La Cina vuole esplorare il lato nascosto della Luna
La Cina vuole sbarcare sul lato nascosto della Luna entro il 2020. Un'impresa mai riuscita a nessuno. La notizia è stata confermata dall'agenzia di stampa dello stato. Il gigante orientale vorrebbe portare un rover nel lato "oscuro" del nostro satellite. Lo sviluppo della missione è stata affidata a Zou Yongliao, dell'accademia cinese delle scienze.
Prima di oggi c'erano state alcune indiscrezioni. La Cina era già arrivata sulla Luna due anni fa con il robot Yutu, Coniglio di Giada. Un'impresa difficile ma secondo gli scienziati cinesi fattibile, nonostante le difficoltà di stabilire un contatto con la Terra una volta atterrati sul "dark side of the moon”. Ce la faranno ?
La missione della China National Space Administration (CNSA) utilizzerà il Chang’e 4 e avrà lo scopo di studiare la morfologia del nostro satellite nella sua parte più affascinante, la faccia nascosta, che non è possibile osservare dal nostro pianeta, e che appare così diversa e poco familiare rispetto a quella che siamo abituati a conoscere. Il lander Chang’e 4, fratello maggiore della sonda Chang'E-3 sbarcata sulla Luna nel 2013 insiema a Yutu, porterà con sé un rover utilizzato per spostarsi sulla superficie lunare.
Nel maggio scorso, Wu Weiren, capo ingegnere del programma di esplorazione lunare cinese aveva dichiarato alla televisione di Stato, che la Cina stava pensando di inviare la sonda Chang’e-4 nell’orbita lunare, in vista dell' atterraggio di un rover sulla superficie. “Sceglieremo probabilmente un sito sul quale è più difficile atterrare dal punto di vista tecnico. La mossa successiva sarà cercare di atterrare sul lato oscuro”.
Acqua, Elio-3 e radiotelescopi: tutti i motivi per tentare l'impresa
Arrivare fisicamente sul lato nascosto della Luna porterebbe vantaggi immensi dal punto di vista della ricerca radioastronomica. I radiotelescopi non subirebbero le interferenze delle trasmissioni terrestri e potrebbero essere liberi dall'inquinamento di altre frequenze. Inoltre il rover potrebbe analizzare reperti in zone mai raggiunte prima, dando una mano a ricostruire la storia del nostro satellite.
C'è poi la parte dello sfruttamento energetico. Si cerca conferma della presenza dell’elio-3, un elemento giudicato prezioso per i futuri reattori a fusione nucleare che si costruiranno sulla Terra per produrre energia senza i problemi delle scorie radioattive. Infine non meno importante il capitolo acqua. Qual'è la sua quantità nel suolo lunare? E' possibile utilizzare le parti ghiacciate e sfruttarle per futuri insediamenti dei coloni che verranno ?
Il problema più grosso, quello del blocco delle comunicazioni si può aggirare con un satellite che rimbalzi i segnali. L'hanno già fatto i giapponesi che hanno immesso nell'orbita lunare la sonda Kaguya per mantenere un costante contatto con la base a Terra. Sicuramente la Cina ha le risorse tecnologiche e finanziarie per arrivare pronta all'impresa nei prossimi cinque anni. Le implicazioni non sono solo di prestigio, ma potrebbero rappresentare un punto di svolta. Fin'ora infatti il colosso asiatico aveva inseguito gli Stati Uniti in imprese in cui arrivava dopo. Questa missione costituirebbe l'ambizione di diventare il paese guida delle prossime missioni nello spazio.