E proseguo proponendovi uno dei miei testi di riferimento al riguardo...
"Disobbedienza civile" di H.D.Thoreau
Il saggio più famoso di Henry David Thoreau (1817-1862), comunemente noto come Civil Disobedience, in realtà non venne mai pubblicato dall’autore con questo titolo. Fu dato alle stampe per la prima volta nel 1849 con il nome di Resistance to Civil Government all’interno del libro Aesthetic Papers, curato ed edito da Elizabeth Peabody (cognata di Hawthorne) ed esso altro non era che la trascrizione di una lezione tenuta da Thoreau nel febbraio del ’48 davanti al Concord Lyceum dal titolo The Rights and Duties of the Individual in Relation to Government. Soltanto dopo la morte del suo autore il saggio fu ristampato col titolo di Civil Disobedience, con il quale è diventato poi famoso in tutto il mondo.
La fama di questo saggio è cresciuta soprattutto nel corso del ventesimo secolo: ignorato alla sua uscita, ha influenzato moltissimo personaggi del calibro di Gandhi e Martin Luther King. Il primo mise in pratica la disobbedienza civile su scala di massa nel Sudafrica ed in India, mentre il secondo applicò i principi del saggio nel movimento per i diritti civili negli Stati Uniti degli anni sessanta. Ma come nacque questo saggio?
Henry David Thoreau nacque a Concord, nel Massachusetts, nel 1817 e lì morì nel 1862. Si laureò ad Harvard nel ’37 dove maturò il suo interesse per la poesia greca e romana, per la filosofia orientale, e per la botanica.
Amava profondamente la natura e trascorreva intere giornate ad esplorare i boschi vicino a Concord e a raccogliere dettagliate informazioni sulle piante e sugli animali. Dal 1845 al 1847 visse addirittura in completa solitudine in una capanna da lui costruita presso il laghetto Walden, un’esperienza che poi descrisse nel suo libro più famoso: Walden o la vita nei boschi, dove criticava coloro che vivevano circondati dal superfluo, distaccati dalla natura.
Convinto antischiavista, per tutta la vita scrisse e tenne conferenze contro la schiavitù, specialmente dopo l’approvazione nel 1850 della Fugitive Slave Law che obbligava gli ufficiali del Nord a catturare e restituire gli schiavi fuggiti dal Sud.
Egli stesse aiutò alcuni fuggitivi e ritenne sempre assurdo che una corte di tribunale potesse decidere in merito alla libertà o meno di un uomo. Thoreau credeva fermamente nei diritti dell’individuo e proprio la convinzione che ogni persona dovesse rispettare prima i dettami della sua coscienza piuttosto che le leggi di un determinato governo lo portarono ad elaborare lo scritto Disobbedienza Civile (oltre che ad avere problemi con la legge).
Thoreau condannava il governo statunitense perché ammetteva l’istituto della schiavitù e perché si impegnava in una politica imperialistica di espansione, la cui diretta conseguenza fu la guerra col Messico. Per dissociarsi completamente da questi indirizzi politici egli si rifiutò di pagare le tasse governative sostenendo che il pagarle era sinonimo di assenso per la condotta del governo, per la qual cosa egli fu anche arrestato (anche se restò in cella solo per un giorno perché qualcun altro, probabilmente la zia, pagò la tassa). Proprio per spiegare le ragioni del suo arresto e della sua condotta, Thoreau scrisse il breve saggio qui di seguito trascritto.
Il tema centrale di questo scritto è la preponderanza data al diritto rispetto alla legge: pur di seguire ciò che la propria coscienza individuale ritiene giusto Thoreau ammette anche la disobbedienza alle leggi. Secondo lui è più importante il rispetto del diritto piuttosto che il rispetto della legge, perciò egli si sente pienamente giustificato nel violare le leggi americane visto che il governo statunitense ammette la schiavitù.
È chiaro che una simile concezione deriva da una fiducia quasi illimitata nelle capacità del singolo individuo di saper scegliere tra giusto e sbagliato e può anche apparire pericolosa per la convivenza democratica, visto che non riconosce nessun valore alle idee della maggioranza, ma solo alle idee “giuste”, rispettose dei valori morali dell’individuo.
Un credo di questo genere lascia naturalmente delle zone di ombra suscettibili di critiche visto che la valutazione di cosa possa essere giusto o sbagliato, morale o immorale è sempre molto personale.
Ciò che però ha imposto le idee di Thoreau nel corso del ventesimo secolo, è la sconfessione della violenza: a leggi o imposizioni ingiuste egli contrappone una sorta di resistenza passiva. Bisogna rifiutarsi di eseguire azioni o comportamenti che non condividiamo, rifiutarsi di sostenere il governo che vuole imporli anche a rischio della detenzione, ma nel suo saggio Thoreau non parla mai di protesta violenta e, soprattutto grazie ai suoi celebri “seguaci” come Gandhi e Martin Luther King che fecero della non violenza la linea guida della loro azione, oggi la Disobbedienza civile è considerato una specie di manuale della protesta sociale pacifica.
Un saggio molto conosciuto, dibattuto e quindi una lettura importante soprattutto oggi dove le trasformazioni a livello politico, in Europa ma non solo, rendono di grande attualità il rapporto tra governanti e governati.
http://www.liberliber.it/mediateca/libr ... civile.htm