07/11/2014, 21:29
07/11/2014, 21:47
cluster ha scritto:
Purtroppo bisogna combattere chi diffonde terrore e paure, senza nemmeno sapere di cosa parlano.
07/11/2014, 23:47
09/11/2014, 14:51
09/11/2014, 16:16
09/11/2014, 16:59
Thethirdeye ha scritto:
L`ebola? Ecco la versione degli abitanti del Ghana
http://www.energytraining.it/ebola/
mauro ha scritto:
caro TTE,
L'avevo messo ,in inglese, qualche topic fa
http://www.fourwinds10.net/siterun_data ... 1413908374
forse do per scontato che lo leggano col traduttore, o almeno lo leggano![]()
09/11/2014, 17:39
zakmck ha scritto:
Va bene ragazzi, ma dire che l'epidemia di ebola e' stata causata non significa dire che l'epidemia non esiste.
09/11/2014, 18:45
Thethirdeye ha scritto:zakmck ha scritto:
Va bene ragazzi, ma dire che l'epidemia di ebola e' stata causata non significa dire che l'epidemia non esiste.
Caro zak.. io non ho mai detto che non esiste.
La cosa che banalmente viene da domandarsi è:
se è stata causata... sarà possibile anche controllarla?
E ancora: perché gli occidentali che l'hanno contratta sono guariti mentre gli africani continuano a morire?
24/11/2014, 14:52
24/11/2014, 17:00
01/12/2014, 18:06
Ebola, ancora alti i rischi della diffusione del virus
Il rischio che l’epidemia di ebola in Africa occidentale si diffonda in altre parti del mondo è ancora alto. A parlare è Tony Banbury, il responsabile delle missione dell’Onu contro ebola, raggiunto dalla Bbc a Freetown, in Sierra Leone, uno dei paesi maggiormente colpiti dall’epidemia, dove si continua a scavare per creare nuove tombe. Il bilancio di ebola infatti continua a peggiorare: quasi 7000 i morti in Sierra Leone, Guinea e Liberia, dove le infezioni hanno ormai superato i 16 mila casi.
Lo scopo che Banbury si era prefisso di raggiungere entro oggi, 1 dicembre, ad ottobre, è solo parzialmente raggiunto. Il responsabile della missione aveva infatti detto che se si fosse voluto arrestare l’epidemia a breve, facendone diminuire l’avanzata, entro oggi avremmo dovuto avere il 70% delle persone infettate in trattamento e il 70% delle vittime sepolte in maniera sicura (infatti, secondo l’Oms, almeno il 20% delle infezioni avviene durante le sepolture). Ma se in alcune zone l’obiettivo è stato raggiunto, in altre – come la stessa Freetown – è ancora lontano: “Ed è in questi posti che abbiamo davvero bisogno di concentrare le nostre attività e le nostre capacità “. Anche per scongiurare il rischio di diffusione della malattia non solo nelle regioni limitrofe: “Qualcuno potrebbe salire su un aereo per l’Asia, l’America Latina, il Nord America o l’Europa …è per questo che è così importante scendere a zero casi di ebola il più rapidamente possibile”.
Nel frattempo, nella mattinata, è stato diffuso l’ultimo bollettino riguardante il caso del paziente italiano ricoverato allo Spallanzani. La prognosi, fanno sapere dall’ospedale, continua a essere riservata, ma al momento le condizioni generali del medico di Emergency – trattato con plasma di persone sopravvissute all’infezione, e contenenti per questo anticorpi contro il virus – è leggermente peggiorato (anche se, scrivono dallo Spallanzani: “Il paziente è facilmente contattabile, autosufficiente, risponde a tono alle domande poste. Respira spontaneamente. Normale la funzione renale, ed in miglioramento i valori delle transaminasi”.) Nel frattempo arriva anche la notizia che proprio sul plasma dei convalescenti, che l’Oms ha individuato come priorità terapeutica, indagheranno le ricerche finanziate dalla fondazione di Bill e Melinda Gates.
04/12/2014, 05:39
04/12/2014, 08:39
05/12/2014, 01:20
India, superbatterio killer dei neonati
04 dicembre 201421.43 Un'epidemia mortale, che potrebbe avere implicazioni globali, ha colpito l'India, causando la morte di migliaia di neonati, ben 58mila, stando a quanto scrive il New York Times, che ha pubblicato uno studio di medici indiani. I bimbi sarebbero nati con infezioni resistenti alla maggior parte degli antibiotici, e questo potrebbe accrescere la mortalità infantile nel Paese, dove si verificano un terzo dei decessi neonatali del mondo. Batteri simili a quelli indiani sono già stati individuati in Giappone, Francia, Oman e Usa.