15/07/2014, 15:23
Maniscalco ha scritto:robs79 ha scritto:
Tanti saluti,ripassati il termine "RAZZISTA" e cos'è il nazionalsocialismo.
RAZZISTA
Il termine razzismo, nella sua definizione più semplice, si riferisce ad un'idea, spesso preconcetta[1] e comunque scientificamente errata[2], come dimostrato dalla genetica delle popolazioni e da molti altri approcci metodologici, che la specie umana (la cui variabilità fenotipica, l'insieme di tutte le caratteristiche osservabili di un vivente, è per lo più soggetta alla continuità di una variazione clinale) possa essere suddivisibile in razze biologicamente distinte, caratterizzate da diverse capacità intellettive, valoriali o morali, con la conseguente convinzione che sia possibile determinare una gerarchia secondo cui un particolare, ipotetico, raggruppamento razzialmente definito possa essere definito superiore o inferiore a un altro.
NAZIONALSOCIALISMO
Il nazionalsocialismo o nazismo è un'ideologia di estrema destra che ha avuto la propria massima diffusione in Europa, nella prima metà del XX secolo.[1] Si caratterizza per una visione nazionalista radicale, populista, xenofoba, razzista, anticomunista e totalitaria[2]. Nacque subito dopo la prima guerra mondiale in Germania.
15/07/2014, 15:24
robs79 ha scritto:Thethirdeye ha scritto:
Noi scriviamo contro gli Israeliani? Noi chi Robs???....
Non mi pare che ci siano interventi che auspicano la cancellazione di un popolo.
O mi sbaglio?
Io ho auspicato la cancellazione di 2 popoli non di 1 e non sono l'unico ad averlo fatto.
Ciononostante viene usata la parola "giudeo" in termine dispregiativo e razzista ma viene tollerata vero?
2 pesi e 2 misure,solita roba
15/07/2014, 15:27
Thethirdeye ha scritto:
Io non ho ancora riletto i post precedenti. Tuttavia, il fatto che qualcuno abbia,
QUALORA FOSSE, detto cose fuori posto, NON autorizza te (proprio te Robs),
a violare il Regolamento del Forum.
Comprendi?
15/07/2014, 15:32
15/07/2014, 15:35
Non ho mai sperato che l'intera popolazione ARABA o EBRAICA sparissero dalla faccia della terra!!!!Io ho detto che combattere per una questione religiosa è una idiozia talmente grossa che chi lo fa dovrebbe scomparire!!!
15/07/2014, 15:45
15/07/2014, 16:03
15/07/2014, 16:14
Ufologo 555 ha scritto:
(Comincia tu a non scrivere fesserie cubitali ...)
15/07/2014, 16:21
15/07/2014, 16:35
Ufologo 555 ha scritto:
Con Barionu, le sue lettere ... cubitali (per fare colpo)
15/07/2014, 16:36
La guerra dell’Acqua: come Israele tiene al cappio la Palestina
di Francesco Benedetti - 15/07/2014
In Palestina c’è una guerra che non finisce nei servizi televisivi. Una guerra che fa più morti dei missili lanciati sulle case di Gaza. E’ la guerra dell’Acqua, il conflitto per il controllo di una delle risorse più preziose del medio oriente. Quello che è stato definito “l’oro blu” della Palestina proviene da due uniche sorgenti: il fiume giordano e una rete di falde sotterranee chiamate “montagne acquifere”. Nel corso dei decenni Israele ha trovato il sistema di controllarle entrambe: il primo annettendosi il corso del fiume a monte, le seconde colonizzando le aree fertili e prospicienti le sorgenti con i suoi kibbuz.
In occidente non abbiamo una visione chiara di cosa questo significhi, vivendo per la maggior parte in condizioni di sovrabbondanza d’acqua. Ma se si pensa che i palestinesi hanno a disposizione una quantità di acqua potabile che è tra le più basse del mondo e ben al di sotto della soglia di carenza assoluta, forse è possibile farsi un’idea di quanto sia importante per israele controllare le risorse idriche e poter così applicare una continua pressione politica, economica e sociale sui palestinesi.
Lo squilibrio nell’accesso all’oro blu fa si che in Cisgiordania, ad esempio, i coloni israeliani consumino nove volte il quantitativo di acqua consumato dai palestinesi. E stiamo parlando della stessa regione geografica, cosiddetta West Bank. I coloni israeliani, proprietari del 17% dei pozzi, estraggono più della metà delle riserve a disposizione, potendo raggiungere per legge delle falde poste ad una profondità alla quale i pozzi palestinesi non possono (sempre per legge) arrivare. Ne consegue che l’agricoltura palestinese possa attingere all’acquedotto solo per il 10%. Il restante novanta sopravvive raccogliendo acqua piovana o acquistando, a prezzi esosi, la stessa acqua pompata via dagli israeliani, e rivenduta agli arabi da compagnie private.
Questa cronica carenza ha portato i palestinesi a disfarsi progressivamente delle terre arabili della West Bank. Ad oggi i coloni israeliani controllano l’86% delle terre arabili, gli arabi il 6%. Il resto della terra fertile ricade sotto la zona militarizzata o prospiciente il muro di cinta che circonda la Cisgiordania, e quindi rimane off limits per gli agricoltori. I contadini esasperati che costruiscono pozzi abusivi vedono le loro pompe distrutte, anche quando queste sono finanziate dall’Unione Europea o da altri enti internazionali riconosciuti da Israele.
Nella striscia di Gaza la situazione è anche più critica: a causa dei continui danneggiamenti operati dai bombardamenti israeliani, la rete idrica è al collasso. Oltre a questo, pure nella”ribelle” Gaza gli ebrei riescono a pompare via tutta l’acqua che possono, inaridendo le falde ed aumentando la salinità dell’acqua, ormai quasi del tutto contaminata e imbevibile.
Questo stato di cose è sancito, con la benedizione delle grandi potenze, da un vero e proprio contratto, incluso negli Accordi di Oslo. Secondo le clausole contenute nel documento, ai palestinesi sono stati assegnati 118 milioni di metri cubi di acqua l’anno da tre falde acquifere tramite perforazione, pozzi agricoli, sorgenti e precipitazioni.
Lo stesso accordo ha assegnato ad Israele 483 milioni di metri cubi dalle stesse risorse. Un accordo capestro che vizia ogni confronto tra Ramallah e Tel Aviv, e che permette agli ebrei di fare il bello e il cattivo tempo in una terra dalla quale avrebbero dovuto ritirarsi per sempre da almeno vent’anni.
http://www.ariannaeditrice.it/articolo. ... colo=48897
15/07/2014, 19:19
15/07/2014, 23:56
16/07/2014, 00:00
Atlanticus81 ha scritto:
Qualcosa che forse non tutti sanno... e che forse è bene sapere.La guerra dell’Acqua: come Israele tiene al cappio la Palestina
di Francesco Benedetti - 15/07/2014
In Palestina c’è una guerra che non finisce nei servizi televisivi. Una guerra che fa più morti dei missili lanciati sulle case di Gaza. E’ la guerra dell’Acqua, il conflitto per il controllo di una delle risorse più preziose del medio oriente. Quello che è stato definito “l’oro blu” della Palestina proviene da due uniche sorgenti: il fiume giordano e una rete di falde sotterranee chiamate “montagne acquifere”. Nel corso dei decenni Israele ha trovato il sistema di controllarle entrambe: il primo annettendosi il corso del fiume a monte, le seconde colonizzando le aree fertili e prospicienti le sorgenti con i suoi kibbuz.
In occidente non abbiamo una visione chiara di cosa questo significhi, vivendo per la maggior parte in condizioni di sovrabbondanza d’acqua. Ma se si pensa che i palestinesi hanno a disposizione una quantità di acqua potabile che è tra le più basse del mondo e ben al di sotto della soglia di carenza assoluta, forse è possibile farsi un’idea di quanto sia importante per israele controllare le risorse idriche e poter così applicare una continua pressione politica, economica e sociale sui palestinesi.
Lo squilibrio nell’accesso all’oro blu fa si che in Cisgiordania, ad esempio, i coloni israeliani consumino nove volte il quantitativo di acqua consumato dai palestinesi. E stiamo parlando della stessa regione geografica, cosiddetta West Bank. I coloni israeliani, proprietari del 17% dei pozzi, estraggono più della metà delle riserve a disposizione, potendo raggiungere per legge delle falde poste ad una profondità alla quale i pozzi palestinesi non possono (sempre per legge) arrivare. Ne consegue che l’agricoltura palestinese possa attingere all’acquedotto solo per il 10%. Il restante novanta sopravvive raccogliendo acqua piovana o acquistando, a prezzi esosi, la stessa acqua pompata via dagli israeliani, e rivenduta agli arabi da compagnie private.
Questa cronica carenza ha portato i palestinesi a disfarsi progressivamente delle terre arabili della West Bank. Ad oggi i coloni israeliani controllano l’86% delle terre arabili, gli arabi il 6%. Il resto della terra fertile ricade sotto la zona militarizzata o prospiciente il muro di cinta che circonda la Cisgiordania, e quindi rimane off limits per gli agricoltori. I contadini esasperati che costruiscono pozzi abusivi vedono le loro pompe distrutte, anche quando queste sono finanziate dall’Unione Europea o da altri enti internazionali riconosciuti da Israele.
Nella striscia di Gaza la situazione è anche più critica: a causa dei continui danneggiamenti operati dai bombardamenti israeliani, la rete idrica è al collasso. Oltre a questo, pure nella”ribelle” Gaza gli ebrei riescono a pompare via tutta l’acqua che possono, inaridendo le falde ed aumentando la salinità dell’acqua, ormai quasi del tutto contaminata e imbevibile.
Questo stato di cose è sancito, con la benedizione delle grandi potenze, da un vero e proprio contratto, incluso negli Accordi di Oslo. Secondo le clausole contenute nel documento, ai palestinesi sono stati assegnati 118 milioni di metri cubi di acqua l’anno da tre falde acquifere tramite perforazione, pozzi agricoli, sorgenti e precipitazioni.
Lo stesso accordo ha assegnato ad Israele 483 milioni di metri cubi dalle stesse risorse. Un accordo capestro che vizia ogni confronto tra Ramallah e Tel Aviv, e che permette agli ebrei di fare il bello e il cattivo tempo in una terra dalla quale avrebbero dovuto ritirarsi per sempre da almeno vent’anni.
http://www.ariannaeditrice.it/articolo. ... colo=48897
16/07/2014, 01:45
Thethirdeye ha scritto:
La manipolazione mediatica delle notizie sulla guerra a Gaza....
http://www.informarexresistere.fr/2014/ ... ra-a-gaza/
shighella ha scritto:
Come si diceva sopra, non è una guerra, ma un tiro al bersaglio con tanto di pubblico applaudente ad ogni target colpito
barionu ha scritto:
Ecco , la prima cosa da capire è che le RELIGIONI a Gaza sono una scusa .
I fattori scatenanti sono ben altri !