Yara Gambirasio. Letizia Bossetti aggredita e picchiata da imbecilli armati e aizzati dai soliti media... 
Ora sappiamo che da tempo Letizia Bossetti, gemella dell'uomo isolato in carcere perché accusato di aver ucciso la piccola Gambirasio, era sottoposta a ogni genere di intimidazione. Nessun media ne ha mai parlato, nessuno si è mai mobilitato in suo favore, ma ci sono denunce con relativi referti ospedalieri a confermare le vessazioni verbali subite da ignoti capaci di offendere ma privi del coraggio di qualificarsi per nome. E se fino al 17 settembre nessuno aveva superato i limiti estremi della violenza, anche se offendere e far trovare pagine di giornale in cui si dà dell'assassino al fratello significa comunque infierire ingiustamente su un essere umano e passare i limiti imposti dalla società civile e dalla legge, ora che qualcuno l'ha attesa nel garage dei genitori e approfittando del luogo isolato l'ha malmenata, tanto da farla svenire e ricorrere alle cure dei medici, i limiti si sono oltrepassati di tanto. Perché?
Ciò che appare strano è che a fronte di referti che parlano di calci sulla pancia, che certamente non s'è data da sola, certi servizi giornalistici, mi riferisco in primis a quello di Enrico Fedocci mandato in onda dalle reti Mediaset, abbiano dato la notizia abusando di un improprio condizionale inserendo tanti, troppi, "sembrerebbe che", quasi a voler influenzare il suo affezionato pubblico ponendo dubbi sul fatto che l'aggressione sia realmente avvenuta. Pensare che davvero poco il condizionale è stato utilizzato quando si è trattato di dare in pasto al pubblico le tante indiscrezioni buone solo a far apparire colpevole Massimo Bossetti e la sua famiglia che, per come han scritto in tanti, sa del delitto commesso dal loro congiunto e ugualmente lo difende.E far intendere che in famiglia tutti siano d'accordo è facile, basta scrivere, o dire nei servizi televisivi, che ci sono intercettazioni in cui la madre dice al figlio:
Massimo i carabinieri hanno capito tutto. Cliccando su queste parole troverete tantissimi articoli provenienti da testate nazionali. Tutti sono riferibili all'indiscrezione portata al pubblico televisivo da Enrico Fedocci, lo stesso che ha infarcito di condizionali il servizio sull'aggressione subita da Letizia Bossetti. Ma si sa, è difficile fare informazione in maniera diversa da quella imparata. Però la notizia dell'agguato è vera, come lo sono le botte prese da Letizia Bossetti e le denunce da lei presentate. Quindi non si può parlare di un ipotesi di reato ma di un fatto certo, un fatto criminale accaduto anche a causa del tartassamento continuo operato chirurgicamente da chi lavora per i media (solo per i media?), ad iniziare dai suddetti giornalai che il sangue altrui ha fatto diventare famosi (giornalisti pare francamente un termine eccessivo) per passare agli opinionisti bisognosi di riflettori, ai direttori di certe trasmissioni e di certi settimanali scandalistici che necessitano di "morti ammazzati" e indiziati a cui fare "un'autopsia della vita privata" per vendere e mantenere la scrivania. La pubblicità, si sa, è l'anima del commercio. Perciò non è difficile pensare come i media, a forza di accusare senza alcuna logica, abbiano fatto da molla scatenante per gli imbecilli che si sono sentiti autorizzati a picchiare una donna senza alcun vero motivo. E ribadisco: hanno picchiato una donna. Non che serva il massimo del coraggio per compiere un gesto del genere! Quelle botte e quei calci dimostrano, se mai servisse una conferma, che il potere di chi impropriamente lavora per i miseri media attuali non ha limiti.
Dimostrano, purtroppo, che a certe persone non importa nulla dell'essere umano che vive al di fuori dei loro piccoli confini, bancari amicali e familiari. La vita altrui, anche quella di chi ora li venera credendone il "Verbo" (che un domani potrebbero diventare un nuovo bersaglio buono per riempire maggiormente il loro conto bancario), è solo un fattore relativo da sviscerare fino al midollo ma non da tenere in considerazione in quanto tale. Per chi tiene la mente chiusa nel portafoglio, accanto ai bigliettoni che gli editori elargiscono a chi sfrutta il dolore altrui per fare un buon incasso, noi siamo solo numeri da ammassare uno sull'altro per alzare lo share e aumentare gli introiti personali. E nessuno se ne lamenta. Nessuna giustizia pone un limite ai guru dell'informazione. Forse perché avere l'appoggio dell'opinione pubblica aiuta e serve:
A) Ad aumentare la credibilità degli ormai soliti e noti professionisti pubblicizzati perché illuminati dai fari mediatici. Anche di quelli che vogliono si acquisti a scatola chiusa lo scoop del momento, così che la persona comune apra il borsellino per farli vivere agiatamente.
B) Per dar voce all'emotività del popolo, così che la logica venga sommersa da notizie gossip e si rinforzi l'aria nazional-colpevolista a fronte di una ricostruzione inaffidabile portata da chi accusa. E che anche i giudici siano parte dell'opinione pubblica e subiscano i media, si capisce facilmente quando condannano l'imputato stravolgendo a loro piacimento la ricostruzione e il movente portato dal pubblico ministero (vedi Parolisi in ben due occasioni).
Purtroppo la pubblicità che offrono la televisione e la stampa fa sentire tutti sicuri e invincibili, fa sentire padroni di una verità mediatica che in realtà non esiste. Quella verità che accusa e informazione cantano in coro arroccati sulla loro isola, quella delle sirene mediatiche che convincono a comprare un prodotto anziché un altro. Quella verità che si ascolta volentieri perché colpisce la parte poco utilizzata del cervello, la parte che ricerca il "piacere" che lo stress della vita quotidiana non manda in circolo. E' quella verità data per assodata e certa che inserita nel cervello di persone ignoranti ha armato le loro mani e i loro piedi convincendoli a colpire Letizia Bossetti, chi troppo spesso ha affermato che suo fratello è innocente.
Che alcuni media siano i primi responsabili dell'aggressione è sicuro, e spiace ascoltare verbi al condizionale anziché parole di scusa. Ma in fondo si sa che non tutti hanno la giusta personalità, quella che serve per mostrarsi superiori e capaci di fare un "mea culpa". Forse fra qualche giorno ci sarà chi si vergognerà e farà autocritica, chi ammetterà che l'informazione ancora una volta ha esagerato e creando un mostro, che al momento mostro è solo nelle fantasie mediatiche, ha aizzato il popolo. Ma sarà, come sempre, il contentino del momento che non avrà seguito perché surclassato dal nuovo mostro che presto verrà. Nessuno di loro farà una vera propaganda antimediatica, nessuno vi chiederà di tapparvi le orecchie e mai vi rileggerà l'Odissea dicendovi di essere accorti come lo fu Ulisse...
[i][b]“Giungerai per prima cosa dalle Sirene che incantano tutti gli uomini che passano loro vicino. Chi senza saperlo si accosta e ode la voce delle Sirene non torna più a casa, i figli e la sposa non gli si stringono intorno festosi. Le Sirene lo stregano con il loro canto soave, sedute sul prato; intorno cumuli d’ossa di uomini imputriditi”.[/b][/i]
[align=right]Source:
Volandocontrovento - il blog d... e aizzati dai soliti media... [/align]