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MessaggioInviato: 03/12/2014, 18:17 
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Grandi lavori in corso per l'aggiornamento della rampa di lancio che lancerà un giorno i razzi SLS (Space Launch System) della NASA. Questa è la torre di lancio creata in origine per i Ares V del programma Constellation, ed ora in fase di aggiornamento.
I SLS saranno i più grandi e potenti razzi mai creati ma saranno anche molto più versatili degli attuali, dato che saranno modulari ed adattabili di volta in volta alle necessità del lancio. Ma questo richiederà anche una rampa di lancio del tutto nuova.
[Adrian]

..vettori x tutte le esigenze,almeno si spera............................[;)]


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[8)]



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MessaggioInviato: 04/12/2014, 14:43 
Come si dice nel caso dei computer: hai provato a spegnerlo e riaccenderlo? Ecco. E' più o meno quello che provano a fare ora gli ingegneri della NASA e ULA (United Launch Alliance) con il razzo Delta IV Heavy per quanto riguarda alcune valvole che non funzionano come previsto.
Aggiornamento Orion: Fermi tutti di nuovo per una valvola che non si è chiusa bene. Risoluzione del problema in corso. Orion ferma a terra ancora un po'. La finestra di lancio di oggi dura ancora 1 ora e 15 minuti.
notizie link2universe

tutto questo a poco dal lancio,ma se queste sono le prospettive...........[;)]


Ultima modifica di ubatuba il 04/12/2014, 15:09, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 04/12/2014, 15:14 
... te l'ho detto: risiamo agli anni '60! E con le "capsule" tipo Gemini e Apollo ... [8)]
(Poi mi vengono a parlare di TR-3b e fesserie del generere. Questo potrà essere il caccia del futuro: un F-22 con le ali .. a delta! Il progresso è lento ..) [^]

Fine O.T.



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MessaggioInviato: 04/12/2014, 15:27 
Infatti ...
E' una notizia vecchia ma è giusto rispolverarla per far comprendere come sia difficile una missione umana verso Marte e vivere in un suo avamposto. Il 31 maggio 2014 la Nasa ha “quasi” spento ogni speranza di una missione umana su Marte. I ricercatori Usa hanno infatti accertato che gli astronauti che si imbarcassero alla volta del Pianeta Rosso assorbirebbero durante il viaggio la dose massima possibile di radiazioni cosmiche. Per non parlare di quelle da cui sarebbero bombardati una volta arrivati e sbarcati sulla superficie.
È quanto emerge dallo studio pubblicato su Science in base alle misure effettuate dalla sonda “Mars Science Laboratory”, decollata nel 2011 e atterrato dopo 253 giorni a fine agosto 2012.
Dalle misurazioni fatte dei livelli di radazioni durante i 560 milioni di km percorsi in 253 giorni per raggiungere Marte, risulta che gli astronauti sarebbero esposti all’equivalente di una Tac completa ogni 5-6 giorni, ha spiegato Cary Zeitlin, uno dei scienziati della missione della Nasa che hanno reso noti i dati dello studio. Dati che, ha sottolineato il fisico tedesco Robert Wimmer-Schweingruber, un altro degli autori della ricerca,che non mostrano che una missione umana su Marte sia impossibile, ma sottolineano quanto sarebbe complicato realizzarla. In passato i livelli di radiazione su Marte erano stati calcolati in base a modelli, ma questa volta il Mars Science Laboratory ha usato per la prima volta della misurazioni effettive.
Ulteriori misure si rendono necessarie ma c’è tempo. La prima missione umana alla volta di Marte - sempre che i fondi della Nasa non saltino - è prevista non prima del 2030 con una nave spaziale Orion che oggi avrà il suo battesimo dello spazio.

https://www.facebook.com/pages/Pianeta- ... 94?fref=nf




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Siamo indietro di quasi 50 anni ....[8)]


Ultima modifica di Ufologo 555 il 04/12/2014, 15:29, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 04/12/2014, 17:20 
il primo lancio di prova della capsula spaziale orion che dovrebbe portare prossimamente i primi uomini su marte,e' stato rinviato a domani,a causa di inconvenienti tecnici e pure x il forte vento che spirava nella zona,la capsula impiegherebbe 4 ore compresi 2 giri attorno alla terra,x poi ammarare al largo della california............... [;)] [;)]


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Vedi ...? siamo ancora con i "soliti" problemi tecnici e ... del mal tempo! [^]





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Ultima modifica di Ufologo 555 il 04/12/2014, 19:39, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 04/12/2014, 19:46 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Vedi ...? siamo ancora con i "soliti" problemi tecnici e ... del mal tempo! [^]





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[:D]


da quel ke so ,problemi a valvole........................ [;)]


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MessaggioInviato: 04/12/2014, 19:49 
.. o allo ... spinterogeno! [^]



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MessaggioInviato: 04/12/2014, 23:54 
Rinviato il primo volo di Orion nello Spazio
di Emanuele Menietti – @emenietti
A causa di problemi tecnici, la NASA ha spostato a venerdì la partenza da Cape Canaveral della sua nuova capsula spaziale, che un giorno porterà i primi astronauti su Marte

Dopo numerose sospensioni del conto alla rovescia per forte vento e poi per cause tecniche, la NASA ha deciso di rimandare a venerdì mattina il primo test nello spazio del suo nuovo sistema di trasporto Orion, che un giorno neanche troppo lontano dovrebbe portare i primi esseri umani su un asteroide e in seguito su Marte. Il lancio era previsto per le 13:05 (ora italiana) e i tecnici avevano a disposizione 2 ore e 39 minuti per posticiparlo, ma il malfunzionamento di alcune valvole nel sistema di propulsione ha complicato le cose e infine indotto la NASA a rinviare a venerdì 5 dicembre la partenza, sempre alle 13:05 (ora italiana). Il volo spaziale servirà per testare le strumentazioni di Orion, verificare la loro affidabilità e la solidità del suo scudo termico per il rientro controllato sulla Terra, attraverso un rovente passaggio nell’atmosfera a oltre 2.200 °C.

NASA
Il progetto per la realizzazione di un sistema adattabile a diverse missioni spaziali con esseri umani è il più ambizioso realizzato dalla NASA negli ultimi anni, dopo il pensionamento degli Shuttle nel 2011 e i cospicui tagli decisi al settore decisi dal governo statunitense. Da qualche anno quindi la NASA non dispone di un proprio sistema di trasporto per i suoi astronauti, né in orbita né verso lo Spazio profondo. Per quanto riguarda i viaggi orbitali, che permettono per esempio agli astronauti di raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), la NASA sta facendo affidamento sulle Soyuz russe in attesa che le società private con cui collabora sviluppino capsule adatte allo scopo. In questo modo i ricercatori dell’ente spaziale si sono potuti concentrare sulle esplorazioni con esseri umani oltre l’orbita terrestre, cosa che non veniva fatta dalla fine delle missioni Apollo, che permisero agli Stati Uniti di portare i primi astronauti sulla Luna tra gli anni Sessanta e Settanta. Orion un giorno potrà essere comunque usato anche per i voli verso la ISS, se necessario.

Orion
Il progetto Orion va avanti da più di dieci anni: fu avviato nel 2004 dall’allora presidente degli Stati Uniti George W. Bush, in parte in reazione al disastroso incidente dello Shuttle Columbia che si era disintegrato un anno prima mentre rientrava sulla Terra con sette astronauti a bordo. L’obiettivo era realizzare una soluzione più sicura nell’ambito di una profonda revisione delle priorità legate all’esplorazione spaziale. Con il nome “Orion Crew Exploration Vehicle”, il sistema di trasporto faceva parte dei piani contenuti nel programma spaziale Constellation, che prevedeva il suo utilizzo per rifornire la ISS e per tornare un giorno sulla Luna. Constellation fu cancellato nell’ottobre del 2010, la strategia fu ripensata ancora una volta e dalle ricerche e i progressi ottenuti fino ad allora nacque l’attuale programma per Orion.

Com’è fatto
Orion è costituto da diverse parti e moduli, ma alla base il suo principio di funzionamento è simile a quello degli Apollo e delle Soyuz. Il modulo dell’equipaggio, cioè la capsula spaziale vera e propria, è a forma di tronco di cono ed è racchiusa in un involucro più grande per essere protetta durante il lancio: la sua base ha un diametro di 5 metri e l’altezza complessiva del modulo è di 3,3 metri per una massa totale intorno alle 8,5 tonnellate. Può ospitare fino a sei astronauti, quindi il doppio rispetto al modulo utilizzato nelle missioni Apollo, e ha numerose strumentazioni per rendere più semplice e sicuro il suo controllo durante le fasi di volo.

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Attaccato sul fondo della capsula c’è il modulo di servizio, di forma cilindrica e più corto e leggero. La sua funzione è di fornire risorse essenziali al modulo principale, come energia elettrica per alimentare i sistemi di bordo e l’ossigeno per gli astronauti. Il modulo di servizio di Orion è una versione modificata del sistema di trasporto ATV usato dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) per portare materiali sulla ISS. E proprio all’ESA spetta parte dello sviluppo del modulo, ancora in corso per quanto riguarda molte delle tecnologie che porterà con sé nei viaggi spaziali di Orion.
Sulla sommità dell’involucro che protegge al lancio i due moduli c’è un sistema di sicurezza per annullare il lancio, simile a quello impiegato sulle Soyuz. Si tratta di una torretta su cui sono collocati alcuni propulsori, che possono essere attivati per fare separare Orion dai grandi razzi che vengono usati per mandarlo in orbita: se qualcosa va storto al lancio, la torretta proietta la capsula a debita distanza per mettere al sicuro l’equipaggio.

Lanciatore
Il vero e proprio lanciatore, cioè l’insieme di razzi che viene collocato al di sotto di Orion per mandarlo nello Spazio, ancora non esiste ed è in fase di costruzione. Si chiama Space Launch System (SLS) e quando sarà completato sarà il lanciatore più potente mai realizzato nella storia delle esplorazioni spaziali, dice la NASA. Esisteranno diversi modelli di STS con capacità differenti a seconda delle necessità. L’idea di base, comune a tutti, è avere un elemento centrale costituito da un enorme serbatoio per alimentare i razzi alla sua base, al quale sono collegati due razzi ausiliari (booster) per fornire ulteriore spinta durante le prime fasi di lancio. Raggiunta una certa altitudine i due booster laterali si separano, come avveniva durante il lancio degli Shuttle, e il viaggio per Orion prosegue grazie alla spinta dell’elemento centrale.
Il primo volo con una versione di SLS è prevista per la fine del 2018 nell’ambito della Exploration Mission 1, che servirà per testare l’affidabilità del lanciatore. La missione durerà 7 giorni e l’obiettivo sarà spingere Orion fino alla Luna, girandole intorno, per poi tornare sulla Terra. Molte delle specifiche della missione, comprese le strumentazioni, sono ancora in fase di definizione. Per Orion, l’Exploration Mission 1 dovrebbe essere il secondo test dopo quello di domani e sarà realizzato senza astronauti a bordo.

Il lancio di domani
Non essendo ancora disponibile l’SLS, per il lancio di venerdì 5 dicembre la NASA utilizza uno United Launch Alliance Delta IV Heavy, il razzo più grande disponibile a oggi negli Stati Uniti con un’altezza intorno ai 70 metri. È dotato di tre motori RS-68 in grado di produrre una spinta sufficiente per sollevare dal suolo la massa complessiva di 740 tonnellate costituita da Orion e dal lanciatore stesso. Il lancio avverrà alle 13:05 (ora italiana) o nelle 2 ore e 39 minuti successivi, la finestra temporale calcolata dalla NASA in caso di ritardi nella preparazione o a causa delle condizioni meteo. Orion partirà dallo Space Launch Complex 37 di Cape Canaveral, la principale base a terra della NASA, sottoposta a diverse modifiche per aggiornarla alle nuove esigenze dei voli spaziali gestiti dai privati per conto dell’ente spaziale.

I booster laterali si separeranno 4 minuti dopo il lancio quando avranno esaurito il carburante e quindi la loro capacità di spingere Orion, che continuerà l’ascesa insieme al secondo stadio grazie alla spinta del più grande booster centrale, che si separerà dopo altri 90 secondi per tornare sulla Terra, come avranno già fatto i razzi ausiliari. Da qui in poi il viaggio proseguirà solo per Orion, alla cui base è collegato il secondo stadio con un altro sistema di razzi. L’involucro che ha protetto la capsula spaziale e il modulo di servizio (per ora simulato, perché l’ESA lo sta ancora costruendo) si separerà, lasciando esposto per la prima volta Orion all’ambiente spaziale.

Oltre la fascia
A poco meno di 18 minuti dal lancio e in un’orbita a 800 chilometri circa dalla Terra, il secondo stadio si accenderà per spingere Orion a 5.800 chilometri di distanza dal nostro pianeta, oltre la fascia di van Allen, la ciambella di particelle cariche trattenute dal campo magnetico terrestre e che contribuiscono a proteggerci da parte dell’attività solare. Sarà un momento molto importante per testare la sicurezza e la tenuta degli strumenti di Orion, che si troverà a una distanza dalla Terra 15 volte superiore rispetto a quella della Stazione Spaziale Internazionale. Gli strumenti inseriti all’interno del modulo dell’equipaggio misureranno la quantità di radiazioni, per accertarsi che l’ambiente sia sicuro a sufficienza per gli astronauti, quando inizieranno a viaggiarci sopra.
Rientro e recupero
Dopo 3 ore e 23 minuti, il secondo stadio si separerà da Orion e avverrà anche la separazione tra il modulo dell’equipaggio e quello (per ora fittizio) di servizio. La capsula spaziale farà manovra per tornare sulla Terra ed eseguirà automaticamente le procedure necessarie per orientare il suo scudo termico e prepararsi al turbolento rientro. L’impatto con l’atmosfera avverrà alla velocità di 8.900 chilometri all’ora e Orion dovrà affrontare l’80 per cento circa del calore che si svilupperà quando effettuerà in futuro rientri a pieno carico. Circondato dal plasma (gas ionizzato), per due minuti e mezzo Orion non invierà più dati al suolo: quando tornerà a farsi sentire sarà tempo di aprire i paracadute per rallentare la caduta e garantire un tuffo non troppo traumatico nell’Oceano Pacifico al largo della costa della Bassa California.

Il modulo dell’equipaggio è in grado di galleggiare, quindi resterà a mollo fino a quando non sarà raggiunto pochi minuti dopo dalle squadre navali di recupero. Sarà imbarcato sulla USS Anchorage, una nave anfibia che permette di recuperare il modulo “inglobandolo” nella sua stiva senza la necessità di sollevarlo dall’acqua con una gru.
Orion è il nuovo Apollo?
A chi negli anni Sessanta e Settanta c’era già, molte delle cose del lancio sperimentale di Orion ricorderanno sicuramente i viaggi delle missioni Apollo verso la Luna. In effetti il modulo dell’equipaggio del nuovo sistema ricorda molto quello della vecchia capsula spaziale, seppure con dimensioni e strumentazioni diverse. Anche il meccanismo di lancio, con la relativa divisione in stadi e la presenza di un modulo di servizio ricalca quella degli Apollo. E pure il rientro sulla Terra, con un fragoroso tuffo nell’oceano fa ricordare i ritorni degli equipaggi dell’Apollo, quando riaprivano il portello della capsula spaziale e un po’ frastornati salutavano gli equipaggi delle navi di recupero, rassegnati a doversi fare la quarantena imposta dalla NASA per chiunque fosse andato nello Spazio.
Orion è il frutto delle cose che i ricercatori della NASA hanno imparato in più di 50 anni di esplorazioni spaziali, e non solo con le loro strumentazioni, ma anche con le missioni di altre agenzie spaziali da quella russa a quella europea. In un certo senso, quindi, Orion è l’evoluzione delle missioni Apollo: se i primi test daranno esiti positivi, potrà aprire importanti opportunità per l’esplorazione dello Spazio profondo con astronauti.

Asteroide e Marte
I piani della NASA per le future esplorazioni spaziali non sono ancora completamente definiti, perché molto dipenderà dallo sviluppo di Orion e del sistema di lancio SLS. L’obiettivo generale, estremamente ambizioso, è di sviluppare le capacità necessarie per inviare un equipaggio di astronauti su un asteroide intorno al 2025. Potrebbe essere il secondo corpo celeste diverso dalla Terra su cui atterrerà un essere umano, dopo la Luna. Dal 2030 in poi l’attenzione si sposterà su Marte con l’obiettivo di portarvi il primo equipaggio entro la fine di quel decennio.
Sarebbe un risultato incredibile e un enorme passo avanti per le esplorazioni spaziali, ma per ora si tratta di un piano di massima e secondo i più scettici potrebbero esserci ritardi e complicazioni tali da rendere improbabile la possibilità di raggiungere Marte entro il 2040. Le ricerche in corso sul pianeta con Curiosity e con i prossimi rover che partiranno per il pianeta, così come gli studi sulle capacità di adattamento dell’organismo umano alla vita in assenza quasi totale di gravità eseguiti sulla ISS, serviranno per ottenere dati e informazioni preziosi per pianificare le esplorazioni nel nostro sistema solare. Ma, per ora, tutto dipenderà da come andranno le cose con il test di Orion in programma venerdì.

http://www.ilpost.it/2014/12/04/live-primo-volo-orion/


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Gettare tutto nellaspazzatura, come ebbe a dire il Col. Corso, ed iniziare con l'eletromagnetismo, altrimenti stiamo freschi anche per raggiungere Marte! Per forza che temono nervi a pezzi dopo un po ...
(Ne so qualcosa io quando eravamo bloccati in alta montagna ...) [8)]



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Ufologo 555 ha scritto:

Gettare tutto nellaspazzatura, come ebbe a dire il Col. Corso, ed iniziare con l'eletromagnetismo, altrimenti stiamo freschi anche per raggiungere Marte! Per forza che temono nervi a pezzi dopo un po ...
(Ne so qualcosa io quando eravamo bloccati in alta montagna ...) [8)]


ma cosa puo' portare la permanenza nello spazio la stanno analizzando con gli astronauti che permangono x mesi sull'iss,poi con ogni probabilita' ci sara' un ulteriore passo con lo sbarco su un asteroide,tutto si fara' a piccoli passi,anke se purtroppo sono stati persi decenni [;)] [:(!]


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Un conto essere in orbita attorno alla Terra, uba; un altro sapere che per un eventuale salvataggio occorrerebbero mesi! [8D]



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Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Un conto essere in orbita attorno alla Terra, uba; un altro sapere che per un eventuale salvataggio occorrerebbero mesi! [8D]


l'orbita terrestre l'hanno gia' lasciata x la luna,quindi piano piano effettueranno voli sempre + lontani fino al grande giorno,questa potrebbe essere il vettore giusto essendo in grado di adattarsi a tutte le evenienze................ [;)]


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la navetta e' in orbita,in questo link il momento magico della partenza,vederlo in diretta e' stato fantastico...........................[;)]

https://www.facebook.com/video.php?v=83 ... =2&theater


---------------------------------------------------------------------------------------------------

Aggiornamento Orion: La navicella si trova ora a circa 4800 km dalla Terra e si prepara a passare attraverso le fasce radioattive di Van Allen, dove misurerà in dettaglio come l'elettronica e l'avionica della navicella reagiscono, e quali sono i dosaggi a cui verrebbero in futuro esposti gli astronauti.

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Ultima modifica di ubatuba il 05/12/2014, 15:14, modificato 1 volta in totale.

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