La Spagna si riprende, la Grecia peggiora, e l'Italia? Fallimento...L’Italia, nonostante le patetiche rassicurazioni di Letta, Alfano e del loro sodale Napolitano, è un caso clinico, incurabile verrebbe da dire.
La crisi che ha investito il mondo, e l’Europa tutta in particolare, nel lontano 2008 non molla la presa, ma ha costretto tutti a prendere provvedimenti, in particolare i cosiddetti PIIGS, i paesi dell’area mediterranea del continente.
Tra questi, i vicini di casa peggio messi erano la Grecia e la Spagna, cugini economici dell’Italia da barzel(Letta) dei giorni nostri. Cosa è accaduto in quei paesi a 5 anni di distanza?
Per quel che riguarda la Grecia, ecco cosa scrive l’agenzia di stampa Reuters:
“I greci sono in media più poveri di quasi il 40% rispetto al 2008, secondo alcuni dati che illustrano l’impatto della brutale recessione e delle misure di austerità che il governo potrebbe essere costretto a estendere al prossimo anno. Il reddito lordo disponibile è sceso del 29,5% tra il secondo trimestre del 2008 e lo stesso periodo del 2013, ha reso noto oggi il servizio statistico Elstat. Tenuto conto dell’inflazione, il calo si avvicina al 40%”.
Cure da cavallo, che hanno intaccato i risparmi e ridotto gli ingressi, oltreché tagliato qualche privilegio: “Tagli alla spesa e aumenti delle tasse per soddisfare i termini dei prestiti internazionali, insieme alla disoccupazione record, hanno eroso i consumi interni, che in Grecia rappresentano circa i tre quarti del Pil, la proporzione maggiore tra i 17 Paesi dell’Eurozona. Gli stipendi dei lavoratori sono scesi del 34% dal secondo trimestre 2009, sempre secondo i dati Elstat. Nello stesso periodo, il governo ha ridotto i benefit sociali del 26%. Il servizio statistico dice che la crisi ha interessato anche i livelli di risparmio delle famiglie, scesi dell’8,7% nel secondo trimestre del 2013 contro un calo del 6,7% di un anno prima”.
E la Spagna?
“La Banca centrale spagnola ha fatto sapere che è uscita dalla recessione: dopo oltre due anni si prevede una crescita del Pil dello 0,1% nel terzo trimestre del 2013. Un aumento che «dopo nove trimestri consecutivi di cali», si accompagna a un miglioramento sul fronte dell’occupazione, ha osservato l’istituto centrale stimando che la disoccupazione raggiungerà, nel terzo trimestre, il dato meno negativo dall’inizio della crisi, dopo aver segnato il 26,3% nel secondo trimestre”. Anche in terra iberica, tagli e qualche tassa, ma gli spagnoli – a differenza degli italiani (parliamo di governi) – hanno invertito la rotta.
Nonostante Letta insista nel raccontare che in Italia è in corso una non ben specificata crescita e l’uscita dalla recessione, i dati Eurostat hanno certificato l’ennesimo picco del debito pubblico, che ha toccato quota 133,3%. C’è una morale in tutto questo? Sì, l’Italia è un paese fallito (impoverito ovviamente), ma soprattutto irriformabile.
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