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Re: Ciao Grecia ciao

17/07/2015, 20:04

..il prestito ponte elargito alla grecia fino al prossimo agosto,non e' altro che un modo x allungare l'agonia,e mettere la popolazione in condizioni ancora + misera di quelle attuali..........................

Re: Ciao Grecia ciao

17/07/2015, 20:19

Vatikiotis: "I membri del governo di Tsipras sono ora passati nel campo dei nemici del popolo e della società"

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews ... 2&pg=12351

Re: Ciao Grecia ciao

18/07/2015, 09:44

incredibiel,
tsipras è stato "normalizzato"
non è più lo stesso..
da capopolo a kapò..
burattino dei crucchi..
ma forse smidollato
lo è sempre stato..

rifaccio notare..
sottomesso e prono coi crucchi,
fa la voce grossa e si "rifà" coi suoi..
ricatta, ordina, ecc.

mi ricorda il bomba..
lui è furbo,
a modo suo, si capisce..
perchè "previene"..
non ha bsogno che i crucchi parlano,
li intercetta nel pensiero..
quindi esegue..

Re: Ciao Grecia ciao

18/07/2015, 10:26

E adesso è partita l' epurazione dei dissidenti. Renzi 2, stessa faccia stessa razza.

Re: Ciao Grecia ciao

18/07/2015, 11:26

Ufologo 555 ha scritto:O è sempre stato un falso o ha preso un colpo di Sole ... [xx(]


Gli hanno fatto il lavaggio del cervello con quella maratona, e non si è ancora ripreso.

Re: Ciao Grecia ciao

18/07/2015, 11:28

Tuor: “L’euro produce solo disoccupazione e povertà: ora assistiamo alla sua disgregazione”

luglio 17th, 2015

La Grecia attraversa un periodo estremamente difficoltoso e col voto di mercoledì notte, Tsipras sembra aver tradito i greci, dopo aver loro proposto un referendum sulle misure di austerità. Cosa significa questa mossa?
“Non vi è dubbio che questa può essere la lettura di quanto successo a Bruxelles domenica scorsa. L’errore di Alexis Tsipras è di aver avuto paura di perdere il referendum e, quindi, di aver cercato di rassicurare i greci sostenendo che il no alle misure di austerità non sarebbe stato un passo in direzione dell’uscita dall’euro, ma che il no gli avrebbe dato una maggiore forza contrattuale al tavolo delle trattative con gli altri Paesi europei. Impegnandosi a voler rimanere nell’Unione monetaria europea, Alexias Tsipras si è legato le mani e ha dovuto accettare tutte le condizioni, che sono paragonabili ad una vera e propria estorsione, che gli ha imposto la Germania. Questa scelta è stata fallimentare e si è tradotta di fatto in un tradimento della volontà popolare. Alexis Tsipras, mal consigliato dal presidente francese François Hollande, non ha avuto quindi la possibilità le agevolazioni offertegli dai tedeschi nel caso avesse accettato il Grexit. Infatti, in caso di uscita della Grecia dall’euro, la Germania si era impegnata a far restare Atene nell’Unione Europea, ciò che avrebbe voluto dire beneficiare di più di una dozzina di miliardi di euro di aiuti allo sviluppo. Sempre Berlino aveva pure garantito un prestito ponte e l’assistenza tecnica necessaria per reintrodurre la dracma. Si è trattata di un’occasione d’oro mancata, poiché avrebbe permesso alla Grecia di riconquistare la propria indipendenza ed autonomia monetaria e sicuramente permesso nel medio termine una ripresa dell’economia ellenica. Invece accettando il piano europeo La Grecia è condannata al collasso ed è molto probabile che la crisi greca riesploda già nelle prossime settimane. Dunque, gli errori di Tsipras e la sua mancanza di coraggio si riveleranno molto dolorosi per il popolo greco.”

Come è possibile che uno stato che rappresenta solo il 3% del PIL dell’UE, possa mettere in crisi tutta l’Unione?
“L’attuale Unione monetaria Europea, su cui si fonda l’euro, è stata spesso giustamente paragonata ad un condominio, in cui ogni proprietario pensa al proprio interesse personale e non al bene dell’insieme dello stabile. Infatti i meccanismo dell’euro non prevedono un bilancio europeo né trasferimenti da un Paese all’altro. Il caso greco è dunque diventato paradigmatico, poiché, come è già accaduto negli anni scorsi, nessuno ha voluto una ristrutturazione del debito pubblico greco che è oggi detenuto in massima parte dagli altri Paesi europei, poiché avrebbe introdotto il principio che i contribuenti di altri Paesi avrebbero pagato parte dei debiti greci. D’altro canto, come ha ribadito negli scorsi giorni anche dal Fondo Monetario Internazionale, senza una ristrutturazione del debito pubblico non vi è alcuna possibilità che la Grecia si riprenda. Dunque, tutti sono consapevoli che la crisi ben presto riesploderà e che di nuovo si riproporrà il problema della permanenza di Atene nell’euro. Infatti occorre sottolineare con forza che questa crisi rappresenta l’inizio della fine dell’euro.”

Si parla spesso di FMI, BCE e altro, ma le regole in Europa sembra farle la Germania. Dire UE, significa dire Germania?
“Non vi è alcun dubbio che oggi è la Germania dettare le regole. Questa posizione di leadership non è solo dovuta al fatto che l’economia tedesca è la più forte, ma anche al fatto che i tedeschi – giustamente dal loro punto di vista – sono riusciti a far adottare il principio che l’euro non si deve trasformare in un meccanismo di trasferimento di risorse da un Paese all’altro. Per scongiurare questo pericolo e per combattere il “lassismo” dei Paesi dell’Europa meridionale, hanno trasformato l’Unione monetaria in un’entità in cui prevalgono i criteri contabile, come il 3% di deficit rispetto al PIL. Il risultato finale è che l’euro è diventato una camicia di forza che penalizza le economie più deboli e meno competitive. Queste ultime non hanno più una banca centrale e una loro moneta e non possono ricorrere alla svalutazione monetaria per recuperare competitività. Quindi per rispettare i criteri dell’euro devono condurre politiche di austerità e per rimanere concorrenziali devono abbattere i loro livelli salariali. E’ un meccanismo deflazionistico che produce solo disoccupazione e povertà.”

Ora si pensa ad un congelamento del debito greco per 30 anni e di tagliarne una parte, secondo i desideri del FMI: l’austerità così non sembra essere la soluzione. La Grecia, un malato incurabile?
“A mio parere la Grecia non potrà mai riprendersi restando all’interno dell’Unione monetaria. Diciamo dunque che è un malato incurabile ed è per questo che Tsipras ha sbagliato a non cogliere al volo la proposta tedesca di un Grexit. Non bisogna però dimenticare che altrettanto incurabile è l’Italia se continua a rimanere nell’euro. Infatti il debito pubblico italiano continua ad aumentare e ha superato recentemente i 2’200 miliardi di euro. Ora nessuno ne parla, perché la Banca centrale europea sta acquistando in quantità notevoli i titoli pubblici italiani e in questo modo sta anche mantenendo bassi i tassi di interesse che lo Stato italiano deve pagare per finanziarsi sui mercati. Alla prima crisi il bubbone Italia riemergerà e sarà devastante. Infatti nessuno può pensare che l’Italia sia in grado di continuare a pagare dei tassi di interesse “normali” su questo debito pubblico o addirittura di cominciare a ridurlo. Per l’Italia l’euro si sta trasformando in una disgrazia che sta producendo la deindustrializzazione del Paese e l’aumento della povertà. Giustamente in Italia si stanno rafforzando le forze politiche che propongono un’uscita dall’euro. E’ l’unica soluzione per l’Italia se non vuole fare la fine della Grecia.”

Euro “Nordico” ed euro “Mediterraneo”, è una via percorribile per aiutare le economie dei paesi meno performanti?
“E’ difficile prevedere il futuro, ma a mio parere l’euro nella sua attuale forma è destinato a scomparire. L’uscita della Germania e dei Paesi “forti” dall’euro sarebbe la soluzione meno dolorosa e quindi la migliore. Quest’ipotesi non è fantastica: la Germania posta di fronte alla prospettiva di restare nell’euro e di doversi assumere i debiti della Grecia e degli altri sceglierebbe sicuramente la via dell’uscita. Il ritorno al marco tedesco sarebbe molto facile, poiché cittadini e imprese accetterebbero volentieri la conversione dei loro risparmi e delle loro attività in marchi confortati dalla corretta aspettativa che il nuovo marco si rafforzerebbe nei confronti dell’euro senza Germania. E’ ovvio che l’uscita della Germania farebbe da preludio alla fine dell’euro. Credo che i tedeschi vorrebbero fare questo passo e che i loro timori siano soprattutto di carattere politico.”

Le speranze dei socialisti di cambiare l’Europa sono naufragate alla luce di crisi greca?
“L’Europa anche nel nostro paese è diventata una specie di ideologia soprattutto per la sinistra tradizionale, la quale sostiene che l’attuale Unione non va bene, ma che è possibile cambiarla. Gli avvenimenti di questi ultimi giorni dimostrano che questa è una speranza fondata sul nulla. François Hollande e Matteo Renzi hanno dimostrato di non contare assolutamente nulla. Hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco e a mentire sostenendo che l’aver impedito l’uscita della Grecia dall’euro è da considerare un loro successo. Questa alleanza tra grandi interessi economici e socialisti è quella che regge ancora l’impalcatura europea. Essa è destinata a crollare, poiché i socialisti e i partiti moderati continueranno a perdere voti e i partiti euroscettici a guadagnare consensi. Mi permetta una battuta in proposito: spesso i partiti critici vengono definirti populisti, ma non sono proprio i socialisti ad ingannare il popolo vendendo l’euro come un progresso per i ceti popolari, quando la moneta unica sta producendo solo disoccupazione e povertà.”

Come si situa la Svizzera in questo contesto? Lei prevede che anche la Confederazione subirà ripercussione relative alle incertezze elleniche?
“Non credo che la Svizzera subirà ripercussioni particolari. E’ chiaro che un’ulteriore crisi potrebbe indebolire l’euro e far ulteriormente rafforzare il franco con tutte le conseguenze economiche sono già sotto i nostri occhi. Sono convinto pure che la Svizzera potrebbe trarre beneficio dallo sfaldamento dell’euro, poiché la nostra politica monetaria e il tasso di cambio del nostro franco potrebbero di nuovo legarsi al marco tedesco come è accaduto per molti anni e allora l’economia del nostro Paese non è andata male.”

Re: Ciao Grecia ciao

18/07/2015, 12:57

Iniziate le purghe di Stalin, ehm, pardon, di Tsipras in Grecia: 10 ministri rimossi ... [:306]
(Mai appoggiare i rossi: dicono una cosa e ne fanno un'altra ....) [8D]

Re: Ciao Grecia ciao

18/07/2015, 13:01

Ufo'... qua non è questione di "rossi" "neri" o "blu"!

Ricominciamo con la solita solfa...

[8]

Cerchiamo di sforzarci di vedere oltre... e oltre io vedo lo scontro tra i colossi finanziari di BCE, FMI, BRICS... e vedo anche un Germania il cui ruolo inizia a scappare dalla mia comprensione.

[:291]

Colossi = Titani = Giganti...

E poi mi si viene a dire che il YHWH di un tempo non è paragonabile al FMI di oggi...

[;)]

Re: Ciao Grecia ciao

18/07/2015, 15:20

A Pà, quelli so' comunisti dichiarati; eddai! Stacce almeno una volta! (E' come se fossero "rifondazione") [;)]

Re: Ciao Grecia ciao

18/07/2015, 15:35

Sono comunisti, ma (una volta tanto) non è questo il problema.

Berlusconi non è certo un comunista però non mi sembra si sia opposto alle politiche europee.


La differenza oggi è tra euroentusiasti e euroscettici. La provenienza politica va messa da parte.


Perchè Tsipras abbia tradito così il suo popolo e il suo mandato è da approfondire, ma non credo c'entri la sua provenienza ideologica.

Aztlan

Re: Ciao Grecia ciao

18/07/2015, 16:19

Ufologo 555 ha scritto:A Pà, quelli so' comunisti dichiarati; eddai! Stacce almeno una volta! (E' come se fossero "rifondazione") [;)]


Ancora stiamo co' a destra e co' a sinistra.

"Hanno distrutto un popolo per EDUCARNE 19...."

Verdi, gialli, rossi, marroni.......... non c'entrano una mazza.

Conta solo il DIO DENARO per questi "signori" che mirano a fagocitare popoli e nazioni intere.

Fattene una ragione Ufologo... esci da questo corpo!!!! [^]

Re: Ciao Grecia ciao

18/07/2015, 16:58

l'unica è uscire dall'euro
e poi trattare..
perchè se si tratta prima
non c arrivi alla conclusione,
t'ammazzano prima..


certo bisogna prepararsi
e preparare bene la gente..
la benzina già oggi al cambio
costerebbe 3.000 lire,
con lira svalutata si arriverebbe
a 3.500/4000 lire al litro..
ma si potrebbe puntare maggiormente
a gas e metano, auto elettriche,
ecc.

volendo le soluzioni si trovano..

ma poi saremmo immuni dalle speculazioni
e potremmo decidere noi
la politica economica..

Re: Ciao Grecia ciao

18/07/2015, 17:47

Grecia: Il Grande Complotto Syammoscya

di Fabio Scacciavillani | 18 luglio 2015

Il disco arancione baciava lascivamente le acque nel baccanale muto, violento e inebriante di un tramonto alle Cayman. Quando il Supremo parlò l’aria sembrò rarefarsi per lasciar diffondere quella voce sinistramente tagliente: “Quegli imbelli del Bilderberg stanno scazzando di nuovo”. Il mio sguardo istintivamente controllò lo schermo che riversava immagini satellitari dall’Iraq, prima che mi azzardassi a osservare: “Eppure le conquiste dell’Isis procedono senza intoppi. Forniscono persino carburante alle nostre portaerei, migliore di quello iraniano …”.

Mi interruppe l’impercettibile flusso di sangue che tese per un attimo la vena sulla sua tempia: “Si tratta della Grecia”. La Grecia! Era sparita dal mio schermo radar mentale da almeno un anno, relegata tra le faccende (tipo i servizi sociali del Berlusca) da delegare a magliari di quart’ordine come il Bilderberg o l’Aspen che assoldiamo quando non troviamo di meglio.

“Quel somaro di Samaras recalcitra. Non segue gli ordini alla lettera. Il suo profilo psicologico sta subendo un’involuzione verso il quadrante levantino. Ogni volta che torna da Bruxelles il chip segnala che il retto ha contrazioni spastiche per timore della masnada”.

Aprì un file sullo schermo 3D e proseguì: “In Grecia sinistra, destra, centro, nazisti, comunisti, industriali è tutto lo stesso verminaio di incapaci. Dovremmo provocare i Turchi e farla invadere, ma poi quelle mezze checche isteriche inglesi che abbiamo messo a gestire Goldman Sachs, se non possono più sollazzarsi a Mikonos mi sfasciano i cabasissi”. Non abbandonava mai il vezzo di rifare il verso ai maître letterari.

L’espressione beffarda che colsi nel mio volto riflesso sul terminale Bloomberg si fuse in un torbido incesto con le mie parole: “Allora creiamo una sinistra nuova di zecca, esageratamente estrema, comicamente intransigente che sappia imporre sul serio politiche di destra”. Il Supremo annuì serrando le labbra in un ghigno tremendo.

Innanzitutto occorreva uno stucchevole profilo telegenico, uno che infervorasse le folle, ma soprattutto le intellettualoidi borghesi e le tardone sessantottine che si sdilinquiscono appena sentono la parola “popolo” in bocca ad un maschietto aitante. Non fu facile in un paese dove pigrizia e moussaka devastano gli addomi pelosi e lo sport è considerato una punizione divina.

Alla fine reclutammo un tizio con un cognome da supposta bulgara, ma con un passabile phisique du role. Gli mettemmo attorno tutto quanto riuscimmo a raccattare su piazza: anarco-insurrezionalisti, troszkisti, maoisti, spartachisti, spie, laccaculi da sottogoverno, burocrati, ex terroristi, evasori, riciclati del Pasok.

I focus group del marketing politico scelsero il marchio Syriza che evocava nella gioventù greca (ed europea) un misto di iniezioni di eroina e cartine per rollarsi le canne. Per il lancio serviva una marea di soldi, ma ricorremmo a degli oligarchi russi convinti di potersi sostituire alla Siemens nella vendita di ferrivecchi alle Forze Armate. Tralascio di sottolineare l’infinito spreco di fondi nel fornire di armi soldati vestiti con tutu da ballerine della Scala e pon pon su scarpe modello Clarabella.

Rodammo la macchina della propaganda nelle elezioni europee anche in Italia (il colpo gobbo di associare la lista ad un bel tornito culo femmineo fu incredibilmente un parto dell’entourage di Vendola). Con la vittoria di Syriza alle politiche si entrò nella fase cruciale. Toccò affiancare a Tsipras un personaggio più macho per dare al volgo l’impressione di incrollabile determinazione nello scontro con la Trojka, finto quanto un match di boxe a Las Vegas.

Fu ingaggiata un’unità speciale di fanciulle di buona famiglia che selezionassero il sex symbol bolscefigone. Quando vidi il prescelto mi crollò addosso il firmamento con tutti gli astri. Era una sottospecie di sosia di Checco Zalone, ma le fanciulle mi implorarono di fidarmi del loro istinto. Dopo la plastica facciale che gli conferisse un’aria da brigantello romantico il ciclone Varoufakis travolse i media in un sabba frenetico, grazie a generose aspersioni di scie chimiche.

Varoufakis era il consulente un po’ sfigatello di una società che produce videogiochi, la Valve, ma sbrigativamente, per assonanza, lo spacciammo come esperto di teoria dei giochi, una roba astrusa e perfettamente inutile, ma che provoca un misterioso potere eccitante sulla psiche dei nerd.

Aggiungemmo all’immagine una moglie glamour, straricca, con favoloso attico completo di terrazza da sogno con vista sul Partenone per captare il pubblico radical chic che tiene in bella mostra i volumi di Zygmunt Bauman nel salotto, ma in realtà divora solo foto e titoli di Novella 2000 e Dagospia. Il cappotto di pelle sadomaso e la collezione di moto tamarre sconvolsero l’immaginario collettivo della gauche caviar, aragoste & champagne. Piketty sprofondò in una spirale di convulsioni nervose causate dall’invidia.

Per non farci mancare niente, fu formato un governo con la destra militarista, antisemita e nazionalista.

Tsipras e Varoufakis iniziarono la spola tra Atene e Bruxelles, quando non erano a far bagordi con Putin che insieme a loro leniva lo spleen per la mancanza di Berlusconi. Non afferravano una mazza di quello che sentivano ai vertici e tantomeno di quello che ripetevano dal copione che a fatica riuscivamo ad inculcare loro. Erano delle frasi sconnesse declamate in tono roboante per irritare gli astanti, condite di insulti, cifre a casaccio e profferte irriferibili alla Lagarde (che per sua fortuna era abituata ai tipi alla Strauss Kahn).

Dopo cinque mesi di puro teatro dell’assurdo, gli altri ministri e premier europei cominciarono a sospettare il marcio (stimolati dai nostri input subliminali) e decisero di mettere la coppia alle strette con una proposta chiara. Si apprestava il passaggio decisivo.

Il panico si abbatté su Tsipras e Varoufakis. Non erano in grado di decifrare nemmeno una riga del documento. Deputati e militanti di Syriza urlavano stravolti appena la coppia appariva in Parlamento o alle interminabili quanto sterili riunioni di partito. Loro rispondevano col pugno alzato, per sedarli.

Quando i due udirono la proposta di referendum si abbracciarono commossi. Tutta la sinistra del globo terracqueo ancora ululava al ricordo del referendum indetto da Papadopoulos e miseramente annullato. Da allora nei più ingenui si era impiantato un riflesso pavloviano che scattava appena veniva pronunciata la parola democrazia, soprattutto a sproposito.

La gente era in estasi! Avrebbero vendicato il referendum scippato dagli esecrati eurocrati tecnocrati ultraliberisti, a cui anelavano da anni. Un referendum su materie fiscali che la Costituzione vietava esplicitamente, convocato in fretta e furia contro tutte le più elementari regole internazionali, senza che si sapesse su cosa esattamente si votasse. Ma i pavloviani la democrazia l’avevano rimirata a malapena in cartolina, quindi bastava qualche slogan dei nostri accoliti in piazza Syntagma per aizzarli come mastini in una macelleria.

Ma il colpo di genio assoluto, il pinnacolo della perfidia, beh, quello fu esclusivamente mio. Il piano iniziale prevedeva la vittoria del SÌ e il mesto ritorno dei pecoroni all’ovile dalla Trojka. Alla vigilia del voto mi colse l’illuminazione folgorante. Era il NO a dover prevalere in modo schiacciante. Far illudere per una notte le schiere ciarlanti, da Krugman a Fassina, da Stiglitz a Di Maio, da Iglesias a Salvini, da Grillo alla Le Pen di aver vinto, assistere al sabba incontenibile per le strade di Atene, sentire i proclami narcisistici contro capitalismo, liberismo, banchieri e Trojka avrebbe dato vita ad un epico Truman Show di cui distruggere voluttuosamente il dozzinale fondale di cartapesta. L’attrice che impersonava la moglie di Varoufakis finse di non reggere alla compassione e gli rivelò tutto in lacrime da cipolla. Il bolscefigo intuì confusamente che era meglio dileguarsi all’istante e sparirono inforcando una moto insieme.

Tsipras invece lo lasceremo ancora un po’ sul proscenio. Assistere alla sinistra più irriducibile ed esagitata del pianeta, con un ministro dell’Economia marxista-leninista (solo a Oxford ne ho trovato uno autentico), votare a capo chino ed imporre crudelmente il programma di austerità più severo della Storia (dopo la bocciatura della versione edulcorata nel referendum farsa) non ha prezzo. Per tutto il resto c’è Merkelcard.
Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07 ... a/1886126/

Re: Ciao Grecia ciao

18/07/2015, 18:19

Meno male che ho smesso di comprare Il Fatto parecchio tempo fa.

Se avessi dovuto pagare per leggere questa roba avrei chiesto i soldi indietro con interessi tedeschi e il sacrificio di una vergine.


Due Premi Nobel che sono contro l' euro e che non vengono mai riportati vengono usati come personaggi in un farsesco raccontino di fantasia senza ancora una volta dare conto della loro posizione e definiti come "ciarloni".


Ci vedono così.

Il giorno della vendetta sarà bellissimo e terribile, come la Rivoluzione Francese o una buona storia di vampiri.

Re: Ciao Grecia ciao

19/07/2015, 16:37

Se Varoufakis torna a mio parere è una ottima notizia...

Grecia, Yanis Varoufakis: "Sono il politico greco più votato, non me ne vado. Il piano Ue? Già fallito"

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"Sono qui per restare, sono il parlamentare greco più votato, 140mila preferenze, e devo combattere per il 61,5% che ha votato no al referendum". La vacanza di Yanis Varoufakis durerà poco, l'ex ministro presto tornerà ad Atene da dove farà le barricate contro i falchi rigoristi dell'Unione europea e l'accordo "suicida" che il suo premier Alexis Tsipras ha accettato, non prima di averlo fatto dimettere. Nel giro di poche ore Varoufakis ha vinto il referendum, perso la poltrona e si è trovato letteralmente all'opposizione, guidando la minoranza di Syriza in Parlamento che ha votato no al pacchetto di riforme imposto dalla Troika.

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... kis--.html


A prescindere dall'esito di tutta la faccenda, come ha condotto la partita applicando la "Teoria dei Giochi" è stato ineccepibile e grandioso... anche se, alla luce degli ultimi eventi, non posso che restare in attesa per poter capire meglio a che gioco si stia giocando ad Atene.
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