Atlanticus81 ha scritto:
Ok! Meglio chiarire. Grazie.
Ti ripropongo allora la domanda che avevo aggiunto nel post contemporaneamente alla tua risposta.
Aldilà delle ricerche di Russo, che tra l'altro non è qui a poter difendere la propria opera, mi interesserebbe di più sentire le traduzioni che tu suggerisci come più corrette dei termini sumeri citati in questo thread.
Anunnaki in primis
E quali siano le fonti che utilizzi per tali traduzioni.
Russo può difendere cosa gli pare. il sumero non lo conosce e lo dice lui stesso. E si noterebbe comunque.
Avevo già scritto delle cose sul termine anunna che riporto.
Le fonti sono citate in fondo. C'è anche del mio personale, penso di potermelo permettere, visto che ho una laurea ed un dottorato di ricerca in sumerologia, entrambi conseguiti presso l'Università di Tübingen.
Il termine anunnaki.
Bisogna intanto distinguere tra:
1. Anunna (grafia standard
a-nun-na, oppure colla desinenza plurale
a-nun-na-ke4(-e)-ne),
varianti p.es.
a-nu-na; a-nun-ke4-ne) è un termine sumero e compare SOLO nei testi scritti
in sumero. pronunciato /(')a(j)nuna(k)/; /enuna(k)/ (o qualcosa del genere). Il famigerato
termine ki "terra (in senso di suolo, non di pianeta!), luogo" non compare MAI nella forma
sumera del nome.
2.
Anunnaki/u è il termine corrispondente usato in accadico e NON compare MAI in testi in
lingua sumera: in questa parola la sillaba /ki/, ovvero /ku/, non ha alcun legame col termine
sumero
ki ("suolo, luogo"), essendo il segno KI utilizzato come sillabogramma e non come
ideogramma. Qui occorre fare un chiarimento riguardo l'ortografia accadica.
Questa è essenzialmente sillabica, vale a dire che i segni vengono usati soprattutto per il loro
valore fonetico. Si parla in questo caso di sillabogrammi che rappresantano un gruppo di
suoni. Un po' come il nostro alfabeto ma con la differenza che i segni cuneiformi
rappresentano sillabe (o singole vocali) ma non le singole consonanti.
Il gravissimo errore di Russo è di considerare Anunnaki un termine sumero e di volerlo
etimologizzare come tale. Il termine sumero è scritto
a-nun-na.
L'errore è gravissimo perché significa che non ha letto molto della letteratura mesopotamica.
Che Anunnaki sia il termine accadizzato e che non compaia nei testi sumeri è infatti cosa
notissima e patrimonio comune di ogni studente di assiriologia, già dal primo semstre. È umiliante doverlo ribadire.
Di più, bisogna sottolineare come l'etimologia fornita da Russo („la prole più importante
della terra“), che, ricordiamolo, non conosce né il sumero, né il cuneiforme, né l'accadico,
sarebbe scorretta pure se
a-nun-na-ki fosse la forma sumera del termine (ma ribadiamo, non lo è). Secondo la grammatica sumera, che Russo non conosce, la sua traduzione
presupporrebbe *a-nun-ki. Inoltre il termine sumero ki non indica per niente „il pianeta terra“
come vuol far credere Russo.
ki indica „terreno, terra (nel senso di suolo! non di pianeta),
luogo, sottosuolo (cioè il mondo dei morti), ecc.“. Per questo rimandiamo all'ePSD, il
dizionario di sumero dell'Università di Philadelphia presente online
(
http://psd.museum.upenn.edu/epsd1/nepsd-frame.html).
Adesso veniamo alle considerazioni tecniche.
Anunnakī/ū è un prestito lessicale sumero in accadico. Il nome sumero scritto normalmente
a-nun-narappresenta /anuna(k)/ (o meglio /(')a(j)nuna(k)/), dove /k/ è la consonante di chiusura
del morfema genitivale {ak}. Questa consonante viene resa graficamente solo se seguita da un ulteriore morfema vocalico , per es. il plur. {ene} scritto
a-nun-na-ke4(-e)-ne. Il termine /anuna(k)/ viene reso in accadico con una desinenza vocalica corrispondente al nominativo pl. accadico (anunnakū) o, più frequentemente, con la -ī
dell'obliquo pl. (anunnakī).
Essendo il nome originariamente sumero, un' etimologia sumera è ovviamente valida solo per
la forma
a-nun-na.
a-nun-na è un composto genitivale. dove il grafema NA ricopre la vocale del genitivo {ak}
più la consonante di chiusura del termine precedente (la /n/ di
nun), secondo le normali regole
dell'ortografia sumera. Quando viene aggiunto il plurale {ene} questo viene scritto facendo
ricomparire la /k/ del genitivo {ak}:
a-nun-na-ke4(-e)-ne.
L'etimologia tradizionale (quella veramente proposta da eminenti Studiosi, non quella
riportata da russo) è “semenza (
a) del principe (
nun)" o "discendenza del principe" o simili,
per es. A. Falkenstein „(Götter, die) Samen des Fürsten (sind)“ (AS 16, p. 128). Secondo
questa etimologia a sarebbe il nome reggente e nun il nome retto del sintagma genitivale, essa
tuttavia pone due problemi:
1)
nun è originariamente un aggettivo
Si veda su questa problematica P. Attinger,
Eléments de linguistique sumérienne, OBO
Sonderband, Fribourg-Göttingen 1993, p. 160 n. 230. Attinger propone dunque:
„il ne signifie pas "semence de prince", mais "ceux de haute semence", c.-à-d. "ceux de vieille
souche“.
(Così aveva già tradotto B. Kienast: „fürstlichen Samens“, „fürstlichen Geblütes“ (AS 16,
142)).
2)
nun "principe" viene usato nei testi sumeri per lo più come epiteto degli dei Enki, Nanna
ed Enlil (in quelli accadici per lo più di Marduk ed Ea) ed è rarissimamente usato per An (per
es. nei testi Martu A, 29; Ur-Ninurta E, 10). Gli Anunna sono tuttavia figli di An, il dio (del) cielo.
Altre grafie in testi accadici come
e-nu-na-ki ecc. si spiegano col fatto che la parola sumera
per "acqua" e "seme", il segno che noi traslitteriamo "
a", aveva in periodo paleobabilonese
pure una lettura /e/ (traslitterazione:
e4), che deriva dalla contrazione della pronuncia sumera
originaria del 3° millennio /'aj/>/'ē/>/ē/ (B. Jagersma, A Descriptive Grammar of Sumerian,
2010, p. 54 s.). La lettura sumera /enuna(k)/ può dunque stare alla base della forma /enunaki/
del prestito linguistico in accadico. Sugli Anunna si veda in particolar modo:
A. Falkenstein: Die Anunna in der sumerischen Überlieferung, AS 16, 1965, S. 127-140.
B. Kienast, Igigu und Anunnakku nach den akkadischen Quellen, AS 16, 1965 P. 141-158Il
PDF di AS 16 si trova qui:
http://oi.uchicago.edu/pdf/as16.pdfD. Katz, The Image of the Netherworld in the Sumerian Source, soprattutto p. 402 ss.
D. O.Edzard e B. Kienast, articolo "Igigi" nel Reallexikon der Assyriologie (RlA), Vol 5, p.
35 ss