Camminava impettito circondato dalla sua scorta armata,con il solito sguardo di facciata,sorridente e sicuro,mentre la gente intorno,guardava incuriosita,interessata o con un'aria diffidente,quasi ostile.
Lui era un importante manager aziendale,uno che aveva per le mani una fortuna da gestire e far fruttare sempre di più.
Non aveva mai avuto molti scrupoli nel suo lavoro,per questo era temuto e odiato ma anche rispettato e invidiato.
A dir la verità a lui di tutto questo non importava niente,sapeva bene che
ciò era dovuto non tanto alla sua persona,che se fosse stata quella di un operaio,non avrebbe destato alcuna reazione di questo genere,ma alla sua fortuna,alla sua abilità di finanziere e al suo modo di fare disinvolto e temerario ne mondo degli affari.
Camminava spedito protetto dai suoi pretoriani in abito nero quando,ad un tratto,il cemento a pochi passi davanti a lui cominciô a sbriciolarsi rumorosamente.
IL gruppo si fermò di colpo,allarmato per questo fenomeno strano e inusuale mentre il marciapiedi si apriva in un corto crepaccio lasciando uscire una lunga,sinuosa e serpentina liana pelosa e inquietante.
L'uomo spalancò gli occhi per la meraviglia e lo stupore,accennando una smorfia insolita per il suo viso di solito sorridente e deciso.
Intanto la liana ,sibilando come una frusta,sferzava l'aria davanti a lui poi,improvvisamente,si abbatté come un fulmine sul gruppo esterefatto di uomini,avvolgendoli in un abbraccio soffocante .
Quindi li scagliò con violenza inaudita verso il cielo poi,come se nulla fosse stato,si ritirô velocemente nella profonda crepa sparendo alla vista dei presenti,tra urla di terrore e pianto di bambini.
Qualcuno guardava quei puntini neri persi nel cielo che stavano ricadendo come piccole meteore sulla città e scuoteva la testa,con un'aria indifferente ,forse un tantino soddisfatta:
"Ecco"disse tra sé e sé"ci siamo,era anche ora"
*****
Quel giorno su tutto il pianeta accadde l'inverosimile:da ogni parte del terreno,sia stato esso una strada trafficata di un centro città o quello di uno scantinato di un grattacielo,il pavimento di una villa o un campo di calcio....spuntarono milioni e milioni,anzi miliardi di liane di quello stesso genere.
E ognuna di loro avviluppava,soffocava,imprigionava e poi scagliava ad altezze inverosimili un numero incredibile di persone ma non solo:
auto,case,grattacieli,perfino animali,statue,monumenti e via dicendo facevano tutti la stessa fine.
La sera,al calare del sole,il pianeta ,anzi,il mondo umano era stato ridotto praticamente in polvere,come se una gigantesca mano irata l'avesse spazato via facendo di tutto una tabula rasa.
****
Qualcuno strinse nella sua mano quella di suo figlio e nell'altra quella di un piccolo alieno che lo seguiva da tempo:
"Vedete",disse loro con una voce ferma e gentile "prima dicevano che le vie del Signore erano infinite...poi che che si erano esaurite...quindi che si trattava di un imbroglio ...poi alla fin fine...Qualcuno ha dato loro una lezione che,come tutte le latre,non capiranno mai visto che sono tutti morti"
Dal terreno erboso su cui stavano mentre il sole tramontava in un tripudio di fuoco sopra un deserto di rovine,emerse un alberello esile,incerto,appena fiorito.
Intanto, un piccolo gruppo di persone si avvicinava con passo incerto e l'aria un po' smarrita.
Qualcuno li salutò con un cenno del capo poi si volse ai suoi due figli stringendoli a sé:
"Bene"esclamò soddisfatto"adesso si che possiamo dire di essere di nuovo sulla Terra!!"
![Approvazione [^]](./images/smilies/UF/icon_smile_approve.gif)