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Grigio
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 Oggetto del messaggio: 24 feb - Sole, ancora un'altra grande eruzione
MessaggioInviato: 25/02/2011, 08:33 
Sole, ancora un'altra grande eruzione
Satellite Nasa Solar Dynamics Observatory (Sdo) invia immagini
24 febbraio, 22:20


(ANSA) -ROMA, 24 FEB - Il Sole non ha pace: dopo la breve tregua dalla spettacolare eruzione della settimana scorsa oggi e' tornato ad essere irrequieto. Il satellite della Nasa Solar Dynamics Observatory (Sdo) ha inviato a Terra le immagini di un'altra spettacolare eruzione. La zona entrata in attivita' si trova nella parte orientale della stella e l'eruzione ha prodotto una forte emissione di particelle. Il vento solare non 'soffia' in direzione della Terra. Scongiurato il rischio di eventuali tempeste magnetiche.


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MessaggioInviato: 25/02/2011, 08:37 
Il NASA Solar Dynamics Observatory ha catturato oggi questa immagine di una eruzione solare. La fonte è una regione attiva che si trova proprio alle spalle del sole nella parte orientale, e l'espulsione di massa coronale non si è diretta verso la Terra, secondo SpaceWeather.com .
Immagine


Tuttavia, il servizio news rileva che "la regione attiva responsabile di questa esplosione erutterà nuovamente presso il bordo orientale nel corso delle prossime 24 a 48 ore, preparando il terreno per possibili attività solari sulla Terra”.

Gli esperti esternano una certa preoccupazione facendo sapere alle autorità che sul Sole si sta preparando un'intensa tempesta elettromagnetica che, secondo stime e i calcoli fatti dagli scienziati, potrebbe arrivare a creare danni all'economia mondiale per una cifra pari a circa 2 mila miliardi di dollari. Questo secondo un articolo del Financial Times, secondo il quale la settimana scorsa il sole ha iniziato una fase di massima attività che ha prodotto le eruzioni solari piu' forti degli ultimi quattro anni. Sempe secondo l'autorevole testata, gli scienziati di Svezia, U.S.A e Gran Bretagna, che da tempo studiano la superficie della nostra stella seguendone le varie tempeste solari, hanno consigliato i vari governi a prendere provvedimenti in vista delle prossime tempeste. Le prime avvisaglie si erano avute nella notte tra il 14 e il 15 gennaio scorso e avevano evidenziato una grossa e rilevante ripresa delle attività del sole. Tutta questa fenomenologia, avrà come conseguenza, con effetto a cascata, di scatenare, nei prossimi giorni, tempeste elettromagnetiche che potrebbero mandare momentaneamente in crisi le comunicazioni sulla Terra. E' di qualche mese fa la pubblicazione di uno studio Nasa che rivela che la Terra potrebbe essere ancora colpita da un fenomeno uguale, ma di dimensioni molto maggiori, in un periodo non molto lontano: 2013. L'irradiazione risulterebbe così potente da bloccare le comunicazioni terrestri per almeno venti anni. Secondo gli esperti i danni non riguarderebbero solo l'economia del pianeta, ma anche la salute umana. Infatti, potrebbe influire anche sull'umore della gente creandone alterazioni con sviluppo di stati ansiosi o di depressioni, nonchè fobie.


fonte: http://thedayafterjournal.blogspot.com/ ... rrivo.html


Ultima modifica di Sirius il 25/02/2011, 08:37, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 03/03/2011, 17:48 
Non capisco bene i parametri dei grafici di questo sito , ma sbaglio o c'è stato un altro bel picco fra giorno 1 e 2 di marzo :

http://cfivarese.altervista.org/SI_Macc ... _time.html


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MessaggioInviato: 08/03/2011, 08:54 
Astronomia e cosmologiaSu ScienceNuovi indizi sull'instabilità del sistema solare primordiale
L’analisi isotopica del meteorite Allende porta a ipotizzare che in una fase tardiva della sua evoluzione si trovò in un ambiente nebulare distinto da quello in cui si formò Sono tra gli oggetti più antichi di tutto il sistema solare, si formarono molto lontano dal Sole e in seguito guadagnarono una posizione più ravvicinata. Le cosiddette inclusioni ricche di alluminio e calcio (CAI) sono state oggetto di un nuovo studio congiunto del Lawrence Livermore National Laboratory, del Johnson Space Center della NASA e dell’Università della California a Berkeley che ha permesso di misurare con grande precisione l’abbondanza relativa degli isotopi dell’ossigeno, grazie allo strumento NanoSIMS (nanometer-scale secondary-ion mass spectrometer).

Le CAI, che misurano in diametro dal millimetro al centimetro, si sono formate con tutta probabilità in una fase primordiale dell’evoluzione del sistema solare ed entrarono in contatto con il gas nebulare, o in forma di condensati solidi o di goccioline fuse. Si ritiene che si siano poi arricchiti dei più leggeri isotopi dell’ossigeno, registrando così la composizione di ossigeno del gas nebulare solare in cui si sono sviluppate.

Poiché risalgono a 4,57 miliardi di anni fa, sono più vecchie dei pianeti, che si formarono invece 10-50 milioni di anni dopo.

In quest’ultima ricerca, è stato analizzato in particolare un CAI trovato nel meteorite Allende, il più grande meteorite di condrite carbonacea, caduto nel 1969 nello stato messicano di Chihuahua. I risultati portano a ipotizzare che i CAI si siano formati da differenti riserve di ossigeno, probabilmente localizzate in distinte regioni della nebulosa solare.

L’analisi isotopica dei suoi bordi porta a ipotizzare che in una fase tardiva della sua evoluzione, il CAI si trovò in un ambiente nebulare distinto da quello in cui si formò, caratterizzato da una composizione più simile a quella dei materiali che hanno concorso a formare i pianeti.

“Il risultato è particolarmente interessante per la comprensione dei meccanismi di formazione del disco proto planetario del sistema solare”, ha sottolineato Justin Simon, ricercatore del NASA Johnson Space Center e primo autore dell’articolo apparso su Science. “Le nuove osservazioni supportano l’ipotesi della presenza di primordiali fluttuazioni a breve termine nell’ambiente in cui si formarono le CAI, dovute sia al trasporto delle stesse inclusioni in regioni distinte della nebulosa sia a variazioni di composizione del protosole”.

da lescienze


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