Siamo un po' tutti sommersi dai problemi ed anche quello che ci viene propinato dai giornali, dalal tv da Internet non è quasi mai un bello spettacolo.

Eppure, anche in questo pazzo pazzo mondo si possono vivere delle esperienze uniche. Devo dire che a me capitano con una certa frequenza ma non perché sia speciale ma perché in un certo senso ho deciso che è meglio soffrire piuttosto che indurire il cuore. E so che qui non sono la sola e sono in buona compagnia.

Per quanto possa sembrare paradossale ed off topic con quello che dirò dopo, sta emergendo in me una particolare consapevolezza e cioè che la prova che Dio esiste non può essere attribuita a fenomeni particolari o a chissà quali dimostrazioni. Mi sto rendendo conto che la prova principale dell'esistenza di Dio è che molti di noi Dio lo cercano senza preconcetti o troppe sovrastrutture. Si, Dio vuole essere soprattutto cercato, poi ci pensa Lui in che modo farsi trovare.

Ho ripreso da lunedì il mio lavoro al Centro Direzionale di Napoli dopo un periodo di aspettativa. La guerra inizia presto, la fretta, le cose da fare, la ricerca faticosa del parcheggio o i ritardi del treno, gli scioperi e poi quello che capita a tutti quelli che lavorano.

Nella strada in cui parcheggio c'è un tipo "strano", Mohammed, sempre da solo, a volte ubriaco o forse non ci sta con la testa. Almeno secondo i nostri parametri. Eppure, ogni volta che attraverso si mette tra le automobili per farmi passare o cerca di conservarmi un posto e devo sforzarmi per fargli prendere un euro. Oggi ha superato se stesso. Quando ha visto che ho parcheggiato in un'area a pagamento, si è precipitato perché voleva pagarmi il grattino poi mi ha detto che i vigili non passano più e mi ha mostrato che la maggior parte delle auto non ce l'avevano. Fin qui tutto normale o quasi. Poi mi ha detto di non preoccuparmi troppo dei grattini perché i vigli non passano più di lì. Non gli ho creduto e gli ho detto che non volevo prendere multe. E' diventato serio, mi ha guardato negli occhi ed ha detto: "Tu vai a lavorare e sei mamma, io potrei essere tuo figlio, non ti direi una cosa non vera". Dal punto di vista anagrafico non so se potrei essere la mamma di Mohammed, anche se nel suo paese i figli si cominciano a fare molto presto. Però nella sua semplicità, questa frase mi è arrivata dritta al cuore. La mamma è per tutti la persona più cara e paragonare una persona alla mamma, vuol dire per ogni cultura e paese, una dimostrazione di grande amore ma la cosa più eclatante che in quel momento io l'ho sentito veramente come un figlio e come una persona che mi appartiene. Gli ho dato una pacca sulla spalla e gli ho stretto una mano. E' stato come se si fosse aperta (o riaperta) una sorgente di acqua viva nel petto ed ho cominciato a piangere a dirotto ma non di dolore, non saprei descrivere ciò che provo. Sono passate due ore ed ho ancora gli occhi rossi e gonfi...

Sono gli effetti collaterali dell'appartenenza all'umanità. Praticamente effetti divini.

Ciao Anna, temo che tu estrapoli troppo al limite circa l`esistenza di un Dio universale (l`unico nel quale in cui potrei credere ma non per Fede per la durata incognita di una vita terrena, questo non me lo puo` ne` deve chiedere)...basandoti sulle esperienze tra esseri umani ovvero macchine biologiche nelle quali secondo delle teorie alberga un`anima.
E tra molti di questi ultimi magari poi ci sono coloro che in modo pseudo razzista nutrono dubbi che nelle altre specie animali possa accadere lo stesso...la Chiesa stessa ha molto a a cuore la prerogativa presunta dell`Uomo di essere l`unico detentore dell`anima.
Solo l`evento morte puo` derimere la questione sull`esistenza presunta di una entita` che noi chiamiamo Dio.
Lo sai vero che Dio potrebbe anche essere lo stesso organismo che noi oggi definiamo Universo esistente (di dimensioni ed eta` potenzialmente infinite nonche` maggiori di quelle che caratterizzano l`universo osservabile)...
A presto Anna.

Marco71.

Sono ateo, in molti sensi, ma concordo. Sono queste esperienze che, una volta attraversate, ti lasciano quel senso di Dio che le favolette religiose ingenerale offendono clamorosamente con i loro goffi tentativi di mistificazione.
La realtà di Dio la viviamo costantemente, se non chiudiamo gli occhi alla misteriosa bellezza che emaniamo.

La tua affermazione è perfettamente compatibile con quanto da me scritto

Mi fa piacere che tu abbia colto il senso che attribuivo anche al termine umanità.

Che poi esistano diversi livelli di consapevolezza e, quindi, di anima a livello vegetale ed animale, lo diceva perfino Agostino da Ippona, se non sbaglio.