04/02/2014, 14:26
Atlanticus81 ha scritto:
Anche questo fa parte della questione del "Livello della qualità dell'informazione" a mio parere...
Neoliberisti: bugiardi e falliti, ma ancora guru sui media
Michael Joffe, professore di economia all’Imperial College di Londra, ha scatenato una polemica sui media britannici, imbarazzando molti suoi colleghi con una domanda formulata nel corso di una conferenza organizzata dal Tesoro sul tema dell’insegnamento dell’economia in tempi di crisi: perché, si è chiesto Joffe, tanti professori continuano a insegnare teorie che la realtà sta smentendo? A un collega ha chiesto: perché hai inserito nel tuo ultimo libro di testo una teoria palesemente falsificata? Risposta: l’ho fatto perché l’editore se l’aspettava. Nel frattempo, segnala Carlo Formenti, qualcosa si muove: l’Istituto per il rinnovamento del pensiero economico (Inet), presieduto da un altro docente di economia della Oxford University, Eric Beinhocker, si è fatto promotore di una campagna per rompere l’egemonia del pensiero mainstream (rigorosamente liberista) nelle università. Obiettivo: restituire serietà scientifica all’economia, tornando a dare spazio alle teorie di Keynes e Marx – che spiegano la crisi attuale assai meglio di altre.
Queste posizioni, come riferisce il “Guardian”, sono state accolte con simpatia dagli studenti di alcune facoltà di economia che contestano i loro Nigel Lawson, ministro thatcherianodocenti con le stesse motivazioni. «Sarebbe auspicabile che qualcosa di analogo succedesse finalmente anche in Italia», scrive Formenti su “Micromega”, ma sa che un ravvedimento è improbabile: «Non perché da noi manchino professori di economia che esprimono posizioni radicalmente critiche nei confronti delle teorie mainstream, ma perché la totale convergenza ideologica fra destra, centro e sinistra che si è determinata nel nostro paese, che vede l’intera classe dirigente schierata a difesa dei dogmi liberisti, si rispecchia in un sistema dei media che si è trasformato in un vero e proprio ufficio di Formentipropaganda di quegli stessi dogmi, negando ogni spazio a posizioni alternative».
I vari Alesina e Giavazzi – ironicamente battezzati “Bocconi Boys” dall’americano Paul Krugman, Premio Nobel per l’economia, «impazzano quotidianamente sulle pagine del “Corriere della Sera”, mentre i loro omologhi occupano militarmente quelle di quasi tutti gli altri quotidiani oltre agli spazi dei telegiornali». Sono gli eredi dei “Chicago Boys”, la scuola ultra-liberista alla radice dell’attuale sfacelo: hanno sbagliato tutte le previsioni, ma nessuno lo ammette. «Si crea così una situazione che la studiosa tedesca di comunicazione Noelle Neumann definiva “spirale del silenzio”, situazione che si determina quando un’opinione fortemente sostenuta dai media e dal potere politico diventa talmente maggioritaria da “zittire” ogni opinione contraria», aggiunge Formenti. Così, in attesa che si aprano spiragli per rompere l’assedio, «siamo costretti a subirci lezioni come quelle del “naziliberista” Lord Nigel Lawson – ex ministro del governo Thatcher – il quale, intervistato da Danilo Taino (“Corriere della Sera”), ci spiega che in Italia le cose vanno male perché da noi lo Stato pesa ancora troppo (!?) e che la salvezza potrà venire solo se e quando anche noi potremo usufruire a nostra volta di un “Momento Thatcher”».
http://www.libreidee.org/2013/11/neolib ... sui-media/
04/02/2014, 14:36
shighella ha scritto:Atlanticus81 ha scritto:
Anche questo fa parte della questione del "Livello della qualità dell'informazione" a mio parere...
Neoliberisti: bugiardi e falliti, ma ancora guru sui media
Michael Joffe, professore di economia all’Imperial College di Londra, ha scatenato una polemica sui media britannici, imbarazzando molti suoi colleghi con una domanda formulata nel corso di una conferenza organizzata dal Tesoro sul tema dell’insegnamento dell’economia in tempi di crisi: perché, si è chiesto Joffe, tanti professori continuano a insegnare teorie che la realtà sta smentendo? A un collega ha chiesto: perché hai inserito nel tuo ultimo libro di testo una teoria palesemente falsificata? Risposta: l’ho fatto perché l’editore se l’aspettava. Nel frattempo, segnala Carlo Formenti, qualcosa si muove: l’Istituto per il rinnovamento del pensiero economico (Inet), presieduto da un altro docente di economia della Oxford University, Eric Beinhocker, si è fatto promotore di una campagna per rompere l’egemonia del pensiero mainstream (rigorosamente liberista) nelle università. Obiettivo: restituire serietà scientifica all’economia, tornando a dare spazio alle teorie di Keynes e Marx – che spiegano la crisi attuale assai meglio di altre.
Queste posizioni, come riferisce il “Guardian”, sono state accolte con simpatia dagli studenti di alcune facoltà di economia che contestano i loro Nigel Lawson, ministro thatcherianodocenti con le stesse motivazioni. «Sarebbe auspicabile che qualcosa di analogo succedesse finalmente anche in Italia», scrive Formenti su “Micromega”, ma sa che un ravvedimento è improbabile: «Non perché da noi manchino professori di economia che esprimono posizioni radicalmente critiche nei confronti delle teorie mainstream, ma perché la totale convergenza ideologica fra destra, centro e sinistra che si è determinata nel nostro paese, che vede l’intera classe dirigente schierata a difesa dei dogmi liberisti, si rispecchia in un sistema dei media che si è trasformato in un vero e proprio ufficio di Formentipropaganda di quegli stessi dogmi, negando ogni spazio a posizioni alternative».
I vari Alesina e Giavazzi – ironicamente battezzati “Bocconi Boys” dall’americano Paul Krugman, Premio Nobel per l’economia, «impazzano quotidianamente sulle pagine del “Corriere della Sera”, mentre i loro omologhi occupano militarmente quelle di quasi tutti gli altri quotidiani oltre agli spazi dei telegiornali». Sono gli eredi dei “Chicago Boys”, la scuola ultra-liberista alla radice dell’attuale sfacelo: hanno sbagliato tutte le previsioni, ma nessuno lo ammette. «Si crea così una situazione che la studiosa tedesca di comunicazione Noelle Neumann definiva “spirale del silenzio”, situazione che si determina quando un’opinione fortemente sostenuta dai media e dal potere politico diventa talmente maggioritaria da “zittire” ogni opinione contraria», aggiunge Formenti. Così, in attesa che si aprano spiragli per rompere l’assedio, «siamo costretti a subirci lezioni come quelle del “naziliberista” Lord Nigel Lawson – ex ministro del governo Thatcher – il quale, intervistato da Danilo Taino (“Corriere della Sera”), ci spiega che in Italia le cose vanno male perché da noi lo Stato pesa ancora troppo (!?) e che la salvezza potrà venire solo se e quando anche noi potremo usufruire a nostra volta di un “Momento Thatcher”».
http://www.libreidee.org/2013/11/neolib ... sui-media/
Nelle facoltà di economia ci si ostina a raccontare la favoletta del miracolo neoliberista, certo, è disinformazione, ma a mio avviso è anche un chiaro segnale dell'ingerenza elitaria, la quale ha il potere di indirizzare gli studi scientifici dove essa ha il piacere che vadano, come d'altra parte succede anche nel campo della medicina.
04/02/2014, 14:54
Atlanticus81 ha scritto:shighella ha scritto:Atlanticus81 ha scritto:
Anche questo fa parte della questione del "Livello della qualità dell'informazione" a mio parere...
Neoliberisti: bugiardi e falliti, ma ancora guru sui media
Michael Joffe, professore di economia all’Imperial College di Londra, ha scatenato una polemica sui media britannici, imbarazzando molti suoi colleghi con una domanda formulata nel corso di una conferenza organizzata dal Tesoro sul tema dell’insegnamento dell’economia in tempi di crisi: perché, si è chiesto Joffe, tanti professori continuano a insegnare teorie che la realtà sta smentendo? A un collega ha chiesto: perché hai inserito nel tuo ultimo libro di testo una teoria palesemente falsificata? Risposta: l’ho fatto perché l’editore se l’aspettava. Nel frattempo, segnala Carlo Formenti, qualcosa si muove: l’Istituto per il rinnovamento del pensiero economico (Inet), presieduto da un altro docente di economia della Oxford University, Eric Beinhocker, si è fatto promotore di una campagna per rompere l’egemonia del pensiero mainstream (rigorosamente liberista) nelle università. Obiettivo: restituire serietà scientifica all’economia, tornando a dare spazio alle teorie di Keynes e Marx – che spiegano la crisi attuale assai meglio di altre.
Queste posizioni, come riferisce il “Guardian”, sono state accolte con simpatia dagli studenti di alcune facoltà di economia che contestano i loro Nigel Lawson, ministro thatcherianodocenti con le stesse motivazioni. «Sarebbe auspicabile che qualcosa di analogo succedesse finalmente anche in Italia», scrive Formenti su “Micromega”, ma sa che un ravvedimento è improbabile: «Non perché da noi manchino professori di economia che esprimono posizioni radicalmente critiche nei confronti delle teorie mainstream, ma perché la totale convergenza ideologica fra destra, centro e sinistra che si è determinata nel nostro paese, che vede l’intera classe dirigente schierata a difesa dei dogmi liberisti, si rispecchia in un sistema dei media che si è trasformato in un vero e proprio ufficio di Formentipropaganda di quegli stessi dogmi, negando ogni spazio a posizioni alternative».
I vari Alesina e Giavazzi – ironicamente battezzati “Bocconi Boys” dall’americano Paul Krugman, Premio Nobel per l’economia, «impazzano quotidianamente sulle pagine del “Corriere della Sera”, mentre i loro omologhi occupano militarmente quelle di quasi tutti gli altri quotidiani oltre agli spazi dei telegiornali». Sono gli eredi dei “Chicago Boys”, la scuola ultra-liberista alla radice dell’attuale sfacelo: hanno sbagliato tutte le previsioni, ma nessuno lo ammette. «Si crea così una situazione che la studiosa tedesca di comunicazione Noelle Neumann definiva “spirale del silenzio”, situazione che si determina quando un’opinione fortemente sostenuta dai media e dal potere politico diventa talmente maggioritaria da “zittire” ogni opinione contraria», aggiunge Formenti. Così, in attesa che si aprano spiragli per rompere l’assedio, «siamo costretti a subirci lezioni come quelle del “naziliberista” Lord Nigel Lawson – ex ministro del governo Thatcher – il quale, intervistato da Danilo Taino (“Corriere della Sera”), ci spiega che in Italia le cose vanno male perché da noi lo Stato pesa ancora troppo (!?) e che la salvezza potrà venire solo se e quando anche noi potremo usufruire a nostra volta di un “Momento Thatcher”».
http://www.libreidee.org/2013/11/neolib ... sui-media/
Nelle facoltà di economia ci si ostina a raccontare la favoletta del miracolo neoliberista, certo, è disinformazione, ma a mio avviso è anche un chiaro segnale dell'ingerenza elitaria, la quale ha il potere di indirizzare gli studi scientifici dove essa ha il piacere che vadano, come d'altra parte succede anche nel campo della medicina.
Io ho fatto proprio la Bocconi... ma siccome ho sempre avuto il tarlo del "dubbio" non ne sono uscito istituzionalizzato anzi... ho avuto la fortuna e l'opportunità di confrontarmi con testi di economisti 'controcorrente' e anche con qualche prof. potendo approfondire nel dettaglio anche le posizioni keynesiane oltre che quelle liberiste, diverse, e tengo a precisarlo, dal NEO-liberismo il quale ne è una esaltazione aberrante. Questo perché spesso mi si accusa di essere marxista... nulla di più lontano dalla realtà.
Ma per chi non distingue la differenza tra liberismo e NEO-liberismo è facile cadere nella trappola della strumentalizzazione dei termini promossa dal sistema mediatico...
Certo, quelle erano mosche bianche, nella palude del pensiero unico dominante che vi si respirava. Ma, ancora una volta, ciò dimostra che il tutto dipende in primo luogo da noi stessi!
Probabilmente gli istituzionalizzati sono riusciti a fare carriera, mentre io rimango qui a barcamenarmi tra mutuo e bollette senza arrivare mai a fine mese...
Dipende da noi... Da quanto ci facciamo manipolare facilmente o, al contrario, di quanto realmente vogliamo capire... e per capire bisogna DUBITARE!
CREDERE vs CONOSCERE
... Il solito discorso... di uno gnostico come me!
04/02/2014, 15:25
shighella ha scritto:
Nelle facoltà di economia ci si ostina a raccontare la favoletta del miracolo neoliberista, certo, è disinformazione, ma a mio avviso è anche un chiaro segnale dell'ingerenza elitaria, la quale ha il potere di indirizzare gli studi scientifici dove essa ha il piacere che vadano, come d'altra parte succede anche nel campo della medicina.
05/02/2014, 01:25
05/02/2014, 09:57
MaxpoweR ha scritto:
ma se ho amici economisti che pur studiando i derivati ed avendo sostenuto esami specifici non sanno cosa sono i loro professori giudicavano i lavori dalla BELLEZZA ESTETICA delle tesine e dalla bellezza dei grafici fatti in "R", spesso nemmeno i loro professori sapevano speigargli il perchè di alcuni algoritmi, li prnedevano per buoni e basta perchè COSI' è.
Mi viene in mente un esempio fatto dal grande nando ioppolo.
Io vendo centrali nucleari, arriva il cliente e mi chiede se tale centrale nucleare funziona: io gli rispondo di si che è un prodotto garantito che è una bomba. Il cliente compra la centrale nucleare e siamo tutti felici.
Il problema è che nè io che l'ho venduta nè chi l'ha comprata ha davvero coscienza di come funzioni e di cosa faccia realmente, solo chi mi ha dato mandato di vendere SA IN REALTA' cosa è davvero.
Così sono i derivati -_-
Ho dovuto spiegare io (povero ingegnere alle prese con numeri e formule concrete) a lui (economista programmatore in R e conoscitore delle dinamiche aleatorie del mercato) cosa fossero effettivamente e che ripercussioni avessero NEL MONDO REALE alcuni tipi di questi derivati-_-
Se anche solo il 10% degli economisti hanno avuto un background simile non mi stupisce l'attuale situazione.
05/02/2014, 10:09
shighella ha scritto:MaxpoweR ha scritto:
ma se ho amici economisti che pur studiando i derivati ed avendo sostenuto esami specifici non sanno cosa sono i loro professori giudicavano i lavori dalla BELLEZZA ESTETICA delle tesine e dalla bellezza dei grafici fatti in "R", spesso nemmeno i loro professori sapevano speigargli il perchè di alcuni algoritmi, li prnedevano per buoni e basta perchè COSI' è.
Mi viene in mente un esempio fatto dal grande nando ioppolo.
Io vendo centrali nucleari, arriva il cliente e mi chiede se tale centrale nucleare funziona: io gli rispondo di si che è un prodotto garantito che è una bomba. Il cliente compra la centrale nucleare e siamo tutti felici.
Il problema è che nè io che l'ho venduta nè chi l'ha comprata ha davvero coscienza di come funzioni e di cosa faccia realmente, solo chi mi ha dato mandato di vendere SA IN REALTA' cosa è davvero.
Così sono i derivati -_-
Ho dovuto spiegare io (povero ingegnere alle prese con numeri e formule concrete) a lui (economista programmatore in R e conoscitore delle dinamiche aleatorie del mercato) cosa fossero effettivamente e che ripercussioni avessero NEL MONDO REALE alcuni tipi di questi derivati-_-
Se anche solo il 10% degli economisti hanno avuto un background simile non mi stupisce l'attuale situazione.
..peggio di quanto pensassi..'namo bene!
05/02/2014, 10:37
05/02/2014, 17:39
05/02/2014, 20:05
Atlanticus81 ha scritto:
Domanda... in quale sistema politico le forze di opposizione vengono definite senza troppi giri di parole 'nemici del paese'?
05/02/2014, 20:11
07/02/2014, 13:12
08/02/2014, 17:01
09/02/2014, 03:38
09/02/2014, 12:11