07/08/2015, 12:27
07/08/2015, 15:05
07/08/2015, 17:31
08/08/2015, 15:03
08/08/2015, 17:30
mauro ha scritto:caro rew,
non avevo fatto tempo ieri, dovendo andare al lavoro![]()
Volevo dirti, dato che il "carato" riferito alla purezza dell'oro, determina la percentuale di altri metalli,
come sarebbe possibile trasformare il piombo, se non in "oro puro" almeno 24k.
Sarebbe opportuno aprire un topic sull'alchimia,visto che esistono molte notizie ,nel forum , ma sparse![]()
ciao
mauro
08/08/2015, 21:42
08/08/2015, 22:09
09/08/2015, 06:22
mauro ha scritto:caro rew,
ah , ora ho capito![]()
come, la parte spirituale, in alchimia non può essere disgiunta da quella fisica![]()
ciao
mauro
09/08/2015, 12:28
09/08/2015, 13:11
10/08/2015, 12:50
MaxpoweR ha scritto:ma siamo sicuri che il sogno alchemico di trasmutare il piombo in oro non sia una reminiscenze di pratiche tecnologiche del passato? anche perchè è già possibile farlo se pur non economicamente vantaggioso per i consumi energetici elevatissimi. Ma se una civiltà non avesse problemi di consumi...
Un pò la stessa cosa avvenuta per l'astrologia...
10/08/2015, 20:59
27/08/2019, 19:59
Tumore alla prostata: funziona la terapia con le nanoparticelle oro
Funziona il trattamento anti-cancro che prevede l'utilizzo di nanoparticelle d'oro "illuminate" che riscaldano e distruggono le cellule tumorali
Funziona il trattamento anti-cancro che prevede l’utilizzo di nanoparticelle d’oro “illuminate” che riscaldano e distruggono le cellule tumorali. Tredici pazienti con cancro alla prostata su 15, su cui il trattamento è stato testato, sono in remissione da un anno. Precisamente, stando a quanto riportato da un gruppo di ricercatori della Rice University sulla rivista Pnas, non e’ stata rilevata alcun segno della malattia nei 13 pazienti in cui ha funzionato.
La AuroLase Therapy, cosi’ si chiama l’innovativo trattamento di ablazione focale, e’ stata somministrata a 15 pazienti per due giorni: il primo giorno e’ stata fatta un’infusione intravenosa e il secondo giorno si e’ passati al trattamento di ablazione guidato dalle immagini. Tutti i pazienti sono tornati a casa il giorno stesso del trattamento per poi ritornare per il follow-up prima dopo 3 mesi, poi dopo 6 mesi e infine dopo un anno.
Ebbene, dei 15 che hanno completato il trattamento, solo due hanno mostrato segni rilevabili di cancro nelle biopsie di follow-up e nella risonanza magnetica un anno dopo. Questi risultati sono da considerarsi eccezionali anche perche’ ai pazienti sono stati risparmiati tutti i pesanti effetti collaterali, tipici della chemioterapia e della radioterapia. Il trattamento “cura il cancro risparmiando il resto della prostata, preservando cosi’ la qualita’ della vita di un paziente e riducendo gli effetti collaterali indesiderati, che potrebbero includere la disfunzione erettile e / o la fuoriuscita di urina”, dice l’autore principale dello studio Ardeshir Rastinehad, professore associato di urologia e radiologia presso la School of Medicine del Mount Sinai a New York, dove i pazienti sono stati curati. Lo studio e’ ancora in corso. E’ frutto di una ricerca che dura da 20 anni e che ha coinvolto 44 pazienti in totale, tra quelli al Mount Sinai, Michigan e Texas.
28/08/2019, 12:38
28/08/2019, 15:37
MaxpoweR ha scritto:Ma le particelle d'oro di legano selettivamente autonomamente solo a quelle tumorali? O_o
“Le cellule tumorali si distinguono da quelle sane per la loro 'sete' di ossigeno. Con il nostro lavoro abbiamo scoperto che proprio le caratteristiche sviluppate per far fronte all’ipossia possono essere utilizzate per la loro individuazione”, spiega Fulvio Ratto, autore dello studio e ricercatore dell’Ifac-Cnr. “In particolare, abbiamo constatato che le cellule cancerose ipossiche reagiscono alla carenza di ossigeno esprimendo sulla membrana un enzima chiamato anidrasi carbonica 9 (Ca9). Noi abbiamo reso riconoscibile questa sorta di impronta da parte di nanoparticelle d’oro fornite di un inibitore di Ca9, per esempio un sulfamidico: le nanoparticelle in tal modo identificano e attaccano le cellule tumorali ipossiche, che sono le più difficili da raggiungere con le terapie convenzionali”.