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23/12/2014, 20:16

...cmq una parte dei trattati pure lui li ha firmati......magari se esaminati prima,certe scempiaggini non sarebbero state firmate............[;)]
Ultima modifica di ubatuba il 23/12/2014, 20:17, modificato 1 volta in totale.

23/12/2014, 21:28

Il piano segreto di Berlino, sdoppiare la Bce senza abbattere l'euro.



Sono tempi incerti. Sono tempi nei quali le notizie corrono e scappano di mano. Noi accidentalmente molte volte, qualcuna perchè siamo nel posto giusto al momento giusto, ne veniamo a conoscenza. E le pubblichiamo.

Serviva questa introduzione per raccontare cosa veramente sta accadendo nei quattro punti caldi della Crisi - con la maiuscola - che agita Berlino, Bruxelles , Roma e Francoforte

Partiamo dalla Russia: la Germania vuole la fine delle sanzioni, e quindi sta operando perchè siano ritirate non più tardi dell'inizio estate 2015, che agli Usa piaccia oppure no. Renzi e la Merkel su questo si sono accordati, e Hollande fa parte del piano. Prodi è stato spedito a Mosca vedere che ne pensa Putin della seguente proposta: niente indipendenza per l'est Ucraina in cambio di pace duratura e totale autonomia, un po' come il Kosovo rispetto la Serbia, o se si preferisce la sedicente repubblichetta serba a cavallo di Croazia e Bosnia, o ancora la Transnistria dentro ma sostanzialmente fuori dalla Bulgaria.

Continuiamo con i trattati da "riformare". La Merkel, Renzi, ma anche i premier di Belgio, Olanda e Spagna sono pronti a stoppare il Fiscal Compact, rinviandolo di 3 anni. Draghi non gradirà? Pazienza.

La riapertura dell'enorme mercato russo darà alla Germania quella "via d'uscita" che serve a modificare radicalmente la Bce ovvero l'euro. La Merkel sa molto meglio di Renzi che l'Italia a marzo 2015 avrà conti messi peggio di oggi, e quindi la Commissione Ue l'aggredirà, sì ma a parole. Nella sostanza, non potrà far nulla perchè proprio la Merkel glielo impedirà. Ogni mossa contro Roma produrrebbe danni enormi a Berlino. A maggior ragione dopo che Cameron ha schiantato il TTIP bruciando la possibilità per le imprese tedesche di esportare negli Stati Uniti senza impedimenti d'alcun genere, ritornare a vendere in Russia è condizione sine qua non per evitare la brutale recessione in Germania, e Angela Merkel ne è consapevole.

Per conseguenza, destabilizzare l'Italia creerebbe una tempesta finanziaria - a marzo - quando ancora nulla di tutto ciò è avvenuto. Sarebbe un altro fronte su cui combattere per difendersi, e Berlino dovrebbe bruciare una montagna di miliardi di euro per impedire che il crollo dell'euro, travolto dai duemila e centocinquantasette - ad oggi - miliardi di debito pubblico italiano in valuta unica europea.

L'esame Ue di marzo, allora, è un falso bersaglio. Il vero bersaglio è la Bce in quanto tale, lasciando perdere Draghi, che la Germania non cosidera più una risorsa ma neppure na minaccia. E' semplicemente irrilevante e per ciò stesso sostituibile.

La vera riforma a cui punta la Merkel sorretta dai tecnici esperti di Bruxelles, e quindi dalla nomenclatura dei vertici amministrativi della Ue, riguarda la Banca Centrale Europea. La verità, semplice come tutte le verità rivoluzionarie, è che ne servono due, di Bce.

Il progetto segreto è di sdoppiarla. Una soluzione machiavellica, se si vuole, e perfino geniale. Invece di distruggere l'euro, invece di schiantare al suolo i palazzi di Francoforte dove ogni giorno Draghi va in ufficio, il progetto prevede di sdoppiare la Bce in due, dove nella "nuova divisione" confluirebbero le banche centrali di Italia, Francia, Spagna, Grecia, Portogallo e probabilmente anche Austria, nell'altra "divisione" rimarrebbe la Germania e i suoi satelliti.

Formalmente, l'euro rimarrebbe uno, ma sostanzialmente sarebbero due. Così, la Bce2 potrebbe comprare titoli di stato con garanzie delle banche nazionali che la costituiscono. Sarebbe un passaggio certamente meno doloroso e meno devastante del crollo della valuta unica europea sotto la spinta speculativa dei mercati. E darebbe il tempo - e il denaro - per far ripartire le nazioni ora in ginocchio, dando anche tempo alla Germania per riaprirsi ai mercati esteri ora preclusi. Ma prima di ogni altra cosa, questa soluzione svincola la Germania dal dover "garantire" come accade ora, anche per quelle nazioni tanto diverse e tanto criticate. Come l'italia.

Bene, queste sono le notizie che abbiamo saputo. Da chi, ci sia concesso, non ve lo diciamo.

max parisi

Tratto da: http://www.ilnord.it

[align=right]Source: Il piano segreto di Berlino, s...OLI LIBERI e COMUNITA' IPHARRA [/align]
Ultima modifica di Wolframio il 23/12/2014, 21:32, modificato 1 volta in totale.

24/12/2014, 10:38

... si SDOPPIASSERO loro di nuovo!!!1 [:(!]

24/12/2014, 12:13

PRIMO: SALVARE LE BANCHE! Il Quantitative easing di Mario Draghi di Leonardo Mazzei
20 dicembre
Il processo inarrestabile della disunione europea va avanti

Quantitative easing (QE): ecco il nuovo pomo della discordia di un'Europa sempre più divisa. La questione è da tempo sul tavolo della Bce, ma adesso il tempo stringe. Il problema è quello se utilizzare, oppure no, il QE per acquistare titoli di Stato. E, se sì, in quale misura. Su tutto ciò i paesi dell'eurozona sono divisi, e così pure il comitato esecutivo della Bce.

Il QE è un classico strumento di politica monetaria. L'acquisto di titoli - in generale non importa se pubblici o privati - è il mezzo per ottenere un significativo aumento della massa monetaria. Uno "stampare moneta" che, aumentando la liquidità, è normalmente orientato a far ripartire il credito e gli investimenti. Uno strumento, dunque, di una politica anticiclica utilizzato per contribuire all'uscita dalle recessioni più profonde. Che è quello che hanno fatto, con risultati significativi anche se non sempre univoci, le banche centrali degli Stati Uniti (Fed), del Giappone e della Gran Bretagna.


Il caso dell'eurozona è però palesemente diverso. E la diversità risiede nell'assurdità di una moneta unica per 18 stati con 18 diversi debiti, con 18 diversi tassi di interesse e 18 diversirating. Il tutto a rappresentare 18 economie piuttosto disomogenee tra loro. Ovvio che in questa situazione la Bce sia intervenuta di fatto, negli anni scorsi, solo a tamponare provvisoriamente la situazione nei momenti più drammatici della crisi del debito.

Ed è chiaro che, nella sostanza, quegli acquisti hanno rappresentato una violazione dei trattati europei che vietano la messa in comune del debito dei singoli stati. Una violazione sulla quale tutti hanno chiuso un occhio per evitare il default dei paesi dell'area mediterranea. Ma oggi questo divieto viene richiamato con decisione dal presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, che non più tardi di ieri l'altro lo ha ribadito con forza in una lunga intervista concessa a la Repubblica.

Lo scontro è dunque nelle cose, dato che gli interessi tendono sempre più a divergere. Ed è uno scontro ormai interno alla più "sacra" delle istituzioni europee, laddove la "sacralità" fa coppia fissa, come sempre in Europa, con la negazione di ogni principio democratico. Stiamo ovviamente parlando della Bce.

Nei giorni scorsi due importanti organi di stampa tedeschi, il settimanale Die Zeit ed il quotidiano Die Welt, hanno riferito, senza essere successivamente smentiti, di una clamorosa spaccatura all'interno del comitato esecutivo della Bce. Ben tre membri su sei - la tedesca Lautenschläger, il lussemburghese Mersch ed il francese Coeuré - si sarebbero rifiutati di sottoscrivere le dichiarazioni di Draghi che sembrerebbero preludere ad una sorta di "QE" all'europea", sia pure rimandandolo a gennaio.

La posizione anti-QE viene ampiamente ripresa e motivata nella già citata intervista di Weidmann, il quale conferma il no tedesco, rinforzandolo con un altro esplicito no alle richieste di flessibilità sui bilanci di Francia ed Italia. In sostanza Weidmann dice che le regole vanno semplicemente rispettate, che ogni deroga concessa servirebbe solo a renderle meno credibili. La classica impuntatura tedesca, si dirà, ma è un fatto che le regole alle quali egli si richiama sono state effettivamente sottoscritte da tutti i paesi dell'eurozona. Con l'Italia di Monti e Napolitano che, per eccesso di zelo, ne ha inserito il punto cardine perfino in Costituzione!

Tuttavia, nonostante l'opposizione tedesca, è assai probabile che il QE si faccia. Ma con quali scopi e in quali forme?

Chiariamo subito un punto. Con l'eccezione del patetico Scalfari, che continua a credere che il QE venga fatto per uscire dal credit crunch (stretta del credito), aprendo così la strada all'ormai mitica "ripresa", tutti sanno che il quantitative easing all'europea ha fondamentalmente un altro scopo: quello di salvare le banche italiane dalla bancarotta.

In queste settimane, ma in maniera più massiccia nei primi mesi del 2015, le banche dovranno restituire i prestiti del cosiddetto LTRO (Long term refinancing operation), concessi dalla Bce tra il dicembre 2011 e il febbraio 2012. Pur essendo stati definiti di "lungo termine", questi finanziamenti sono ormai a scadenza. Il problema è che le banche del sud Europa furono chiamate ad utilizzare quei soldi per acquistare i titoli del debito dei rispettivi stati. In quell'operazione le banche guadagnarono, e non poco, visti i bassi tassi di interesse praticati da Francoforte, riempiendo però oltre misura i propri portafogli di titoli destinati a deprezzarsi nel prossimo futuro.

Assolutamente emblematico il caso italiano, ma lo stesso fenomeno si è verificato anche negli altri stati investiti dalla crisi del debito. Rispetto a tre anni fa la montagna di Btp posseduta dalle banche del nostro Paese è infatti passata da circa 200 miliardi ad oltre 400. Un raddoppio che mette a rischio la stabilità dei bilanci bancari, data l'insostenibilità delle attuali quotazioni.

Da cosa deriva questa insostenibilità? Per capirlo basta aprire gli occhi e mettere a confronto due dati: il primo è il livello straordinariamente basso dei tassi di interesse; il secondo è il deterioramento del livello del debito, al quale corrisponde anche un progressivo declassamento del rating, come quello annunciato nei giorni scorsi da Standard & Poor's. Semplicemente due cose che non possono stare insieme. Di sicuro non a lungo.

Certo, la riduzione dei tassi nominali è dovuta anche alla situazione di sostanziale deflazione in cui ci troviamo. Un fenomeno che, ad oggi, garantisce ancora un discreto interesse reale ai possessori dei Btp. C'è però un problema, e si chiama futuro. I Btp decennali rendono attualmente circa il 2% lordo. Ora, chi scommetterebbe mai su un tasso di inflazione inferiore al 2% tra 3 anni, 5 anni, 10 anni? Ovviamente nessuno. Ma chi ha in portafoglio questi titoli, specie quelli acquistati nell'ultimo periodo, e dunque con tassi più bassi, ha esattamente questo problema.

Un problema che può essere risolto solo disfacendosi di questa massa di Btp. Mediobanca, ad esempio, prevede che le banche italiane vorranno e dovranno scendere da 400 a 100 miliardi in un anno. Ma a chi vendere i restanti 300? O meglio, come farlo senza produrre un crollo del loro prezzo, e di conseguenza un'impennata dei tassi di interessi reali? Siccome non pare proprio che ci sia la ressa per comprarli, c'è solo una soluzione: l'acquisto da parte della Bce. E' l'attesa di questo evento che ha consentito di mantenere i tassi ad un livello così basso ed oggettivamente innaturale.

Da questo punto di vista l'intervento della Banca centrale europea è dunque una necessità assoluta. In caso contrario, al primo stormir di foglie, cioè alle prime avvisaglie di nuove tensioni sui mercati finanziari, molte banche rischierebbero il crac. Ovvio che Francoforte lo voglia impedire, anche perché la bancarotta del sistema bancario italiano equivarrebbe alla fine della moneta unica.

L'intervento di Draghi appare dunque obbligato, ma davvero la Bce vorrà funzionare come "acquirente di ultima istanza"? Non pensiamo proprio. Molto probabilmente il "QE all'europea" sarà la solita mezza misura: utile a "comprare tempo" (quanto è difficile dirlo), del tutto inutile per affrontare i nodi strutturali generati dal sistema dell'euro.

Se così stanno le cose, lo scontro che investe la Bce, che riflette quello tra il blocco tedesco e i paesi dell'area mediterranea, si risolverà in un compromesso che farà del QE di Francoforte la classica coperta corta. Non del tutto inefficace, ma del tutto insufficiente.

Perché "coperta corta" è presto detto. L'ipotesi è quella di aumentare il bilancio della Bce di 1.000 miliardi. In realtà niente di trascendentale, visto che in questo modo si tornerebbe ai valori di tre anni fa, nel frattempo erosi dalla restituzione dei crediti del LTRO. In pratica una partita di giro: con una mano Francoforte rientrerebbe in possesso dei soldi serviti alle banche per acquistare titoli, con l'altra acquisterebbe essa stessa, questa volta direttamente, nuovi titoli.

Ma quanti di questi 1.000 miliardi verrebbero spesi per acquistare bond dei vari debiti pubblici degli stati dell'eurozona? Secondo le stime più accreditate (vedi, ad esempio, il Sole 24 Ore del 5 dicembre scorso) la cifra più realistica si aggirerebbe sui 500 miliardi. Ma quali stati ne beneficerebbero?

Gli europeisti più ingenui, una specie zoologica ancora esistente anche se in tendenziale via d'estinzione, penseranno forse ad acquisti indirizzati esclusivamente, o almeno principalmente, verso i paesi in difficoltà del sud Europa. Eh no, signori cari! L'Europa non funziona così. Non funziona in base ad un criterio solidaristico, che poi sarebbe l'unico in grado di tenere in piedi la baracca. Funziona invece in base al Pil. Il che significa che l'Italia con il suo 17,6% sul totale dell'eurozona avrebbe acquisti per 88 miliardi e la Grecia per meno di 10, mentre la Germania - che di tali acquisti non ha ovviamente alcun bisogno - ne beneficerebbe per 135 miliardi. Viva l'Europa!

Ora sarà chiaro perché il QE, sempre che si faccia, avrà in realtà un'efficacia assai limitata. 88 miliardi, che peraltro verrebbero acquistati in un periodo di tempo presumibilmente assai lungo, sono ben poca cosa rispetto all'urgenza a vendere delle banche. Urgenza che diventerebbe ben più stringente qualora i tassi riprendessero a crescere. Una prospettiva assai naturale, indipendentemente dalla probabile esplosione di nuove crisi finanziarie, dato che l'operazione della Bce punta ad alzare il livello dell'inflazione fino alla soglia del 2%.

Ma, al di là delle cifre, quel che va rilevata è l'assoluta indisponibilità politica delle istituzioni europee, in questo tutte unite, a prendere in considerazione qualsiasi ipotesi di una pur parzialissima mutualizzazione del debito. Detto per inciso: auguri Tsipras!

E' in questa cornice, in questa gabbia d'acciaio, che si svolge lo scontro interno alla Bce. Uno scontro, tutto politico, nel quale Draghi prova ancora a sostenere una posizione federalista (quella che punta ai mitici e sempre più irraggiungibili Stati Uniti d'Europa). E' quel che ha fatto qualche giorno tempo fa, durante la sua visita in Finlandia, dove ha detto che: «Il successo dell'unione monetaria dipende dalla consapevolezza che una moneta unica significa unione politica».

Questa posizione che, sia chiaro, porterebbe ad un mostro antidemocratico ancor peggiore di quello attuale, ha ovviamente una sua logica, dato che alla lunga non potrà mai reggere una moneta senza stato. Ma è una logica che confligge con la realtà delle cose. Quello in atto non è un percorso verso l'unione politica, bensì un processo di progressiva disunione dell'UE.

Non conosciamo il futuro di Draghi, sul quale si vocifera molto, al punto che qualcuno lo immagina al Quirinale. Quel che conosciamo è l'opinione tedesca. Di Weidmann abbiamo detto, mentre dei continui richiami rigoristi della Merkel hanno scritto anche recentemente i giornali. Ora sappiamo anche la posizione della già citata signora Lautenschläger, membro tedesco del comitato esecutivo della Bce, che ha preso platealmente le distanze da Draghi, attaccando l'ipotesi del QE e soprattutto l'acquisto di titoli di stato, dato che tale operazione equivarrebbe ad un «trasferimento fiscale».

Vedremo cosa accadrà a gennaio, ma anche se il QE prenderà davvero il via, i paletti di questa operazione sembrano già ben fissati. E se Draghi potrà forse avere una vittoria d'immagine, è assai più probabile che nella sostanza sia Weidmann ad avere successo.

Quel che è certo è che lo scontro è in atto. E che il blocco rigorista non intende mollare di un centimetro. Non si tratta della sola Germania. Basti pensare alle minacce di Juncker a Francia ed Italia, ed alla clamorosa interferenza nelle vicende politiche della Grecia.

Un ricordo, quello di queste ultime vicende, che dedichiamo a quelli che negano l'esigenza di riappropriarsi della sovranità nazionale. Che sono poi quelli che... «l'Europa è riformabile». A costoro possiamo solo consigliare un'antica ricetta, quella dell'analisi concreta della situazione concreta. Una ricetta per la quale i fatti ci regalano ogni giorno qualche ingrediente in più.
http://sollevazione.blogspot.it/2014/12 ... ative.html

24/12/2014, 12:14

Ufologo 555 ha scritto:

... si SDOPPIASSERO loro di nuovo!!!1 [:(!]


lo sosteneva il buon giulio che affermava:voglio tanto bene alla germania che ne voglio due,era buon profeta................ [;)]

24/12/2014, 12:58

Ed eravamo più rispettati allora (che è tutto dire; figuriamoci adesso) ....! [^]

26/12/2014, 15:20

“A differenza delle finanze, i diritti umani e le libertà fondamentali non possono beneficiare di salvataggi internazionali”
Le misure d’austerità adottate in risposta alla crisi economica hanno avuto un impatto drammatico sui diritti umani. Hanno colpito in particolare il mondo del lavoro e la sanità, determinando un aumento senza precedenti della disoccupazione, determinato effetti sociali disastrosi e scalfito le libertà fondamentali in Grecia. A denunciarlo è l’International Federation of Human Rights (FIDH) ed il suo membro greco, la Lega ellenica per i diritti umani (HLHR) in un rapporto del 18 dicembre 2014.
Il rapporto dimostra come quello che è iniziata come una crisi economica e finanziaria si è presto trasformato inun assalto ai diritti umani e agli standard democratici non solo in Grecia ma in tutti i paesi che hanno subito un destino similare. “Gli obiettivi draconiani di deficit e debito imposti dalla Troika sono stati raggiunti con tagli alle spese pubbliche, inclusi i servizi essenziali come lavoro e sanità, senza alcuna considerazione dei bisogni minimi e senza il rispetto dei diritti essenziali”. E poi un attacco diretto al governo (Troika): “Il governo ha anche adottatto una crescente posizione autoritaria rispetto alla critica pubblica”.
Mentre un’ulteriore estenzione del “salvataggio” della Grecia viene negoziata tra l’Eurogruppo e la Grecia in una delicata fase di elezione del Presidente della Repubblica, il rapporto segnala che, insieme ai deficit pubblici, ad essere tagliati, non solo in Grecia, sono gli spazi per diritti e libertà. “Mentre possiamo accettare che circostanze eccezionali richiedano risposte eccezionali, il modo in cui queste politiche sono state attuate in questo contesto hanno fallito nel rispetto degli standard minimi internazionali”, ha dichiarato il presidente di FIDH Karim Lahidji. “A differenza delle finanze, i diritti umani e le libertà fondamentali non possono beneficiare di salvataggi internazionali”, ha dichiarato Konstantinos Tsitselikis, presidente di HLHR. “Le violazioni dei diritti umani sono stati considerati come semplici danni collaterali in una gestione ampia della crisi, o come una risposta meritata al problema greco. E’ semplicemente inaccettabile”, ha concluso Dimitris Christopoulos, Vice Presidente di FIDH.
Può uno stato imporre queste misure senza precedenti senza un’oppressione? Si domanda il blog Ktg che analizza il rapporto. Impossibile, ma per quello esiste la Troika…
Fonte: L’Antidiplomatico

http://www.informarexresistere.fr/2014/ ... emocrazia/

27/12/2014, 18:37

Atlanticus81 ha scritto:

FERMIAMO QUESTI PAZZI!!!!

Nel calcolo del Pil entreranno: spaccio, prostituzione, contrabbando e traffico di esseri umani
L’UE DA’ UN NUOVO SIGNIFICATO AL TERMINE “PIL DROGATO”


7 febbr – Dal prossimo ottobre l’ente statistico spagnolo INE includerà il reddito della prostituzione, dello spaccio di droga e del contrabbando nel calcolo del PIL. Secondo El Diario del 20 gennaio, ciò aumenterà il PIL di dieci miliardi, circa l’un per cento. Ma – fa osservare l’Eir – la Spagna non è un caso isolato.

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Nel 2016 tutti gli stati membri dell’UE saranno chiamati a conteggiare l’economia illegale nel PIL. Eurostat ha pubblicato istruzioni tecniche su come calcolare il “valore” di tali attività criminali, che per loro stessa natura non sono registrate. Eurostat raccomanda che le cifre sulla prostituzione (da includere nei “servizi”) siano calcolate dal lato dell’”offerta”, e il traffico di droga dal lato della “domanda”.

Sorge spontanea la domanda: quando c’è un sequestro di droga, si calcola una riduzione del PIL o del “valore aggiunto”? Ci si chiede a quale scopo calcolare tali attività. Poiché le riforme imposte dalla Troika hanno distrutto invece che migliorare le finanze pubbliche, e l’economia non cresce, i geniacci dell’UE hanno pensato di far ricorso ad un trucco statistico per abbellire le cifre. Se il PIL aumenta grazie all’economia illegale, il livello di indebitamento pubblico sembra più basso.

Secondo eldiario.es, Eurostat raccomanda che gli stati membri si limitino a calcolare le transazioni illegali fatte sulla base del “consenso delle parti”. Le rapine quindi vanno escluse. Ma uno dei più noti “economisti quantitativi” spagnoli e capo della fondazione delle casse di risparmio (Funcas), Angel Laborda Peralta, sostiene che il traffico di esseri umani vada incluso, perché comporta “una transazione economica”.

Uno studio del Parlamento europeo intitolato Il mercato illecito della droga. Come misurare le droghe illegali nel quadro della contabilità nazionale. Il caso dell’Italia, pubblicato nel 2008, afferma che il sistema di contabilità europeo (ESA95) suggerisce che “tutte le attività produttive (sic) dovrebbero essere incluse nella contabilità nazionale, a prescindere dal fatto che siano legali o no“. Ne segue che, secondo la malata logica monetaristica, la prostituzione e la tossicodipendenza sono “produttive”. (OPI)

http://www.imolaoggi.it/2014/02/07/nel- ... eri-umani/



Sesso e droga nel calcolo del Pil, così la Gran Bretagna diventa la quinta potenza mondiale


La Gran Bretagna supera la Francia e sale al quinto posto nella classifica delle maggiori economie del mondo. Il sorpasso, reso possibile da una ripresa più rapida del previsto, è stato favorito dalla decisione a livello europeo di includere nel calcolo del Pil dei vari Paesi anche le attività illegali come droga e prostituzione.

Grazie al valore del mercato del sesso, il Regno Unito ha potuto aggiungere circa 5,7 miliardi di sterline alla propria economia nel 2013, mentre il giro d'affari legato alla droga è stato calcolato in 6,62 miliardi di sterline. Il nuovo pil britannico raggiunge così 2,828 trilioni di dollari contro i 2,827 trilioni della Francia.

Parigi, sottolinea il Telegraph nel riportare la notizia, ha rifiutato di adeguarsi ai nuovi standard contabili della Ue, sostenendo che prostituzione e droga non possono essere considerate "attività commerciali volontarie" ed essere incluse nel calcolo del Pil.


http://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2 ... XhUhM.html

27/12/2014, 19:32

Mink....a!!!! [:0] [:0] liberiamo Totò R.e il PIL della Sicilia salirà alle stelle!!!!. [:D] [:D] [:D] [:D] [:D] [:D]

27/12/2014, 19:47

[:257] [:264]

27/12/2014, 20:10

Nel 2015 compirà 90 anni, gli ultimi 20 passati ad attaccare l'idea e la realizzazione dell'Europa unita. Lei è Ida Magli, la celebre antropologa che 17 anni fa, con il saggio Contro L'Europa, suscitò parecchio scalpore. Ora torna a ribadire le sue accuse in una lunga intervista concessa ad Italia Oggi. C'è chi considera la Maglia una Cassandra, chi invece - per mutuare un termine renziano - una sorta di gufo. Di sicuro, lei, le idee le ha chiare. Tempo fa la Magli chiedeva a gran voce lo stop all'unificazione, ma "oggi - spiega - è difficile. A causa dell'ignoranza tecnica dei politici che, mi creda, è brutale". Secondo l'antropologa, infatti, "c'è un'indifferenza a qualsiasi fatto che possa far ripensare a quello che hanno progettato. Sento citare di nuovo Romano Prodi", ossia "il responsabile del nostro ingresso nella moneta unica". E oggi, continua, "con l'euro siamo tutti più poveri".

Progetti sbagliati - La Magli, prima ancora che contro la moneta unica, puntava il dito contro il concetto di Europa unita "perché era un progetto sbagliato. L'Europa è giunta a essere quella che è per la storia delle varie nazioni che la compongono". E ancora: "Il punto è che non esiste un'idea di Europa. Guardi, ho fatto tante ricerche ma non ho mai trovato il delinearsi di un popolo europeo". L'unificazione, insomma, è stata un errore poiché "non era possibile farla se non perdendo tutte le ricchezze europee". La Magli prosegue: "Si pensa di poter fare l'unità così. Così come si è pensato di fare lo stesso con la moneta unica, dimenticando che la moneta è lo strumento di un popolo e non la si può imporre fuori dall'economia dei singoli Stati".

Massoneria - La Magli, quindi, nell'intervista ritorna su uno dei concetti che più le stanno a cuore, ossia l'idea che l'Europa unita altro non si che un progetto massonico. "Certo - rincara - e ora c'è un libro di un massone, Gioele Magaldi, che lo conferma. L'ho letto e riletto". L'antropologa spiega: "La tesi è la seguente: la massoneria ha vinto, tutti i suoi progetti sono stati realizzati, ora esca allo scoperto e lavori con trasparenza". Una massoneria che per la Magli passa da Romano Prodi e fino ad arrivare a Matteo Renzi e alle sue riforme, imposte dall'Europa e che si rivelano un male per l'Italia: "Le faccio un esempio, tratto dalla Legge di stabilità: la depenalizzazione di alcuni reati". Per la Magli "si vuole l'imbarbarimento degli italiani, dei belgi, degli inglesi".

Pagelle ai politici - Nell'ultima parte della lunga intervista, dopo l'esplicita stroncatura del premier Renzi, l'antropologa anti-Europa unita dà le pagelle ai politici dell'Italia di oggi. Si parte da Silvio Berlusconi, che "vuole salvare se stesso e s'è messo a praticare le larghe intese, che sono la fine della democrazia". Quindi Beppe Grillo: "All'inizio ci contavo, e invece... Invece si barcamenta pure lui: oggi dice una cosa, domani un'altra. Ecco su di lui mi sono sbagliata". E Matteo Salvini? "Forse ha delle idee, forse. Ma ha anche una presunzione tale che realizzarle sarà difficile". Del tipo? "La conquista del Sud, l'uscita dall'euro. E poi di Salvini ho avuto la misura quando si è messo a nudo...".


http://www.liberoquotidiano.it/news/sfo ... uropa.html

29/12/2014, 14:42

Unione Europea voluta dalla Cia. Ecco le prove del coinvolgimento dei padri fondatori.

In questa fase di crisi acuta dell’Euro e dell’Europa sentiamo troppo spesso dire che questa non è l’Europa che volevano i padri fondatori. Vogliono farci credere che quella che stiamo vivendo è una fase transitoria, difficile e tortuosa a causa di qualche errore di percorso ma sicuramente superabile dato che non è questa l’Europa che i padri fondatori avevano concepito e presto si realizzerà il progetto iniziale di un’Europa nata con l’intento di unire i popoli.

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Tutto falso, la realtà documentata venuta fuori da documenti ufficiali incontrovertibili di cui i media non hanno mai parlato, testimonia l’esatto contrario. Chi ha concepito, creato e finanziato l’Unione Europea aveva bisogno di un’Europa debole, di un Europa in crisi, di Stati e Governi senza potere decisionale e di popoli senza sovranità.

L’Europa Unita doveva essere dominata e gestita dalle elite americane che l’hanno voluta e doveva essere caratterizzata da una sinarchia invisibile che avrebbe continuato a mantenere in maniera ingannevole l’involucro della democrazia.

Se le elite anglo americane fungevano da padrini di questo processo alle elite franco-tedesche era affidato il ruolo di “capozona” dell’Unione europea.

E’ un progetto franco-tedesco, infatti, quello da cui nasce l’Unione Europea con la CECA (comunità economica del carbone e dell’acciaio) promosso proprio da Francia e Germania (Shuman e Monnet) poi portato avanti da Mitterand e Kohl. Ed è palese che un progetto franco-tedesco preveda il dominio della Francia e della Germania sugli altri paesi europei fatta esclusione per l’Inghilterra che come anticipato appartiene ad un livello gerarchico superiore insieme agli USA.

Questa Europa che stiamo vivendo oggi è esattamente la realizzazione di quel progetto e soprattutto l’euro che è palesemente un fallimento dal punto di vista dei popoli e dei lavoratori è il successo di chi lo ha concepito.

Chi sono i padri fondatori dell’Unione Europea ? Chi c’è dietro di loro e quali intenti volevano perseguire ?

Jean Monnet

Nel 1950, Monnet decise fosse venuto il momento di tentare un passo irreversibile verso l’unione dei paesi europei. Prepara, con alcuni collaboratori, il testo di quella che sarà la Dichiarazione Schuman dove per la prima volta verrà ufficialmente annunciato il progetto dell’Unione Europea.

Nel 1952 Jean Monnet diventò il primo presidente dell’Alta Autorità della Comunità europea del carbone e dell’acciaio del 1952 giudicata il primo importante passo di cessione di sovranità statali ad un ente sovranazionale.

Egli sosteneva che: “Non ci sarà mai pace in Europa se gli stati si ricostituiranno su una base di sovranità nazionale”. E’ Monnet ad aver redatto il Victory program per l’America durante la seconda guerra mondiale dove si dice chiaramente che “L’America deve diventare l’arsenale della democrazia”.

Possibile che chi professa l’egemonia americana possa parallelamente aver contribuito a formare l’Unione Europea che se fosse diventata davvero ricca e forte avrebbe contrastato quell’egemonia stessa ?

Robert Schuman

Presidente del Consiglio francese, fu ministro degli esteri ed è stato il primo presidente dell’Assemblea Parlamentare Europea

La Dichiarazione Schuman portò alla creazione della CECA e costituì il punto di partenza del processo di integrazione europea che condusse poi alla formazione dell’Unione Europea.

E’ stato Presidente del Movimento Europeo (il cui fondatore e primo Segretario nazionale è stato Joseph Retinger fondatore del Club Bilderberg.)

Giscard D’estaing

E’stato Presidente Della Repubblica francese, ed ha presieduto la Convenzione Europea dalla quale poi è nata la Costituzione europea. (Bocciata nei paesi dov’è stata proposta con il referendum com’è’ avvenuto nella stessa Francia.) Sarà poi Il Trattato di Lisbona del 2007 approvato senza referendum a riprendere quasi totalmente le disposizioni della bocciata Costituzione.)

E’ stato Presidente del Movimento Europeo.

Per l’Italia sappiamo che tra i padri fondatori si annoverano De Gasperi (Movimento Europeo/Bilderberg) poi Spinelli (Movimento Europeo/Bilderberg) poi Prodi (Bilderberg). Per la Germania Adenauer (Bilderberg).

Ma perchè nessuno ci racconta chi c’era dietro questi uomini?

Perché se lo facessero diventerebbe chiaro a tutti chi ha voluto l’Europa Unita, quali erano gli scopi precisi; perché è stato accelerato il processo di unificazione e soprattutto perché volevano un’Europa debole, in perenne crisi e subordinata agli USA.

L’unica volta che sui media hanno parlato delle vere origini dell’Europa Unita è accaduto 14 anni fa ossia il 19 Settembre del 2000 quando un articolo del Telegraph britannico mai ripreso da altri media ha rivelato che:

http://www.telegraph.co.uk/news/worldne ... hiefs.html

Documenti governativi americani resi di dominio pubblico mostrano che i servizi segreti americani condussero una campagna negli anni ’50 e ’60 per dare impulso ad un’Europa unita. Finanziarono e diressero il movimento federalista europeo. I documenti sono stati trovati da Joshua Paul, un ricercatore della Georgetown University di Washington. Essi comprendono file resi pubblici dai National Archives. Il principale strumento di Washington per forgiare l’agenda europea fu l’American Committee for a United Europe [ACUE], costituito nel 1948.

In pratica l’organizzazione che ha dato ufficialmente vita all’Unione Europea era in realtà un Comitato americano nato è finanziato proprio dagli Usa (Rockefeller Fondation e Ford Foudation)che più di ogni altra nazione avrebbe dovuto temere che un Europa unita ed una moneta unica forte potevano scardinare l’egemonia statunitense e quella del dollaro negli scambi internazionali.Questa è la prima grossa anomalia

Ma chi era il Presidente dell’Acue e da dove provenivano i suoi membri ?

Primo Presidente del “Comitato” fu William Donovan, capo dell’ufficio USA dei servizi strategici durante la Seconda Guerra mondiale (Office of Strategic Services, OSS), precursore della CIA. Vice presidente fu Alen Dulles, direttore della CIA dal 1953 al 1961. Presente nel consiglio troviamo anche Walter Smith, nominato nell’ottobre 1950 primo direttore della CIA. Poi abbiamo Paul Hoffman, ex ufficiale dell’OSS, capo dell’amministrazione del “Piano Marshall” e presidente della Fondazione Ford, che divenne capo dell’ACUE verso la fine degli Anni Cinquanta.

In pratica i fondatori del ACUE che è stata la culla dell’Unione Europea erano tutti uomini dei servizi segreti americani e quindi l’integrazione europea è stata una creatura del Dipartimento di Stato e della CIA.

Un progetto ad ogni evidenza che completava il piano di dominio americano e che i membri delle stesse elite e gli stessi finanziatori hanno diviso in tre fasi:

“Piano Marshall”, nel 1948-1952, (dominio economico). NATO dal 1949 (dominio militare) Unione Europea (dominio politico/commerciale/culturale). E come ha annunciato Brzezinski , Consigliere Usa per la sicurezza nazionale nonché fondatore della Commissione Trilaterale nel suo saggio “La grande scacchiera”. [[ L’europa Unita doveva fungere da strumento di colonizzazione Usa e testa di ponte verso il continente asiatico.]]

Per capire ulteriormente i legami basti pensare che il ministro degli esteri belga Paul-Henri Spaak (Presidente Movimento Europeo; Membro Bilderberg) che presiedette nel 1955 il Comitato preparatore del “rapporto Spaak” che portò, due anni dopo, alla creazione dell’Euratom e della Comunità Economica Europea, il 6 maggio 1957, ossia 42 giorni dopo aver firmato i due succitati Trattati di Roma (sottoscritti da Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi) diviene Segretario generale della NATO dove si parlava di Europa “ancora alle prese con i fantasmi della sovranità nazionale” definitivamente da “trasferire” ad un’entità sovranazionale altrimenti verrebbe fortemente penalizzata la “vitalità dell’alleanza atlantica”. I popoli non vengono menzionati, le priorità sono il dominio Usa e la vitalità della NATO.

Quali sono le prove evidenti e documentate del legame tra Acue ed i padri fondatori dell’Unione Europea ?

La succursale europea dell’Acue si chiama Movimento Europeo ed era la più importante organizzazione federalista del dopoguerra. I documenti divulgati da Joshua Paul dimostrano che Acue era il grande finanziatore del Movimento in questione infatti nel 1958 ha fornito il 53%5 dei fondi del Movimento Europeo e questi finanziamenti arrivavano principalmente dalle fondazioni Ford e Rockefeller che abbiamo già visto essere legate a doppio giro con Acue (Hoffman è stato Presidente di Acue e Ford).

Il leader del Movimento Europeo era Joseph Retinger ossia colui che qualche anno più tardi fonderà il Club Bilderberg.

Come riporta il sito dell’organizzazione (http://www.europeanmoviment.org), il Movimento Europeo ha giocato un ruolo essenziale nel processo di colonizzazione/integrazione europea «esercitando influenza sulle istituzioni nazionali e comunitarie».

Chi faceva parte di questo Movimento Europeo ?

Come abbiamo visto sono stati Presidenti di questo Movimento proprio alcuni degli uomini ritenuti i padri dell’Europa Unita come Schuman, Henry Spaak e Giscard D’Estaing ex presidente della Convenzione Europea ma ne hanno fatto ufficialmente parte anche Konrad Adenauer, Winston Churchill, François Mitterrand, gli italiani considerati padri fondatori dell’Europa come Spinelli, De Gasperi che ne è stato presidente onorario; Giorgio Napolitano che è stato il Presidente del Consiglio italiano del Movimento Europeo.

La relazione Movimento Europeo/Unione Europea è incontrovertibile e non è mai stata messa in dubbio, quello che viene celato è che è stato però l’ACUE come scrive Joshua Paul a «gestire i programmi del Movimento e a dirigerne i leader», tra cui politici “europei” di primo piano, «rilasciando fondi solamente una volta che l’esecuzione proposta fosse stata approvata e dirigendo il Movimento mantenendolo dipendente dall'America».

È proprio Donovan (Acue /Servizi segreti OSS) con un memorandum datato 26 luglio 1950, a dare istruzioni per una campagna a favore del Parlamento europeo. Ed è una comunicazione del Dipartimento di Stato USA datata 11 giugno 1965 e inviata al vice presidente della Comunità Economica Europea (CEE), Robert Marjolin, ad invitare a «portare avanti in segreto» i progetti di Unione monetaria: «non se ne deve parlare fino a che l’adozione di proposte del genere diventerà praticamente inevitabile».

“Proposte” che sono sfociate nel varo dell’euro, considerato dagli USA uno strumento di dominio sulle economie degli Stati europei, essendo più semplice controllare –piuttosto che una pluralità di valute ed istituti di emissione– un’unica valuta emessa da una sola Banca Centrale, a sua volta pressoché svincolata dalle esigenze politiche e finanziarie di ogni singolo Stato.

Ma come potevano portare avanti il progetto in silenzio se per farlo avevano bisogno di incontri continui con tutti i leader europei ?

Fu a quel punto che Rockefeller finanziatore del ACUE e Retinger del Comitato Europeo diedero vita nel 1954 al Gruppo Bilderberg per proseguire gli interessi degli USA nella creazione di una Unione Europea delle élite sovranazionali e non dei popoli. Chi troviamo, infatti, alla prima riunione del Bilderberg ? Troviamo Alcide De Gasperi, poi sostituito da Altiero Spinelli poi sostituito da Romano Prodi ossia quelli che noi consideriamo i padri fondatori italiani dell’Unione Europea.

E’ importante ricordare che tra i fondatori del Bilderberg (dove prenderà forma l’euro e l’Unione Europea) oltre a Retinger c’era il Principe Bernardo D’Olanda membro del partito nazista fino al 1934 proveniente dall’industria chimica IG Farben produttrice del gas usato per causare la morte di migliaia di persone nei campi di concentramento.

E’ stato il Presidente del Bilderberg Etienne Davignon (poi Commissario Europeo) ad ammettere in una intervista del 16 Marzo 2009 che il Bilderberg aveva favorito la nascita dell’euro.

Fu il Presidente stesso del Consiglio Herman Van Rompuy ad essere scelto durante una conferenza organizzata a porte chiuse da Davignon e dal Bilderberg presso il Castello di Val-Duchesse, la stessa location dove fu negoziato il Trattato di Roma del 1957 e dove si tenne la prima riunione della Commissione Europea.

Gli ultimi Presidenti del Consiglio (non eletti) in Italia provengono dal Bilderberg. Monti è stato membro del direttivo; Letta fu chiamato a sostituire Monti nel 2012 prima di sostituire Monti al governo del paese.

Se come abbiamo visto l’Unione Europea doveva servire per portare alla dissoluzione degli stati Nazionali, ad una moneta unica che permettesse alle élite assolutiste di tenere i Governi ed i popoli sotto scacco, e alla spoliazione delle sovranità nazionali, oggi che tutto questo è stato realizzato perché continuiamo a dire che l’Unione Europea e l’euro stanno fallendo andando in una direzione che non era quella che volevano i padri fondatori ?

Credete abbia senso interrogarsi sull’uscita o meno da questa Europa quando ci sono prove così evidenti che questa Europa è stato un golpe finanziario ?

Perché ridurre la questione della permanenza nell’euro e nell’Europa ad una mera questione di scelte economiche e politiche nei dibattiti tra pro euro e contro euro quando è evidente che l’economia è stato solo un mezzo usato per portare avanti questo piano distruttivo che può essere arginato solo rivendicando l’indipendenza nazionale da questa euro trappola tutt’altro che democratica come dimostra il fatto che due istituzioni ( Commissione e Consiglio) che sono dominate da pochi personaggi hanno il pieno potere e tutti i capi ufficiali dell’unione europea non sono mai stati eletti dai popoli degli stati membri che invece eleggono solo il Parlamento che infatti è stato spogliato di ogni potere divenendo quasi solo un’istituzione di facciata.

Volete ancora altre prove ?

Sapete chi è il vero padre fondatore dell’unione Europea universalmente riconosciuto da tutti i leader europei ma per nulla menzionato nei libri di storia e assolutamente sconosciuto ai cittadini ?

Il suo nome è Richard Coudenhove Kalergi, massone di alto grado che nel 1922 fonda a Vienna il movimento “Paneuropa” che mira all’instaurazione di un Governo Mondiale basato su una Federazione di Nazioni guidata dagli Stati Uniti. Documentato è l’appoggio che ebbe da Wiston Churchill nel suo lavoro dietro le quinte per arrivare all’Europa Unita ed alla moneta unica.

Il movimento Panaeuropeo si unisce al Movimento Europeo e Kalergi comincia a muovere le fila di quelli che noi chiamiamo i padri fondatori dell’Europa ed infatti è lui a fondare l’Unione parlamentari europei e a spingere Schumann nel progetto della CECA.

Ma perché nessuno parla mai di kalergi ?

Non possono farlo perché Kalergi è uno che ha sempre dichiarato apertamente i suoi intenti come nel suo libro «Praktischer Idealismus», dove si evince non solo la sua volontà di arrivare ad un Governo mondiale a guida USA; la sua idea di eliminare gli stati nazionali ma è evidente anche il suo disprezzo verso i popoli europei che secondo lui “ vanno resi facilmente dominabili per la supremazia dell’élite” e perciò “con la mobilitazione dei parlamenti bisogna forzare i governi a costruire la Paneuropa”.

Ci sono prove che i leader europei riconoscano davvero in questo personaggio sconosciuto il padre fondatore dell’odierna Unione Europea ?

Certo, il premio più prestigioso istituito per le personalità “con meriti particolari in favore dell’integrazione e unione europea” si chiama premio Carlo Magno. Il primo ad aver ricevuto il premio carlo magno è stato proprio kalergi ed a seguire tutti quelli che noi chiamiamo i padri fondatori dell’unione europea da Schuman a Monnet, a De Gasperi, Ciampi, Adenauer, ma anche Churchill, Kissinger,(incredibile a kissinger il premio per l’Europa) ma anche Beatrice dei Paesi Bassi figlia del fondatore del Bilderberg insomma tutti quelli che facevano parte del piano iniziale della Cia e che lo hanno portato avanti. Ma come se non bastasse per rendere ancora più chiara l’importanza che ricopre Kalergi agli occhi dei leader europei, in suo onore è stato istituito il premio europeo Coudenhove-Kalergi che ogni due anni premia gli europeisti che si sono maggiormente distinti nel perseguire il suo piano (a mio avviso criminale).

Volete sapere chi è stato premiato ultimamente ?

La Società Europea Coudenhove-Kalergi ha assegnato alla Cancelliera Federale Angela Merkel il Premio europeo nel 2010 mentre il 16 novembre 2012 è stato conferito al Presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy il premio europeo Coudenhove-Kalergi 2012 durante un convegno speciale svoltosi a Vienna proprio per celebrare i novant’anni del movimento paneuropeo.

In conclusione, è evidente che ciò che si vorrebbe far apparire come un frutto ineluttabile della storia è in realtà un piano studiato a tavolino e preparato da decenni per distruggere completamente il volto del Vecchio continente.

Oggi abbiamo un debito pubblico inestinguibile, dei privati che creano dal nulla la nostra moneta attraverso le banche centrali come la Banca Centrale Europea che emette la moneta ed è un entità senza controllo da parte degli stati guidata da uomini non eletti, con poteri superiori a quelli dei governi.

Essa non è menzionata neppure tra le istituzioni europee ma il trattato gli riconosce la più ampia capacità di agire in ciascuno degli stati membri ovviamente solo per tutelare i propri interessi perchè non può però concedere, per nessun motivo, crediti agli Stati, o alla comunità europea o a qualsiasi altro soggetto pubblico, e quindi gli è proibito acquistare titoli di Stato, sia al momento dell’emissione che successivamente.

Tutte le banche centrali dipendono solo dalla BRI (la banca per i regolamenti internazionali) ossia la banca centrale delle banche centrali, un organismo dai poteri immensi che nessuno conosce e di cui nessuno parla.

La perdita della sovranità monetaria e legislativa, che sono parti essenziali della sovranità nazionale, da parte degli Stati europei, è stata stabilita in Italia in maniera irrevocabile e senza che il popolo neanche se ne accorgesse come sottolineò Ida Magli su “il Giornale” dell’11 marzo 2001, spiegando che “nella legge di riforma della Costituzione, approvata dalla maggioranza di sinistra in gran fretta poche ore prima dello scioglimento delle Camere, c’è un passo fondamentale e che pure non è stato portato a conoscenza dei cittadini né prima né dopo della sua approvazione”.

Si tratta dell’articolo 117 in cui si stabilisce: “La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali”. In queste tre righe è codificata la perdita della sovranità legislativa dell’Italia.

Per questo l’articolo 117 non è stato discusso apertamente: GLI ITALIANI NON DEBBONO SAPERE”.

http://terrarealtime.blogspot.it/2014/1 ... co-le.html

29/12/2014, 16:06

Illo tempore sapevo che l'Europa Unita avrebbe scongiurato in tal modo altre guerre ... Poi che abbiano fatto porcate le Banche è un altro conto ...[8)]

01/01/2015, 17:40

Mersch, Bce: abbiamo rubato ai poveri per dare ai ricchi

Le due maggiori banche centrali del mondo, la Fed americama e l’europea Bce, «hanno causato un aumento di povertà senza precedenti nella storia», sostiene Paolo Barnard, che denuncia «il più grande trasferimento di ricchezza dai poveri ai ricchi dall’esistenza della civiltà». E’ stato realizzato «con immani trasferimenti di liquidità alle banche (con la patetica scusa che poi le banche avrebbero prestato ad aziende e famiglie)». Sono quei trasferimenti che negli Usa sono chiamati Qe, “quantitative easing”, e da noi Ltro e Omt.

Tutto sbagliato, ora lo ammettono anche alla Bce: lo ha ribadito pubblicamente, a Zurigo, il banchiere centrale Yves Mersch, membro dell’esecutivo della Bce: «Tassi d’interesse molto bassi finiscono per arricchire chi specula in finanza, mentre puniscono i depositi degli ordinari risparmiatori: questo può portare a diseguaglianza sociale sempre maggiore fra ricchi e poveri». Insieme a Warren Mosler (Modern Money Theory), Barnard lo è andato ripetendo negli ultimi cinque anni: la politica di Qe affidata alle banche non avrebbe raggiunto l’economia reale e anzi avrebbe colpito i risparmi.Era chiaro, scrive oggi Barnard nel suo blog, che «quei trilioni di dollari o euro sarebbero tutti finiti o in speculazioni di Borsa – arricchendo i soliti miliardari – o ad abbassare i tassi d’interesse a zero, uccidendo i guadagni di centinaia di milioni di piccoli risparmiatori che contavano proprio su quegli interessi dei loro titoli di risparmio per fare un gruzzoletto.

Ed è successo. Ok. Io l’ho detto in Tv, scritto, urlato». Ma non è tutto: «La cosa che ora a noi fa ribollire il sangue è che sul più immane crollo dell’economia europea dai tempi di Carlo Magno, arrivano questi tecnocrati delle banche centrali a dire che… in effetti hanno sbagliato, e indirettamente che avevamo ragione noi. Grazie, tante! Dopo che avete devastato centinaia di milioni di famiglie, lavoro e piccole aziende, che vi prenda fuoco l’auto con voi dentro legati. E che bruci piano». Yves Mersch ora denuncia quei “tassi d’interesse molto bassi”? Ma sono stati «da loro scientemente voluti», proprio per “punire gli ordinari risparmiatori”, cioè «noi s****ti cittadini e pensionati».Aggiunge lo stesso Mersch: «E cosa abbiamo imparato dalle nostre politiche monetarie sulla distribuzione della ricchezza, dei redditi e dei consumi? Mentre la maggioranza delle famiglie conta sui suoi salari per campare, una minoranza riceve guadagni dai suoi business e dalla finanza».

Se le politiche monetarie espansive (proprio quelle della Bce di oggi) «arricchiscono i profitti più che gli stipendi, allora gli industriali ne beneficeranno in modo enorme a scapito dei salariati», ammette Mersch. «Quindi le nostre politiche monetarie causeranno una montante diseguaglianza sociale fra ricchi e poveri». Barnard protesta: «“Causeranno”? L’avete già fatto, bastardi, e oggi fate i discorsini socialmente solidali?». Per Barnard, la politica monetaria che l’élite ha affidato alla Bce non è stata “un errore”, ma criminalità consapevole. Denunce a lungo cadute nel vuoto e non raccolte dagli italiani, «povere anime perse fra i ladri di polli della Casta o Grillo che fa boati gastrici. Poverini: la Casta gli ruba le uova del pollaio, mentre l’Eurozona gli ruba la casa con tutto quello che c’è dentro. Ma sapete gli italiani, poverini».

Le due maggiori banche centrali del mondo, la Fed americama e l’europea Bce, «hanno causato un aumento di povertà senza precedenti nella storia», sostiene Paolo Barnard, che denuncia «il più grande trasferimento di ricchezza dai poveri ai ricchi dall’esistenza della civiltà». E’ stato realizzato «con immani trasferimenti di liquidità alle banche (con la patetica scusa che poi le banche avrebbero prestato ad aziende e famiglie)».

Sono quei trasferimenti che negli Usa sono chiamati Qe, “quantitative easing”, e da noi Ltro e Omt. Tutto sbagliato, ora lo ammettono anche alla Bce: lo ha ribadito pubblicamente, a Zurigo, il banchiere centrale Yves Mersch, membro dell’esecutivo della Bce: «Tassi d’interesse molto bassi finiscono per arricchire chi specula in finanza, mentre puniscono i depositi degli ordinari risparmiatori: questo può portare a diseguaglianza sociale sempre maggiore fra ricchi e poveri». Insieme a Warren Mosler (Modern Money Theory), Barnard lo è andato ripetendo negli ultimi cinque anni: la politica di Qe affidata alle banche non avrebbe raggiunto l’economia reale e anzi avrebbe colpito i risparmi.

Era chiaro, scrive oggi Barnard nel suo blog, che «quei trilioni di dollari o euro sarebbero tutti finiti o in speculazioni di Borsa – arricchendo i soliti miliardari – o ad abbassare i tassi d’interesse a zero, uccidendo i guadagni di centinaia di milioni di piccoli Yves Merschrisparmiatori che contavano proprio su quegli interessi dei loro titoli di risparmio per fare un gruzzoletto. Ed è successo. Ok. Io l’ho detto in Tv, scritto, urlato». Ma non è tutto: «La cosa che ora a noi fa ribollire il sangue è che sul più immane crollo dell’economia europea dai tempi di Carlo Magno, arrivano questi tecnocrati delle banche centrali a dire che… in effetti hanno sbagliato, e indirettamente che avevamo ragione noi. Grazie, tante! Dopo che avete devastato centinaia di milioni di famiglie, lavoro e piccole aziende, che vi prenda fuoco l’auto con voi dentro legati. E che bruci piano». Yves Mersch ora denuncia quei “tassi d’interesse molto bassi”? Ma sono stati «da loro scientemente voluti», proprio per “punire gli ordinari risparmiatori”, cioè «noi s****ti cittadini e pensionati».

Immagine

Aggiunge lo stesso Mersch: «E cosa abbiamo imparato dalle nostre politiche monetarie sulla distribuzione della ricchezza, dei redditi e dei consumi? Mentre la maggioranza delle famiglie conta sui suoi salari per campare, una minoranza riceve guadagni dai suoi business e dalla finanza». Se le politiche monetarie espansive (proprio quelle della Bce di oggi) «arricchiscono i profitti più che gli stipendi, allora gli industriali ne beneficeranno in modo enorme a scapito dei salariati», ammette Mersch. «Quindi le nostre politiche monetarie causeranno una montante diseguaglianza sociale fra ricchi e poveri». Barnard protesta: «“Causeranno”? L’avete già fatto, bastardi, e oggi fate i discorsini socialmente solidali?».

Per Barnard, la politica monetaria che l’élite ha affidato alla Bce non è stata “un errore”, ma criminalità consapevole. Denunce a lungo cadute nel vuoto e non raccolte dagli italiani, «povere anime perse fra i ladri di polli della Casta o Grillo che fa boati gastrici. Poverini: la Casta gli ruba le uova del pollaio, mentre l’Eurozona gli ruba la casa con tutto quello che c’è dentro. Ma sapete gli italiani, poverini».

http://www.libreidee.org/2014/11/mersch ... ai-ricchi/

01/01/2015, 20:45

Bellissimo un commento a questo articolo.... [:D]

Il referendum? Spaventare gli italiani per restare nell’euro
http://www.libreidee.org/2014/12/il-ref ... -nelleuro/


Bertoldo:
"A questo punto penso che il sistema in atto si possa solo distruggere dal proprio interno, mediante implosione.
Quindi forza tutti a votare PD, diamo loro il 100 percento.
Invogliamoli a continuare con l’Austerita’ Espansiva, il Rigore dei conti, speriamo che arrivino ad una tassazione del 100 percento, che si prendano tutti i nostri averi, che il 99 percento della popolazione diventi finalmente EGUALE.
Che finalmente il Debito Pubblico possa finalmente cadere sulle spalle dell UNO PERCENTO della popolazione(tanto il debito e’ matematicamente impagabile)
Quando tutte le nostre abitazioni tutti i capannoni i macchinari imbullonati, le stalle saranno di proprieta’ dello Stato (a seguito incursioni di Equitalia) le varie IMU-TASI-TARI se le paghera’ lo Stato.
A noi dovranno pure farci dormire da qualche parte.
Forse ala fine qualcuno comincera’ a capire che e’ molto piu’ utile un NEGRO che raccoglie pomodori IN NERO che un Teorico Economista Bocconiano che pontifica nei vari Talk Show.
Che le sparate su Twitter del Bomba…
Cosa ci chiedera’ allora l’Europa?
Ci dira’ Fuori dall’Euro fuori dall’Europa e diventeremo finalmente POVERI e LIBERI, pronti a ricominciare in casa nostra con nostre regole.
Avremo ritmi Cinesi di crescita (…se poi si calcolano le percentuali partendo da 0,00001…)
Metteremo delle belle DOGANE ai nostri confini, consumeremo principalmente Made in Italy e la Benzina costera’ molto di meno perché avremo tolto dal prezzo il 90 percento di tasse che gravano sulla stessa! (alla faccia del cambio svalutato della nuova Lira)
Consumando principalmente prodotti made in Italy, capiremo anche la Bonta’ dei nostri prodotti(soprattutto il CIBO, magari preparato Artigianalmente)
Cosa importante che ci CACCINO dall’Europa il piu’ presto possibile, finche’ abbiamo ancora un VALIDO TESSUTO PRODUTTIVO.
Il resto sono tutte “Palle”.
Finita la guerra l’Italia si e’ ripresa perché QUALCUNO si e’ rimboccato le maniche.
Non penso che a quei tempi la situazione della Nuova Lira fosse cosi’ florida.
Comunque noi se vogliamo fare Turismo ne avremmo per molti anni se solo volessimo conoscere bene la nostra Italia:
Mari Monti Laghi Fiumi Arte Cucina Prodotti locali Parlate locali abbiamo tutta la nostra gente da conoscere e da Volerci Bene…..
Ma “Che ce MANDINO al nostro paese”


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