Ho tagliato la bellissima introduzione dell'articolo, vorrei porre in risalto il seguito che condivido pienamente..Per chi volesse leggere l'articolo per intero segue il link:
http://www.anticorpi.info/2013/05/tra-c ... ri-di.htmlTra 'Custodi' e 'Divulgatori' di Spiritualità
di P. Cammerinesi
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Bulimia Spirituale.
Mi spiego.
La diffusione del web e il facile accesso a una molteplicità sempre più imponente di fonti ha sovente come effetto una vera e propria ricerca compulsiva da parte di tutti coloro che - insoddisfatti o sfiduciati dal modo esteriore o materialista o semplicemente da come i media interpretano il mondo - ripongono nel web le proprie speranze di crescita interiore.
Il problema non è questa ingenuità – che il proseguimento del sentiero può certamente correggere - ma il modo con cui molti si ‘gettano’ nella rete.
Seguono tutto di tutto, dallo Yoga allo Zen, dal Sufismo all’Antroposofia, troppo di tutto. Dal momento in cui scoprono che esiste qualcosa oltre il consueto orizzonte, con l’entusiasmo dei neofiti iniziano a caricare e scaricare di tutto: messaggi, fotografie, libri, testi, canti, citazioni, prendendo parte a discussioni su blog e forum, corsi iniziatici, chattando all'infinito.
Siamo di fronte ad una nuova patologia: la bulimia spirituale.
La cosa è particolarmente evidente nei social network che, per loro stessa struttura, sono superficiali, aforismatici, continuamente mutevoli.
Dal digiuno – o anoressia – spirituale si passa, senza soluzione di continuità, alla bulimia. E come accade nella bulimia fisica, anche per quella spirituale, quando la si contrae ci si ingozza di tutto, senza distinguere tra cibo sano e junk food.
E, come nella bulimia fisica non assimiliamo quanto ingurgitiamo, ma lo espelliamo, così quanto leggiamo avidamente esce altrettanto rapidamente di come entra. Leggiamo decine di libri, migliaia di conferenze, assistiamo a infiniti dibattiti ma con un’ansia compulsiva, di accumulare sempre più conoscenze, sempre più nozioni.
Rigorosamente di seconda o terza mano.
Tutto questo raramente ci stimola a chiudere il libro o la conferenza di turno per approfondire i contenuti facendoli diventare un’esperienza e non una nozione, ma c’è di peggio.
Come ci ammonisce Steiner:
Se [le cose] vengono descritte solo teoreticamente, allora questo è del tutto insensato, perché porta a nient’altro se non ad appropriarsi dei contenuti spirituali come fossero ricette di un libro di cucina. La differenza tra i testi di Scienza dello Spirito e gli altri libri non consiste nel fatto che essa tratta di cose diverse, ma soprattutto nel come esse vengono portate alle persone. Da questo potrete comprendere che alla base delle opere scientifico-spirituali deve esserci il fatto che in esse le cose vengano tratte da determinate profondità, e che, come è compito del nostro tempo, i processi di pensiero da esse stimolati a loro volta possano infiammare i sentimenti. (Rudolf Steiner, Vienna 23 Marzo 1910)
Intendo dire che la bulimia spirituale – vera e propria patologia compulsiva – in molti casi fornisce a chi ne è affetto un alibi per sentirsi ‘spiritualmente a posto’, spacciando l’attività divulgativa e partecipativa per attività spirituale.
L’autoreferenzialità di tale attività diviene a sua volta un doppio mostruoso dell’Io, in cui vediamo in realtà lo specchio deformato di come il nostro ego viene percepito dagli altri.
Cerchiamo conferme esteriori invece di trovarle interiormente, ci nutriamo di plausi esteriori per mettere a tacere il rombo della nostra anima che ci inciterebbe a leggere magari una frase per farla diventare ‘carne e sangue’ invece che mille libri senza fermarci a viverne il significato, non in assoluto, ma per noi.
La vita reale.
Allo stesso modo tutto diviene frenetico anche nella vita reale, che sempre più tende ad assomigliare – e non viceversa come dovrebbe essere – a quella virtuale.
Una recente ricerca realizzata da CiscoSystems, rivela come “una giornata online duri 36 ore”. Vale a dire che “calcolando le operazioni compiute simultaneamente, il tempo della Rete risulta sensibilmente più lungo di quello reale”. E se in termini di tempo la nostra giornata viene moltiplicata per due o per tre, a livello di notizie e di conoscenze cui attingere, il moltiplicatore diventa esponenziale.
Ma se per poter portare a termine il lavoro – ammesso di avercelo il lavoro – ci volevano otto ore ed ora grazie alla tecnologia ce ne mettiamo solo sei, il punto è: come utilizziamo queste due ore che abbiamo risparmiato?
Se le usiamo per migliorare la qualità della nostra vita, alimentando tutto ciò che non sviluppiamo tramite la realtà virtuale, vale a dire i rapporti umani, gli affetti, l’attenzione per Madre Terra, la meditazione e l’impegno verso una reale crescita interiore, beh, allora abbiamo meritato quel risparmio di tempo.
Se, invece, crediamo che la ipercineticità sia movimento lineare - mentre troppo spesso è solo circolare - e ritorniamo sempre allo stesso punto senza prenderne coscienza, assordandoci con le nostre attività pseudo-spirituali, allora la nostra bulimia spirituale diviene un serio impedimento al nostro cammino.
Sia che leggiamo senza sosta o che diffondiamo contenuti a raffica, ecco che la nostra bulimia cinetica ingoia tutto, è attivismo più che attività, lettura compulsiva più che comprensione, ricerca di visibilità più che partecipazione, alimentando una condizione di malessere che prima o poi non può che presentarci il conto, in termini fisici o psichici.
Sappiamo bene, infatti, che nessuna ‘ricetta’ esteriore preconfezionata può risolvere realmente la nostra condizione di malessere. Non sperimentiamo la verità leggendola in un libro, così come non proviamo la felicità se ce la descrive un saggio.
Quello che conta è l’esperienza personale, l’incessante e impervio sentiero verso la trasformazione di se stessi; Sentiero, percorso, Guru, Via, sono mere parole se non costituiscono lo stimolo, la scintilla per l’azione interiore effettiva.
“Scienza dello spirito non vuol dire mera acquisizione di conoscenze, scienza spirituale implica un’educazione al più alto grado, un’auto-educazione della nostra anima”. (Rudolf Steiner, Helsingfors, 3 Aprile 1912)
Potrebbe bastare un solo libro, un solo pensiero per risvegliare in noi l’azione magica che ci consente di lacerare il velo di Maya che ci occulta la vera realtà.
Invece la bulimia spirituale al massimo contagia solo la parte emozionale-animica, trasformandosi in un’ingordigia di emozioni. Questo produce un ulteriore danno; il fraintendimento tra il ‘sentire’ animico e lo sperimentare interiore che, per definizione, non può che essere esperienza voluta coscientemente.
A questo punto se, come abbiamo visto, sia ‘custodi’ che ‘divulgatori’ hanno la propria parte di verità, ora sta a noi trovare la nostra.
Articolo pubblicato sul sito Libero Pensare
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