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18/06/2014, 15:12

ma una cosa sono le armi vendute a terzi una cosa sono le proprie riserve le tecnologie ad uso e consumo interno

18/06/2014, 15:30

L' era delle valvole è finita da un pezzo anche per loro.

E da queste ultime notizie, sembra proprio che stiano investendo molto in innovazione tecnologica anche loro, anche se bisogna vedere cosa c'è di vero...

Io rimango preoccupato, non tanto o solitanto per queste dell' ultima ora, ma proprio in generale... la situazione è tesa e i Russi non vanno certo sottovalutati. Un eventuale conflitto sarebbe catastrofico.

18/06/2014, 18:37

Ufologo 555 ha scritto:

[:246]
Per non parlare dei "formidabili" carriarmati russi venduti a Saddam, fatti letteralmente a pezzi dal cannone dei cacciamonbardieri A-10 ! [8D]
Bleffort, ma che ne sai di armamenti .... [^]



Per perforare la corazza dei carri-armati con un solo proiettile bisogna usare l'Uranio impoverito,cosa che i Russi non hanno mai fatto e non per il motivo che questi proiettili non li possono costruire,ma....perchè hanno una coscienza,rifletti gli usa l'hanno mai avuta una coscienza di fare le guerre rispettando le regole internazionali??, [:D] come mai tu molto esperto in materia non lo sapevi?. [;)]

18/06/2014, 18:54

Ascoltando le news di Giulietto Chiesa sembra che Putin stia addirittura pensando alla possibilità di applicare una no fly zone sulle regioni orientali dell'Ucraina.
Ci sono stati diversi bombardamenti e sono morti un paio di giornalisti russi che hanno scosso la nazione.
Noi, qui, non abbiamo il polso della situazione russa, non sappiamo come stanno vivendo queste vicende.

Dall'altra, negli USA, ho la sensazione che ci sia una strana confusione su come intervenire, sembrano in preda ad una ansia confusionale.
Dalla Libia in poi stanno intervenendo a testa bassa ovunque, apparentemente senza ragionare troppo.

Siamo in tempi di grande confusione, in tempi nervosi e pericolosi, ho paura che possa scappare l'errore fatale dal quale non si torna indietro.

Da qualche giorno ci siamo anche noi nel Mar Nero con una delle nostre bagnarole
http://terrarealtime.blogspot.it/2014/0 ... -spia.html
Ma non ci sono degli accordi internazionali per il transito delle navi da guerra nel Mar Nero?

18/06/2014, 19:14

Ufologo 555 ha scritto:

[:246] Voi forse no, ma io ricordo benissimo quando un pilota sovietico scappò con il suo ultimo caccia MIG-25, temutissimo, in Giappone .. Il suo radar aveva ancora il sistema a ... valvole! (per non parlare di molti punti di ruggine sulle ali ..) [;)]

Intanto le valvole termoioniche sono immuni agli impulsi EMP... [;)]
Poi ti potrei parlare anche di quando nel vietnam gli M16 Usa si inceppavano a causa del fango (dovettero aggiungergli un manettino su cui il soldato poteva agire dandogli una botta per chiudere a dovere l'otturatore...una vera comica...), mentre gli spartani AK47 sparavano in ogni caso...
Le armi russe sono da sempre più spartane di quelle raffinate degli Usa, bisogna poi vedere quali funzionano meglio all'atto "pratico"... [8D]

18/06/2014, 19:34

Intanto Ufologo si sta tappando gli occhi con il paraocchi e le orecchie per non vedere e non sentire,mah!!! [:(]
Ultima modifica di bleffort il 18/06/2014, 19:35, modificato 1 volta in totale.

18/06/2014, 19:50

Ok, lasciamo perde va ....[8D]

18/06/2014, 19:54

...ma pure la siria avrebbe dovuto avere le nuove armi russe(secondo alcuni),in grado di fermare qualsiasi attacco compiuto dagli israeliani,ma a quel ke risulta l'aviazione ebraica a colpito senza problemi,pure non molto tempo fa.........................[;)]

18/06/2014, 19:57

Non sono d'accordo Ufologo.Sai benissimo che nessun carro armato potrebbe reggere un confronto con un A10 senza un'adeguata protezione aerea.Ricordo che recentemente(2006),invece,i formidabili ed impenetrabili Merkava israeliani sono stati fatti a pezzi da rpg russi e nemmeno di ultima generazione.La superiorità aerea è da sempre l'arma vincente di ogni nazione.Avere superiorità aerea in Vietnam,Libano,Iraq è cosa da poco direi.Avere superiorità aerea contro S400,S500(in futuro) e Su34 e Su50,credo sia un'altra storia.Dimenticavo:F117 abbattuto con sistema Kub antiaereo(1963).Stesso missile e stesso complesso usato contro gli F105 Usa in Vietnam.Importante:gli americani dissero di aver perso solamente aerei per guasti oppure incidenti durante quella guerra.Io invece ricordo 1500 perdite nei primi tre anni e non per motivi accidentali.....

18/06/2014, 19:57

Sò tutte ... chiacchiere; e co' quelle vanno avanti ! [^]

18/06/2014, 20:12

AleBon, gli aerei abbattuti in Viet-Nam sono stati quasi tutti colpiti per i voli a bassa quota, anche da mitragliatrici!
Riguardo i carri "Merkava" copliti dai missili anticarro (ATGM) di fabbricazione russa, 52 carri sono stati danneggiati (principalmente da differenti tipi di ATGM), i razzi hanno penetrato 22 carri, ma solo 5 sono stati distrutti! [;)]

18/06/2014, 20:32

Ricordo 16 B52 abbattuti nel 1968 con sistemi S1 a grandi altezze.In Libano ho seguito benissimo il tutto e ci sono le fotografie ed immagini di un attacco Hezbollah ai carri Merkava.Tredici carri sono come fusi ed incendiati.Altri carri sono caduti in diverse imboscate.L'unica differenza a favore israeliana è stata la supremazia aerea.Come sempre d'altronde.Date un buon numero di armi anticarro ai palestinesi e poi dite agli israeliani di entrare a Gaza.

20/06/2014, 10:40

Usa e Iran verso l'alleanza impossibile

Il Giornale, 15 giugno 2014

Il mondo come l'abbiamo conosciuto fino ad oggi sta tramontando definitivamente. Il segnale è paradossale: il presidente dell'Iran Rouhani propone una comune "lotta contro il terrorismo" agli Stati Uniti per battere l'ISIS sunnita e qaedista in Iraq. Il suo manto nero vuole mescolarsi con la bandiera a stelle e strisce per coinvolgere Obama in quella che per l'Iran sciita e la guerra più santa, quella contro i sunniti. L'epicentro è in Iraq: la guerra sta sciogliendo il confine dell'accordo segreto Sykes Picot del maggio 1916, in cui le potenze occidentali disegnavano sulle spoglie dell'Impero Ottomano il Medio Oriente, e si dividevano le aree di influenza. In realtà la rivoluzione khomeinista ha cominciato a tessere la sua mezzaluna sciita estesa dall'Iran all'Iraq, al Libano, alla Siria dal '79. Ma solo oggi siamo di fronte a una guerra per i confini, che inonda la zona di sangue e che l'Occidente non sa come maneggiare.

Non è affatto escluso, anzi a Washington se ne discute intensamente, che Obama nonostante la sua riottosità di fronte a qualsiasi intervento, non decida di accettare sottobanco la mano del Paese che chiama l'America"il Grande Satana" e che lascia la sua orma in ogni conflitto, in ogni movimento terrorista, e che viola tutti i diritti umani.Come è possibile che questo succeda? In Iraq negli ultimi giorni, l'ISIS il gruppo sunnita connesso a Al Qaeda assedia il governo di al Maliki nel nord e nel centro dell'Iraq, ha conquistato la grande città di Mosul, e si avvicina a Baghdad da Baijy e Tikrit, mentre Kirkuk è abbandonata ai Curdi dall'esercito male armato e terrorizzato. Non è estraneo alla sua rovina il precipitoso abbandono degli americani, oggi obbligati a ripensare la loro strategia. Il confine fra Iraq e Siria è ormai un terreno di collegamento fra le milizia sunnite qaediste della Siria e dell'Iraq. Almeno tre battaglioni delle Forze Quds, l'élite delle Guardia Rivoluzionaria iraniane, sono in Iraq per aiutare al Maliki nella guerra contro lo "Stato Islamico dell'Iraq".

Con gli sciiti, gli Hezbollah e Bashar Assad, per ora in controllo della situazione in Siria. Soprattutto, il famoso generale iraniano Qasem Sulaimani, comandante delle forze Quds, una delle figure militari più forti della regione si trova ora a Baghdad per aiutare il governo. Sulaimani conosce bene il terreno: nella guerra contro l'Iraq era già al fronte e negli anni la sua politica ideologica per un Islam sciita in espansione ha influenzato il suo Paese. L'aspetto religioso del conflitto è fondamentale, si tratta anche del controllo delle città sacre agli sciiti di Karbala e Najab.Dunque Obama è nei guai per l'ennesima volta, e di nuovo per aver compiuto delle scelte eccessive e minimaliste nello stesso tempo: all'inizio, nel 2009, il primo ministro al Maliki era legittimato non solo dalla parte sciita, ma era vissuto dai sunniti come un uomo di mediazione.

La calma fu interpretata da Obama come una legittimazione a pianificare il suo sgombero nel 2010 e nel 2011, e non ha cercato di intervenire quando al Maliki si è trasformato nell'uomo forte della parte sciita, con decisi rapporti con l'Iran. Obama aveva allora 100mila uomini in Iraq, ma era determinato a tenersi fuori: e la situazione è scivolata verso il caos, alimentata dallo scontro nella confinante Siria. Adesso l'Iran ha un alleato vincente, Assad, e l'altro, al Maliki, che chiede aiuto. Anche l'America pensa che si debba fermare la valanga qaedista con cui ha una storia personale. Ma c'è un limite alle alleanze spurie, e in questi caso non si può fare a meno di pensare che esse verrebbero pagate con la moneta di un accordo sul nucleare iraniano.

http://www.fiammanirenstein.com/articol ... =3&Id=3433

Il "Bello" che migliaia di soldati americani sono morti anche a causa degl'infiltrati dall'Iran e dalle armi iraniane ... (Roba da pazzi!)
Per questo motivo Bush aveva lasciato lì 10 mila soldati, proprio per evitare che si disfacesse il Paese ... Ma con Obama ..........[8)]

20/06/2014, 10:42

E non solo .....[8D]



Le armi siriane alimentano la guerra in Iraq


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9,44 KB

Obama per ora non si immischia nel conflitto iracheno e nonostante le forze qaediste dello Stato Islamico della Siria e Levante (ISIS) siano ormai a poche decine di chilometri da Baghdad, ha accantonato per ora l’ipotesi di lanciare incursioni aeree contro i jihadisti per sostenere il traballante esercito iracheno. Washington si limiterà a fornire assistenza “politica e d’intelligence” anche se le esigenze di Baghdad sono molto più concrete come dimostra la richiesta ufficiale di raids aerei formulata ieri dal ministro degli Esteri Hoshyar Zebari.

Sul campo di battaglia le cose vanno male per le truppe irachene. Nonostante qualche contrattacco nell’area di Baqubah e raids di elicotteri a Tikrit e Mosul che sembra puntare soprattutto a distruggere le armi pesanti che l’esercito iracheno in rotta ha lasciato nei giorni scorsi ai qaedisti, che in queste ore puntano ad assumere il controllo della raffineria di Baiji, 210 chilometri a nord di Baghdad. I miliziani sunniti hanno prima distrutto parte delle riserve di petrolio e poi si sono aperti la strada nell'enorme struttura. Secondo le tv panarabe, una parte delle uomini della sicurezza sono fuggiti e i miliziani avrebbero preso il controllo di tre quarti degli impianti. L'esercito iracheno sostiene però di aver respinto l'attacco e di aver ucciso 40 ribelli. Anche più a ovest, verso il confine siriano l’esercito iracheno è in difficoltà dopo aver perso il controllo di Tal Afar, città che il comando iracheno ha annunciato di voler liberare “entro giovedì”.

Sul fronte politico si fa più aspro il confronto tra il governo scita di Nouri al Maliki e le monarchie del Golfo. Riad e gli Emirati Arabi Uniti (che ieri hanno ritirato l’ambasciatore da Baghdad) accusano Maliki di aver condotto negli ultimi tre anni una politica settaria che ha emarginato i sunniti e pretendono un governo “inclusivo” di unità nazionale. La stessa richiesta formulata dalla Casa Bianca, che pure solo un mese or sono si era congratulata con Maliki per la vittoria elettorale che gli assicurava il terzo mandato consecutivo. Baghdad invece accusa senza mezzi termini sauditi ed emirati di sostenere i terroristi dell’ISIS. Un’accusa non nuova che si inserisce nell’ormai evidente confronto militare transnazionale tra sciiti e sunniti ma che in questo caso sembra suffragato anche da fatti concreti come la presenza tra i miliziani dell’ISIS di armi croate comprate l’anno scorso dai sauditi per armare i ribelli siriani, ufficialmente quelli “moderati” dell’Esercito Siriano Libero (ESL).

Come spiega un articolo di Luca Susic sul webmagazine Analisi Difesa che cita fonti serbe e croate, alcune immagini diffuse in rete dall’ISIS non lasciano spazio a dubbi. Molti combattenti dell’ISIS sono armati di lanciagranate RBG-6, i lanciarazzi anti-carro M79 Osa mentre alcuni veicoli montano cannoni senza r******** M60: tutte forniture croate che tra la fine del 2012 e l’anno scorso vennero fatte confluire con un ponte aereo in Giordania per essere distribuite agli insorti impegnati a combattere il regime di Bashar Assad.

Secondo il quotidiano di Zagabria Jutarnji List, il materiale attualmente utilizzato dai qaedisti in Iraq è stato in gran parte inviato in Siria per mezzo di 75 voli civili partiti dall’aeroporto Internazionale di Zagabria. I cargo avrebbero portato circa 3 mila tonnellate di armi e munizioni per un valore di 50 milioni di dollari acquisite con il via libera degli Stati Uniti, interessati ad appoggiare le fazioni siriane “moderate”. Benché Washington non abbia mai ufficialmente fornito armi ai ribelli siriani il coinvolgimento della CIA al flusso clandestino di armamenti agli insorti è stato più volte segnalato da dettagliati reportage dei media statunitensi.

Che ci fanno queste armi in mano all’ISIS? Quanto queste forniture sono servite a destabilizzare il nord Iraq invece che a sconfiggere le truppe di Assad i cui successi sul campo di battaglia si sono moltiplicati negli ultimi mesi? Le risposte plausibili non sono molte. I sauditi potrebbero aver fatto il doppio gioco annunciando aiuti ai militari all’ESL ma fornendoli in realtà alle milizie estremiste tra cui i salafiti di Ahrar al-Sham e l’ISIS. Già nel marzo scorso il blogger inglese Eliot Higgins aveva mostrato sul suo sito internet prove fotografiche secondo cui le armi croate destinate al fronte anti-Assad erano giunte in Iraq e venivano utilizzate dall’ISIS contro le forze governative irachene.

L’Arabia Saudita, in prima linea contro il governo alawita (Sciita) siriano, potrebbe avere tutto l’interesse a mettere in scacco anche gli sciiti al potere a Baghdad. L’operazione potrebbe nascondere anche il doppio gioco di Washington, non a caso restia a farsi coinvolgere nel conflitto, da un lato critica verso Maliki ma pronta ad aprire all’Iran. Improbabile che la CIA non sapesse dove fossero finite le armi croate mentre il sostegno saudita ai ribelli sunniti iracheni non è certo un mistero per nessuno.

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-le- ... q-9515.htm

20/06/2014, 11:44

Ufologo 555 ha scritto:

E non solo .....[8D]



Le armi siriane alimentano la guerra in Iraq


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Obama per ora non si immischia nel conflitto iracheno e nonostante le forze qaediste dello Stato Islamico della Siria e Levante (ISIS) siano ormai a poche decine di chilometri da Baghdad, ha accantonato per ora l’ipotesi di lanciare incursioni aeree contro i jihadisti per sostenere il traballante esercito iracheno. Washington si limiterà a fornire assistenza “politica e d’intelligence” anche se le esigenze di Baghdad sono molto più concrete come dimostra la richiesta ufficiale di raids aerei formulata ieri dal ministro degli Esteri Hoshyar Zebari.

Sul campo di battaglia le cose vanno male per le truppe irachene. Nonostante qualche contrattacco nell’area di Baqubah e raids di elicotteri a Tikrit e Mosul che sembra puntare soprattutto a distruggere le armi pesanti che l’esercito iracheno in rotta ha lasciato nei giorni scorsi ai qaedisti, che in queste ore puntano ad assumere il controllo della raffineria di Baiji, 210 chilometri a nord di Baghdad. I miliziani sunniti hanno prima distrutto parte delle riserve di petrolio e poi si sono aperti la strada nell'enorme struttura. Secondo le tv panarabe, una parte delle uomini della sicurezza sono fuggiti e i miliziani avrebbero preso il controllo di tre quarti degli impianti. L'esercito iracheno sostiene però di aver respinto l'attacco e di aver ucciso 40 ribelli. Anche più a ovest, verso il confine siriano l’esercito iracheno è in difficoltà dopo aver perso il controllo di Tal Afar, città che il comando iracheno ha annunciato di voler liberare “entro giovedì”.

Sul fronte politico si fa più aspro il confronto tra il governo scita di Nouri al Maliki e le monarchie del Golfo. Riad e gli Emirati Arabi Uniti (che ieri hanno ritirato l’ambasciatore da Baghdad) accusano Maliki di aver condotto negli ultimi tre anni una politica settaria che ha emarginato i sunniti e pretendono un governo “inclusivo” di unità nazionale. La stessa richiesta formulata dalla Casa Bianca, che pure solo un mese or sono si era congratulata con Maliki per la vittoria elettorale che gli assicurava il terzo mandato consecutivo. Baghdad invece accusa senza mezzi termini sauditi ed emirati di sostenere i terroristi dell’ISIS. Un’accusa non nuova che si inserisce nell’ormai evidente confronto militare transnazionale tra sciiti e sunniti ma che in questo caso sembra suffragato anche da fatti concreti come la presenza tra i miliziani dell’ISIS di armi croate comprate l’anno scorso dai sauditi per armare i ribelli siriani, ufficialmente quelli “moderati” dell’Esercito Siriano Libero (ESL).

Come spiega un articolo di Luca Susic sul webmagazine Analisi Difesa che cita fonti serbe e croate, alcune immagini diffuse in rete dall’ISIS non lasciano spazio a dubbi. Molti combattenti dell’ISIS sono armati di lanciagranate RBG-6, i lanciarazzi anti-carro M79 Osa mentre alcuni veicoli montano cannoni senza r******** M60: tutte forniture croate che tra la fine del 2012 e l’anno scorso vennero fatte confluire con un ponte aereo in Giordania per essere distribuite agli insorti impegnati a combattere il regime di Bashar Assad.

Secondo il quotidiano di Zagabria Jutarnji List, il materiale attualmente utilizzato dai qaedisti in Iraq è stato in gran parte inviato in Siria per mezzo di 75 voli civili partiti dall’aeroporto Internazionale di Zagabria. I cargo avrebbero portato circa 3 mila tonnellate di armi e munizioni per un valore di 50 milioni di dollari acquisite con il via libera degli Stati Uniti, interessati ad appoggiare le fazioni siriane “moderate”. Benché Washington non abbia mai ufficialmente fornito armi ai ribelli siriani il coinvolgimento della CIA al flusso clandestino di armamenti agli insorti è stato più volte segnalato da dettagliati reportage dei media statunitensi.

Che ci fanno queste armi in mano all’ISIS? Quanto queste forniture sono servite a destabilizzare il nord Iraq invece che a sconfiggere le truppe di Assad i cui successi sul campo di battaglia si sono moltiplicati negli ultimi mesi? Le risposte plausibili non sono molte. I sauditi potrebbero aver fatto il doppio gioco annunciando aiuti ai militari all’ESL ma fornendoli in realtà alle milizie estremiste tra cui i salafiti di Ahrar al-Sham e l’ISIS. Già nel marzo scorso il blogger inglese Eliot Higgins aveva mostrato sul suo sito internet prove fotografiche secondo cui le armi croate destinate al fronte anti-Assad erano giunte in Iraq e venivano utilizzate dall’ISIS contro le forze governative irachene.

L’Arabia Saudita, in prima linea contro il governo alawita (Sciita) siriano, potrebbe avere tutto l’interesse a mettere in scacco anche gli sciiti al potere a Baghdad. L’operazione potrebbe nascondere anche il doppio gioco di Washington, non a caso restia a farsi coinvolgere nel conflitto, da un lato critica verso Maliki ma pronta ad aprire all’Iran. Improbabile che la CIA non sapesse dove fossero finite le armi croate mentre il sostegno saudita ai ribelli sunniti iracheni non è certo un mistero per nessuno.

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-le- ... q-9515.htm


i ribelli siriani e i qaedisti iraqueni
sono gli stessi..
scoperta dell'acqua calda..

ma avete sentito obama?

"non c immischiamo nei fatti interni iracheni"....

in pratica ha legittimato i terroristi qaedisti..
è tutto un disegno per smembrare l'iraq..
e i giornalisti copia e incolla,
senza esprimere uno straccio di opinione..

io fossi maliki,
non accetterei i 300 specialisti
che manda in aiuto obama,
quelli sono lì per passare informazioni ai qaedisti..
sicuro..
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