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 Oggetto del messaggio: Istanti d'assoluto - Romanzo di Fantascienza
MessaggioInviato: 08/01/2014, 00:32 
...romanzetto a capitoli ispirato ad un topic di questo forum...che potrete leggere anche qua: http://polveredistelleunosguardoalcielo.blogspot.it/p/racconti-poesie-e-pensieri.html


Capitolo 1 - Tempi e spazi



Stava vivendo miliardi di istanti.
Sparsi a loro volta nei miliardi di tempi in cui era "presente sul posto".
Figlio di un Universo violento, parte di quel Cosmo in ogni suo più piccolo antro...
Fu in quel momento che in uno di questi angoli remoti, un'infinitesimale porzione di vastissimo seppur finito spazio-tempo, vibrò.

Una piccola parte di sè, carpì il momento.
Tra le proprie non quantificabili porzioni, sparse nell'intero arco temporale di quell'Universo a due polarità, si manifestò in quell'istante-spazio, come un onda, morbida e calda, che lo avvolse in tutta la sua complessità di entità slegata da tutto.
Si lasciò trascinare da quell'onda emozionale, fin dentro il momento stesso che l'aveva da poco generata. Fino al pensiero stesso da cui aveva preso forma, diventandone informazione.
Lo vide, ora. Ben nitido.

...un pianeta...

Sul quale, miliardi di esseri, minuscoli ai suoi occhi, si affannavano a restare vivi.

Un'altra piccolissima parte di quel tempo, fatto di un unico presente a lui percepibile, in uno stesso medesimo istante, in ogni suo più piccolo anfratto...anch'essa vibrò.
Un numero incalcolabile di atomi, legati imprescindibilmente al vastissimo spazio a lui accessibile, fu scosso da un chiaro segnale.
Era giunto alla fonte.
All'ancestrale sensazione che l'aveva mosso a concentrare in quel briciolo del tutto, una buona parte del suo essere.

L'origine di quel pensiero primordiale che lo incuriosì, adessso era lì, davanti a lui...


_____________________________________________________

Certo che...un quarto d'ora per parcheggiare l'automobile, dopo un viaggio di 10 minuti per rientrare dal lavoro, è un chiaro paradosso di questa società.
Stava stramaledicendo l'agente immobiliare che l'aveva convinto a prendere quel "comodo trilocale" in periferia, mentre scaricava la spesa dal bagagliaio dell'autovettura ancora ansimante per bocca di una ventola di raffreddamento che non voleva fermarsi.

Si fermò lui. Ascoltò l'agonia di quel rumore ripromettendosi per l'ennesima volta di mettere in cima alla lista delle cose da fare, l'urgenza di cambiare l'ormai quasi antico automezzo.
Scuotendo la testa, tra sé e sé, bofonchiò qualcosa all'indirizzo di un'altro rumore prodotto dall'auto.
Quel singolo, stonato sibilo della chiusura centralizzata che, una volta, era un doppio "tweet" elegante e secco, ed ora sembrava solo il rantolo di un apparecchio a batterie scariche.

Arrivò al portone, prese i due sacchetti ecologici e fragilissimi con una sola mano e, con l'altra, tirò fuori dalla tasca dei jeans le chiavi di casa, aprì il portone e rimise le chiavi in tasca. Quindi salì i due piani di scale a piedi...


_____________________________________________________


Era una domanda così popolare in quell'angolo remoto della totalità, che quella forza d'energia-pensiero si rese "udibile" stranamente anche nella natura profondamente diversa delle cose di cui la sua essenza era/è/sarà composta.

Focalizzare una maggior attenzione su quel non raro avamposto di "vita", comprenderne globalmente l'intera particolarità e storia, visualizzando con piena coscienza la domanda...
Fu questione d'un brevissimo istante.

Che da quel momento rimase scolpito nello spazio e nel tempo.

In una frazione d'attimo talmente breve da non essere misurabile in "tempi terrestri", ebbe piena coscienza dell'intera esistenza di quell'angolo di spazio-tempo, nelle sue più piccole sfaccettature.
Scavò nelle proprie profondità, e ne trasse una vibrazione. Poi un'energia e quindi un pensiero.
Prima, dopo e durante...ne sviluppo un'azione.

Si concesse lunghi minuti, in vari spazi e tempi, per assaporare ciò che si accingeva a sperimentare.
Lui che praticamente era ovunque , tutto sapeva, da sempre e per sempre era/è/sarà...quasi si "stupì" di questa opportunità d'accedere a qualcosa di nuovo e sconosciuto.

L'intero Cosmo fu scosso da un fremito.


____________________________________________________

Stanchezza da lavoro.
Stress.
Giornata autunnale, umida e piovosa, quella appena passata.
Due sacchetti pieni di proteine e bevande gassate.
Il solito tentativo di tirare fuori le chiavi di casa, senza appoggiare a terra nessuno dei due eco-pericoli pronti a cedere alla loro fisica di "compromesso malcompreso".
Giù, al portone, era andata bene.
Mentre armeggiava con la tasca dei jeans, alle sue spalle apparve la vicina di casa.

La Signora Madinverno vedova Sgambetta, che stava sicuramente già guardando dall'occhiolino della porta sin da quando aveva udito aprirsi il portone d'ingresso al palazzo, era in fondo una nonnina gentile.
Lui le offriva spesso una mano a portare la spesa, era educato con lei, ogni tanto si fermava a fare due chiacchiere.

La vecchina lo salutò.

-Buonasera...-

Si girò di tre quarti, toccando leggermende uno stipite in marmo della porta di casa con uno dei due sacchetti, mentre la mano, imperterrita, ravanava in tasca cercando la chiave dell'appartamento.
Il tempo di una mezza risposta...

-Buonas...-

La sensazione d'allarme improvvisa, cessò dopo pochi attimi. Intuì esattamente il pericolo.
Un pensiero "inutile" l'accompagnò:


- Ti prego, non ti rompere... -

Troppo tardi.
Uno dei due trappolini in eco-mais cedette.
Il tintinnare di una bottiglia di passata di pomodoro sul marmo del pianerottolo, gl'irrigidì i muscoli.
Ad accentuare l'inutile contrazione istintiva, ci si mise anche la posizione della Madinverno tra lui e la bottiglia che rotolava verso i gradini.

Quand'ecco che, finalmente, all'iniziale sgomento si sostituì, pur con palese ritardo, un goffo tentativo di salvataggio.
Nell'opposto istinto d'intervento "a prescindere", appoggiò a "velocità/luce" l'altro sacchetto a terra,
quasi travolse la vecchina in "slalom stretto sul paletto" e infine frenò i due passi di corsa appena compiuti mentre, abbassandosi verso l'obbiettivo, piegava gambe e busto.

Un gesto meccanico terminò la scena, quando protese la sua mano in uno scatto improbabile quanto eccessivo.
Rischiando lo strappo muscolare nel tentativo estremo di non far rotolare la bottiglia fin giù per le scale,quasi si tuffò sul pericolo, pronto con l'altra mano ad avvinghiarsi alla ringhiera che delimitava l'angolo tra scale e pianerottolo...in caso di frenata lunga.

Tutto inutile.

La variazione dello stato sonoro che accompagnava il moto della bottiglia, interruppe a metà il tardo ma ancor probabile salvataggio in extremiis, sciogliendosi in tragedia.
Quello squillante, quanto carico di speranza "tlink...tlonk...sdleng" accompagnato da rimbalzi propri ad un pallone da rugby, passò improvvisamente ad un inequivocabile e definitivo "spluoff"a pochi centimetri dalle scale in discesa verso il piano inferiore.
L'inerzia del rimbalzo si perse così in un rosso rigagnolo che mollemente imbrattò gli scalini, mentre la vedova Sgambetta sottolineava, con la prontezza inopportuna propria della senilità, una già palese e fastidiosa evidenza.


-Ussignur...s'è rotta...-

Tutta la gentilezza, la beneducazione, il sopportare i noiosi discorsi di quella vecchina...per un attimo, tutto questo rischiò di mutare in velenoso astio.
Il sacrosanto fare inorridire l'amabile anziana,con un "mavaff'...'anculovah" in direzione della bottiglia crollò su se stesso solo un attimo prima di librarsi nell'aria termoautonoma della scala C.
In quel momento la vegliarda l'avrebbe inteso all'indirizzo della propria persona, dal tono con cui sarebbe rimbombato tra le scale.

Fece un respiro profondo, per far richiudere i pori in tenuta da guerra.

-Ehh si, signora Crocefissa. Quando la fisica fa incontrare un punto di rottura e le giuste forze concentrate in quel punto...la rottura non può che avvenire.-

Aveva scoperto da tempo che pronunciare frasi per lei incomprensibili, la metteva in difficoltà quel tanto che bastava per creare una via di fuga.
Che era quello di cui aveva bisogno in quel preciso momento.
Approfittò così del preventivato zittirsi della nonnina.


- Signora, ora la saluto, che devo pulire 'sto disastro e poi dedicarmi alle faccende di casa... -

Senza attendere una risposta, aprì la porta poggiando il sacchetto superstite a lato del frigorifero. Quindi ne prese uno integro dove trasferire i viveri sparsi sul pianerottolo.
Scopa, paletta e l'immancabile vedova, la quale aveva bellamente ignorato il saluto di poc'anzi, gli furono compagne nel riparare al danno.
Mentre le parole della vicina si perdevano nell'ovattata indifferenza, propria di chi si sta concentrando su tutt'altro, un veloce pensiero gli passò tra le sinapsi.

-Appena finito qui, voglio scrivere qualcosina in quel sito internet di ufologia.-

Ebbe, per un attimo, una netta sensazione d'urgenza legata a qualcosa che lo aspettava nell'immediato futuro, ma ne colse a malapena gli sfocati contorni e non le diede alcun peso.

Si rese però conto che la sensazione si era trasformata in movimenti più rapidi, e rimase stupito di come quell'automatismo parve andar contro a ciò che la sua reazione conscia aveva appena dettato.
Stranamente, quella voglia di scrivere, sembrava non dipendere solo dal suo entusiasmo.
Una sensazione netta e alquanto strana.
Scosse la testa.

Proseguì nel non dare peso all'improvvisa sensazione, ma si sentì comunque "opportuno" a non frenare quella lena, subconsciamente palesatasi.
Aveva voglia di rilassarsi e finire quella lunga giornata di tensioni più o meno sfibranti, conclusasi con la murphyana...ciliegina sulla torta.
Sorrise, pensando che se fossero state delle ciliegie, anzichè passata di pomodoro, a quest'ora avrebbe dovuto recuperarle sino al pian terreno.

Finalmente terminò, accomiatandosi dalla signora Crocefissa Madinverno vedova Sgambetta, che lo aveva seguito e parlato per tutta l'operazione.

- Signora Crocefissa, vado a farmi una doccia e... tutto il resto. Buona notte.-

Si sentì quasi in colpa, mentre chiuse la porta di casa alle spalle, quasi sottraendosi a quelle chiacchiere che la dirimpettaia avrebbe protratto volentieri.

S'accese lo spinello che aveva sapientemente preparato in uffico, e si sedette mollemente sulla poltrona. Accendendo la Tv, gli venne in mente che si era riproposto di iscriversi al forum su internet.
Si diede 5 minuti. Il tempo di finire le rilassanti boccate di fumo.

Ripensò alla signora Crocefissa.
Il nome non comunissimo e dal suono così sgraziato della signora Madinverno, rischiò di trasformare l'educato sorriso in smorfia malcelata, mentre lo pronunciava ad alta voce.
Una buffa scenetta si materializzò nella sua mente.

Un'anziana, su una croce ben piantata in cima ad una collina.
Dei fiocchi di neve che pian piano iniziano a farsi fitti.
La vecchina che si schioda, scende dalla croce e comincia a correre giù per la vallata.

Crocefissa..Ma d'inverno Sgambetta.

Si piegò letteralmente in due dalle risa. Nella foga del gesto, il posacenere cadde a terra, frantumandosi in mille pezzettini di bianca ceramica, una nuvoletta di cenere e una decina di mozziconi sparsi quà e la sul pavimento.
Recuperò subito il mezzo spinello superstite, e lo poggiò sul posacenere, stavolta in plastica, a fianco al computer. Si risedette sulla poltrona.

Giustizia Divina?

Rise ancor più di gusto.
Crocefissa Madinverno vedova Sgambetta.
Il destino ha un sense of humor a volte veramente di primissima qualità!
Queste si che sono sfighe, altro che una bottiglia e un posacenere frantumati!

Liberò nuovamente un'altra sonora risata, essendosi reso conto di quanta poca cattiveria v'era in questo suo ridere della vecchiarella.
Si alzò, lanciò la giacca sul divano, proprio mentre un pensiero sorto dal nulla lo rivesti nuovamente di quella stranissima urgenza di "affacciarsi sul web".

Accese il suo portatile.
Quindi s'infilò sotto la doccia.

_____________________________________________________

Quante potevano essere le forme viventi dotate di fisicità che si erano fatte la medesima domanda, in tutti quegli spazi e quei tempi in cui poteva liberamente muoversi?

Consultò ognuno degli atomi di cui era fatto.
Ognuno dei piccolissimi frammenti che componevano la sua consapevolezza.
Ciascuno di quei minuscoli e più piccoli "individui" del Cosmo era altresì un indipendente "coscienza di sé", come ogni altro atomo dell'universo.

Non erano in molti, a saperlo.

Ancor meno coloro i quali ne padroneggiavano la singola essenza, all'interno del proprio "corpo", fatto di miliardi e miliardi di quelle "piccolissime coscienze di sé".
Notò come questa capacità d'interloquire tra la sua individualità sistemica e il sistema di individualità atomiche che la componeva, fosse una sua peculiarità.
Ancora una volta, non ultima d'infinite volte, si sentì...unico e potente.

Quante forme senzienti, in questo Universo, erano conscie di questo come lo era lui?

Quante di esse vivevano in Uni-verso, senza comprendere come questo limite di "mono-versalità" fosse un limite solo per loro?

Di tutte le forme viventi dotate di fisicità, solo qualche sporadico Organismo Idrogeno dei pianeti nelle galassie anulari, sembrava aver raggiunto livelli di conoscenza e tempi evolutivi necessari a padroneggiare questa certezza.
In verità, proprio il limite temporale della breve vita nelle forme biologiche, gli pareva essere il loro vero ostacolo alla totale consapevolezza di sé, nel tutto.

Pensò a quanto fosse differente il proprio "vivere".

La vastità degli spazi che stava contemporaneamente occupando, era pur sempre un briciolo d'Universo, ma la sua "coscienza del tutto" ne abbracciava l'intera, composita natura.
La simultaneità di tempi presenti in cui stava scrutando, si perdeva in un ancor più grande concetto di quanto possa esserlo l'Universo stesso.
La possibilità di spiegarne l'intera sua essenza ad una qualsiasi creatura biologica di quella galassia era, ad ogni modo, molto più che una grossa sfida.
In realtà, una scommessa già definitivamente persa in partenza.
Ma forse...

Volle tentare lo stesso, più che altro..."per gioco".
Decise di rispondere a quella domanda così immensamente più grande delle capacità di comprensione degl'esseri che ovunque, nello spazio e nel tempo, la stavano/l'avevano/l'avrebbero formulata.
Ma, prima, si volle crogiolare ancora un po' nell'idea di ciò che stava per fare.

Assaporò la grandezza che avrebbe regalato al "qualcuno scelto a caso".

Godette nell'aspettativa dell'esperienza che lo stava attendendo.
Un piccolo cassetto, dell'infinita memoria, in cui inserire una storia impossibile.
Un parto improbabile, nato da quella piccola parte di sé, schiava di una noia infinita e immutabile.

Non resistette oltre.
Incrociò una sola vibrazione del suo essere, con un'emozione umana, collegata ad un singolo pensiero.

Due "realtà" diversissime vennero a contatto.
Una ben conscia dell'altrui essenza, dell'altrui inadeguatezza all'enormità del confronto.

L'altra "realtà"...invece...

___________________________________________________


Tossì.
Forse quel batuffolo di marijuana recuperata al parchetto sotto casa, era davvero "buona" come il giovane nordafricano che gliel'aveva venduta aveva giurato più volte.

Si sedette sulla poltroncina nera, e mosse rapidamente le dita sulla tastiera.
Poche parole, dette ad alta voce, tra sé e sé:

- Eccola qui..."Secondo voi, come vivono gli alieni?". Mi sa che è la volta buona che mi iscrivo e lascio il mio primo commento.-

La discussione lo istigava. Non era molto che s'era affacciato al variegato mondo dei forum, anche se da anni ne leggeva avidamente le mille venature colorate che, l'umana natura, sembrava distribuire a casaccio nelle menti dei singoli individui.
Sentiva che era arrivato il momento di partecipare.
Si focalizzò su quello che voleva scrivere, e si registrò al sito.

Buttò lì un commento di cui appoggiò le basi su concrete certezze scientifiche. Poche righe.
Non era per niente soddisfatto.
Cancellò tutto.

Lasciandosi cadere all'indietro, si concesse ad un'approfondita analisi intima, da cui cercò di trarre un proprio parere.
Provando ad allontanarsi da ogni banale retorica, ripulì un sacchetto di patatine e terminò una bibita in lattina.
Spense lo spinello nel posacenere, stavolta di plastica, dopo aver fatto gli ultimi due tiri.
In tutto il "già detto" che, ostinatamente, non pareva voler lasciar libero il pensiero ad una propria concezione delle cose, ripeté mentalmente la domanda.

- Secondo voi, come vivono gli alieni?...-

Qualcosa d'interessante sembrava apparire nella mente, tra gl'ultimi fumi di cannabis.
Una finestra sbattè, facendolo trasalire.
Fece per alzarsi e andare a chiuderla, quando si senti improvvisamente "sprofondare in sé stesso".
Una sensazione mai provata prima, che tentò d'arginare.
Riuscì a posticipare di qualche istante il vorticoso baratro che vedeva concretamente di fronte alla propria coscienza.

Uno sussurrato sibilo gli uscì dalle labbra, avvolte da un pallore che fortunatamente non poteva vedere.

- Che ca...? Che...? Cosa sta succedendo...?...-

Affrontò il tunnel che scaturì da quell'improvviso quanto impressionante senso di svenimento, convinto che il Marocchino stavolta gli aveva venduto un'erba davvero fuori dal comune.
Si concesse l'ultimo barlume di contatto col proprio corpo accertandosi di essere ben saldo sulla poltroncina in pelle...

Poi, il viaggio iniziò.

...quest'altra realtà sprofondò, per lunghi minuti, nell'imponderabile immensità del...tutto.





.....continua....



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MessaggioInviato: 08/01/2014, 01:08 
Autore, scrittore...sono fiera di te..


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MessaggioInviato: 08/01/2014, 03:18 
Cita:
Dea Imperfetta ha scritto:

Autore, scrittore...sono fiera di te..


Fiero che tu sia fiera [;)]



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MessaggioInviato: 08/01/2014, 21:55 
Bello! Bello! Bello! Bravo! Bravo! Bravo! [^]
...e poi l'esilarante pensiero post cannabis, sulla signora Crocefissa Madinverno vedova Sgambetta...assolutamente realistico [8D]
Ora ci tocca aspettare una settimana per il seguito [:(]



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MessaggioInviato: 09/01/2014, 11:40 
Cita:
shighella ha scritto:

Bello! Bello! Bello! Bravo! Bravo! Bravo! [^]
...e poi l'esilarante pensiero post cannabis, sulla signora Crocefissa Madinverno vedova Sgambetta...assolutamente realistico [8D]
Ora ci tocca aspettare una settimana per il seguito [:(]


Dai, vedo di fare un miracolo e inserire il secondo capitolo entro breve [;)]

Diciamo...entro domani sera [:)]



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MessaggioInviato: 09/01/2014, 12:46 
Bravo,complimenti



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MessaggioInviato: 09/01/2014, 13:40 
Cita:
rew63 ha scritto:

Bravo,complimenti


Grazie mille, rew63. [:)]
Spero non vi annoierete a seguirne anche il seguito.
A presto [:D]



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MessaggioInviato: 18/01/2014, 08:05 
Partorito il 2° capitolo, dopo una notte insonne.

Cita:
- Civiltà di 3° livello.
Tipologia: Civiltà Multiversali complesse.Si sanno muovere tra vari Universi e possono esistere indifferentemente sotto forma di massa, energia, spazio o tempo.Sono in grado di manipolare masse di materia ed energie a livello galattico.
-



A questo link, verrete catapultati nel "fantastico mondo" delle mie nottate insonni, direttamente al capitolo 2 [8)]:

http://polveredistelleunosguardoalcielo.blogspot.it/2014/01/istanti-dassoluto-romanzo-di.html#more

Il racconto prende forma assai incasinata. [:0]
Ma tutto diventerà ben presto più chiaro. [^]
Stay tuned!!!

In anteprima sul blog di Polvere di Stelle


A brevissimo, anche qui sul forum.

See U Soon [;)]


Ultima modifica di RigelDiOrione il 18/01/2014, 08:27, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 18/01/2014, 15:19 
Cita:
RigelDiOrione ha scritto:
A questo link, verrete catapultati nel "fantastico mondo" delle mie nottate insonni, direttamente al capitolo 2 [8)]:

http://polveredistelleunosguardoalcielo.blogspot.it/2014/01/istanti-dassoluto-romanzo-di.html#more

Complimenti...il tuo "racconto" più che parto di fantasia è intuizione...

Cita:
Inaspettatamente, invece, un turbinio di forme e di pianeti si alternarono velocemente nella sua coscienza. Vorticose immagini di un Universo pieno di vita, in mille e più forme differenti, si fece spazio nella mente "moltiplicata" con cui stava vivendo questi istanti d'assoluto.

Nell'abnorme semplicità della trama fondante dello stesso Cosmo, vide forme senzienti di materia biologica d'ogni foggia e dimensione.
Capì quanto il grado evolutivo terrestre poco importasse, rispetto all'impotenza delle forme biologiche tutte, nell'univocità del loro essere legate al fattore temporale.
Capì che le distanze erano davvero enormi e i vantaggi al contatto tra mondi planetari diversi, solo una mera sfaccettatura ideologica senza alcuna utilità.

Viaggiò, con tutto sé stesso, attraverso galassie remote...ed ovunque scorse miriadi di forme viventi.

Scoprì che i "bipedi" si sviluppavano, curiosamente, solo a certe distanze dai nuclei galattici.
Apprese che gli unici esseri con scheletro che si fossero evoluti fino al viaggio nella galassia, erano creature erette su due arti, tranne pochissime eccezioni.
Conobbe zone remote delle galassie, dove si trovano le forme biologiche più longeve.
Lunghe esistenze, che scoprì possibili in quanto la stabilità geologica dei pianeti rocciosi e il "tempo relativo" ai cui ritmi vivono quelle entità fisiche, fa si che i tredici miliardi e tre quarti a cui noi Terrestri attribuiamo l'età dell'Universo,sia per loro un tempo paragonabile a milioni di miliardi d'anni.
Concetti difficili, fatti propri in un'immediatezza sconcertante quanto lusinghiera.

Visse attimi d'esistenza, muovendosi alla velocità di un insetto sulla superficie terrestre e si rese conto di quanto fosse "rallentato" il mondo umano, rispetto alla percezione di quel piccolo, ronzante esserino.
Scoprì che alcune forme di vita avevano dominato importanti porzioni dell'Universo per miliardi di anni, altre per pochi minuti.
Ognuna delle creature dell'Universo che conosceva, aveva interpretato questi periodi nei propri tempi vitali, con lunghezze sempre equiparabili alle migliaia di anni terrestri.
La sua intera esistenza...o meglio, l'intera esistenza dell'Homo Sapiens, era ad esempio un battito di ciglia per l'essere che lo stava trascinando in quest'immane esperienza.
Questo fu un concetto che troppe volte l'aveva affascinato, ma mai era riuscito a comprendere così profondamente, negl'aspetti più minuscoli della sua totalità.

Vide la sua cara Terra, e la dominazione che inconsapevolmente subiva da sempre per mano di esseri "impercettibili".



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MessaggioInviato: 19/01/2014, 18:24 
Finalmente sono riuscita a leggerlo!.. ma devo rileggerlo e non solo una volta, mi sa [:)]



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MessaggioInviato: 19/01/2014, 19:25 
Angel...non essere così ottimista. [:D]
E' solo un racconto,con tutte le sue forzature, inesattezze tecniche e fallacie logiche.

Una mia personalissima visione di come potrebbe essere "l'esatto ordine delle cose", non ti nego che è piuttosto lontana da ciò che sto descrivendo invece con la fantasia.

Comunque, come non può essere altrimenti...ai posteri la sentenza [:)]

Grazie per avermi definito persona intuitiva, che ritengo essere un bel complimento. [;)]
Ma l'intuito che effettivamente m'è stato attribuito da più persone, non solamente nel web, è probabilmente solo un interprete minore in ciò che scrivo.

Anche se, avendo io letto avidamente e più volte quasi tutto ciò che hanno scritto almeno due mostri sacri della fantascienza, quali Asimov e Dick...la possibilità che io sia rimasto "contagiato" dalla lungimiranza di costoro almeno in minima parte, non è del tutto escludibile [:p]

Ne sarei onorato, ma non lo saprò mai, se anche capitasse... [V]

Shighella...hai pienamente ragione. Le mie perplessità erano proprio sulla "pesantezza" nel comprendere concetti che a me sono chiarissimi, ma che ho espresso con estrema ridondanza e...generosità [:D]

Devo essere meno "generoso", se no vi ubriacherei e annoierei molto presto.

Già il prossimo capitolo sarà molto più leggibile...giurin giuretta! [:D]

Per ora perdonatemi, ma inserirò stasera anche qui il "mappazzone" che risponde alla voce "Capitolo 2" [8D]

(Meno descrittivo, Rigel, cazzarola... [:142] )



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MessaggioInviato: 19/01/2014, 23:53 
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RigelDiOrione ha scritto:

Angel...non essere così ottimista. [:D]
E' solo un racconto,con tutte le sue forzature, inesattezze tecniche e fallacie logiche.


Cita:
Se ci sono infiniti universi-disse Keith con aria pensosa-allora devono esistere tutte le possibili combinazioni, quindi, in un certo senso, tutto deve essere vero.
Voglio dire che dovrebbe essere impossibile scrivere un racconto fantastico perchè, per strane che possano sembrare le cose raccontate, esse possono in realtà verificarsi altrove.
Non è così?
...cut...
Esatto.C'è un numero infinito di universi, naturalmente, in cui noi non esistiamo affatto, vale a dire non esistono creature simili a noi, anzi in cui la razza umana non esiste affatto.
Ci sono per esempio infiniti universi in cui i fiori sono la vita predominante, oppure in cui non si è mai sviluppata nè mai si svilupperà alcuna forma di vita.
E infiniti universi in cui le fasi dell'esistenza sono tali che non abbiamo parole nè pensieri per descriverle o immaginarle.
Fonte:"Assurdo universo" di Fredric Brown


http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=3942



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MessaggioInviato: 23/01/2014, 12:04 
Capitolo 2 - Inizia il viaggio



Stava concentrando il suo momento-energia su quel pianeta, in quell'istante di tempo, su un unico pensiero.
S'allontanò dagl'infiniti spazi, per sceglierne la singola porzione rappresentata da quell'essere umano.

Il fulcro della sua anima, la sua più intima coscienza, prese contatto con quella del Terrestre.

Era con lui.
Pervadendo l'interezza di quell'essere biologico, sentì dentro sé la concretezza di una forma fisica.
Non era nuovo alla compenetrazione con un altro agglomerato senziente in "carne e sangue".
Mai aveva però intentato questa connessione con un essere così inferiore a Lui.

Nato intorno al trentacinquesimo miliardo di anni, dell'età del piano spazio-temporale in cui si stava intromettendo, apparteneva a quelle entità che anche per i Terrestri dei secoli futuri al suo sarebbero state catalogate come:


Cita:
Civiltà di 3° livello.
Tipologia: Civiltà Multiversali complesse.Si sanno muovere tra vari Universi e possono esistere indifferentemente sotto forma di massa, energia, spazio o tempo.Sono in grado di manipolare masse di materia ed energie a livello galattico.


La vibrazione tra due esistenze che non potrebbero essere più lontane nella loro diversità, infine, si manifestò nel loro totale contatto.
Nell'assoluta presenza di entrambi, negli stessi spazi di quella linea temporale.
Con questa prima evoluzione di coscienza dell'ignaro terrestre, nacque una storia che millenni più avanti nel tempo, sarebbe entrata nelle memorie di buona parte degl'abitanti di questo Universo.
E non solo...



_____________________________________________________

Pianeta Terra. Anno 2014.


Fu sconvolgente.
Nella massima accezione del termine, moltiplicata per se stessa un numero altissimo di volte.
Fin oltre l'illogicità e lo stesso concetto di determinazione delle cose.

Fu ciò che neanche un lucido pazzo come H.P. Lovecraft sarebbe mai arrivato a concepire.

Fu il tutto.
Tutto insieme.

Come prima cosa, la sua concezione fu "temporale".
Non sapeva come, non sapeva perchè, ma era conscio di essere stato "preso" e guidato per mano da un "qualcosa".
Un'entità che proveniva originariamente da un punto nello spazio distante per lui 20 miliardi di anni nel futuro.
Fece un balzo avanti nelle epoche, pari a quell'incredibile quantità di tempo. Con tutto se stesso avvolto in una sensazione di "esserci per imparare", vedeva scorrere davanti e dentro di sé un documentario sul Cosmo.
Avanzò velocemente verso epoche lontanissime dal suo presente di pochi istanti prima. Quello che aveva sempre percepito come "il poi", divenne velocemente "l'adesso", per scomparire altrettanto velocemente nel "ciò che fu".
Un "Universo e mezzo" avanti nel futuro.
Laddove una nascita cosmica lo fece spettatore ed infine lo strinse a sé, iniziando a svelargli il suo infinito sapere.

L'essere che lo stava "guidando" si era materializzato come una condizione energetica durante una collisione tra buchi neri.
Una peculiarità d'eventi avvenuta in un punto dell'Universo attraversato contemporaneamente da un'emissione pulsar e da un irraggiamento gamma di una supernova enorme appena esplosa.

La vibrazione energetica che ne scaturì, lo spaventò fin nel più profondo intimo dell'io.
Talmente potente da creare una correlazione tra coscienze atomiche e radiazioni che le percorrevano, legando il tutto in un unico sistema di consapevolezza di sé che divenne essenza individuale, fu visibile in tutto il tessuto spaziotemporale del Multiverso che intuiva esserci oltre il suo singolo Universo.
Quel Cosmo che fino a quell'istante aveva percepito come unico, si rivelo essere uno dei molteplici presenti nell'Ogniverso, di cui aveva ora una ancor velata, ma nuova consapevolezza.
Tutto scaturiva dal nulla, e si formava come millenni di nozioni articolate, concretizzandosi nella memoria.
Una capacità mnemonica potente, unica nel suo genere, tra gli esseri umani.
Fuori da ogni descrizione che ne avrebbe saputo dare solo fino alla sera precedente.

La spaventosa energia da cui scaturì questa singolarita onnisenziente, si materializzo in tutto l'arco spaziale e temporale, in ragione di una parte su 10 elevato alla 13° dell'intero tessuto di quell'Universo.
Assimilò il concetto di "è sempre stato e sempre sarà" con un immediatezza sconcertante.
Avrebbe valutato di trovarsi al cospetto di Dio, fosse stato un credente.
Percepì invece che "il creatore" era uno dei pochi concetti che ancora gli sarebbe stato negato.
Tra le sfaccettature di questa rivelazione negata, carpì una lontana ammissione.
Il suo ospitante aveva coscienza piena di tutto ciò che riguardava "l'inizio di tutto".
Ma non l'avrebbe condivisa con lui.

Per un'attimo ebbe l'impressione d'aver sfiorato, per la prima ed ultima volta, colui che lo stava pilotando in tutto ciò.
Avrebbe saputo, in seguito, che si sbagliava.
Enormemente.

L'impressione di pochezza che l'intera filosofia delle cose, vista con occhio umano, gli regalava in questo momento, lo fece sentire quasi schifato della propria "mortalità terrestre"...
Si sentiva naufrago privilegiato, ammirato e immeritevole, tra le sfaccettature di quella pienezza coinvolgente che stava incredibilmente vivendo.

Ciò che non sapeva per adesso definire altrimenti, se non "superiore consapevolezza", si fuse col suo essere.

Il "poco" che era stato sino a quel momento il suo sapere, divenne la base nella stessa percezione naturale della totalità delle cose.
Ciò che per l'intera umanità è totalmente fuori portata, in un tempo brevissimo, l'aveva trasportato nel mezzo di un reale "essere conscio appieno di ogni cosa".

Sentiva con una completezza sensoriale che mai avrebbe immaginato di poter possedere, tutto ciò che era "se stesso" e che ora dominava.
Percepiva percorsi che lo portavano a potersi osservare accuratamente, in ogni cellula, in tutto il suo corpo fisico. Sentiva attivarsi, una dopo l'altra sconosciute connessioni con la profonda essenza che ora faticava a chiamare semplicemente "anima".
Arrivò a sfiorarne la caotica natura fisica che componeva ogni singolo atomo, ed in ciascuno di essi, ora, riconosceva una "consapevolezza di sé" pressoché identica alla sua di essere umano.

Riuscì, infine, a seppellire il terrore iniziale. Davanti all'immenso fascino a cui era stato così inaspettatamente invitato, si lasciò finalmente andare all'incontrastabile "rapimento".

-----------------------------------------------------

- L'anima è quieta. Lunga e magica, la via. -



Quelle parole ancestrali rimbombavano tra i pensieri, sino a sovrastarli completamente.
Dettate da chissà dove, destinate forse a lui.
Anche se l'impressione che facessero parte della fitta trama di eventi che costituivano l'ignoto, fu forte e chiara.

Ebbe d'un tratto, come una rivelazione. Non era beneficiario di un dono.
La consapevolezza di essere al centro di un "gioco", fu netta come improvvisa.
D'essere, lui stesso il centro del gioco, fu certezza con altrettanta immediatezza.

Un gioco semplice, quasi banale.Solo una questione di domande, alle quali sarebbe arrivata una risposta pronta e totale.

Raccolse tutto il coraggio che poteva, in una situazione ben oltre l'assurdo, rigirando a se stesso semplicemente la domanda da cui era stato catapultato in quella fantascientifica situazione.

- Ebbene...come sono fatti, allora, questi "alieni"?! -

Avesse avuto ancora un corpo fisico, in quell'istante avrebbe chiuso gli occhi, impaurito dalla risposta che poteva arrivare a quella richiesta, così sfacciata e irriverente.

Inaspettatamente, invece, un turbinio di forme e di pianeti si alternarono velocemente nella sua coscienza. Vorticose immagini di un Universo pieno di vita, in mille e più forme differenti, si fece spazio nella mente "moltiplicata" con cui stava vivendo questi istanti d'assoluto.

Nell'abnorme semplicità della trama fondante dello stesso Cosmo, vide forme senzienti di materia biologica d'ogni foggia e dimensione.
Capì quanto il grado evolutivo terrestre poco importasse, rispetto all'impotenza delle forme biologiche tutte, nell'univocità del loro essere legate al fattore temporale.
Capì che le distanze erano davvero enormi e i vantaggi al contatto tra mondi planetari diversi, solo una mera sfaccettatura ideologica senza alcuna utilità.

Viaggiò, con tutto sé stesso, attraverso galassie remote...ed ovunque scorse miriadi di forme viventi.

Scoprì che i "bipedi" si sviluppavano, curiosamente, solo a certe distanze dai nuclei galattici.
Apprese che gli unici esseri con scheletro che si fossero evoluti fino al viaggio nella galassia, erano creature erette su due arti, tranne pochissime eccezioni.
Conobbe zone remote delle galassie, dove si trovano le forme biologiche più longeve.
Lunghe esistenze, che scoprì possibili in quanto la stabilità geologica dei pianeti rocciosi e il "tempo relativo" ai cui ritmi vivono quelle entità fisiche, fa si che i tredici miliardi e tre quarti a cui noi Terrestri attribuiamo l'età dell'Universo,sia per loro un tempo paragonabile a milioni di miliardi d'anni.
Concetti difficili, fatti propri in un'immediatezza sconcertante quanto lusinghiera.

Visse attimi d'esistenza, muovendosi alla velocità di un insetto sulla superficie terrestre e si rese conto di quanto fosse "rallentato" il mondo umano, rispetto alla percezione di quel piccolo, ronzante esserino.
Scoprì che alcune forme di vita avevano dominato importanti porzioni dell'Universo per miliardi di anni, altre per pochi minuti.
Ognuna delle creature dell'Universo che conosceva, aveva interpretato questi periodi nei propri tempi vitali, con lunghezze sempre equiparabili alle migliaia di anni terrestri.
La sua intera esistenza...o meglio, l'intera esistenza dell'Homo Sapiens, era ad esempio un battito di ciglia per l'essere che lo stava trascinando in quest'immane esperienza.
Questo fu un concetto che troppe volte l'aveva affascinato, ma mai era riuscito a comprendere così profondamente, negl'aspetti più minuscoli della sua totalità.

Vide la sua cara Terra, e la dominazione che inconsapevolmente subiva da sempre per mano di esseri "impercettibili".
Coscienze che viaggiano a velocità superiori a quelle degli umani, ben superiori anche a quelle del moscerino che poco prima aveva avuto lo stupore d'impersonare, decidevano le sorti del pianeta da centinaia di miliardi dei "loro" anni.
Si rese conto della semplicità del concetto, solo vivendone il manifestarsi attraverso un'esperienza decisamente mistica.
Impercettibili per quanto veloci nel muoversi rispetto al nostro ritmo temporale, tanto quanto i Terrestri sono praticamente fermi al loro sguardo, costoro vivono esistenze lunghe intere Ere della Terra, portatori di una conoscenza ben più antica dell'Universo stesso...


Comprese che le forme di vita biologiche sono onnipresenti in un sistema solare ogni decina, ma il loro sviluppo difficilmente s'incrocia...diviso da troppi fattori, nei loro destini.

Divisi da tempi geologici differenti in cui i pianeti sono "abitabili".
Divisi da piani temporali differenti anche dimensionalmente.
Divisi da percorsi e tempi di vita quasi mai combacianti.
Divisi da evoluzioni che molto raramente arrivano al viaggio interstellare.

Ciononostante vide che molte di queste civiltà erano comunque giunte al contatto reciproco.
Gli fu concesso d'apprendere che, in alcune galassie, quando due processi evolutivi lontani si formano su piani temporali e spaziali identici e lungamente stabili...si sono create immancabilmente "associazioni di pianeti".
Vide tutto questo in un medesimo istante che compenetrava altri infiniti "quanti" di tempo e piccoli angoli dello spazio su cui il suo personale tempo giaceva.

Si fermò a contemplare questo concetto, ch'era stato, fino a quel momento, così indefinito e fumoso.

Il tempo.

Ne comprese la corposa...inesistenza.
Partorita da un concetto che ora era chiarissimo nel suo essere evidente.
Come pure, l'immodificabilità delle cose, sulle quali si srotolavano esistenze legate ad un singolo spazio-tempo che procede lineare, in una singola direzione, era per lui ormai palese.
Intimamente pieno di un fuoco ineguagliabile, che definire semplicemente "magnificenza" sarebbe stato un sacrilegio, si sporse verso concetti che mai mente umana aveva afferrato così concretamente.
Legò l'inesistenza del tempo lineare all'ineluttabilità di altri eventi, con un filo che in un solo attimo seppe circoscrivere concetti profondissimi.
Concetti che in un intera vita umana non si sarebbe stati in grado d'elaborare.

Conobbe l'ineluttabilità delle cause nate da effetti ormai incontrovertibili, dove il destino era lo stesso tessuto del Cosmo.
Tessuto che sentiva essere l'evoluzione del limite a lui ancora invalicabile.
Ciò che c'era "dentro", lo viveva come parte di se, di cui faceva a sua volta parte.
In quegli spazi, sull'intero arco temporale nel quale erano presenti, sentì che anche lui era ora materia integrante e conscia dell'intera essenza di cui era composta e che contribuiva a comporre.

Pura e limpida consapevolezza, che lo portò in visita ad un numero incredibile di forme di vita, sia corporee che eteree.

Si lasciò cullare in un veloce "sommario" di quello che è definibile come "il tutto".
Ma presto si senti attirato ancora dalla domanda che l'aveva iniziato a quel luogo di assolute verità.

Un'attrattiva troppo forte, quella di scorgere anche le più remote coscienze di quel Cosmo in cui si sentiva già abile navigatore. Si lasciò andare allo scovare tutta la vita possibile, da quel momento in poi...


______________________________________________________


Pianeta Terra. Anno 2872.

Maurice rientrò nella sua lussuosa suite dalla rilassante doccia psionica appena goduta nella SPA dello splendido Hotel.

Cita:
Servizio accessibile.
Mentalizzare impostazione.


Il messaggio olografico si materializzò al centro della stanza, appena dopo l'accensione automatica delle luci a diffusione tachionica che illuminarono a giorno la penombra della zona giorno di quel vero e proprio appartamento vestito da stanza d'hotel.
Un veloce pensiero solcò i miliardi d'impulsi neurali nel suo cervello.

Il piccolo vano a sinistra dell'olovisore a parete, improvvisamente si animò.
Apparvero colori, sapori e odori.
Suoni e alcune sensazioni tattili erano superflue, in quest'applicazione.

Ne uscì un insalata mista.

Condita di tutto punto, mescolata e servita in una splendido vassoio concavo dai bordi ricurvi.
Il contorto e armonioso recipiente lasciava trasparire quella nota esotica ricercatissima dagli chef più blasonati, e semprepresente tra i dettagli di strutture d'elite come quella in cui alloggiava da qualche giorno.
Mentre cercava di riconoscere a quale dei mondi alieni conosciuti potesse appartenere quella foggia color legno ma di consistenza metallica,l'immagine tridimensionale si protrasse verso di lui.

Allungò una mano.
Ma...inaspettato quanto improvviso, ebbe un sobbalzo.
Istintivamente si tirò indietro, chiudendo il palmo a sé, mentre gli occhi si serravano, sino a stringersi.
Lo sfarfallìo delle molecole d'insalatona mista che andavano materializzandosi, era cessato in uno schiocco luminoso a pochi centimetri dal suo viso.

Quasi a drammatizzare ulteriormente l'accaduto, un gorgoglìo di disapprovazione partì dal suo pancione affamato.

La scritta sullo schermo era inequivocabile:


Cita:
WINDOWS Real 2872Il sistema ha rilevato un rilievo rilevante. Nell'attesa che il tecnico a lei assegnato tenti, senza riuscirci, di risolvere il problema, siamo certi che gradirà un omaggio musicale che ci onoriamo di porgerle a titolo totalmente gratuito. Salvo commi: tre, sette, diciassei, millantacindiciaddue...



Un pezzo "Ultra Heavy Disintegration Metal" dei Fondametallist, riempi la stanza di suoni incalzanti e pomposamente trionfali quanto brutali.

Un sorriso spontaneo precedette la consapevolezza d'assoluta impotenza di fronte a quello che stava succedendo.
Era ormai da qualche anno che gli attacchi al Sistema Linformatico Mondiale si sviluppavano in "sabotaggi ai servizi".
Iniziava sempre così.
Con quel delirio di chitarre quantospettriche, e il coro costante dei 15 membri della band, distorto da filtri biomolecolari di dubbia "nascita".
Con quei messaggi di goliardica derisione, tanto cari ai "topi informatici" d'ogni epoca, Maurice sapeva che la protesta era ora in evidenza su ogni apparato Domoquantistico acceso e collegato al Global Core in quel momento.

Quella del ROC era una delle poche aree ancora non pienamente protette dell'intera rete dati/gestione della società umana.
Il ROC (Real Objective Creator), o "Creatore di Realtà Oggettiva", era tra le più recenti conquiste della ricerca tecnologica abitativa (Un tempo chiamata domotica).

Dallo schermo olografico di casa, con una semplice applicazione, si potevano creare oggetti reali.
La gamma era per ora limitata al cibo, agli arnesi erotici, ai vestiti e poco altro.

Tutto merito della Molecolarizzazione Temporanea scoperta una ventina di anni addietro.
Oltre ad essere invenzione recente, la molecolarizzazione temporanea aveva nel suo nome il suo stesso "difetto".
La scarsa durata (30 ore circa) dei prodotti ROC, ne limitava il campo d'azione a ciò che veniva "consumato velocemente".

Il costo ancora elevato dell'apparecchiatura, faceva si che fosse ad appannaggio solo di strutture alberghiere d'eccellenza o persone molto abbienti.
Maurice aveva un livello sociale elevato (Essendo un Ricercatore in Vibronica Massiva Multicosmologica) ma era pur sempre un semplice UDDAN.
Si sentiva un privilegiato a poter godere di simili lussi, in una società che si stava chiaramente auto-distruggendo. E anche un po' colpevole, nel più profondo senso di coscienza.

Ogni UDDAN (uomo/donna/doppio/alieno/nullo) sul pianeta Terra dell'anno 2872, possedeva una sua mappa sociale impressa nel DNA.
Livello sociomatico internazionale, generalità, genealogia, permessi d'accesso, crediti e debiti sociali; tutto quello che riguarda ogni singolo individuo lo si poteva apprendere, avendone i diritti sociali, semplicemente avendo un livello superiore al suo.

Era stata questa netta divisione in livelli che si protraeva da 400 anni, a generare la guerra sotterranea al Sistema Linformatico Mondiale, anche conosciuto come Global Core.
Miliardi di persone erano escluse dalla maggior parte dei servizi, causa il loro basso Livello Sociomatico.
Il denaro non esisteva più da tempo immemore.
I Crediti Sociomatici basati sulla propria appartenenza media genitoriale, e soprattutto su ciò che si era riusciti a fare per la Società in virtù di valutazioni a dir poco "fantasiose", era ciò che generava il diffuso malcontento.
Ma il sistema globale si reggeva su questo "curriculum sociale prenatale" ormai da troppo tempo, per essere intaccato facilmente.
Ogni atto indirizzato al danneggiare il sistema sociale vigente, se accertato da una corte popolare (sistematicamente prezzolata), era destinato a generare sentenza di esilio dal pianeta.
Moltitudini di povera gente, finivano così, da centinaia d'anni, a rimpinguare le mortali legioni di lavoratori nelle miniere di mezzo Sistema Solare.
Tutto ciò, secondo la Costituzione Mondiale.

Purtroppo la natura umana era riuscita a stravolgere in peggio, nei secoli, anche questo ennesimo tentativo di creare "regole per una società equa".
La protesta andava avanti da più di 200 anni e sembrava arrivato ormai il momento in cui tutto sarebbe crollato su se stesso, in un'anarchia totale e ingovernabile.
Probabile transizione fatta di drastica riduzione della popolazione mondiale e presumibile arretramento socio/culturale, che avrebbe avuto la durata di almeno altri due secoli, secondo la maggior parte delle ricerche operate in merito.

Le mille e frammentate organizzazioni "rivoluzionarie", erano gruppuscoli di hacker allo sbando, fino a pochi anni prima.
Ma da qualche tempo, una nuova compattezza della protesta mondiale sembrava muovere le azioni della lotta di classe.
A poco meno di 130 anni all'inizio del Terzo Millennio, sia sulla Terra, che sulla Luna (Terra 2, nel linguaggio comune), che su Marte, la rinata protesta organizzata pareva minare il sistema alle fondamenta, più forte di come non fosse mai stata.

Ma quante volte era già successo?

Mentre si poneva questa domanda, dandosi risposte e date storiche, Maurice sentì nuovamente brontolare il suo stomaco vuoto.

Sarebbe sceso volentieri al ristorante dell'albergo, ma era quasi certo che l'attacco al GlobalCore (Il "WorldWideWeb" sino al 2670), avesse creato danni ovunque, nei dintorni.
Era meglio evitare i teletrasporti interni dell'albergo, che probabilmente sarebbero stati, comunque, già bloccati.

Non ultimo, mancavano pochi minuti all'appuntamento.
Stava per andarsene.
Lontano.
Molto più lontano di dove fosse mai andato.

Non poteva assolutamente rischiare che...non lo trovassero.
Si sdraiò sul comodo letto e lasciò correre i pensieri.
Un po' per ingannare l'attesa.
Molto di più, per non sentire il senso di fame che sapeva essere, al momento, insaziabile.
Ma, soprattutto, perché non aveva nessun bisogno d'abbandonare la stanza per poter iniziare il suo viaggio.
Passarono pochi minuti prima che si udisse un tonfo sordo. Tutta la struttura ebbe un sussulto. Alcuni oggetti nella stanza, caddero a terra.

-Ecco, ci siamo...-

____________________________________________________________

Anno indefinito. Vari Spazio-Tempo differenti.

Ciò che lo tenne impegnato per un certo periodo, fu il curiosare tra le diversissime forme coscienti di pura energia che animavano lo Spazio.

"Lesse" vibrazioni che comunicano tra loro da una galassia all'altra, percependone l'arbitrio totalmente libero e individuale.
Una determinazione di sé sviluppata su due piani fisici differenti, uno dei quali ospita l'essere vibrazionale, e l'altro la comunicazione coi propri "simili".

Sentì i pensieri dei filamenti energetici d'alcune nebulose, percepì l'eterea essenza di esseri pan-dimensionali, incrociò gli spazi e le apparizioni fugaci che le entità pluri-temporali distribuiscono in ogni singolo "presente".

Abbandonò quasi sul nascere questa sua esplorazione delle energie pensanti, rimandandola al dopo. Decise che era il momento di dare sfogo alla vera curiosità che il suo essere uomo gli dettava.
Quindi si diede all'esplorazione delle forme viventi dotate di una fisicità.

Rimase affascinato dalle creature fisiche che, seppe in quel momento, essere le più longeve del Cosmo.
Rare quanto diversissime dalla concezione di "vita" che aveva fino a quel giorno, queste forme viventi erano rocce, animate dalla duttilità dei metalli che le formavano.
Rocce con una propria coscienza, molto più collettiva di quella Terrestre, che vivevano su 43 pianeti abitabili di tre sistemi solari vicini tra di loro.

Erano partiti da 1 satellite di un pianeta gassoso, 5 miliardi e 300 milioni di anni prima, rispetto al suo tempo di terrestre del 2013 d.C..
La civiltà più longeva dell'Universo, tra quelle a lui "contemporanee".

Gli esseri che potevano però fregiarsi della palma di "più evoluti" tra le forme fisiche, erano incredibilmente una specie vegetale di un immenso pianeta roccioso...ovoidale.
Le radici delle piante, percorrendo l'intera massa planetaria fino a profondità di centinaia di chilometri, avevano creato, in un processo durato 1 miliardo e mezzo di anni, una connessione tra loro.
Connessione che durava da tempo lunghissimo.
Nel seguente miliardo di anni terrestri, sono addivenute una coscienza singola, che forma, tra l'altro, l'organismo fisico vivente più vasto dell'Universo.

Ubicata in posizione tale da generare la sua influenza sull'intera stringa di coscienza che attraversa gl'organismi vegetali di mezzo Cosmo, questa vera e propria "madre Natura", è ciò che di più vicino a un entità divina l'uomo possa immaginare.
La "magia" è nella peculiarità raggiunta da questo organismo, di "annusare" il proprio costitutivo genomico laddove sia presente, percependone la presenza a livello quantistico.
L'uomo del 3° millennio non è ancora in grado di capire appieno le meccaniche dei quanti, mentre quest'organismo le usa naturalmente, dalla sua "immotilità" di vegetale-pianeta, per comunicare e influenzare la crescita e la metamorfosi di qualsiasi altro vegetale presente in metà dello spazio, sulla sua intera linea temporale.
La linea temporale di cui anche la nostra civiltà terrestre fa parte.

L'altra metà dell'universo su quella linea temporale, la vede assente.
Prolifera, al posto del vegetale, una forma molto simile al corallo.
Che si sviluppa però sulla terraferma, in ambienti atmosferici tra i più disparati.
Questa forma non dispone di un "Dio" tra i coralli che ne possa favorire la sopravvivenza, influenzandone la stessa base quantistica di cui è composta "nell'infinitamente piccolo" come invece fa il pianeta-Madre Natura.

Ebbe una specie di flash.
Un impulso a lasciar scemare ogni altro pensiero, per focalizzarsi in una serie di confronti che la mente pareva dettargli come obbligatori da affrontare, esattamente in quel momento.
Erano degli opposti fattori che, prepotentemente, stavano annullando le sue forze, calamitandole in una concentrazione che non riusciva a respingere da sé.

...

Tempo o Spazio
Avanti o Indietro
Sopra o Sotto
Vivo o Morto
Acceso o Spento
Positivo o Negativo

Si sentì parte di questa evidente dualità, quando si rese conto che era ciò di cui era composta esattamente l'intera frattalità del TUTTO.
Non esiste concetto che determini l'intera essenza di qualsiasi "cosa", che non sia ascrivibile ai "due opposti" che compongono il tessuto del concetto stesso.
Era un'evidenza, ai suoi sensi, palesatasi dal nulla.

Il Tutto, fatto di correlazioni tra microscopicamente piccolo e infinitamente grande.
Correlazioni che non possono manifestarsi se non con una generazione, nel mezzo tra le due "polarità", di una realtà determinata dall'incrocio di questi distantissimi opposti.
Due opposti che esistono in due realtà su scale talmente lontane tra loro da essere nel concetto umano, semplicemente "non relazionabili".
Questa relazione, capì in quel momento, è invece il vero motore di ogni cosa. Un motore che muoveva le molteplici realtà...a balzi di 2.
L'Universo, frontiera della scala di grandezza percepibile da chi lo popola, intese pienamente come non fosse in correlazione diretta coi quanti che ne compongono la fisica che lo governa.
Scorse invece la correlazione diretta con ciò che compone i quanti stessi, come comprese i meccanismi per i quali lo stesso "quantuum" è in correlazione micro-macroscopica con ciò di cui il nostro Universo fa parte.
Un'unità di grandezza che si srotola un numero quasi infinito di volte, sino a ridiventare parte di se stessa, dopo un processo che la sua ormai lontana ed obsoleta mente umana, non avrebbe mai compreso.


Le nozioni s'aprivano nella ricettività più profonda, promettendo d'imprimersi a fuoco nella stessa coscienza del minuscolo "conglomerato vivente chiamato Homo" alle cui sembianze sarebbe forse tornato, una volta finito quel percorso incredibile.

In un viaggio che abbracciò via via l'intero ciclo dell'Ogni, la sua anima si mise a "piangere" di gioia più e più volte.
Ne rimase tuttavia un'unica incancellabile e singola traccia, sulla struttura Universale più grezza che componeva quel TUTTO a cui così inaspettatamente era stato invitato.
Si sentì parte della totalità di un unico, ciclico insieme.
Un insieme nel quale l'intera regolamentazione fisica parrebbe essere volutamente falsata.
Una osservabilità delle cose priva di una logica calcolabile, rispetto a ciò che la crea.

In quel momento comprese quale altro fosse il suo limite...rendendosi conto che stava per ricongiungersi al corpo terreno.
Percepì la propria presenza fisica sempre più vicina, ma ciò che aveva davanti lo getto nello sgomento.

Guardò verso il basso. Quelle che un tempo erano le sue gambe, si mostravano ora come zampe nodose, lunghe circa due metri.
Quelle che sembravano protuberanze ossee con tre lunghe dita artigliate, erano ciò che aveva al posto di quelli che fino al giorno prima erano "piedi terrestri".
Si toccò il petto con entrambe le mani.
Anch'esse avevano un'aspetto che era solo lontanamente definibile come "mani".
In realtà, due chele molto simili a quelle d'un granchio, erano la dotazione di cui disponeva alla voce "arti superiori".
Capì che il suo viaggio l'aveva portato a vivere, in questo momento, nel corpo di chissà quale remota creatura.
Mentre cercava di riaversi dallo stupore misto a sgomento, un sibilo acutissimo si tramutò, in un paio di secondi, in un'ululato difficile da sopportare.
Il rumore in aumento esponenziale di quel fischio minaccioso, terminò infine con un botto fortissimo poche decine di metri alle sue spalle.
Cadde a terra, dopo un volo di qualche metro, causato dall'esplosione. Si stupì d'essere ancora tutto intero, dandosi una scrollata dalla polvere che gli era entrata in ognuna delle giunture a vista che formavano le sue articolazioni.

Alzò lo sguardo e...si rese conto di essere finito nel mezzo di una guerra tra esseri d'altri Mondi.



...continua...



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Ore 10.30 AM
Me & Sir Pent... lui, appena svegliatosi. Io, di rientro dalla nottata. Perdonatemi occhiaie e scapigliatura. ^_^
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MessaggioInviato: 24/01/2014, 10:21 
Mi appassiona sempre più.
Il mio autore preferito sei...[:I]
Dai che sono in trepida attesa per il prossimo capitolo..


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MessaggioInviato: 30/01/2014, 20:27 
Azz che viaggio!! [^] [:D]
Bravo davvero Rigel, non modificare nulla, lascialo cosi ricco di descrizioni fantastiche, in fondo mi è bastato leggerlo 2 volte [:p]

Mi ha fatto pensare al telefilm Quantum Leap, lo ricordate?



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La scienza è solo una perversione, se non ha come fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell'umanità.(Nikola Tesla)
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