Ad oggi sono stati fatti parecchi studi e sulutazioni di Break-up dell’Euro; qui ne trovate 9 che abbiamo selezionato per voi:


CONTINUA>>>>> http://scenarieconomici.it/esclusiva-si ... enza-euro/



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MessaggioInviato: 17/11/2013, 14:40 
L'economista Claudio Borghi Aquilini afferma che tornare alla lira non solo non sarebbe così disastroso come viene comunemente prospettato, ma per molti aspetti converrebbe; in ogni caso è notevole che parli apertamente di "terrorismo", nel senso di spargere terrore fra la popolazione, in merito al diffondere l'idea che uscendo dall'euro automaticamente i nostri risparmi sarebbero dimezzati.



[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=XfhUUlqlK3Q[/BBvideo]


Ultima modifica di quisquis il 17/11/2013, 14:46, modificato 1 volta in totale.


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Ragazzi, tra politica ed economia, non ho mai assistito a tanto ... casino! [8)]



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Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Ragazzi, tra politica ed economia, non ho mai assistito a tanto ... casino! [8)]


La cosa è positiva, significa che qualcosa comincia a muoversi nella giusta direzione.



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