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MessaggioInviato: 08/02/2014, 21:52 
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le stagioni sono causate dall'inclinazione dell'asse terrestre di 23.5° rispetto al piano dell'orbita, non è l'orbita ad essere inclinata.


Attenzione! l' orbita della Terra noi diciamo che non è inclinata ma solo perchè
viene presa come riferimento ma tutti i pianeti hanno una loro piano orbitale
che è diverso da quello terrestre, e quello terrestre non passa per l' equatore
solare...

Leo48



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MessaggioInviato: 09/02/2014, 11:49 
Il copricapo Enki assomiglia a quello che avrebbero avuto in testa gli alieni di Holloman. Come fatto notare in passato da Hesemann.



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Marino
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MessaggioInviato: 09/02/2014, 12:38 
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leo48 ha scritto:

Cita:
le stagioni sono causate dall'inclinazione dell'asse terrestre di 23.5° rispetto al piano dell'orbita, non è l'orbita ad essere inclinata.


Attenzione! l' orbita della Terra noi diciamo che non è inclinata ma solo perchè
viene presa come riferimento ma tutti i pianeti hanno una loro piano orbitale
che è diverso da quello terrestre, e quello terrestre non passa per l' equatore
solare...

Leo48


è vero, ciò non di meno resta l'inclinazione dell'asse terrestre la chiave di volta per il meccanismo delle stagioni


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MessaggioInviato: 27/03/2014, 12:57 
Lo so che se ne sta parlando altrove... ma non potevo non inserirlo anche qui!

[:I]

Scoperto oggetto della Nube di Oort! Potrebbe indicare la presenza di un pianeta 10 volte la Terra!

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Il Sistema Solare ha un nuovo membro e potrebbe aiutarci a capire meglio le regioni più esterne e misteriose, come la Nube di Oort. Questo nuovo corpo si chiama 2012 VP113, e si trova oltre quello che è comunemente considerato il confine del Sistema Solare interno. Secondo gli scienziati infatti, si tratta del primo membro certo della Nube di Oort, che è la fascia più esterna in orbita intorno al Sole. Ma la notizia più incredibile è quello che questo piccolo pianeta sembra indicare: la presenza di un nuovo enorme corpo con una massa fino a 10 volte la Terra. Questo ipotetico nuovo grande pianeta del Sistema Solare potrebbe spiegare anche disturbi visti in altri corpi oltre all'orbita di 2012 VP113.

Il Sistema Solare può essere diviso in tre parti: i pianeti rocciosi interni come la Terra o Marte; i giganti gassosi come Giove ma anche Nettuno, ed infine gli oggetti di ghiaccio e roccia della lontana Cintura di Kuiper, di cui fanno parte i pianeti nani come Plutone, Eris, Makemake, etc. Oltre questo confine conosciamo pochissimo del Sistema Solare. Abbiamo scoperto soltanto un'altro oggetto che arriva in regioni così lontane, ed è Sedna. Ma questo nuovo pianeta nano ha un'orbita ben più lontana di Sedna ed è ad oggi il corpo più esterno mai scoperto nel Sistema Solare.
"Questo è un risultato straordinario e ridefinisce la nostra comprensione del Sistema Solare" ha spiegato Linda Elkins-Tanton, direttore del Dipartimento per il Magnetismo Terrestre del Carnegie Institute.

Sedna fu scoperta nel lontano 2003 ma all'epoca nessuno sapeva se fosse un corpo più simile a Plutone oppure diverse e facente parte di una nuova classe di oggetti ancora da determinare. COn la scoperta nel 2012 di VP113, adesso è chiaro che Sedna è parte della Nube Interna di Oort, da dove hanno origine anche le comete.

2012 VP113, con un diametro che si aggira intorno ai 450 km (un po' più piccolo di Vesta), arriva nel suo punto più vicino al Sole a circa 80 volte la distanza che separa noi dalla nostra stella (80 Unità Astronomiche). Per darvi un'idea di quanto significa, la regione interna del Sistema Solare, dei pianeti rocciosi, si trova da 0.39 a 4.2 Unità Astronomiche. I giganti gassosi si trovano da 5 a 30 Unità Astronomiche, mentre la Cintura di Kuiper, composta da migliaia di oggetti di ghiaccio, va da 30 a 50 Unità Astronomiche. Nel sistema solare interno c'è un confine distinto a circa 50 UA. Fino ad ora conoscevamo soltanto Sedna come oggetto che periodicamente esce da questo confine, arrivando a 76 UA.

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Queste tre foto mostrano VP113 ripreso a distanza di 2 ore tra una foto e l'altra. Credit: Scott S. Sheppard: Carnegie Institution for Science

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Illustrazione creata in Celestia delle orbite di Sedna, Eris, Plutone ed il nuovo oggetto scoperto, chiamato 2012 VP113

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Orbita di Sedna

"La ricerca di questi oggetti della Nube Interna di Oort, oltre Sedna e 2012 VP113, dovrebbe continuare dato che ci potrebbe insegnare molto del nostro Sistema Solare e di come si è formato ed evoluto." ha spiegato Sheppard.

Sheppard e Trujillo hanno usato la nuova camera DECam (Dark Energy Camera) sul telescopio NOAO da 4 metri, in Cile, per fare la scoperta. La DECam ha il più grande campo di vista di qualsiasi telescopio di questa classe e questo la rende ottimale per questo tipo di indagini su grandi regioni del cieli per cercare oggetti molto piccoli. In seguito alla scoperta, il più grande Telescopio Magellan, da 6.5 metri, a Las Campanas Observatory, è stato usato per determinare l'orbita di 2012 VP113 ed ottenere informazioni dettagliate riguardo alle proprietà della sua superficie.

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Ecco la DECam montata sul telescopio da 4 metri dell'ESO

Data l'ampiezza della regione del cielo che è stata osservata, Sheppard e Trujillo hanno determinato che circa 900 oggetti con orbite simili a Sedna e 2012 VP113 e con grandezze sopra i 1.000 km, dovrebbero esistere in questa parte interna della Nube di Oort e dovrebbero rappresentare in totale una popolazione che potrebbe essere globalmente maggiore persino rispetto a quella della Cintura di Kuiper e la Fascia di Asteroidi.

"Alcuni di questi oggetti della Nube Interna di Oort potrebbero rivaleggiare in grandezza a pianeti come Marte e la Terra. Questo perché molti degli oggetti interni della Nube di Oort sono così distanti che anche quelli più grandi sarebbero troppo pallidi per essere scoperti con le attuali tecnologie" spiega Sheppard.

Sia Sedna che 2012 VP113 sono stati infatti scoperti durante il momento in cui si trovavano più vicini al Sole, ma hanno orbite che si estendono fino a centinaia di UA e diventerebbero troppo pallidi per essere scoperti. Infatti, la similitudine nelle orbite di Sedna, 2012 VP113 ed alcuni altri oggetti più esterni della Cintura di Kuiper, fanno intuire la presenza di un oggetto molto massiccio che porta gli oggetti in queste configurazioni orbitali. Sheppard e Trujillo suggeriscono che una Super-Terra (come ne abbiamo scoperte tante intorno ad altre stelle) o un oggetto ancor più grande ma distante centinaia di UA potrebbe creare questo effetto nelle orbite di questi oggetti.

Immagine
Illustrazione della Nube di Oort. Credit: NASA

Non sarà però facile conciliare tutte queste scoperte con le nostre attuali teorie sulla formazione planetaria. Prima di tutto, non abbiamo ancora un modello che spieghi l'origine di questa regione così interna, della Nube di Oort. Attualmente, le ipotesi principali sono tre: 1) Un pianeta espulso dal Sistema Solare durante l'epoca primordiale della migrazione planetaria potrebbe aver perturbato la Cintura di Kuiper e la Nube di Oort, creando una fascia interna con oggetti in orbite molto ellittiche. 2) Un incontro molto ravvicinato (in termini cosmici), con un'altra stella potrebbe spingere oggetti della regione esterna della Nube di Oort verso una regione più interna. 3) Il Sole è nato in un piccolo ammasso con altre stelle, e magari durante la migrazione di queste stelle, la gravità del Sole ha catturato pianeti in formazione intorno ad altre stelle vicine.

In base a quanto sappiamo, la Nube di Oort è divisa in due regioni, e si pensa che il confine si trova intorno a 1.500 UA. Questo preciso confine è dato dal fatto che da questo punto in avanti, la gravità di stelle vicine potrebbero perturbare questi oggetti, rendendoli instabili. La scoperta di questa nube si deve appunto alla necessità di scoprire da dove arrivavano le comete e cosa disturbava la loro orbita spingendole verso l'interno. Ma la regione Interna dell Nube di Oort non sarebbe influenzabile facilmente da altre stelle e questo potrebbe contribuire a mantenere stabili orbite planetarie di oggetti più grandi.

http://carnegiescience.edu/news/solar_s ... _redefined

http://www.nature.com/news/dwarf-planet ... ge-1.14921



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xfabiox ha scritto:

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MessaggioInviato: 30/03/2014, 15:56 
Biden e Nibiru: confronti e discussioniBiden e Nibiru: confronti e discussioni

L’annuncio che due scienziati, Scott Sheppard e Chad Trujillo, hanno messo a fuoco l’esistenza di un pianeta (o pianetoide) al di là di Plutone, di fatto può essere considerata la prova che c’è il fatidico Pianeta X, sul quale da anni si intrecciano polemiche e discussioni. Ma il Pianeta X è anche ricondotto a Nibiru, il gigantesco corpo celeste teorizzato da Zecharia Sitchin, lo studioso di origine azera morto nel 2010 a New York. O forse, anzi più probabilmente, Biden è solo l’anticipatore del Pianeta X (o di Nibiru): una sorta di araldo di un qualcosa che c’è e che prima o poi si manifesterà. Per il momento non è possibile andare oltre e soprattutto non c’è ancora il fumus per stabilire che Sitchin, bollato dalla comunità scientifica come personaggio assolutamente inattendibile, anzi sconosciuto, avesse ragione. In questo post faccio comunque una cosa molto semplice: pubblico, mutuandoli e rilanciandoli dalla Rete, stralci relativi a Biden e a Nibiru. E voi sarete liberi di commentare.

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“Il sistema solare allarga i suoi confini. Ben oltre l’orbita di Plutone gli astronomi Chadwick Trujillo e Scott Sheppard hanno scoperto 2012 VP113, un pianeta nano che va ad aggiungersi al più noto 90377 Sedna, un oggetto transnettuniano di grandi dimensioni che orbita attorno al Sole su di un’orbita particolarmente eccentrica. La scoperta, di rilievo, apre un dibattito scientifico ancora più grande sulla possibile presenza di un grande pianeta, forse di massa 10 volte superiore a quella della Terra. In quest’area così lontana e poco esplorata gli astronomi sono stati portati a credere nell’assenza di materia, limitando il sistema solare ad una zona interna contenente i pianeti rocciosi, una centrale contenente i giganti gassosi e una esterna chiamata Fascia di Kuiper, popolata da mondi lontani e ghiacciati.

In realtà la scoperta di Sedna, avvenuta nel 2003, ha fatto capire quanto ancora ci sia da scoprire anche in aree non particolarmente distanti su scala cosmica. Sedna ha un’orbita estremamente ellittica che lo porta ad avvicinarsi al sistema solare esterno in prossimità del perielio e ad allontanarsi fino ad oltre 5 giorni luce dal Sole quando si approssima all’afelio. 2012 VP113, che è stato ribattezzato Biden in onore al vicepresidente degli Usa, è un mondo ghiacciato che varia la sua distanza dal Sole tra 80 e 452 Unità Astronomiche. Oggetti lontani come Sedna e 2012 VP113 sono incredibilmente difficili da individuare. Essi devono infatti essere scorti quando si trovano nel punto più vicino della loro orbita. Secondo gli scienziati questo regno lontano, chiamato nube di Oort, potrebbe ospitare circa 900 corpi più grandi anche di Sedna, tra cui alcuni delle dimensioni di Marte o addirittura della Terra.

Ma le attuali tecnologie non consentono di osservarli. In merito alla loro formazione la scienza non ne sa ancora molto: potrebbero essersi formati in un’area più interna del sistema solare prima di essere spinti dalle interazioni gravitazionali con altre stelle, forse gemelle del Sole. Ma è anche probabile che siano stati espulsi dalla fascia di Kuiper. Le anomalie osservate nell’orbita di 2012 VP113, tuttavia, non dimostrano la presenza del Pianeta X, ma solo che da oggi è più probabile che ci sia. L’osservazione del piccolo 2012 VP113 rappresenta un grande passo in avanti in tal senso, che osservazione dopo osservazione, ci avvicina alla comprensione dell’universo di cui anche noi facciamo parte”.

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Secondo l’interpretazione data da Zecharia Sitchin della cosmologia sumera, il sistema solare avrebbe un decimo pianeta (in realtà Sitchin intitola il suo primo libro “Il dodicesimo pianeta” poiché il termine sumero e babilonese per “pianeta” è lo stesso che descrive tutti i corpi celesti – MUL -, e quindi contando anche il Sole e la Luna, il sistema solare sarebbe composto di 12 MUL) che, seguendo un’orbita ellittica, rientrerebbe nel centro sistema una volta ogni 3600 anni. Secondo Sitchin, questo ipotetico pianeta, chiamato Nibiru, nella mitologia babilonese sarebbe associato al dio Marduk, divinità principale della terra di Babilonia. Sitchin affermava che Nibiru avrebbe avuto un impatto catastrofico con un altro ipotetico pianeta, chiamato Tiamat e posto tra Marte e Giove. L’impatto avrebbe creato la Terra e la fascia degli asteroidi. Tiamat sarebbe stato dapprima colpito da una delle sette lune di Nibiru, spezzandosi in due. Una di queste due porzioni sarebbe poi diventata la Terra e sarebbe stata spinta nell’attuale posizione da un altro impatto con una luna di Nibiru. In seguito l’altra metà, colpita da Nibiru stesso, avrebbe dato vita alla fascia degli asteroidi. I restanti detriti dell’impatto avrebbero dato origine alle comete. Sitchin affermava che questa teoria spiegherebbe perché la geografia terrestre avrebbe la peculiarità di avere più continenti su un lato rispetto all’altro. Secondo Sitchin, su Nibiru abitava una razza tecnologicamente avanzata e simile a quella umana, questi esseri erano chiamati Anunnaki dalla mitologia sumera e che compaiono nella Bibbia col nome di Nephilim ed Elohim. Secondo Sitchin sarebbero arrivati sulla terra 450.000 anni fa, alla ricerca di minerali e in particolare dell’oro (che necessitavano per riparare la loro atmosfera rarefatta): lo avrebbero trovato in Africa. Gli Anunnaki avrebbero creato geneticamente l’Homo Sapiens incrociando la loro razza con l’Homo erectus, con lo scopo di avere della manodopera per prelevare metalli dalle miniere. Sotto la guida di questi esseri, secondo l’interpretazione che Sitchin dà dei testi sumerici, gli uomini avrebbero fondato la civiltà in Mesopotamia, in Egitto e in India, grazie ad una casta di regnanti che avrebbero fatto da intermediari tra gli alieni e gli schiavi.

Sitchin poi affermava che nel 2024 a.C. sarebbe scoppiata una guerra nucleare tra diverse fazioni di extraterrestri e che la ricaduta nucleare sarebbe il “vento malvagio” che avrebbe distrutto non soltanto la città di Ur, secondo quanto sarebbe raccontato nel Lamento di Ur, ma avrebbe avuto ripercussioni su quasi tutta la Mesopotamia. Sitchin sostiene che le sue ricerche spiegherebbero numerosi passi di testi biblici. Un altro punto focale della teoria di Sitchin è il ruolo attribuito alle maggiori opere megalitiche sparse per il globo, che sarebbero state costruite dagli Anunnaki con varie funzioni, prevalentemente astronomiche, astrologiche e calendariali. Altri due siti, Machu Pichu e Bad-tibira, sarebbero stati centri di lavorazione dei metalli. Sitchin sostiene anche che le civiltà mesoamericana e sudamericana siano derivate da quella sumera e accadica e che le due divinità principali messicane e peruviane, Quetzalcoatl e Viracocha fossero due Anunnaki (Ningishzida e Ishkur) trasferitisi con alcuni Sumeri e Africani nel nuovo continente. Lorenzo Verderame, docente di assiriologia dell’Università di Roma “La Sapienza”, ha dichiarato in proposito: “Nel mondo accademico non vi è alcuna considerazione dei lavori di Sitchin e il suo nome, quale autore di opere pseudo-scientifiche, è pressoché sconosciuto. A prescindere dalla generale chiusura degli ambienti accademici, non esistono lavori di Sitchin che possano ritenersi scientifici, per varie ragioni. Sitchin, come altri autori del genere, costruisce le sue teorie sulla traduzione di passi e non sull’interpretazione del testo originale”.

http://misterobufo.corriere.it/2014/03/ ... iscussioni



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MessaggioInviato: 07/04/2014, 20:01 
Una delle cose più affascinanti della storia dell'esplorazione spaziale, è vedere come nel tempo venivano mostrate le conquiste fino ad allora fatte ed i progetti più ambiziosi per il futuro. Il progresso estremamente rapido di questo campo scientifico (come di tutti gli altri) nel secolo scorso, ha fatto si che oggi, a distanza di appena pochi decenni, possiamo guardare a questi momenti con una grane comprensione dell'evoluzione enorme avvenuta nel tempo. Di seguito vi voglio mostrare un documentario girato nel 1971 dalla NASA per mostrare le conoscenze dell'epoca alla vigilia delle due grandi missioni che avrebbero aperto le porte del Sistema Solare esterno. Prima di allora (1971), nessuna missione era arrivata oltre l'orbita di Giove, ed il documentario e ricco di considerazioni e supposizioni su ciò che si immaginava all'epoca di questi mondi. Le missioni Pioneer furono davvero rivoluzionarie e questo documentario è grande documento storico che segna proprio il confine tra due epoche di comprensione di questa parte del Sistema Solare. Dopo le missioni Pioneer, nulla sarebbe mai stato lo stesso. Da li a poco sarebbero poi partite anche le missioni Voyager, eredi dello stesso lavoro di design.




http://arcweb.archives.gov/arc/action/E ... cript=true

http://www.link2universe.net/


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MessaggioInviato: 02/05/2014, 16:55 
Sedna è un oggetto transnettuniano di grandi dimensioni che orbita attorno al Sole su di un’orbita particolarmente eccentrica che lo porta ad avvicinarsi al sistema solare esterno in prossimità del perielio e ad allontanarsi fino ad oltre 5 giorni luce dal Sole quando si approssima all’afelio. Il suo avvicinamento è di gran lunga superiore alla distanza che ci separa da Plutone, in un punto così lontano che il Sole appare come un banale puntino luminoso. Ad una distanza di 12,8 miliardi di chilometri non è ipotizzabile per nessuno strumento, sia terrestre che spaziale, capire le sue reali caratteristiche superficiali, ma gli astronomi sono stati in grado di identificare il colore rossastro del pianeta nano. A tal punto che nel 2004 è stato descritto come l’oggetto più rosso del nostro sistema solare dopo Marte, il pianeta rosso per eccellenza. Sedna è stato scoperto da un team guidato da Mike Brown, un astronomo del California Institute of Technology. La sua scoperta e quella di altri oggetti simili ad esso rappresentò uno dei motivi principali che portò nel 2006 l’Unione Astronomica internazionale a declassare Plutone a pianeta nano. Come spesso accade, la scoperta avvenne per puro caso nel corso di una più ampia indagine che ebbe inizio nel 2001. L’identificazione di satelliti, pianeti, asteroidi e comete avviene grazie al loro moto differente rispetto alle stelle di fondo cielo (misurabile con immagini scattate a distanza di qualche ora) che sembrano stazionarie nel cielo. Tuttavia, gli oggetti nella Nube di Oort sono estremamente lontani e si muovono molto lentamente. Per questo è necessario un’indagine più accurata. Sedna_ComparisonLa nube di Oort è un’ipotetica nube sferica di comete posta tra 20.000 e 100.000 UA, o 0,3 e 1,5 anni luce dal Sole, cioè circa 2400 volte la distanza tra il Sole e Plutone. Periodicamente questi oggetti ricevono una spinta gravitazionale verso il Sole, si riscaldano e si trasformano in comete. Sedna, però, ha dimensioni ben più grandi di una cometa. Secondo le ultime stime, il pianeta nano è leggermente più piccolo rispetto alle dimensioni di Plutone. Sedna richiede un certo tempo (circa 10.000 anni) per orbitare intorno al sole, non solo a causa della sua grande distanza, ma anche perché la sua orbita, come detto, è molto eccentrica. Al momento della scoperta si trovava in uno dei punti più vicini al Sole lungo la sua orbita, rendendo l’osservazione più favorevole. Una coincidenza di non poco conto. Oggi Sedna non è l’unico oggetto transnettuniano; tra i principali Plutone e Eris

http://www.meteoweb.eu/2014/05/sedna-il ... ta/280424/


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Il ritorno di Nibiru
da un articolo del 2004 di Mauro Paoletti

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Come già scritto nell’articolo "La battaglia degli Dei", la ricerca del Decimo Pianeta iniziò quando venne accertato che le orbite di Urano e Nettuno erano disturbate da un corpo celeste che non poteva essere Plutone.

Nel momento in cui il sistema solare prese forma gli elementi leggeri vennero spinti all’esterno dalla radiazione del sole, di conseguenza i primi quattro pianeti sono piccoli, solidi, ricchi di elementi pesanti. Al contrario i pianeti più lontani sono molto più grandi, gassosi e quindi formati da elementi leggeri. Quando nel 1930 venne individuato Plutone, in base alle anomalie di Urano, si pensò che il nuovo pianeta fosse grande e gassoso in modo da influenzare l’orbita di Urano.

Plutone è però meno luminoso del previsto, la sua rotazione di sei giorni è tipica dei piccoli pianeti; possiede un orbita più estesa ed ellittica fuori di 17 gradi e quando raggiunge il perielio attraversa l’orbita di Nettuno e non può causare anomalie nelle orbite degli altri due pianeti a lui vicini.

Per questo è iniziata la caccia al decimo pianeta (Pianeta X), sicuramente un gigante gassoso con una massa capace di causare le anomalie accertate ...

Tale pianeta è stato segnalato due volte, la prima nel 1972 dall’astronomo Brady che ne calcolò addirittura l’orbita con un afelio di 150 milioni di chilometri dal sole, un orbita di 464 anni, un’eccessiva inclinazione e una massa tripla rispetto a Saturno. Ma un tale pianeta non poteva essere sfuggito alle frequenti osservazioni e quindi non esisteva, perché la sua massa avrebbe influenzato tutto il sistema e non solo due pianeti. La seconda rilevazione, più recente e affidabile, proviene dal satellite astronomico IRAS che avrebbe segnalato un oggetto nel profondo spazio; secondo la NASA il corpo avrebbe una massa tale da poter causare irregolarità nelle orbite di Urano e Nettuno.(1)

Accertare la sua esistenza non permetterebbe solo di potere rispondere ad alcuni quesiti, come spiegare la concentrazione della terraferma in un solo lato del nostro pianeta o il ricorrente ciclo di cataclismi e misteriose estinzioni di massa, ma chiarirebbe alcuni simbolismi religiosi; il segno della Croce emblema del Pianeta dell’Attraversamento, che si pose sul crocevia dei cieli; il sette come uno dei numeri sacri; la terra difatti è il settimo pianeta iniziando a contare dal pianeta X. Sarebbero ampiamente chiariti gli eventi storici del bacino del Mediterraneo e dell’America del centro sud. Dalla fondazione di Gerico nell’8000 a.C., alla Grande Piramide e alle altre costruzioni megalitiche nel mondo, all’interesse delle varie culture per i calendari e l’astronomia, alla comparsa e improvvisa scomparsa di alcune civiltà come gli Olmechi, i Sumeri, gli Assiri e del popolo che costruì Tiahuanaco; alle linee di Nazca, alle sfere del Costarica, fino agli eventi catastrofici che si sono abbattuti nel Sinai, a Mohenjo Daro e a Creta.

Per assurdo ci indicherebbe dove si trova l’inferno, l’ebraico Sheol del Vecchio Testamento che si riferisce al mondo dei defunti, l’Ade greco, il mondo inferiore, quello di sotto. Shehol, o She’hol, la fossa, la tomba comune, il luogo oscuro, quello dei defunti. La Dea Ereshkigal era chiamata anche "signora del luogo di sotto", ed era la padrona delle miniere dell’Africa sfruttate dagli Anunnaki discesi da Nibiru. Al suo regno si giungeva a mezzo di un traghetto; troppe coincidenze per negare che l’idea dell’Ade sia stata originata da tutto ciò. Il lavoro in miniera era massacrante; lontano dalla luce del sole, dalla vista del cielo indicato come luogo degli Dei; era un inferno.

Comunque il grande interrogativo di oggi è: "Se veramente esiste quando tornerà Nibiru? All’inizio della prossima era precessionale?". Ne parliamo in un altro articolo.

A questo punto bisogna considerare l’orbita di Nibiru indicata dai Sumeri; se l’ultimo passaggio si è verificato intorno al 200 a.C. e da quel tempo non si sono avute sue notizie, può darsi che il suo nuovo passaggio avvenga nel 3400.

Ma perché fare riferimento alla precessione? Solo perché qualche profezia ne parla?

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Secondo gli indiani Hopi la Grande Purificazione avverrà oltre il 2011 e sarà contraddistinta da una nuova stella. I Dogon hanno profetizzato che una nuova stella riapparirà quando l’arca di Nommo discenderà dai cieli. La profezia Inca indica la fine del calendario nel 2013 quando un grande asteroide, tre volte Giove, passerà vicino alla Terra causando cataclismi disastrosi per l’umanità.

Il Codice Biblico dice che finirà al settimo mese del 2026 quando la cometa "Swift Tuttle" ritornerà nel sistema solare.

Secondo Fulcanelli, tra la fine dell’era dei Pesci e l’inizio dell’Acquario, si verificherà un cataclisma ciclico che avverrebbe ogni 13.000 anni; solo due zone non saranno colpite.

San Giovanni nell’Apocalisse menziona l’apertura di sette sigilli prima della fine, del giorno del giudizio. In un suo articolo Terzoli li accomuna alle sette ere precessionali.

Sembra che il pericolo reale non provenga sotto forma di asteroide o cometa, in quanto Cotterel avrebbe scoperto che dopo 18.980 anni i campi elettromagnetici solari si sovrappongono causando un’inversione magnetica solare che porterebbe ad un ribaltamento magnetico terrestre. Gli antichi ne erano a conoscenza e avrebbero lasciato un avvertimento attirando l’attenzione verso i condotti della Grande Piramide.

Adesso sappiamo che nel 2450 a.C. erano allineati con alcune stelle. Quindi dal 10.450 al 2.450 sarebbero passati ottomila anni; un numero che diviso per 72 fornirebbe 111,111. La distanza dalla Sfinge alle piramidi curiosamente corrisponde a 111,111 gradi precessionali, chiaro riferimento al ciclo delle macchie solari. La "Royal Astronomical Society" pur dimostrando che le inversioni magnetiche sono reali non è della stessa opinione e non concorda nel ciclo medio di 11,11 gradi. per le scarse conoscenze sulla vera forma del campo magnetico solare, ma è indicativo che gli studi condotti da Cotterel si sono basati su dati forniti proprio dalla "Royal Astronomical Society".

Un ciclo di macchie solari si compie in 187 anni e 20 cicli (1.366.040 giorni) si collegano alla data di inaugurazione del Tempio della Croce di Palenque (1.359.540).

I Maya prestavano molta attenzione al ciclo di 260 giorni perché in tale periodo si sovrappongono i campi magnetici solari; equatoriale e polare. Solo con le moderne tecnologie è stato possibile determinare questo, quindi ci domandiamo come hanno potuto i Maya apprendere tale particolare. Dalle indagini di Cotterel emerge che il pianeta Venere veniva proprio osservato per tenere sotto controllo i cicli delle macchie solari dato che dopo venti cicli si verifica l’inversione del campo magnetico.

In particolare le macchie solari fluttuano secondo un ciclo medio di 11,1 anni; nel 1943 Woolf fu il primo a stabilire uno schema ciclico di 11,1 anni, segnalando l’attività elettromagnetica del sole. Il campo magnetico dell’astro s’inverte ogni 3.756 anni e in un periodo di 18.139 anni si verificano cinque inversioni della durata di 374 anni ognuna.

Quando il campo magnetico solare cambia direzione tende a sbilanciare la terra dal suo asse, esponendosi a terremoti, inondazioni ed eruzioni vulcaniche.

Oggi ci troviamo nella condizione opposta al 10.450 a.C. in quanto Orione si trova al suo culmine, il Drago è nel punto più basso, la Sfinge guarderà sorgere l’Acquario; siamo nell’età del ferro, quella che finirà quando la piramide rivelerà il segreto dello Zed.
Finisce con i Pesci un semiciclo materialista e inizia una fase ascendente guidata dagli Dei; ciò significa che è imminente il ritorno di Nibiru?

Quale ruolo può avere un decimo pianeta se ciò che deve accadere è ciclico e naturale?

Tutto sommato il ritorno di Nibiru è alquanto incerto e imprevedibile, ma sembra che qualcuno si stia preparando a tale evento; può darsi che gli Dei stavolta trovino gli uomini con il coltello fra i denti e non con i fiori in mano.

È risaputo che il rischio più grande della Terra è subire l’impatto con una cometa o un asteroide che potrebbe perturbare il suo clima e decimare le forme di vita. Attualmente non vi sono oggetti in rotta di collisione, ma esiste sempre la possibilità che avvenga l’impatto con un corpo celeste di un chilometro di diametro, quindi dobbiamo poter essere preavvisati del suo arrivo per tempo in modo da conoscerne la natura e provvedere in merito, anche se non è molto chiaro in che modo farlo.
Da tempo si sta operando per raggiungere tale obbiettivo.

Nel 1966 prese il via una missione chiamata NEAR ("Near Earth Asteroid Rendezvous") per monitorare Eros. I radiotelescopi della NASA, di Arecibo e di Portorico sono già a disposizione per l’avvistamento di oggetti in avvicinamento. Sembra che gli USA vogliano disporre al più presto un sistema missilistico difensivo chiamato "Clementine 2" capace di deviare o distruggere una cometa, un asteroide che rappresenti una minaccia per il pianeta. "Clementine 2" è un veicolo spaziale di 180 Kg provvisto di una tecnologia sofisticata, leggera, con tre moduli d’atterraggio che costerà 120 milioni di dollari, derivato da "Clementine 1" lanciata nel 1994 e utilizzata per scandagliare la superficie lunare.
Un progetto che insieme al piano spaziale militare risulta vitale per l’Air Force nell’inizio delle esplorazioni nello spazio profondo. Progettato in comune al "Balistic Missile Defense Organization", il "Naval Research Laboratory", il "Lawrence Livermore National Laboratory" e la NASA.

L’importanza di tale missione viene sottolineata in una lettera del 1997 indirizzata al Presidente degli USA con la quale lo si pregava di appoggiare con adeguati fondi "...il programma Clementine 2 ideato per monitorare la natura di alcuni oggetti vicini alla terra, quali asteroidi e comete. Un veicolo spaziale dotato di una tecnologia - si specificava nella lettera - che può essere usato in ambito commerciale, nelle comunicazioni satellitari e nel campo della sicurezza nazionale."

Un veicolo, secondo la lettera, destinato al controllo e alla ricognizione spaziale.

Ricognizione. Cosa si sta cercando nello spazio profondo attraverso l’utilizzo di telescopi sensibili? Comete e asteroidi? Pianeti?

Note:
1. Estratto dal Washington Post: "Scoperto misterioso corpo celeste. Forse grande come Giove. - Un corpo celeste forse grande come il gigantesco pianeta Giove e forse così vicino alla Terra che potrebbe far parte di questo sistema solare, è stato trovato nella direzione della costellazione di Orione, da un telescopio a infrarossi a bordo di un satellite astronomico U.S. in orbita. L’oggetto è così misterioso che gli astronomi non sanno se è un pianeta, una cometa gigante, una protostella vicina che non è diventata abbastanza calda da divenire una stella; oppure una galassia così giovane che si trova ancora nel processo di formazione, o una galassia avvolta dalle polveri che nessuna delle luci emesse dalla sue stelle passi attraverso la cortina. "Tutto ciò che posso dire è che non sappiamo cos’è." - ha detto il Dr. Gerry Neugebauer capo scientifico dell’IRAS "Jet Propulsion Laboratory California" e direttore dell’Osservatorio di Palomar. La più affascinante spiegazione di questo corpo misterioso, così freddo da non emettere luce e non essere mai stato avvistato da telescopi ottici situati sulla terra o nello spazio, è che si tratta di un gigante gassoso grande come Giove e vicino alla Terra a 50 bilioni di miglia. Mentre può sembrare una grande distanza in termini terrestri, è ad un tiro di sasso in termini cosmologici; così vicino infatti che potrebbe essere il corpo celeste più vicino alla Terra oltre Plutone. Il Dr. James Houck, del "Centro di radio Fisica" dell’Università di Cornell, ha dichiarato: "Se è realmente così vicino potrebbe far parte del nostro sistema solare".

http://crepanelmuro.blogspot.it/2014/06 ... ibiru.html



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MessaggioInviato: 23/06/2014, 14:52 
Perfino in un articolo sulla rivista Focus Italia, di questo mese, dove esiste una certa presenza del C.I.C.A.P., si menziona la possibilità di un gigante gassoso nella nube di Oort che potrebbe perturbare l'orbita di un pianeta nano da poco scoperto.


Ultima modifica di marino il 23/06/2014, 14:54, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
marino ha scritto:

Perfino in un articolo sulla rivista Focus Italia, di questo mese, dove esiste una certa presenza del C.I.C.A.P., si menziona la possibilità di un gigante gassoso nella nube di Oort che potrebbe perturbare l'orbita di un pianeta nano da poco scoperto.


Personalmente credo che l'esistenza di questo gigante gassoso sia ormai un dato di fatto.

[;)]



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Anch'io la ritengo quantomeno altamente probabile. Sempre nell'articolo si parla della scoperta di altri 6 oggetti planetari oltre kuiper. Dovrebbero essere identificati e catalogati nel periodo di alcuni mesi. Forse potrebbe esserci anche il gigante gassoso.



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Quanto segue rilancia l'ipotesi della Dark Star (Nemesis) proposta da Andy Lloyd e la possibile giustificazione delle orbite ellittiche dei trans-nettuniani, ivi compreso l'eventuale Nibiru, oltre che la periodicità di estinzioni e gli intervalli glaciali che hanno caratterizzato la storia del nostro pianeta. Vi invito inoltre a soffermarvi sul periodo indicato come 400mila anni fa... familiare per chi mastica mitologia sumera e storia Anunnaka...

SOLE: SISTEMA TRIPLO?

Per qualche motivo, che ancora non riusciamo ad inquadrare bene, il nostro Sole diventa tremendamente INSTABILE per un periodo di 12.000 anni circa, seguito da un periodo di relativa STABILITÀ della durata variabile tra 50 e 120.000 anni!

Personalmente ritengo che tale causa vada individuata nella struttura del Sistema Stellare del quale il Sole è solo una delle stelle presenti.
Ma finché non verrà individuata una o più compagne del nostro astro, tutto resterà solo nel campo delle ipotesi!

Ora, facciamo un passo indietro.

Nello studio dell’Attività Solare è emerso, sin dai primi del ‘900, che la presenza di MACCHIE SOLARI sulla fotosfera della nostra stella e relativa Attività Magnetica, hanno una certa LOGICA dipendente fortemente dalla posizione e distanza di alcuni pianeti del Sistema Solare. In particolare si è notato come, ad esempio, il pianeta Giove abbia la tendenza a “rallentare” l’Attività Magnetica, mentre, al contrario, Venere tende ad amplificarla.

Si è poi notato come l’intero ciclo solare, se inizia con Giove al PERIELIO, tende ad essere debole. Al contrario, quando inizia con Giove all’AFELIO, tende ad essere più forte.

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C’è quindi una certa DIPENDENZA diretta tra i pianeti del Sistema Solare e l’Attività Magnetica del nostro Sole.
Questo nonostante l’enorme differenza di massa del Sole (99.8%) e dei pianeti (0.2%), ma anche della distanza tra il Sole e i corpi più esterni che vi orbitano intorno.

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Partendo quindi da questi punti fermi, possiamo notare come, sul medio-lungo termine, i soli pianeti del Sistema Solare non possono essere l’unica CAUSA delle CICLICHE variazioni dell’Attività Magnetica del nostro Sole e di conseguenza del Clima del nostro pianeta.

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Considerando quindi che le Macchie Solari e quindi l’Attività Magnetica più rilevante (Flares, CME, Filamenti e Buchi coronali) sono il risultato delle INTERFERENZE esterne al Sole, come dimostra lo studio del Centro di Massa del Sistema Solare, che in base alla posizione dei vari pianeti si sposta di continuo, l’Attività Solare “normale”, ovvero in TOTALE ASSENZA di INTERFERENZE, è quella di un Sole privo di macchie.

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Ma un Sole senza macchie, nel nostro piccolo, lo abbiamo già visto. Esattamente durante il MINIMO DI MAUNDER, ovvero durante quel periodo storico noto come Piccola Era Glaciale. Per alcuni decenni gli astronomi dell’epoca non riuscirono ad osservare alcuna macchia visibile. Parallelamente il pianeta iniziò a raffreddarsi e le temperature scesero ovunque, portando inverni estremamente rigidi specialmente nell’emisfero boreale.

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LONDON: The Frozen River Thames (1677) in The Little Ice Age by Abraham Hondius

Non è difficile IPOTIZZARE, quindi, che i PERIODI INTERGLACIALI CALDI siano quelle fasi dell’attività millenaria del Sole, durante le quali si hanno MAGGIORI interferenze. Ovvero durante le quali, qualche corpo celeste ESTERNO al Sistema Solare, si avvicina particolarmente ai confini del nostro Sole, facendo “pesare” la sua influenza.

Del resto anche la NASA ha confermato che rispetto alle misurazioni effettuate negli anni ’70 e ’80, nel 1995 circa (e successivamente confermato di recente), l’ELIOSFERA SI È CONTRATTA. Qualcosa sta “indebolendo” l’Attività Solare dall’esterno. Ma cosa? E perché proprio dall’esterno?

Andiamo a giocare con i palloncini…

Immaginate l’Eliosfera, ovvero la regione dello spazio delimitata dall’eliopausa nella quale la densità del vento solare è maggiore di quella della materia interstellare, come un palloncino tenuto gonfio dal vento solare (il vostro fiato). Ora appoggiatelo ad un palloncino più grosso e più gonfio e continuate a soffiare. Di sicuro il nostro palloncino si deformerà sotto la pressione dell’altro palloncino. Ebbene… se la forza del vento solare inizia a diminure, la pressione dell’altro palloncino farà in modo che il nostro si deformi maggiormente.

Abbiamo fatto l’esempio di un palloncino che poggia contro un secondo palloncino.

Ma facciamo un’altra prova…

Prendete il vostro palloncino e gonfiatelo. In aria lo sforzo non è eccessivo… ci riuscite facilmente.

Ora provate a gonfiare il vostro palloncino immergendolo in acqua. Noterete che lo sforzo è aumentato… e che appena smettete di soffiare il palloncino si sgonfia velocemente.

Questo è ciò che accade all’Eliosfera. Appena il Sole perde potenza, per qualche motivo, questa inizia a contrarsi!

Torniamo al nostro Sole.

Sappiamo che periodicamente l’Attività Solare si incrementa a tal punto da provocare cambiamenti climatici catastrofici, dando origine a quelli che noi chiamiamo Periodi Interglaciali Caldi.
Nel corso degli ultimi 800.000 anni ne possiamo individuare una quindicina circa.

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Alcuni sono più “caldi” di altri, con temperature medie a livello globale che raggiungono i 14°C o anche più, altri sono periodi più freddi, con temperature medie globali che oscillano tra i 10 e i 12°C. circa.
Ora, la Scienza ci spiega che il Sole è una stella di classe stellare “G” abbastanza comune nell’Universo conosciuto. E sulla base delle osservazioni fino ad ora realizzate, la stragrande maggioranza delle stelle simili al Sole si trovano in un sistema multiplo. Ovvero in un sistema nel quale sono presenti 2 o più stelle in rotazione intorno ad un comune centro di massa.

Sempre la Scienza, poi, ci spiega che il movimento del Sistema Solare intorno al centro dell’Universo non è “lineare”, come dovrebbe essere per una stella singola e relativi pianeti, ma un movimento complesso di oscillazioni sui 3 assi.

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In particolare il Sistema Solare ruota intorno ad un punto ESTERNO ad esso in modo tale che il movimento risultante intorno al centro della Galassia risulti, sul piano VERTICALE, con un periodo di circa 64 milioni di anni.

Mentre completa l’orbita galattica in circa 240 milioni di anni.

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Andando ancora più indietro con la ricostruzione dei cicli climatici del nostro pianeta, scopriamo che in un passato molto remoto le temperature medie del pianeta si aggiravano sui 30°C (più del doppio rispetto ad oggi) e che in altri periodi il pianeta è stato quasi totalmente coperto dal ghiaccio.

Questo perché, oltre al movimento verticale (ovvero perpendicolare al piano orbitale) del Sistema Solare lungo la propria orbita, lo stesso ruota anche su se stesso… come accennato in precedenza. Pertanto è lecito supporre che, col trascorrere del tempo, il Sistema Solare si viene a trovare in posizioni DIVERSE rispetto al Piano Galattico.

Tutto dipenderebbe quindi dalla configurazione stellare del Sistema di Stelle del quale fa parte anche il Sole. Un sistema triplo, a questo punto, con il Sole che sembrerebbe la stella principale, e 2 stelle più piccole con orbite ellittiche. Una (pallini rossi sull’immagine di prima) più grossa, con periodo orbitale compreso tra 80 e 130.000 anni, ed una più piccola, con periodo orbitale di 100.000 anni circa.
L’interferenza generata dalla presenza a distanza ravvicinata di una o entrambe le stelle, provoca tutte quelle alterazioni nell’Attività Solare, che portano ai cambiamenti climatici cui accennavamo in precedenza (e nell’articolo di ieri) e quindi al passaggio tra Periodo Interglaciale Freddo e Periodo Interglaciale Caldo. Cessata l’interazione tra il Sole e le sue compagne, la distanza torna ad aumentare e l’Attività Solare a diminuire… comportanto il passaggio dal Periodo Interglaciale Caldo al Periodo Interglaciale Freddo.

Dai dati a nostra disposizione possiamo individuare in una concomitanza di eventi ogni 400.000 anni. Ovvero OGGI, come 400.000 anni fa, il Sole si è trovato a subire interferenze contemporaneamente sia dall’una che dall’altra stella. E questo ha prodotto un Periodo Interglaciale Caldo particolarmente stabile e duraturo.

Dove si trovano o si dovrebbero trovare tali stelle?

È difficile dirlo e dipende anche e soprattutto dalla tipoligia di Sistema Stellare. Di seguito alcuni esempi di sistemi stellari multipli.

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Questo è un esempio di sistema binario, ovvero una coppia di stelle che orbitano intorno ad un comune centro di massa. Altro esempio è che una stella “secondaria” orbita intorno alla stella “principale”. Nel caso del nostro Sistema Stellare nel quale ci troviamo, questo non è possibile a meno che non sia il Sole (e quindi il Sistema Solare) ad orbitare intorno ad una stella.

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Esempio di sistema stellare triplo nel quale una stella orbita in “equilibrio” intorno ad un centro di massa, con una stella binaria. La variazione della distanza tra una delle 2 binarie e la stella “solitaria” sarebbe data essenzialmente dalla distanza delle due componenti della binaria stessa. Per questo motivo tendo ad escludere tale configurazione per il Sistema Solare, in quanto come visto sopra, il Sole sale e scende rispetto al piano galattico di molti anni luce. Un movimento lento ma molto accentuato…

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Questo è lo schema del sistema triplo a noi più vicino… quello di Alpha Centauri. Come si vede nell’immagine la distanza tra Proxima Centauri e la binaria Alpha Centaury è notevole…. 13000 Unità Astronomiche. Se il Sole facesse parte di un sistema simile, vedere una compagna estremamente piccola e poco luminosa a 13000 Unità Astronomiche di distanza non sarebbe una passeggiata.

Vi possono essere poi altre tipologie di sistemi stellari multipli.

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Non so cosa pensare al momento. Sappiamo ancora troppo poco dei Sistemi Stellari multipli e non possiamo escludere che il Sole abbia come compagna una stella “singola”, un sistema Binario o che faccia parte esso stesso di un sistema binario e che vi sia da qualche parte una compagna più piccola.

Ma una cosa è certa… o quasi… i cambiamenti climatici vanno ricondotti alle variazioni cicliche e naturali dell’Attività Solare sul MEDIO-LUNGO TERMINE. E questi vanno inevitabilmente ricondotti alla CONFIGURAZIONE STELLARE del Sistema Stellare di cui il Sole è uno dei componenti principale.

Lo spazio è semplicemente immenso e la fuori vi sono una miriade di esempi da studiare. Alpha Centauri è uno di questi e anche il più vicino. Fino a 99 anni fa si ignorava totalmente l’esistenza di Proxima Centari (venne scoperta nel 1915). E fino a pochi anni fa si dubitava che un sistema binario potesse essere sufficientemente stabile da avere qualche pianeta in orbita. Eppure ve ne sono… e tanti. Uno, a quanto pare (scoperto nel 2012) anche intorno ad Alpha Centauri.

Cambiamenti climatici lenti… che impiegano decenni, secoli e millenni per attuarsi completamente. Energie a dir poco spaventose e interazioni tanto complesse che la mente umana non riesce quasi a identificarle tutte. Uno spazio nel quale le probabilità di eventi catastrofici come l’impatto di un asteroide o di una cometa sono talmente elevati da far credere che sia impossibile sopravvivere. Eppure, basta prendere in considerazione una scala temporale più breve, come quella della civiltà umana, e si scopre che un pianeta a caso, di un sistema solare a caso, può non solo ospitare la vita… ma può farla evolvere a tal punto da renderla unica nel suo genere. Come lo siamo noi… qui… oggi… a parlare di sistemi stellari e a chiederci, ancora una volta, come sia possibile pensare di essere noi stessi la causa dei cambiamenti climatici del nostro pianeta.

http://www.attivitasolare.com/sole-sistema/



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