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MessaggioInviato: 20/03/2014, 01:35 
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Atlanticus81 ha scritto:

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Ufologo 555 ha scritto:

Come no: "non avrai altro Dio all'infuori di Me .."
Invece abbiamo costruito il "dio uno e ... quattrino"!
Perciò così vanno le cose ...
[;)]


Quella non è una profezia...

[8]

Inoltre si riferiva ad un altro concetto...

[V]

E lo disse Yahweh a Mosè per scopi tutt'altro che universalistici!

[:D]


E tra l'altro il primo non era dio ed il secondo forse non è nemmeno esistito ^_^ Quindi figurati quanto vale quella frase



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MessaggioInviato: 20/03/2014, 12:41 
La prima vittima è Hong Kong: ma il fenomeno potrà creare uno shock immobiliare anche in Europa.
La bolla immobiliare in Cina è pronta a scoppiare, o forse è già scoppiata

NEW YORK (WSI) - Alla fine il surriscaldamento dell'economia cinese - e gli attuali timori sulla sostenibilità del paese di continuare a crescere a un ritmo solido - rischiano di far esplodere non solo una gigantesca bolla immobiliare in Cina, ma di mettere a rischio anche numerosi mercati globali del mattone.

Negli ultimi anni, a fare shopping nei mercati immobiliari delle abitazioni di lusso, ci sono infatti anche loro: i miliardi cinesi. Molti dei quali stanno scappando però a gambe levate dalle diverse città, a caccia di liquidità per ripianare gli ingenti crediti a cifre astronomiche che hanno ricevuto negli ultimi anni dalle banche.

"Alcune banche stavano e stanno tutt'ora inseguendo i proprietari delle case per avere i soldi -", ha dichiarato Ricky Poon, direttore della divisione di vendite di case residenziali di Colliers International - (I milionari) hanno bisogno di contanti da riportare a casa e quindi stanno anche svendendo" le loro abitazioni. La fretta di ottenere cash è così forte, da portare molti cinesi a smobilizzare le loro abitazioni a prezzi decisamente stracciati rispetto a quelli pagati al momento dell'acquisto.

Nel distretto di West Kowloon a Hong Kong, i proprietari cinesi stanno effettuando grandi sconti, anche per appartamenti da 3 o 4 camere da letto.

Questo mese ad esempio, un appartamento da 121 metri quadrati all'Imperial Cullinan, area reputata molto prestigiosa e sviluppata nel 2012, è stata venduta a 1,797 milioni di euro, ovvero il 17% in meno rispetto al prezzo originale. Tutto questo perché il proprietario aveva fatto richiesta di vendere l'appartamento "il prima possibile".

Sempre nella stessa zona, un appartamento da 60 metri quadrati, con due camere da letto, è stato venduto in soli due giorni dopo che il proprietario cinese l'aveva messo sul mercato a 610 mila euro. È stato definito dagli agenti immobiliari, il miglior affare dell'anno, il prezzo più basso per un appartamento di quel genere.

Vi saranno numerose altre occasioni del genere, ma questo perché? Il motivo è semplice, una volta che si è scatenato il panico, la gente pensa solo ad una cosa. Vendere.

La cosa più importante ora, è vendere il prima possibile, ma una volta che questa frenesia ad Hong Kong sarà finita e, probabilmente, lascerà la città in uno stato di shock, i cinesi si butteranno su altre località dove hanno proprietà, come Los Angeles, New York, Londra, Zurigo e Ginevra.

La buona notizia? Tutte quelle case inaccessibili a prezzi che erano a cifre stratosferiche saranno presto disponibili al pubblico. Soprattutto una volta che questa bolla immobiliare globale scoppierà definitivamente. La cattiva notizia è il rischio di uno shock immobiliare in tutto il mondo.
http://www.wallstreetitalia.com/article ... unque.aspx

certamente tutta quella positivita' che ci volgiono fare credere e' fittizia........[;)]


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MessaggioInviato: 21/03/2014, 15:21 
http://www.rischiocalcolato.it/2014/03/ ... russe.html

<h3>Il Suicidio della Finanza Americana è in Atto: Visa e Mastercard Boicottano Alcune Banche Russe</h3>

21 marzo 2014

Siate Consapevoli, Siate Preparati.

E farebbero bene ad esserlo anche i Russi (e non dubitiamo che lo stanno facendo)

Visa e Masterard ieri si sono permesse di inibire i pagamenti da e per i loro circuiti di alcune banche Russe, colpite da sanzioni americane. Dal mio punto di vista non solo si tratta di un autentico atto di guerra ma da OGGI mezzo mondo non allineato si sta chiedendo come fare a meno dei due celebri marchi per il pagamento elettronico.

Dieri che stiamo assistendo ad un suicidio, scommetto i miei due cent che le due società lentamente verranno boicottate finoa sparire in certi paesi, sostituite da qualcosa d’altro.

A proposito vi piace il mondo senza contanti? Eh?

Vi sentite sicuri? protetti? Tantononavetenulladatemere?

Tenetevelo quel mondo.

Dalle mie parti i contanti si usano eccome proprio a protezione della privacy e da abusi e guai a chi li tocca.



da RiaNovosti ( http://en.ria.ru/business/20140321/1886 ... -Bank.html )


MOSCOW, March 21
(RIA Novosti) – US-based Visa Inc. and MasterCard Inc. have stopped processing payments by cardholders at Russian banks targeted by the United States for financial sanctions on Thursday, a number of Russian banks said Friday.

The news signaled the first impact on ordinary Russian citizens by a series of Western sanctions against Russia over the ongoing situation in Ukraine, the greatest geopolitical showdown between Russia and the West since the end of the Cold War.
Earlier sanctions had been restricted to targeting high-level officials.
Several banks reported that customer cards were being declined for payment and that they had received no advance notification of the changes. Customer deposits remained unaffected.
Visa confirmed Friday that it had blocked cards issued by four Russian banks for use on its payment network for online or retail purchases.
Visa said the list of the banks facing sanctions announced by the US Treasury on Thursday includes Rossiya Bank, SMP Bank, Sobinbank and Investcapitalbank, the latter two being part of Rossiya Bank.
“The management of Rossiya Bank understands the difficulties experienced by clients in this situation, and assures them that everything possible is being done to help,” Rossiya Bank said in a statement on its website.
The bank added that customers could still withdraw cash from the bank’s ATMs without difficulties, as well as those owned by partner banks.
Sobinbank said that its call centers had been swamped by customers who were abroad and suddenly found their cards were not working.
SMP Bank is majority owned by brothers Arkady and Boris Rotenberg, who were both named on the US sanctions list.
“All other operations, including the issuance of deposits and making payments remain unaffected and without any restrictions,” SMP Bank said in a statement, adding that it has no assets in the United States.
The US and EU announced asset freezes and travel bans targeting a number of Russian officials close to Putin on Monday, following a referendum in Crimea that saw voters overwhelmingly support reunification with Russia after 60 years as part of Ukraine.
Those lists were expanded – including the addition of Rossiya Bank to the US list – following the ratification of the reunification treaty by Russia’s lower house of parliament Thursday.
Russian President Vladimir Putin warned earlier this month that sanctions against Russia threatened to cause mutual damage in the modern, integrated global economy.
Leaders in Crimea refused to recognize the legitimacy of the government in Kiev that came to power amid often violent protests last month, instead seeking reunification with Russia.


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MessaggioInviato: 21/03/2014, 15:27 
E poi ho trovato questo [:0]

http://informatitalia.blogspot.it/2014/ ... nente.html

<h2>Insider vuota il sacco sull’imminente crollo dei mercati finanziari </h2>

venerdì 21 marzo 2014

Lavoro come agente di borsa di Piper Jaffray, Los Angeles. Quello che è successo ieri mi ha lasciato assolutamente sbalordito, incredulo. Gestisco i portafogli per più della metà dei nostri clienti più ricchi e il mio capo mi ha chiamato nel suo ufficio e mi ha detto di vendere subito tutto. Il mio pensiero ovvio era che ci sarebbe stato un problema grosso, ma era strano che lui era così sicuro di ciò che stava facendo. Gli chiesi spiegazioni, ”stiamo andando in una crisi valutaria”, mi rispose. Le principali banche stanno andando in default nelle prossime tre settimane. I mercati azionari stanno per andare in una violenta tendenza al ribasso non solo qui ma in tutto il mondo. Le valute di tutto il mondo stanno per muoversi in ogni direzione e non si può minimamente predire quali saranno ancora in piedi dopo che tutto questo sarà finito. Molti investitori verseranno tutto nei mercati obbligazionari, sarà interessante vedere cosa farà la FED. Tutto ciò che fecce in questi ultimi mesi per questa situazione non fu fatto certamente per aiutare o risolvere alcun problema.

Gli chiesi chi gli aveva dato tale informazione, e che cosa sta innescando la crisi valutaria, ”Ho parlato con un mio amico che è dirigente di JP Morgan,” fu la risposta, ” La fiducia cinese è ai minimi storici, ciò sta per causare un effetto domino che si riverserà in ogni mercato e ogni valuta nel mondo”.. Ha anche detto che la prossima settimana dal 27 al 31 ci sarà un trading volatile e che questo crollo è imminente entro le prossime tre settimane. Sto cercando di liberarmi di tutte le mie azioni e obbligazioni, ma il problema è che il dollaro non è un rifugio sicuro. Sono in procinto di acquistare metalli preziosi, immobili, franchi svizzeri, Dong vietnamita, Naira Nigeriana, Rublo russo, e Pesi messicani. Perché acquistare valuta dei paesi del terzo mondo? Non hanno molta industria, perciò rischiano di meno. La loro economia è prettamente agricola ed energetica.

Grazie a BrotherJohnF

Fonte originale (inglese): http://www.ascensionwithearth.com/2014/ ... .html#more

Fonte: http://dinai.weebly.com/1/post/2014/01/ ... ziari.html

Tratto da: plenews.com




Ho pensato subito ai suicidi misteriosi di speculatori di borsa, potrebbe essere collegato con questo... [8)]


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MessaggioInviato: 25/04/2014, 16:35 
Cita:
Classe media Usa, tramonto di un mito
“Non è più la migliore del mondo”
Lo studio, frutto del lavoro della nuova sezione Upshot del New York Times, è basato su 35 anni di statistiche, e suggerisce che oggi le famiglie americane stanno pagando un prezzo molto alto sul fronte delle diseguaglianze

Ecco tramontare un altro mito del sogno americano, ovvero l’egemonia assoluta della classe media statunitense rispetto alle omologhe di altri Paesi avanzati. Ce n’è abbastanza per rinvigorire le dottrine di chi ritiene l’era a stelle e strisce ormai conclusa, in favore di altre realtà della nuova geopolitica globale. Al di là delle contrapposizioni ideologiche e delle valutazioni sui massimi sistemi, appare comunque evidente che la crisi, in tutto le sue forme, anche negli Stati Uniti ha impoverito la classe media e al contempo ha allargato il divario tra ricchi e poveri. I redditi della “middle class” canadese, infatti, considerati al netto della tassazione, sono oggi più generosi di quelli americani, permettendo allo Stato nordamericano il sorpasso rispetto al confinante meridionale.

Ma non è tutto perchè anche nelle fasce più basse di reddito, gli Usa arrancano persino al cospetto dell’Europa, o meglio di una certa Europa, i cui “meno abbienti” hanno redditi bassi, ma meno bassi dei loro corrispettivi negli Usa. Così, sebbene la locomotiva americana stia riacquistando la spinta per una ripresa sostenibile, solo una parte marginale della sua popolazione ne sta beneficiando. In sostanza quel meccanismo di trasmissione della ripresa tende a incepparsi nella distribuzione della ricchezza, in particolare per la mancanza di benefici effetti sul mercato del lavoro, dove la disoccupazione al 6,7%, seppur più contenuta rispetto a molte realtà del Vecchio continente, è ancora “a livelli inaccettabili”, come sostengono Casa Bianca e Federal Reserve.



Lo studio, frutto del lavoro della nuova sezione Upshot del New York Times, è basato su 35 anni di statistiche, e suggerisce che oggi le famiglie americane stanno pagando un prezzo molto alto sul fronte delle diseguaglianze. Dopo l’aggancio avvenuto nel 2010 dei redditi medi canadesi rispetto a quelli americani quindi, ecco avvenuto il sorpasso, mentre si è molto assottigliato il divario con alcune realtà europee come Gran Bretagna, Olanda e Svezia. Un trend che alimenta le teorie del tramonto “yankee” certo perché non solo lo dicono le statistiche in se, ma per il fatto che sta venendo meno, a livello sociale e in particolare nella distribuzioni dei redditi, il principio di minimizzazione di diseguaglianze e sperequazioni, e quegli obiettivi di equità che da sempre hanno preteso di rappresentare la “più grande democrazia del mondo”.


http://www.lastampa.it/2014/04/24/ester ... agina.html


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MessaggioInviato: 29/04/2014, 00:39 
Economista propone patrimoniale su scala mondiale e conquista i liberisti Usa


E' possibile citare Marx e proporre niente meno che una "tassa patrimoniale su scala mondiale" ed avere l'interesse dei tradizionalmente liberisti circoli economici americani? Evidentemente sì, almeno per Thomas Piketty, l'economista francese il cui bestseller "Capital in the Twenty-First Century" - un tomo da quasi 700 pagine sul futuro delle ineguaglianze - sta incredibilmente avendo un grande successo, scalando le classifiche di Amazon dove ora è al numero uno. Il New York magazine l'ha soprannominato "l'economista rock star", premi Nobel del calibro di Krugman hanno scritto che potrebbe essere il libro del decennio e in materia economica.

LA TESI - Docente a Parigi e già consulente economico di Ségolène Royal (ma tutt'altro che considerato dall'attuale Presidente François Hollande), Piketty ha anche attirato l'interesse dei piani alti a Washington. È stato infatti invitato dal Segretario di Stato Jack Lew e ha tenuto incontri con il Consiglio dei consulenti economici della Casa Bianca e il FMI. Col suo ultimo lavoro Piketty si concentra sul patrimonio, piuttosto che sul reddito come aveva fatto in precedenza. Il nuovo libro sembra poter offrire ai liberali una cornice coerente per giustificare il loro disagio nei confronti dell'oggettivo divario di benessere esistente al mondo. Servendosi di dati e statistiche che vanno dal 18esimo secolo ai nostri tempi, il professore francese sottolinea che con il rallentamento dell'economia, il reddito generato dal benessere fa un balzo enorme, rispetto a quello generato dal lavoro. E questo è il principale fattore che provoca un ampliamento delle ineguaglianze e del gap socio-economico tra ricchi e meno fortunati.

IL CAPITALISMO DEGLI ALBORI - L'autore offre una lettura approfondita del mondo economico contemporaneo, e lo fa attraverso un'interpretazione della faccia assunta attualmente, a suo parere, dal capitalismo, di cui egli ripercorre anche l'evoluzione storica. Semplificando un po' il discorso di Piketty, si può dire che il capitalismo sta ritornando agli albori, al periodo a cavallo fra fine Settecento e inizio Ottocento, cioè ad uno stato di cose ove l'accumulazione della rendita e del capitale è in mano a una percentuale infima di popolazione e non genera, in proporzione, produzione e ricchezza per tutti. Le diseguaglianze aumentano pertanto visibilmente e si erode, in conseguenza, quel vero e proprio asse portante delle nostre società che è la classe media. È questo un fenomeno, per Piketty, non solo occidentale ma globale. E il volume non rinuncia a dimostrarlo con una mole impressionante di dati empirici. Oggi, secondo Piketty, siamo tornati a un'era in cui non vale la pena lavorare: per arricchirsi, l'unica è ereditare.

LE SOLUZIONI - Per riequilibrare il possesso della ricchezza, Piketty ricorre ad una ricetta classicamente keynesiana: una tassazione tesa alla redistribuzione che colpisca i grandi patrimoni e le ricchezze accumulate. Prevedibile che i liberisti faranno osservare che la ricchezza non nasce dal nulla bensì dalla capacità inventiva e creativa che certi uomini hanno avuto e che, in definitiva, ha fatto arricchire e progredire la società intera. Tuttavia è innegabile che proprio negli ambienti liberisti il volume è studiato con massima attenzione, ed il dibattito è ampio.

LE REAZIONI - Secondo il New York Times "il libro mina le nostre solide idee sulla bontà del capitalismo avanzato e prevede un netto aumento della disuguaglianza della ricchezza nei paesi industrializzati, con conseguenze deleterie e profonde per la democrazia e i suoi valori di giustizia e equità. Si tratta di un ampio tentativo di capire la società occidentale e le regole economiche che le reggono. E nel processo demolisce l’idea che la ricchezza fa bene a tutti (la cosiddetta teoria Trickle-down, per cui la ricchezza dei più ricchi, in qualche modo si distribuisce a tutti)". Le tesi del 42enne economista francese stanno avendo, come detto, un enorme successo nel mondo anglosassone. Dopo i britannici Financial Times e Economist, Piketty domina il dibattito e le copertine di New Yorker, Nation, New Republic, New York Review of Books, viene criticato dal Wall Street Journal ma incensato dai premi Nobel Paul Krugman e Joseph Stiglitz. Sul New York Times, giovedì, si è celebrato il "Piketty day" (come lo ha definito lo stesso Krugman con il suo editoriale intitolato "The Piketty Panic") e il commento dell'altra grande firma, David Brooks, che in "The Piketty Phenomenon" arriva a evocare (con ironia) la Beatlemania.


Ultima modifica di xfabiox il 29/04/2014, 00:40, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 30/04/2014, 10:46 
Ft, sorpasso prima del previsto, India e' terza
(ANSA) - NEW YORK, 30 APR - Gli Stati Uniti stanno per perdere il loro primato e si apprestano a consegnare alla Cina lo scettro di prima economia al mondo. Un sorpasso che avverra' molto prima del previsto 2019, forse gia' quest'anno. E' quanto emerge - riporta il Financial Times - da uno studio dell'International Comparison Program della Banca Mondiale, aggiornato per la prima volta dal 2005. Gli Stati Uniti perderanno il primo posto che detengono dal 1872, quando avevano superato la Gb. India al terzo posto.

http://www.wallstreetitalia.com/article ... -2014.aspx


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MessaggioInviato: 30/04/2014, 11:11 
Cita:
ubatuba ha scritto:

Ft, sorpasso prima del previsto, India e' terza
(ANSA) - NEW YORK, 30 APR - Gli Stati Uniti stanno per perdere il loro primato e si apprestano a consegnare alla Cina lo scettro di prima economia al mondo. Un sorpasso che avverra' molto prima del previsto 2019, forse gia' quest'anno. E' quanto emerge - riporta il Financial Times - da uno studio dell'International Comparison Program della Banca Mondiale, aggiornato per la prima volta dal 2005. Gli Stati Uniti perderanno il primo posto che detengono dal 1872, quando avevano superato la Gb. India al terzo posto.

http://www.wallstreetitalia.com/article ... -2014.aspx




E indovina un po' perché stanno facendo casino con la Russia?!

Piuttosto che cedere lo scettro questi fanno scoppiare la terza guerra mondiale te lo dico io...

[V]



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..e purtroppo i politici europei non hanno ancora aperto gli occhi,sul nuovo scenario che si sta delineando,e magari cercare di non essere lasciati fuori dalla porta...............[;)]


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MessaggioInviato: 02/05/2014, 00:58 
quando una europa allineata con la russia porterebbe benefici ad entrambi senza contare che sono sul nostro stesso continente assieme alla cina, mentre glui usa sono dall'altra parte del mondo -_-

La Russia non è più quella comunista è uno stato come gli altri anzi UNA POTENZA come le altre e bisognerebbe fare una scelta di convenienza e non ideologica -_-



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Cita:
MaxpoweR ha scritto:


La Russia non è più quella comunista è uno stato come gli altri anzi UNA POTENZA come le altre e bisognerebbe fare una scelta di convenienza e non ideologica -_-


Già... Ma purtroppo l'ideologia è ancora il metro di giudizio maggiormente usato anche dai singoli cittadini elettori.

E finché sarà l'ideologia (concetto equiparabile alla fede volendo) a guidare le decisioni del consenso continueremo ad andare dietro al "cattivo pastore" di turno.



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fede ed ideologia sono la stessa identica cosa, sinonimi dal imo punto di vista :)



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Roubini avverte: "Siamo agli inizi di una nuova bolla del credito"

Con exit strategy Fed troppo veloce, "crash mercato bond, e morte economia". Ma se troppo lenta...


Nouriel Roubini, professore alla New York University e presidente di Roubini Global Economics: "Siamo all'inizio di una bolla sul credito".
NEW YORK (WSI) - "Siamo all'inizio di una nuova bolla sul credito, ma appena all'inizio. Tutti gli accadimenti sui mercati finanziari ad alto rischio che si sono manifestati nel 2006 e nel 2007 (e poi sono terminati nella grande crisi dell'autunno 2008) si stanno manifestando allo stesso livello di rischosita', se non peggiore".

Questa l'interpretazione dello stato attuale dei mercati e dell'economia globale offerta da Nouriel Roubini, professore alla New York University e presidente di Roubini Global Economics, che ne ha parlato nel corso di un'intervista rilasciata a Maria Bartiromo al canale Fox Business Network.

"Forse oggi non c'è una bolla sul mercato azionario americano", ma la strategia di uscita dalle maxi iniezioni di liquidità da parte della Federal Reserve sarà così lenta che non mancheranno i presupposti di una nuova bolla, ha detto Roubini.

"Abbiamo creato una bolla subprime, una bolla immobiliare, una bolla sul credito, una bolla azionaria, una bolla finanziaria. E dopo, tutte le bolle sono scoppiate e c'è stato un crash. Questa volta, dopo cinque anni di politica a tassi zero, il QE1, il QE2, l'Operation Twist, il QE3, la Fed iniziera' ad alzare i tassi solo a metà dell'anno prossimo".

Il processo di normalizzazione dei tassi, a suo avviso, sarà molto lento. "Dunque, quali sono i rischi legati a questo processo molto lento? Creeremo di nuovo grandi bolle e queste grandi bolle porteranno a grandi crash", e' la risposta.

Roubini sottolinea che "bisognerà raggiungere la stabilità economica e la ripresa. E sopratutto bisognerà evitare squilibri sui mercati finanziari. Ma oggi le banche centrali hanno un altro obiettivo: la stabilità finanziaria".

Il punto è che se la Federal Reserve uscirà (dalla politica monetaria ultra accomodante) troppo presto, "ci sarà un crash del mercato dei bond, e si ucciderà l'economia". Se d'altro canto "la Fed uscirà troppo lentamente o troppo tardi, si creerà una bolla finanziaria, ed è questa la sfida più grande che la Fed dovrà affrontare nei prossimi tre, quattro anni".

Il professore precisa che "siamo all'inizio anche di una grande bolla sul credito, appena al suo inizio, è un fenomeno non ancora sviluppato, ma tra un anno e due, quando i tassi saranno ancora poco al di sopra dello zero, il rischio sarà totalmente dispiegato".


http://www.wallstreetitalia.com/article ... edito.aspx

nonostante le belle parole che tutti esternano,la situazione e'quanto mai critica,e si rischia nuovamente un crollo stile 2008


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Tv a buon mercato, cure più costose Il mondo raccontato dai prezzi

L’homeless che dorme sotto i ponti in un giaciglio di stracci con un pezzo di cartone come tetto, ma che non rinuncia al telefonino. Famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese pur lavorando a tempo pieno, ospitate in shelter comunali dove i loro bimbi vivono in povertà, mangiano cibi scadenti, ma non rinunciano alla tv con maxischermo e alla playstation. Negli Stati Uniti — ma il discorso vale, almeno in parte, anche per il resto del mondo industrializzato, e per l’Italia — combattere l’indigenza sta diventando sempre più difficile non sono perché la globalizzazione e l’automazione dei processi produttivi accentuano le diseguaglianze sociali, ma anche perché la rivoluzione dei prezzi di beni e servizi rende più complicato stabilire quali sono le condizioni di bisogno per le quali è più necessario l’intervento delle politiche sociali di sostegno. La compassione verso gli ultimi del mondo spesso si appanna quando tra le loro mani compaiono oggetti, soprattutto prodotti elettronici, che siamo abituati a considerare simboli del moderno benessere. E alcuni centri di ricerca della destra conservatrice Usa come la Heritage Foundation di Washington, hanno prodotto analisi con le quali cercano di dimostrare che, anche quando sono alle prese con un calo del loro reddito da lavoro, i proletari del XXI secolo possono ancora migliorare il loro tenore di vita acquistando un maggior volume di alimenti e di beni di consumo grazie ai prodotti importati a basso costo (soprattutto dalla Cina) e all’efficienza delle reti della grande distribuzione che sono riuscite a garantire prezzi in diminuzione non solo per tv, computer, giocattoli e telefonini, ma anche per abbigliamento, veicoli, trasporto, cibi prodotti industrialmente. Che povertà è — si chiede uno studio della Heritage — quella di famiglie che hanno a casa l’aria condizionata? Un’analisi assai discutibile come sappiano ormai da tempo perché al calo dei prezzi dei prodotti industriali corrisponde l’aumento, spesso molto superiore, del costo di servizi essenziali per la società e soprattutto per le sue fasce più vulnerabili: vale per la sanità, l’istruzione, l’assistenza all’infanzia. Un condizionatore cinese negli Usa può costare 99 dollari e l’energia può costare poco se nei dintorni ci sono miniere e centrali elettriche che bruciano carbone. Sono i limiti di uno sviluppo sociale squilibrato (oltre che inquinante), del progressivo schiacciamento dei ceti medi. È stato anche per far fronte a questa situazione che, fin dall’inizio della sua presidenza nel 2009, Barack Obama ha tentato (con poco successo) di imporre una strategia di riduzione delle disparità sociali basata da un lato su una maggiore tassazione dei ricchi, dall’altro su una riforma del sistema sanitario che consentisse anche ai poveri di accedere alle cure mediche grazie alla disponibilità di polizze assicurative più a buon mercato e al contributo finanziario offerto dallo Stato alle famiglie più bisognose. Il presidente è stato considerato per questo un «socialista» dai conservatori, mentre il nuovo sindaco di New York, Bill de Blasio, ha subito non poche critiche per il suo tentativo di garantire a tutti almeno due anni di asilo a carico del Comune (e quindi del contribuente). È stato accusato di populismo, ma non c’è dubbio che anche lui, come Obama, abbia individuato un problema cruciale, se si vuole davvero evitare che la parte più povera della società perda ulteriormente terreno. Un’esigenza che vari studi e analisi giornalistiche stanno cercando di dimostrare sulla base di quadri statistici convincenti sulla reale evoluzione del costo della vita. L’analisi visivamente migliore è, forse, quella condotta dal Bureau of Labor Statistics e sintetizzata nel grafico, ripreso nei giorni dal New York Times da The Atlantic e da altri media americani. Ne viene fuori che negli ultimi dieci anni i prezzi dei televisori sono più che dimezzati mentre è crollato anche il prezzo di computer, telefoni e giocattoli. Più contenuto (-18%) il calo del costo di vestiario e autoveicoli. A fronte di questi risparmi, però, si è registrata l’esplosione del costo dei servizi a più alta intensità di lavoro: scuole e università (+40%), sanità, asili nido e assistenza all’infanzia (+15%). Le imprese digitali sostengono che basta un tablet per far emergere il figlio di una famiglia povera che ha un’intelligenza brillante. Eccezioni: la verità è che è difficile uscire dalla povertà senza cure mediche, sevizi sociali e scuole decenti.


http://www.passionetecno.com/2014/05/04 ... rezzi-4748


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MessaggioInviato: 19/05/2014, 19:32 
Estratti conto, assegni, esenzioni. Come difendersi dal redditometro

«Gentile contribuente...». È così che inizia la lettera dell’Agenzia delle Entrate arrivata in questi giorni.
Intervento di controllo dell’evasione definita «spudorata» da Attilio Befera, al vertice del Fisco.


ROMA (WSI) - «Gentile contribuente...». È così che inizia la lettera dell’Agenzia delle Entrate arrivata in questi giorni a molti contribuenti e che altri devono ancora ricevere. È la comunicazione che dà il via all’operazione «nuovo redditometro», l’intervento di controllo dell’evasione definita «spudorata» da Attilio Befera, al vertice del Fisco. Quell’evasione insomma dove c’è una capacità di spesa altissima e redditi dichiarati che invece sono da miseria. La differenza deve essere superiore al 20% ma, da quanto si è capito, in questo primo esordio del nuovo redditometro il gap considerato sarà anche più alto.

La lettera contiene un «invito al contraddittorio», dove il Fisco chiede al contribuente di giustificare la differenza tra il reddito dichiarato e le spese sostenute in base all’anno di imposta 2009. Spese tutte elencate in un allegato alla lettera.

Sotto la lente finiscono così case, auto costose, polizze e spese per consumi di lusso. In tutto oltre 100 voci. A far scattare le sirene del Fisco sarà, per esempio, l’iscrizione alla palestra esclusiva o quella al club riservato ma anche la barca di extra-lusso di chi dichiara un reddito molto basso.

«Come assicurato dalla stessa Agenzia delle Entrate a gennaio, i soggetti selezionati saranno soltanto i veri evasori e quindi i finti poveri», tranquillizza Fabrizio Iacuitto, partner dello studio romano Di Tanno e Associati.

Le strade per difendersi

Vie di uscita ce ne sono. A patto che davvero ci siano le carte che attestano redditi congruenti. Il primo passo, vale a dire il contraddittorio, è obbligatorio. Dunque il contribuente deve presentarsi all’appuntamento indicato nella lettera (ha la possibilità tuttavia di posticiparlo di 15 giorni dalla data di ricevimento della missiva) e chiarire le incongruenze (anche verbalmente). Naturalmente si tratta di presentare passaggi verificabili e tracciabili. «Il contribuente può provare, per esempio, che le spese sono state sostenute con redditi esenti o redditi soggetti a imposizione sostitutiva o comunque non soggetti a dichiarazione – spiega Iacuitto -. Come pure può dimostrare che talune spese sono state sostenute da altri soggetti o familiari». Nel caso ci sia stato un aiuto di terzi bisogna però conservare ed esibire copia degli assegni circolari emessi ai venditori e gli estratti conto di coloro a cui si imputa la spesa. Un percorso a ostacoli, insomma, che potrebbe evitare, a chi ne ha titolo, di ricevere un vero e proprio accertamento.

In tal modo il contribuente potrà limare fino alla soglia del 20% il rapporto tra le spese effettivamente sostenute e quelle dichiarate.

L’immobile che fa saltare i conti

I casi di incongruenza spiegabile non sono pochi. Ad esempio, la spesa più corposa per molti, quella per l’acquisto della casa, potrebbe essere a rischio. Questa singola operazione fatta magari con i risparmi accumulati per una vita intera potrebbe far saltare tutti i parametri. Cambia, infatti, il reddito presunto attribuito al contribuente.

Come vanno fatti i calcoli? Per gli immobili si prende l’incremento
patrimoniale, vale a dire la spesa per la casa, a cui si sottrae l’ammontare totale del mutuo ed eventuali disinvestimenti fatti anche negli anni passati. Per esempio, se un contribuente nel corso del 2013 ha acquistato un’abitazione pagandola 400 mila euro e questo acquisto è stato fatto tramite la cessione della precedente abitazione (nel 2012 per 150 mila euro) e tramite un mutuo da 200 mila euro (a fronte del quale nel 2013 il contribuente ha pagato rate per 4 mila euro), il reddito presunto attribuito nel 2013 per l’acquisto dell’abitazione sarà quindi pari a 54 mila euro (400 mila meno 200 mila meno 150.000 più 4 mila).

Rimane comunque ferma la possibilità di dimostrare ad esempio che l’immobile è stato acquistato con una provvista realizzata anche in epoca più remota rispetto ai quattro anni precedenti l’acquisto effettuato nell’anno di riferimento. Ma anche redditi esenti (come borse di studio), redditi assoggettati a tassazione alla fonte con ritenuta, o ancora che le spese sono state sostenute in virtù di smobilizzi patrimoniali come la vendita di un immobile, servono a dimostrare di non essere evasori.

http://www.wallstreetitalia.com/article ... metro.aspx


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