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MessaggioInviato: 23/10/2013, 12:40 
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Atlanticus81 ha scritto:

la amo! Ci servono altre 100, 1000 persone come lei


purtroppo in pochissime trasmissioni,viene data parola a chi la pensa in modo diverso......................


da notare che il prox anno dobbiamo portare le sforamento dal 3 al 2,5%
una pacchiata di miliardi............da dove saranno setaccaiti....???????????


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MessaggioInviato: 23/10/2013, 14:13 
E nel mentre la Francia e la Spagna se ne fregano altamente del 3% del deficit e volano molto più in alto, spendendo per far riprendere la loro economia.
E' un dato di fatto che la Spagna sta uscendo meglio dell'Italia dalla crisi economica, anche grazie al fatto che loro non rispettano il dannatissimo 3% di deficit.
Noi invece grazie a politici leccaEuro ci siamo imposti da soli di rispettare il 3% di deficit e di "regalare" alla BCE 10 miliardi di euro all'anno per il "fondo salvastati"...
Ditemi se non è suicidio economico questo...


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MessaggioInviato: 23/10/2013, 14:54 
http://www.wallstreetitalia.com/article ... crisi.aspx

Chi paga in caso di una nuova Eurocrisi?

Pubblicato il 23 ottobre 2013| Ora 14:39

Draghi spinge per il fondo Salva-Stati, Merkel è per lo "schema Cipro": prelievi forzosi e conti correnti in pericolo?

ROMA (WSI) - Se qualcuno si illude che la grande coalizione in fieri con i socialdemocratici possa spingere Angela Merkel e il suo guardiano dei conti, Wolfgang Schäuble, ad ammorbidire la posizione tedesca sui salvataggi delle banche, si sbaglia.

Il braccio di ferro tra Berlino e il resto d'Europa riprenderà giovedì al Consiglio europeo come da copione, oltretutto su un dossier fondamentale come l'esame della salute di 130 banche europee che la Bce si appresta ad avviare in vista dell'Unione bancaria.

Sin dalla scorsa estate, Mario Draghi ha espresso pubblicamente la sua preoccupazione per l'asimmetria delle tappe dell'Unione bancaria (prima l'autorità di sorveglianza, poi quella di risoluzione) e l'auspicio che si decidano in fretta le modalità del "backstop", del paracadute dei governi, nel caso che l'analisi degli asset degli istituti di credito emergano voragini che azionisti, creditori e tutti i soggetti coinvolti nella gerarchia di salvataggio decisa nei mesi scorsi dalla Ue, non riescano ad appianare.

Proprio perché la Germania è convinta invece che debba prevalere lo "schema Cipro", che l'intervento europeo attraverso il fondo salva-Stati Esm, insomma con i "soldi dei contibuenti", debba essere l'ultimissima istanza.

Draghi ha anche citato nei mesi scorsi il caso sfortunato degli stress test svolti dall'Eba nel 2011, per sostanziare la sua tesi: allora i buchi e i bisogni di ricapitalizzazione emersi in molti istituti di credito hanno gettato in allarme i mercati proprio perché non era chiaro chi avrebbe "pagato". In vista dell'Unione bancaria il presidente Bce chiede un approccio più flessibile rispetto a quello scritto negli accordi europei.

Il tema verrà discusso a partire dalla cena di giovedì sera, alla quale parteciperà il presidente della Bce. E un primo risultato del braccio di ferro tra l'Eurotower e i governi è che nell'ultima bozza di conclusioni Ecofin, l'Ue vuole anticipare la fissazione dei dettagli del "backstop" a novembre. Ma già stamane l'Eurotower renderà intanto noti alcuni dettagli importanti dell'esame delle banche che la Bce si appresta ad affrontare. Secondo indiscrezioni la richiesta sarà quella di anticipare gli obbligati "cuscinetti" che Basilea III imporrà alle banche dal 2019: chiederà di portare all'8% i requisiti di sicurezza sul capitale per le grandi banche, al 7% le piccole.

In particolare, i dettagli che verranno svelati stamane da Ignazio Angeloni, capo della stabilità finanziaria della Bce, dovrebbero prevedere un innalzamento del Core Tier 1 al 7%, più un 1% per le banche di rilevanza sistemica, le famose "too big to fail", che rappresentano minacce per Paesi interi, se falliscono. Il sovraccarico, in base alle regole di Basilea, avrebbe potuto arrivare fino al 2,5%.

Il progetto dell'Unione bancaria è nato a giugno del 2012 per spezzare il circolo vizioso tra debiti sovrani e debiti bancari, e di recente Draghi ha detto che una premessa essenziale è che si «diradi la nebbia» attorno al sistema bancario. L'esame degli asset e gli stress test che la Bce e l'Eba condurrano a breve sono propedeutici a un avvio credibile del progetto.

A patto, come ha sottolineato il presidente Bce, che siano «trasparenti e rigorosi». E che nel caso di incidenti, si sappia in anticipo chi farà da paracadute. Sin dalla scorsa estate, Mario Draghi ha espresso pubblicamente la sua preoccupazione per l'asimmetria delle tappe.

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da La Stampa. All rights reserved - che ringraziamo - esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.





Ecco, di nuovo, quel fondo salvastati in cui abbiamo già versato-regalato 50 miliardi di euro in totale, e che per "salvare gli stati" chiede privatizzazioni e prelievi sui conti.

<h1>€UROTRUFFA!!!</h1> [:(!]


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MessaggioInviato: 24/10/2013, 14:22 
Francia: idea uscita euro contagia le istituzioni
http://www.wallstreetitalia.com/article ... zioni.aspx


[:2] [:2] [:2]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 26/10/2013, 11:43 
La Spagna si riprende, la Grecia peggiora, e l'Italia? Fallimento...

L’Italia, nonostante le patetiche rassicurazioni di Letta, Alfano e del loro sodale Napolitano, è un caso clinico, incurabile verrebbe da dire.

La crisi che ha investito il mondo, e l’Europa tutta in particolare, nel lontano 2008 non molla la presa, ma ha costretto tutti a prendere provvedimenti, in particolare i cosiddetti PIIGS, i paesi dell’area mediterranea del continente.

Tra questi, i vicini di casa peggio messi erano la Grecia e la Spagna, cugini economici dell’Italia da barzel(Letta) dei giorni nostri. Cosa è accaduto in quei paesi a 5 anni di distanza?

Per quel che riguarda la Grecia, ecco cosa scrive l’agenzia di stampa Reuters:

“I greci sono in media più poveri di quasi il 40% rispetto al 2008, secondo alcuni dati che illustrano l’impatto della brutale recessione e delle misure di austerità che il governo potrebbe essere costretto a estendere al prossimo anno. Il reddito lordo disponibile è sceso del 29,5% tra il secondo trimestre del 2008 e lo stesso periodo del 2013, ha reso noto oggi il servizio statistico Elstat. Tenuto conto dell’inflazione, il calo si avvicina al 40%”.

Cure da cavallo, che hanno intaccato i risparmi e ridotto gli ingressi, oltreché tagliato qualche privilegio: “Tagli alla spesa e aumenti delle tasse per soddisfare i termini dei prestiti internazionali, insieme alla disoccupazione record, hanno eroso i consumi interni, che in Grecia rappresentano circa i tre quarti del Pil, la proporzione maggiore tra i 17 Paesi dell’Eurozona. Gli stipendi dei lavoratori sono scesi del 34% dal secondo trimestre 2009, sempre secondo i dati Elstat. Nello stesso periodo, il governo ha ridotto i benefit sociali del 26%. Il servizio statistico dice che la crisi ha interessato anche i livelli di risparmio delle famiglie, scesi dell’8,7% nel secondo trimestre del 2013 contro un calo del 6,7% di un anno prima”.

E la Spagna?

“La Banca centrale spagnola ha fatto sapere che è uscita dalla recessione: dopo oltre due anni si prevede una crescita del Pil dello 0,1% nel terzo trimestre del 2013. Un aumento che «dopo nove trimestri consecutivi di cali», si accompagna a un miglioramento sul fronte dell’occupazione, ha osservato l’istituto centrale stimando che la disoccupazione raggiungerà, nel terzo trimestre, il dato meno negativo dall’inizio della crisi, dopo aver segnato il 26,3% nel secondo trimestre”. Anche in terra iberica, tagli e qualche tassa, ma gli spagnoli – a differenza degli italiani (parliamo di governi) – hanno invertito la rotta.

Nonostante Letta insista nel raccontare che in Italia è in corso una non ben specificata crescita e l’uscita dalla recessione, i dati Eurostat hanno certificato l’ennesimo picco del debito pubblico, che ha toccato quota 133,3%. C’è una morale in tutto questo? Sì, l’Italia è un paese fallito (impoverito ovviamente), ma soprattutto irriformabile.

http://www.ecplanet.com/


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MessaggioInviato: 26/10/2013, 17:43 
http://www.beppegrillo.it/2013/10/figli_di_troika.html [8D]

Figli di Troika - Piero Ricca intervista il prof. Bruno Amoroso

Il FMI ha smentito di aver proposto il prelievo forzoso sui conti correnti dei cittadini europei, ammettemdo semplici "discussioni ed esperienze su ipotesi di prelievo sui capitali una tantum", come metodo per aggredire il debito. Ma la smentita non convince il prof. Bruno Amoroso, economista, prof. emerito all'Università di Roskilde, in Danimarca. "La Troika è di nuovo al lavoro", sostiene. "La BCE e la Commissione stanno preparando il sacco dei risparmi, mentre il FMI fa lo stesso in parallelo specializzandosi su come far pagare ai cittadini il 'debito estero' degli Stati". Piero Ricca

Piero Ricca: Professore, nei giorni scorsi ha fatto discutere l'ipotesi, contenuta in un report del Fmi, di un prelievo una tantum sui conti correnti a livello europeo. Le sembra credibile? E in quale contesto questa ipotesi si colloca?

Bruno Amoroso: L'ipotesi del FMI è parte della seconda fase della strategia di esproprio dei risparmi dei cittadini, avviata durante gli anni ’80 e ’90 e che ha avuto una sua prima prova di successo negli Stati Uniti e nell’Unione Europea con la rapina finanziaria del 2008-2010. Una rapina che ha portato un bottino nelle mani di pochi gruppi pari al 37 % del PIL europeo; cioè aiuti di Stato tra ottobre 2008 e ottobre 2011 a favore degli enti finanziari pari a 4.500 miliardi di euro, a cui si aggiungono 6.500 miliardi di euro, il che ha fatto ovviamente scoppiare il ”debito sovrano” di molti paesi dell’UE, stimato tra i 45 mila e i 65 mila miliardi di euro. Di questa rapina, definita da James K. Galbraith “il più grande crimine finanziario della storia del capitalismo” si conoscono gli autori e gli attori. Basta leggere il testo dell’indagine condotta negli Stati Uniti dalla Financial Crisis Inquiry Commission (Financial Crisis Inquiry report, 2011) che ne illustra i meccanismi e le collusioni politiche. Il Rapporto spiega che tutte le leggi introdotte per legalizzare questa rapina sono in vigore e i responsabili sono ai loro posti e si accingono al secondo girone.

PR: Cioé?

BA: La fase attuale ha avuto inizio a fine 2012 con il rastrellamento dei pochi risparmi ancora in giro mediante l’imposizione del conto in banca anche ai pensionati con 1000 euro al mese; seguito dalla legge che impone il trasferimento delle informazioni su tutti i conto correnti all'Agenzia delle entrate e dalla Direttiva Barnier in corso di approvazione al Parlamento europeo, che introduce a livello europeo la norma sperimentata a Cipro – e cioè che in caso di fallimento bancario sono i risparmiatori a pagare e non più i governi o la BCE. Si prepara a fine anno il fallimento delle maggiori banche europee e quindi il prelievo sui conti dei risparmiatori. Su quello che accadrà poi si è espresso con chiarezza il ministro Saccomanni che ha di nuovo aperto alle “cartolarizzazioni” e ha dichiarato finita l’era delle banche per dare il benvenuto al “sistema finanziario ombra”.
Insomma, la Troika è di nuovo al lavoro. La BCE e la Commissione stanno preparando il sacco dei risparmi, mentre il FMI fa lo stesso in parallelo specializzandosi su come far pagare ai cittadini il “debito estero” degli Stati.

PR: Come giudica in sintesi la politica economica del governo Letta, vede segni di discontinuità rispetto al governo Monti?

BA: Il governo Letta è consapevole di tutto questo. Per questo è stato il governo dei rinvii, in attesa che lo scoppio della crisi e il fallimento degli Stati dell’Europa del sud annulli tutti gli impegni verso i cittadini, inesigibili dentro i parametri europei. La legge finanziaria presentata si muove dentro questa stessa logica per rassicurare i risparmiatori prima del collasso. Più che un’aspirina per combattere il cancro è un sonnifero, ammesso che funzioni.

PR: Proprio Enrico Letta ribadisce l'assoluta necessità della "stabilità" e vede il rischio della crescita del "populismo antieuropeo" alle prossime elezioni europee; dal canto suo Mario Draghi ritiene che l'euro è "irreversibile" e ha recentemente sottolineato i progressi nei bilanci dei paesi membri. Lei cosa risponde?

BA: Entrambi parlano come persone informate dei fatti, che sono cioè consapevoli dei rischi di quello che stanno facendo. Per Letta, e simili, le riforme devono creare un “presidente” forte per reprimere l’inevitabile reazione popolare che verrà a seguito di ciò che stanno preparando. Draghi continua a fare alla BCE quello che ha fatto in Italia al tempo delle privatizzazioni bancarie che sono divenute il veicolo delle speculazioni successive della Goldman Sachs e Co. Ha coperto la crisi del 2008 come Governatore della Banca d’Italia scaricandone i costi sui risparmiatori e i cittadini. Oggi ripete l’esercizio alla BCE. L’uomo giusto al posto giusto. E pochi ricordano che nella sua tesi di laurea svolta con Federico Caffè affermò, ben prima del disastro, che l’euro non si doveva e non si poteva fare.

PR: Il debito pubblico italiano è una zavorra che ha ampiamente superato i duemila miliardi di euro, mentre la crisi economica sta riducendo in povertà milioni di persone. Vede alternative all'austerità?

BA: I debiti nascono perché qualcuno li chiede – per bisogno o magari inavvertitamente – e qualcuno li concede – per amore degli altri come si fa in famiglia o sperando di trarre vantaggio dalle disgrazie altrui. Quando il meccanismo si inceppa, come nel nostro caso, si rinegozia il tutto e entrambe le parti si accollano la loro parte di responsabilità. Continuare sull’austerità, come si sta facendo, porta ai disastri politici e sociali che conosciamo dalla storia. Cioè a quello a cui stiamo assistendo in questi giorni sulle nostre strade.

PR: Anche nel suo ultimo saggio - "Figli di Troika. Gli artefici della crisi economica" (Castelvecchi) - lei sottopone a severa critica un potere decisionale fuori controllo, nelle mani degli "incappucciati della finanza": chi sono, perché sono diventati così potenti?

BA: Come sottolineo nel mio saggio gli “incappucciati” individuati da Federico Caffè negli anni ’80 oggi si sono tolti il cappuccio e gestiscono in prima persona anche Il potere politico in tutti I paesi europei. Il governo politico italiano ha nei posti di maggiore responsabilità individui che sono espressione diretta di quegli ambienti. Coloro che sino a qualche anno fa erano i controllori “incappucciati” della politica ora ne sono diretti rappresentanti. Una bella riforma costituzionale di fatto già attuata, mentre si fanno campagne per difendere qualcosa che ormai non c’è più. Si tratta semmai di ri-affermare la Costituzione, ma questa non nacque in seguito a qualche corteo o alle elezioni ma a una guerra, anche civile. Se c’è un modo pacifico di farlo va scoperto rapidamente.

PR: E' ancora possibile salvare il progetto di integrazione europea?

BA: Temo che sia troppo tardi per ricucire un rapporto di fiducia tra i cittadini europei e le istituzioni. Tuttavia, per quanti ancora credono che ciò sia possibile, è necessario spazzare via la Triade, dare potere al Parlamento europeo in modo che esprima un governo politico europeo nei limiti delle competenze previste. Per quanto riguarda i paesi dell’Europa del sud, devastati dalla crisi e dalla BCE, si tratta di rinegoziare per intero il funzionamento dell’Eurozona consentendo dentro questa due aree monetarie con margini di maggiore flessibilità e con un meccanismo di solidarietà tra nord e sud. Lo scoglio è rappresentato dalla Germania, quello scoglio che ha affondato oggi l’Euro. O la Germania contribuisce a risollevare la nave oppure è meglio abbandonarla prima che sia troppo tardi. Ma temo che sia già troppo tardi, e i primi ad abbandonarla saranno proprio i tedeschi.


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MessaggioInviato: 26/10/2013, 19:19 
No ma guarda che coincidenza e che tempismi. Marine Le Pen dopo aver avuto un risultato elettorale boom e aver contestato pesantemente l'Euro e l'Unione Europea viene "attaccata dalle femen":

http://notizie.tiscali.it/feeds/13/10/26/t_16_01_ADN20131026183950.html?ultimora

"Pentiti". Protesta delle Femen contro Marine Le Pen

Parigi, 26 ott. (Adnkronos) - Anche Marine le Pen, leader del partito francese di estrema destra Front National, è stata presa di mira dalle femministe ucraine del gruppo Femen. "Marine pentiti. Ferma la xenofobia, l'omofobia e l'odio", si leggeva nella scritta tracciata sul petto nudo delle attiviste che hanno accolto l'esponente politica durante la sua visita al mercato della cittadina bretone di Fougere.

Foto dell'azione sono state poco dopo diffuse da Femen su Twitter. La leader del Front national ha fatto ricorso alla sua retorica anti immigrati, rispondendo con un tweet in cui si lamenta che ora anche gli oppositori politici vengano importati dall'Ucraina.





Ecco adesso cercano di fermare Marine Le Pen accusandola di essere un'estremista di destra, inscenando proteste, solo per il fatto che vuole far valere gli interessi dei francesi e non dell'Euro...
I "Nazionalisti" sono "molto scomodi" per il progetto Euro... [8D] perchè l'Euro può andare avanti solo distruggendo i nazionalismi degli stati europei, molto semplice... [8D] ricordate il "caso Ungheria"?


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MessaggioInviato: 26/10/2013, 19:37 
...ma ad ora l'ungheria regge l'urto..........e ha pure cacciato l'fmi da budapest,ed e' un vero peccato che attualmente in italia non esista un vero movimento nazionalista........................................se notate in tutti gli stati in cui tali partiti spiccano il volo cercano in qualsiasi modo di fermarli....................[:(!]


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Cita:
AgenteSegreto000 ha scritto:

E nel mentre la Francia e la Spagna se ne fregano altamente del 3% del deficit e volano molto più in alto, spendendo per far riprendere la loro economia.
E' un dato di fatto che la Spagna sta uscendo meglio dell'Italia dalla crisi economica, anche grazie al fatto che loro non rispettano il dannatissimo 3% di deficit.
Noi invece grazie a politici leccaEuro ci siamo imposti da soli di rispettare il 3% di deficit e di "regalare" alla BCE 10 miliardi di euro all'anno per il "fondo salvastati"...
Ditemi se non è suicidio economico questo...


Certo che lo è, ma che cosa ti aspetti da dei sudditi......[8D]



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MessaggioInviato: 28/10/2013, 11:56 
http://www.rischiocalcolato.it/2013/10/ ... buchi.html

Eni e Rai: la Troika impone la svendita per tappare i buchi

28 ottobre 2013

Qualcosa di pesante sta per accadere sul fronte delle ”svendite patrimoniali” delle partecipazioni pubbliche: il duo Saccomanni -Letta vuole mettere sul mercato, entro la fine dell’anno, due delle più importanti aziende di proprietà dello Stato, ovvero la RAI e l’ENI. In quanto a valore da remunerare l’ENI resta però l’obbiettivo primario, e la cessione della quota detenuta dal Tesoro sta sempre più assumendo i contorni di una necessità impellente. Infatti, le fonti citate dall’agenzia Reuters sembrano tradire una certa fretta di fare cassa da parte del governo e, come sappiamo, la fretta di vendere è sempre un indizio poco rassicurante. Per la fine di ottobre, intanto, il comitato per le privatizzazioni, per far partire l’intero progetto di dismissioni, potrebbe anche essere trasformato in un organo permanente. Si sa, il governo possiede oggi il 30 per cento di quello che un tempo era l’intero capitale, di cui il 4,34 per cento direttamente, attraverso il Ministero dell’Economia, e il resto tramite la Cassa depositi e prestiti. Una società, quest’ultima, che sovente è stata tirata in ballo da tutti i media italiani e non solo, in quanto considerata alla stregua di vera e propria cassaforte dei patrimoni pubblici e privati. Si evince quindi che il valore attuale delle azioni di ENI direttamente in “mano” al ministro Fabrizio Saccomanni è poco inferiore ai tre miliardi di euro. Ecco che, come abbiamo anticipato sopra, la fretta di vendere la quota si traduce proprio in un indizio poco rassicurante, ovvero quello di tradire forse l’ottimismo del governo dal lato dei conti pubblici. Infatti, a ben guardare le previsioni del governo si evince per l’anno in corso una contrazione del prodotto interno lordo dell’1,7 per cento, ma le ultime indicazioni certe fornite da tutte le organizzazioni internazionali, tra cui Fondo monetario internazionale e altri analisti, sembrano invece indicare una contrazione dell’1,8, che di conseguenza farebbero mancare alla previsione del governo svariate centinaia di milioni di euro di entrate, rendendo più complicato se non impossibile il raggiungimento del rapporto deficit/Pil, obiettivo che, tradotto, significherebbe il famoso quanto assurdo e sconclusionato 3 per cento.

A tutto ciò andrebbe anche aggiunto un ulteriore ottimismo pregresso del governo: infatti, sul fronte delle entrate, l’ultimo esempio è riconducibile alla Tobin tax, che dagli ultimi dati disponibili dimostrerebbe già una contrazione degli scambi maggiore del previsto, provocando così un ulteriore allontanamento del target di gettito, fissato dal governo Monti a un miliardo di euro. Gli analisti temono però che il gettito effettivo sarà un quarto di quello stimato, e che bisognerà forse fare i conti anche con una caduta della gettito dalle imposte sul capital gain.

Insomma, non è dato sapere per quanto ancora il governo ritenga di continuare ad essere ottimista, ma quello che è certo è che non servivano certo dei tecnici raffinati, per capire prima del previsto il principio e i motivi della caduta delle entrate. Si tratta insomma di una débâcle largamente prevedibile, dove le risorse finanziarie che vengono a mancare è ovvio che vadano oggi a giustificare appieno la fretta delle intenzioni di dismissioni del governo. Non sono escluse le vendite di quote in Terna e Fincantieri, mentre per ora restano avulse dal piano di dismissioni ENEL e Finmeccanica.

Messa così, sembra la fotocopia di ciò che è capitato alla Grecia: privatizzazioni “camuffate” e vere “svendite” dei patrimoni di un Paese. Alla luce di quanto sopra, il martellante indebolimento degli Stati messo in atto dalla Troika con il rigore pare servito a costringerli ad aderire a una Europa contro le proprie volontà, il vero sistema di potere occulto europeo, ovvero quello della finanza, delle lobby economiche e delle banche private, artefice e complice di questa crisi finanziaria in quanto funzionale a procedere scientificamente al completamento dell’Unione politica Europea a tutti i costi e a qualunque prezzo, continua invece ad imporsi sugli Stati attraverso i trattati delle cessioni di sovranità e il rispetto di parametri sconclusionati e discriminatori.


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WALL STREET JOURNAL "ITALIA TROPPO GRANDE PER ESSERE SALVATA". COSA STA SUCCEDENDO ?
Postato il Domenica, 27 ottobre @ 15:57:41 CET di davide

Informazione FONTE: SENZASOSTE.IT

Siamo ormai abituati al circuito autoreferenziale dei media italiani. Per cui una notizia da pollaio, la lite tra Alfano o Berlusconi oppure l'ennesima convention di Renzi, prende molto più spazio delle notizie serie. Come lo scandalo intercettazioni che non è una questione spionistica ma il tentativo di costruire un'egemonia economica, basata sul primato tecnologico a venire, da parte degli Usa sull'Europa per i prossimi 30 anni.
Passi, si fa per dire, con l'affettuoso buffetto del presidente del senato Grasso agli Usa "la prossima volta avvertiteci meglio". Di cosa? Di trasformare l'Italia in una distesa di macerie economico-finanziarie?

Il caso Prism non è stato ancora capito a fondo in Italia, nella sua minacciosa portata, e non lo sarà mai fino a quando ci sarà questo ceto politico. Ma, come capita sempre nei periodi di grandi cambiamenti, appena una falla finisce di aprirsi se ne comincia ad aprire un'altra.

Ecco che l'edizione tedesca del Wall Street Journal intervista Amussnen, che incidentalmente fa il direttore della Bce (Draghi è il presidente), che afferma che "l'Italia è troppo grande per essere salvata dall'esterno". La dimensione della crisi italiana è di nuovo tornata a due anni fa, con il rischio crack del paese. E l'"Europa" non ha alcuna intenzione di iniettare risorse nel nostro sistema. Nemmeno alla greca cioè in una gigantesca partita di giro che ha disintegrato il paese ellenico. Siccome Asmussen sostiene che l'Italia è strategica per Ue, Bce ed eurozona è chiaro dove si sta andando. Alla ricerca dello Jaruzelski italiano che faccia l'autoinvasione per tamponare l'eurozona come il golpe polacco del 1981 fermò per qualche anno la crisi del patto di Varsavia.

Se le considerazioni di Asmussen sono moneta comune in Europa, se non sono posizioni isolate, ne vedremo delle brutte. Perché si cercherebbe di favorire una drammatica riduzione del debito, del "costo" del lavoro in forma di fatto militare facendola pagare salatissima a più di mezzo paese. Il 2014 sarà tutto fuorché una passeggiata di salute.

Fonte: http://www.senzasoste.it
Link: http://www.senzasoste.it/nazionale/wall ... succedendo
26.10.2013

la fonte: http://www.wsj.de/article/SB10001424052 ... 74810.html

http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... &sid=12511


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Cita:
ubatuba ha scritto:


WALL STREET JOURNAL "ITALIA TROPPO GRANDE PER ESSERE SALVATA". COSA STA SUCCEDENDO ?
Postato il Domenica, 27 ottobre @ 15:57:41 CET di davide

Informazione FONTE: SENZASOSTE.IT

Siamo ormai abituati al circuito autoreferenziale dei media italiani. Per cui una notizia da pollaio, la lite tra Alfano o Berlusconi oppure l'ennesima convention di Renzi, prende molto più spazio delle notizie serie. Come lo scandalo intercettazioni che non è una questione spionistica ma il tentativo di costruire un'egemonia economica, basata sul primato tecnologico a venire, da parte degli Usa sull'Europa per i prossimi 30 anni.
Passi, si fa per dire, con l'affettuoso buffetto del presidente del senato Grasso agli Usa "la prossima volta avvertiteci meglio". Di cosa? Di trasformare l'Italia in una distesa di macerie economico-finanziarie?

Il caso Prism non è stato ancora capito a fondo in Italia, nella sua minacciosa portata, e non lo sarà mai fino a quando ci sarà questo ceto politico. Ma, come capita sempre nei periodi di grandi cambiamenti, appena una falla finisce di aprirsi se ne comincia ad aprire un'altra.

Ecco che l'edizione tedesca del Wall Street Journal intervista Amussnen, che incidentalmente fa il direttore della Bce (Draghi è il presidente), che afferma che "l'Italia è troppo grande per essere salvata dall'esterno". La dimensione della crisi italiana è di nuovo tornata a due anni fa, con il rischio crack del paese. E l'"Europa" non ha alcuna intenzione di iniettare risorse nel nostro sistema. Nemmeno alla greca cioè in una gigantesca partita di giro che ha disintegrato il paese ellenico. Siccome Asmussen sostiene che l'Italia è strategica per Ue, Bce ed eurozona è chiaro dove si sta andando. Alla ricerca dello Jaruzelski italiano che faccia l'autoinvasione per tamponare l'eurozona come il golpe polacco del 1981 fermò per qualche anno la crisi del patto di Varsavia.

Se le considerazioni di Asmussen sono moneta comune in Europa, se non sono posizioni isolate, ne vedremo delle brutte. Perché si cercherebbe di favorire una drammatica riduzione del debito, del "costo" del lavoro in forma di fatto militare facendola pagare salatissima a più di mezzo paese. Il 2014 sarà tutto fuorché una passeggiata di salute.

Fonte: http://www.senzasoste.it
Link: http://www.senzasoste.it/nazionale/wall ... succedendo
26.10.2013

la fonte: http://www.wsj.de/article/SB10001424052 ... 74810.html

http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... &sid=12511


Gran bel articolo...... essenziale e preciso come pochi.... [xx(]

PS: quando vedi che il links si interrompono come in questo caso,
è sufficiente anteporre agli indirizzi che cominciano per http://www...

http://


...... [;)]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 28/10/2013, 14:34 
Da prendere a calci......




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ma che contentezza che la germania ha un surplus,la sua faccia da mortadella sprizza felicita' da tutti i lardelli di grasso,ma proprio la vergona non esiste,ma non era in africa x risolvere la questione subsahariana,poteva pure restarci......... [:(!] [:(!]


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... E prima era addirittura in Cina, con tanto di ... elogi! [:107]



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