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30/07/2013, 13:40

a loro interessa un ritorno all'ignoranza dell'oscurantismo medioevale,x salvaguardare i propri interesse........siamo noi che non dobbiamo permetterlo.........................[:(!]

30/07/2013, 15:47

nemesis-gt ha scritto:

Ecco come vogliono zittirci: Diffamazione, la proposta del PDL: “Carcere e chiusura dei siti web”

Un emendamento del deputato Pdl Chiarelli propone l’arresto in caso di mancato pagamento della multa per diffamazione e la chiusura dei siti Internet, blog compresi. Mentre Maria Stella Gelmini ha proposto di estendere il reato di ingiuria anche ai social network.

Ecco cosa prevede la proposta del PDL, contenuta in un emendamento, presentato al testo della legge sulla diffamazione, discusso ieri in Commissione Giustizia alla Camera.

Carcere per la diffamazione a mezzo stampa e chiusura fino a tre anni dei siti Internet, compresi i blog in caso di mancata rettifica o cancellazione delle frasi diffamatorie entro 48 ore dalla richiesta.

L’emendamento, come scrive Repubblica, “ha avuto il parere favorevole di uno dei relatori delle nuove norme sulla diffamazione, Enrico Costa (Pdl) purché riformulato. Allo stesso Costa, infatti, benché assieme al co-relatore Walter Verini (Pd) ha proposto di estendere le norme sulla diffamazione anche ai quotidiani on line, l’oscuramento dei siti web è sembrato eccessivo. Ma l’emendamento, presentato da Gianfranco Chiarelli non si ferma qui. In caso di recidiva, o in caso di mancato pagamento della multa (stabilita fino a 5 mila euro) da parte dell’autore del reato si prevede l’arresto fino a cinque anni di carcere.”

Una marcia indietro rispetto al teso base adottato in commissione dove il carcere era stato eliminato mantenendo solo le multe. Con un altro emendamento viene proposta anche, come pena accessoria per la diffamazione a mezzo stampa, l’interdizione dalla professione di giornalista “per un periodo da uno a cinque anni”. Quanto al risarcimento del danno, il deputato Pdl, vuole alzare la pena fino a 100 mila euro (nel testo base adottato dalla commissione l’entità del danno non patrimoniale non può comunque eccedere la somma di 30.000 euro). Ci sono poi una serie di emendamenti a firma della vice presidente del Pdl, Mariastella Gelmini, che potrebbero essere ribattezzate anti-Facebook o anti-Twitter.

Gelmini infatti pensa di cambiare l’articolo 594 del codice penale sull’ingiuria inserendo, tra i mezzi attraverso i quali il reato viene commesso anche “la comunicazione telematica”, quindi qualsiasi scritto on line. Nella proposta le pene sono aumentate “qualora l’offesa sia commessa in presenza di più persone”, caso tipico delle piazze virtuali dei social network.

L’esame degli emendamenti al testo base sulla diffamazione per ora è stato sospeso a causa dell’ostruzionismo del Movimento Cinque Stelle in aula sul “decreto del fare”. I relatori Costa e Verini intanto stanno cercando di arrivare a un compromesso per quanto riguarda le norme su Internet, visto che, come sottolineato da Sel e M5S, durante la discussione generale non era stata affrontata la tematica del web.


(Fonte: Repubblica.it)

http://www.signoraggio.it



Meno male che c'è qualcuno che ci difende......

Cmq... gaiardi questi del PDL..... pur di proteggere il pupazzone,
sarebbero disposti a censurare il web per intero...... [8)]

30/07/2013, 20:15

Forse preferiscono venir insultati per strada piuttosto che nei blogs [:)]

Anche Cameron stà spingendo per filtrare la rete, ma lui si para dietro la scusa della pedofilia

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31/07/2013, 21:49

Thethirdeye ha scritto:

nemesis-gt ha scritto:

Ecco come vogliono zittirci: Diffamazione, la proposta del PDL: “Carcere e chiusura dei siti web”

Un emendamento del deputato Pdl Chiarelli propone l’arresto in caso di mancato pagamento della multa per diffamazione e la chiusura dei siti Internet, blog compresi. Mentre Maria Stella Gelmini ha proposto di estendere il reato di ingiuria anche ai social network.

Ecco cosa prevede la proposta del PDL, contenuta in un emendamento, presentato al testo della legge sulla diffamazione, discusso ieri in Commissione Giustizia alla Camera.

Carcere per la diffamazione a mezzo stampa e chiusura fino a tre anni dei siti Internet, compresi i blog in caso di mancata rettifica o cancellazione delle frasi diffamatorie entro 48 ore dalla richiesta.

L’emendamento, come scrive Repubblica, “ha avuto il parere favorevole di uno dei relatori delle nuove norme sulla diffamazione, Enrico Costa (Pdl) purché riformulato. Allo stesso Costa, infatti, benché assieme al co-relatore Walter Verini (Pd) ha proposto di estendere le norme sulla diffamazione anche ai quotidiani on line, l’oscuramento dei siti web è sembrato eccessivo. Ma l’emendamento, presentato da Gianfranco Chiarelli non si ferma qui. In caso di recidiva, o in caso di mancato pagamento della multa (stabilita fino a 5 mila euro) da parte dell’autore del reato si prevede l’arresto fino a cinque anni di carcere.”

Una marcia indietro rispetto al teso base adottato in commissione dove il carcere era stato eliminato mantenendo solo le multe. Con un altro emendamento viene proposta anche, come pena accessoria per la diffamazione a mezzo stampa, l’interdizione dalla professione di giornalista “per un periodo da uno a cinque anni”. Quanto al risarcimento del danno, il deputato Pdl, vuole alzare la pena fino a 100 mila euro (nel testo base adottato dalla commissione l’entità del danno non patrimoniale non può comunque eccedere la somma di 30.000 euro). Ci sono poi una serie di emendamenti a firma della vice presidente del Pdl, Mariastella Gelmini, che potrebbero essere ribattezzate anti-Facebook o anti-Twitter.

Gelmini infatti pensa di cambiare l’articolo 594 del codice penale sull’ingiuria inserendo, tra i mezzi attraverso i quali il reato viene commesso anche “la comunicazione telematica”, quindi qualsiasi scritto on line. Nella proposta le pene sono aumentate “qualora l’offesa sia commessa in presenza di più persone”, caso tipico delle piazze virtuali dei social network.

L’esame degli emendamenti al testo base sulla diffamazione per ora è stato sospeso a causa dell’ostruzionismo del Movimento Cinque Stelle in aula sul “decreto del fare”. I relatori Costa e Verini intanto stanno cercando di arrivare a un compromesso per quanto riguarda le norme su Internet, visto che, come sottolineato da Sel e M5S, durante la discussione generale non era stata affrontata la tematica del web.


(Fonte: Repubblica.it)

http://www.signoraggio.it



Meno male che c'è qualcuno che ci difende......

Cmq... gaiardi questi del PDL..... pur di proteggere il pupazzone,
sarebbero disposti a censurare il web per intero...... [8)]


L'Aula della Camera esaminerà il ddl sulla diffamazione a mezzo
stampa dal prossimo 5 agosto. Il testo sarà votato tra l'9 e il 9 agosto.


http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 02536.html

Insomma.... l'importante è farlo mentre gli itaGliani sono in vacanza.... [}:)]

02/08/2013, 13:42

Come il Grande Fratello, Google ci spia dovunque e in continuazione. Ogni pagina, sito, email o chat, viene registrata ed esaminata.


NEW YORK (WSI) - Proviamo a fare un semplice esperimento. Immaginiamo che esista una lista che contenga ogni singola pagina web che abbiamo visitato negli ultimi cinque anni. Che contenga tutto quello che abbiamo cercato, tutti gli indirizzi che abbiamo visitato, le mail inviate, le cose scritte in chat e tutti i video visti su Youtube.

Ora pensate se tutti questi dati sulla lista avessero giorno e orario preciso. Tutto dettagliato e nei minimi particolari.

Immaginate infine che sia possibile averla davanti ai propri occhi, su una normale pagina web.

Adesso, siete anche in grado di immaginare un modo per cui un hacker, con accesso a questa, possa usarla contro di voi?
Se lo avete fatto, andate su google.com/dashboard e capirete che tutto questo può divenire realtà.

The Wall Street Journal ha fatto questo esperimento e ha scoperto che Google Dashboard, una specie di immenso archivio, possiede tutte le informazioni che si sono raccolte su di noi.

Ad esempio se si sta a lungo su Gmail, Google tiene traccia delle mail che inviamo oltre a tutte le pagine che visitiamo.

Questo porta a pensare che la sola idea che infiniti dati su di noi vengono analizzati da alcuni computer in California è qualcosa di verosimile e non più di astratto. E il fatto che anche noi stessi possiamo farlo, basta cliccare qualunque parola per far comparire una lista dettagliata con tutte le volte che l'abbiamo ricercata, può in alcuni casi risultare inquietante, soprattutto se anche altre persone possono avere accesso ai dati.

Ma probabilmente, anzi sicuramente, non solo l'NSA, il National Security Agency, mette l'occhio su questi. Anche altri lo fanno, ad esempio l'FBI.

L'uso che ne farebbe, sarebbe quello di raccogliere informazioni sui sospetti, portando l'intercettazione telefonica penale nell'era cibernetica. Chat online e strumenti di crittografia non potrebbero essere intercettati tramite telefono e per questo userebbero il mondo del web.

Le agenzie federali hanno sempre taciuto su queste capacità, smentendo e non rilasciando dichiarazioni, ma diversi documenti e alcune interviste con persone coinvolte hanno svelato questo metodo.
E da Google? Anche da loro un silenzio, che fa paura.

Insomma, sembrerebbe proprio che veniamo spiati e l'unica cosa che possiamo fare è farcene una ragione.

http://www.wallstreetitalia.com/article ... i-noi.aspx

oramai siamo numeri alla merce di una macchina che non ti lascia vivere con serenita'la tua giornata............[;)]

02/08/2013, 13:52

Insomma, sembrerebbe proprio che veniamo spiati e l'unica cosa che possiamo fare è farcene una ragione.


Ma se veniamo spiati è perchè noi accettiamo di venir spiati.

L'unica cosa che possiamo fare è non crearci account con Google,in pratica evitare tutto quello che offre Google, Dns compresi, ma non solo Google [:)]
Ultima modifica di Wolframio il 02/08/2013, 13:55, modificato 1 volta in totale.

02/08/2013, 14:00

ubatuba ha scritto:


Come il Grande Fratello, Google ci spia dovunque e in continuazione. Ogni pagina, sito, email o chat, viene registrata ed esaminata.


NEW YORK (WSI) - Proviamo a fare un semplice esperimento. Immaginiamo che esista una lista che contenga ogni singola pagina web che abbiamo visitato negli ultimi cinque anni. Che contenga tutto quello che abbiamo cercato, tutti gli indirizzi che abbiamo visitato, le mail inviate, le cose scritte in chat e tutti i video visti su Youtube.

Ora pensate se tutti questi dati sulla lista avessero giorno e orario preciso. Tutto dettagliato e nei minimi particolari.

Immaginate infine che sia possibile averla davanti ai propri occhi, su una normale pagina web.

Adesso, siete anche in grado di immaginare un modo per cui un hacker, con accesso a questa, possa usarla contro di voi?
Se lo avete fatto, andate su google.com/dashboard e capirete che tutto questo può divenire realtà.

The Wall Street Journal ha fatto questo esperimento e ha scoperto che Google Dashboard, una specie di immenso archivio, possiede tutte le informazioni che si sono raccolte su di noi.

Ad esempio se si sta a lungo su Gmail, Google tiene traccia delle mail che inviamo oltre a tutte le pagine che visitiamo.

Questo porta a pensare che la sola idea che infiniti dati su di noi vengono analizzati da alcuni computer in California è qualcosa di verosimile e non più di astratto. E il fatto che anche noi stessi possiamo farlo, basta cliccare qualunque parola per far comparire una lista dettagliata con tutte le volte che l'abbiamo ricercata, può in alcuni casi risultare inquietante, soprattutto se anche altre persone possono avere accesso ai dati.

Ma probabilmente, anzi sicuramente, non solo l'NSA, il National Security Agency, mette l'occhio su questi. Anche altri lo fanno, ad esempio l'FBI.

L'uso che ne farebbe, sarebbe quello di raccogliere informazioni sui sospetti, portando l'intercettazione telefonica penale nell'era cibernetica. Chat online e strumenti di crittografia non potrebbero essere intercettati tramite telefono e per questo userebbero il mondo del web.

Le agenzie federali hanno sempre taciuto su queste capacità, smentendo e non rilasciando dichiarazioni, ma diversi documenti e alcune interviste con persone coinvolte hanno svelato questo metodo.
E da Google? Anche da loro un silenzio, che fa paura.

Insomma, sembrerebbe proprio che veniamo spiati e l'unica cosa che possiamo fare è farcene una ragione.

http://www.wallstreetitalia.com/article ... i-noi.aspx



[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=01YtIJxqtjA[/BBvideo]

02/08/2013, 15:06

Andare a verificare su Google Dashboard è un pò come chiedere al tuo migliore amico al quale hai confidato tutti i tuoi segreti..... che cosa sai tu di me??
[;)]

E lui ti risponde....sò tutto quello che mi hai raccontato, nulla di più.


E sotto sotto se la ride [:)]......... non gli dico certo che sò quando và mignotte, che frequenta Blog complottistici e forum Ufologici e che ha contatti con attivisti.
Ultima modifica di Wolframio il 02/08/2013, 15:23, modificato 1 volta in totale.

28/08/2013, 15:28

I governi hanno chiesto a Facebook i dati degli utenti

In un comunicato Facebook dichiara che i governi di 74 paesi nei primi sei mesi del 2013 hanno chiesto i dati di 38mila utenti. Metà delle richieste sono venute dagli Stati Uniti. L’Italia ha chiesto al social network californiano i dati di 2.306 utenti. Nel caso dell’Italia Facebook ha fornito dati alle autorità nel 53 per cento dei casi.

Facebook ha pubblicato questi dati sulle richieste dei governi come già hanno fatto Google e Microsoft, spiega Associated Press. http://bigstory.ap.org/article/facebook ... -38k-users
Social network come Facebook e Twitter negli ultimi anni hanno assunto un ruolo fondamentale nell’organizzazione delle proteste, anche in paesi non democratici. Anche per questo i servizi di intelligence di tutto il mondo hanno cominciato a studiarli. Tutti conoscono il ruolo di queste piattaforme nelle primavere arabe e nella rivoluzione verde in Iran.

Twitter e Facebook sono stati usati anche nelle ultime proteste in Turchia, ma Facebook aveva negato che il governo avesse richiesto i dati degli utenti. Invece dall’ultimo comunicato emerge che le autorità turche hanno chiesto i dati di 173 account e Facebook ha rilasciato informazioni nel 43 per cento dei casi.

Il comunicato di Facebook sulle richieste dei governi. https://www.facebook.com/about/government_requests

http://www.internazionale.it/news/tecno ... li-utenti/

12/12/2013, 21:12

Domani 12 dicembre 2013 è la fine di tutto:
le lobby sbarcano in rete.


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Quesi due mesi fa pubblicavo l’intervista a Fulvio Sarzana che metteva in guardia tutti dalla spada di Damocle che pendeva sul web: una direttiva AGCOM che, in assenza di un chiaro intervento della maggioranza parlamentare, avrebbe materializzato cupi scenari di censura su larga scala.
Non è stato fatto niente: domani è il D-Day dello sbarco delle lobby nella rete italiana. Ecco il pezzo di Fulvio Sarzana, tratto dal suo blog:

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L’Agcom varerà domani 12 dicembre, a meno di eventi che a questo punto sembrano oggettivamente impossibili, il regolamento sul diritto d’autore, che le consentirà di cancellare i siti sospettati di non rispettarne le norme. Dopo avere suscitato le proteste di mezzo mondo, sino ad arrivare alle critiche esplicite da parte di commentatori esteri e studiosi di Università statunitensi l’Agcom varerà il contestatissimo regolamento, in perfetta solitudine (a parte i lobbisti in festa).

Ma, prima di questo, accadrà qualcosa in Agcom (o, meglio, non accadrà) per chiudere in bellezza la genesi “democratica” di questo atto amministrativo, sempre al netto di colpi di scena, che probabilmente non avverranno. A dispetto di quella povera vedova che, a tutt’oggi, si chiama democrazia. Del resto il Presidente Cardani già aveva mostrato fastidio per le critiche dei “pochi” che si opponevano ai metodi dell’Agcom. I pochi peraltro sono quasi centomila cittadini, decine di Docenti Universitari, Associazioni di consumatori, Associazioni di piccole e medie imprese, e cosi via. Vediamo di cosa si tratta.

Il Consiglio dell’Agcom è, sino ad oggi incompleto, a seguito delle dimissioni a settembre del Prof Maurizio Decina.
Il prof. Antonio Nicita infatti, suo sostituto, e già nominato dal Parlamento, non è stato ancora insediato in Agcom. Stranissimo, dal momento che Nicita è stato nominato membro dell’Agcom un mese fa. Forse si tratta di questioni burocratiche, che però sembra si risolveranno addirittura il giorno dopo l’approvazione del regolamento.

Perché non attendere che il Consiglio sia al completo per consentire al nuovo insediato di esercitare legittimamente e democraticamente il proprio diritto di voto? Ed invece Nicita sarà insediato il giorno dopo (o qualche giorno dopo), senza avere la possibilità di votare contro, ma nemmeno di conoscere quale sia il Regolamento che poi come Commissario dovrà gestire. E’ legittimo e democratico approvare un regolamento con queste caratteristiche, senza attendere nemmeno il giorno successivo, per avere un Consiglio al completo?

Diversamente dalla volta precedente, Cardani non si recherà nemmeno in Parlamento prima dell’approvazione del regolamento, come aveva invece fatto lo stesso Presidente Calabrò nella precedente legislatura, e come aveva fatto lo stesso Cardani prima dell’approvazione dello schema di regolamento a luglio, senza mostrarlo peraltro ai parlamentari. Una sua audizione alle Camere non è in programma né oggi né domani. Avrebbe dovuto farlo volontariamente, senza nemmeno attendere una richiesta di audizione da parte delle Commissioni competenti.

Evidentemente Agcom non ritiene che l’organo parlamentare, il centro della nostra vita pubblica, debba essere informato prima dell’approvazione del regolamento il 12 dicembre. Il presidente Cardani evidentemente non è interessato alle domande che intende rivolgergli il Paese attraverso le istituzioni: sarà forse perché qualcuno potrebbe chiedergli conto dei disegni di legge presenti in Parlamento, come ad esempio il vicepresidente del Commissione Poste Ivan Catalano del movimento 5 stelle, insieme alla Parlamentare del medesimo movimento Mirella Liuzzi, che sono i primi firmatari di undisegno di legge di riordino del diritto d’autore? O forse delle domande che potrebbero porgli in Senato, ove sempre i parlamentari del movimento 5 stelle, e cosi quelli delle Autonomie, tra i quali Francesco Palermo, docenti di diritto costituzionale, hanno firmato diversi disegni di legge, al pari di diversi parlamentari del Partito democratico.

In particolare, il vicepresidente della commissione giustizia Felice Casson, insieme ad altri nove senatori, al più tardi la scorsa settimana aveva richiesto all’Agcom di fermarsi. Anche i giornalisti più attenti cominciano a porsi delle domande di fronte ad un comportamento incomprensibile da parte di Agcom.

Non era ancora accaduto in nessun altro momento della nostra non più giovane Repubblica, che un organismo dello Stato, che non fosse la magistratura, si fosse attribuita il compito di giudicare di fatti che siano già regolati dal diritto penale dal diritto civile, e di farlo oltretutto, in via amministrativa. E, men che meno, ciò non è mai avvenuto attuando motu proprio una legge di dieci anni prima che mai aveva previsto alcunché di simile, come se le competenze di un organismo anziché da leggi dello Stato derivassero dal famoso detto del Marchese del Grillo “io so io e voi nun siete……” etc etc.

La Repubblica italiana del resto nell’attuare il principio di separazione dei poteri, memore di quello che erano stati i tribunali speciali amministrativi nel ventennio, aveva espressamente escluso che a giudicare dei diritti dei cittadini potessero essere giudici speciali, in quanto espressione di tribunali che non fossero composti da Magistrati assunti in seguito ad un regolare concorso pubblico. L’odissea di uomini come Sandro Pertini e Antonio Gramsci indusse i nostri padri costituenti ad escludere espressamente che potessero essere cumulati in capo ad uno stesso individuo poteri di indagine, poteri amministrativi e poteri dispositivi nei confronti dei cittadini. Ed per questo che la nostra costituzione prevede all’ Art. 102 che la funzione giurisdizionale è esercitata da magistrati ordinari istituiti e regolati dalle norme sull’ordinamento giudiziario, e che non possono essere istituiti giudici straordinari o giudici speciali.

Questo sino ad oggi, o, meglio, domani giovedi 12 dicembre 2013.

[align=right]Source: Domani è la fine di tutto: le...sbarcano in rete. | Byoblu.com [/align]
Ultima modifica di Wolframio il 12/12/2013, 21:14, modificato 1 volta in totale.

14/12/2013, 18:34

Il nuovo regolamento AgCom sul diritto d’autore online

Giovedì 12 dicembre l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AgCom) ha approvato il nuovo regolamento per la tutela del diritto d’autore online, dibattuto da mesi e molto contestato per i criteri che introduce e per essere stato adottato scavalcando in un certo senso il Parlamento.

continua a leggere sul sito di Wired Italia

14/12/2013, 20:28

cercano in ogni modo di mettere un bavaglio all'informazione libera,x continuare a tramare x portare a termine i loro loschi progetti.........[;)]
Ultima modifica di ubatuba il 14/12/2013, 20:28, modificato 1 volta in totale.

14/12/2013, 21:02

... e noi, prendiamo i forconi! [^]

15/12/2013, 18:03

Ufologo 555 ha scritto:

... e noi, prendiamo i forconi! [^]


...non a parole....prenderli seriamente [:(!]

15/12/2013, 18:29

Giovedi e venerdi

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Un pò qui,un pò là..... ognuno si ribella come sà [:)]

Un pò su, un pò giù.... si potrebbe far di più [:p]
Ultima modifica di Wolframio il 15/12/2013, 18:33, modificato 1 volta in totale.
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