17/09/2015, 21:04
Wolframio ha scritto:Guarda su youtube.com
Pazzi criminali, falsi, ipocriti.
Quando sento parlare questa donna,questa donna, mi sale la pressione, la pressione.
17/09/2015, 21:40
21/09/2015, 20:52
21/09/2015, 20:56
28/09/2015, 10:46
09/10/2015, 18:03
09/10/2015, 18:52
ubatuba ha scritto:Il capo economista della BCE ammette che l’euro non funziona
Come riporta il Wolfstreet, il capo economista della BCE ha fatto un notevole outing a una recente conferenza, tra il disinteresse generale. I grafici mostrati in quell’occasione hanno evidenziato tutti i fallimenti economici dell’eurozona: la riduzione della crescita europea da quando l’euro è stato introdotto, il crollo degli investimenti produttivi, la divergenza – anziché la convergenza tra i paesi aderenti. Per quanto si sia cercato di disprezzare il passato legato alle singole valute sovrane, esso si è dimostrato di gran lunga migliore all’attuale realtà dell’eurozona, che nulla ha a che vedere con il “sogno”, ossia lo scenario onirico che sempre viene invocato e contrapposto alla semplice ragione.
tutto l'articolo xon grafici link sotto
http://vocidallestero.it/2015/10/07/il- ... -funziona/
09/10/2015, 19:09
09/10/2015, 19:29
12/10/2015, 16:20
13/10/2015, 09:45
13/10/2015, 12:30
ubatuba ha scritto:Nino Galloni: “Serviva una Sigonella dell’economia per evitare l'euro
- L’alleanza franco-tedesca che aveva rappresentato l’asse europeo negli ultimi anni sembra essere venuta meno. La Francia sembra non avere più alcun vantaggio a sostenere l’eccessivo rigore sui conti imposto dalla Germania e da ultimo il ministro delle Finanze Macron ha espresso la necessità di compiere un ulteriore passaggio nel processo di integrazione che vuole la nascita di un budget federale europeo e la costituzione dell’Europa politica che dovrebbe essere la declinazione degli Stati Uniti d’Europa. Lei crede che la nascita degli USE siano il passaggio successivo della crisi dell’eurozona?
Questa soluzione mi sembra poco probabile dal momento che la realtà dei nazionalismi la allontana ulteriormente. Personalmente ritengo che qualora andassimo incontro a un’ulteriore cessione di sovranità da parte degli stati nazionali, non sarebbe altro che l’affermazione ultima dell’onnipotenza del mercato e di rottura del patto di solidarietà tra i popoli europei, già messo duramente alla prova dalla struttura dei trattati europei.
- Il caso VW sembra indebolire la posizione di forza della Germania in Europa: crede che questa inchiesta sia il tentativo di contenimento da parte degli USA della politica commerciale tedesca “aggressiva” basata su persistenti avanzi della bilancia commerciale?
La VW nonostante l’aumento delle vendite, era già in difficoltà a causa del disallineamento tra la sua capacità produttiva e la capacità di assorbimento del mercato. Probabilmente la mancanza di investimenti sul piano dell’innovazione tecnologica, hanno portato alla necessità di truccare modelli già ampiamente superati per quello che riguarda i criteri di tutela ambientale. Non trascurerei il fatto che questa inchiesta sulle emissioni dei motori VW è coincisa apparentemente con una politica estera tedesca divergente dagli interessi di Washington in Siria.
- Le elezioni in Grecia hanno riconfermato la vittoria di Tsipras, seppur con un crescente astensionismo tra le fasce deluse dal mancato rispetto delle promesse dello scorso gennaio. Ha ragione Varoufakis quando dichiara che il problema è solo rimandato e che la Grecia non può reggere a queste condizioni?
La Grecia non può reggere con l’euro, questo è un dato certo. Quando i sovranisti hanno portato avanti le tematiche relative al ritorno ad una piena sovranità monetaria, non c’è stato il consenso elettorale necessario per rafforzare questa posizione. Come successe in Scozia, la strategia di incutere terrore nelle popolazioni, messe di fronte a scelte solo artificialmente obbligate, si è rivelata purtroppo efficace. Il discorso dell’abbandono dell’euro ad oggi non ha trovato uno sbocco politico proprio per questa ragione.
- La Cina continua nella sua strategia di accumulazione delle riserve auree e la borsa di Shangai accetta l’oro come collaterale. Il “gold standard” potrebbe tornare d’attualità nel moderno sistema monetario?
Non credo che andiamo verso un ritorno del gold standard, che sarebbe un grosso passo indietro. Il sistema delle monete fiat emesse illimitatamente può funzionare, ma il problema dei moderni sistemi monetari lo individuiamo nella distribuzione di enorme liquidità che arriva nelle mani della finanza speculativa, mentre le piccole e medie imprese non ricevono nulla di questa massa monetaria. Il vero gold standard è l’euro, una moneta artificiosamente scarsa.
- Nonostante i tentativi esperiti dalla Bce nei mesi passati, su tutti il TLTRO e il Quantitative Easing, nei prossimi mesi le previsioni indicano una deflazione a segno negativo. Condivide questa prospettiva?
Le aspettative sono in quel senso. Si accettano titoli di stato con tassi negativi, cosa mai verificatasi fino a questo momento. Evidentemente è prevista una deflazione maggiore del rendimento negativo dei titoli di Stato, e questo è il miglior indicatore della situazione.
- In un'intervista inedita publicata su "Oltre l'euro: le ragioni della sovranità monetaria" (Arianna edizioni), Gianni De Michelis ha affermato che la perdita della sovranità monetaria del nostro paese deve essere ricondotta all'ondata giudiziaria di Mani Pulite. Proprio in questo senso in passato Lei ha sostenuto che la deindustrializzazione realizzata nel 1992, fu voluta da Francia e Germania per indebolire la posizione dell’Italia, divenuta un concorrente troppo forte. Qual è la sua lettura su quel importante crocevia storico?
Sono assolutamente d’accordo con De Michelis. La domanda che dovremmo porci è: perché non c’è stata “una Sigonella dell’economia”? Quando nel 1985 nella base militare di Sigonella arrivammo al punto di massima tensione con gli alleati americani a causa della pretesa da parte dei nostri alleati di prelevare i terroristi dell’Achille Lauro e Abu Abbas, il presidente del Consiglio Craxi si oppose fermamente alla violazione della nostra sovranità e le nostre ragioni prevalsero. Questa difesa degli interessi nazionali non l’abbiamo avuta invece per ciò che riguarda gli interessi delle classi lavoratrici, poiché né la sinistra né la destra si sono opposte a questo processo. La sinistra aveva difatti già cambiato posizione e ha fatto tutto ciò che era in suo potere per rendere possibili le cessioni di sovranità, mentre la destra si è mostrata più riluttante a questo processo ma il suo leader era ed è un obbiettivo facile da colpire per via degli interessi commerciali nelle sue aziende. Gli euroscettici, penso a Craxi e Andreotti, non hanno purtroppo prodotto un fronte unitario per impedire questa cessione di sovranità senza precedenti.
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews ... 6&pg=12976
..sigonella,ultimo sussulto di difesa della dignita' nazionale......ora siamo nelle mani di semplici portaordini,capaci solo di genuflettersi al volere altrui,...............................
13/10/2015, 12:52
Vladimir Shalak spiega come mai i profughi preferiscono la Germania
Vladimir Shalak, accademico delle Scienze russo, è progettista di un software che analizza i contenuti di Twitter (Scai4Twi, Content Analysis System for Twitter). Un esercizio per nulla ozioso, anzi molto utile per l’intelligence, come vedremo.
L’accademico Shalak ha studiato 19 mila tweets originali (esclusi i re-tweet) che trattano di rifugiati, ricevuti dagli immigranti.
La maggior parte di questi tweet (hashtag #refugee), indicano la Germania (50%) e l’Austria come i paesi dove gli immigrati sono meglio accolti.
E il 93% dei tweet dedicati alla Germania contenevano messaggi entusiastici sulla generosità illimitata dei tedeschi: notizie, in arabo, sui terni che recano sulle fiancate il benvenuto in arabo, tifosi di calcio che negli stati inneggiano “Wilkommen” ai profughi, video di profughi ricevuto con fiori e dolci nelle stazioni, video-spot di immigrati che gridano “Amiamo la Germania!”.
Quanto ai 5704 tweets originali diffusi con l’hashtag #RefugeeWelcome più il nome di un paese, l’analisi mostra una “preferenza” ancora più alta per la Germania.
Quanto ai 5704 tweets originali diffusi con l’hashtag #RefugeeWelcome più il nome di un paese, l’analisi mostra una “preferenza” ancora più alta per la Germania.
L’ovvia domanda che si è poi posto l’accademico Shalak è stata: da dove originano questi tweets con hashtag #RefugeeWelcome + Germania? Non di tutti si sono potute identificare le fonti di provenienza, che sono state evidentemente “nascoste” dagli autori. Ma di quelli di qui si è potuto risalire alle fonti, ecco i risultati:
Solo il 6 per cento di questi vengono dalla Germania! Quasi la metà vengono da paesi anglofoni: Regno Unito, Usa, Australia (!), Canada, per non parlare dell’India: sembra che i cittadini del mondo che parlano inglese si siano messi d’accordo per invitare suriani, afghani, negri africani, in casa d’altri.
Ed è difficile immaginare cittadini indiani – o australiani – così caldamente interessati a diffondere tra i profughi medio-orientali l’idea che in Germania saranno accolti a braccia aperte. Ma la cosa si spiega se si sa che l’India è all’avanguardia come fornitrice di servizi telecom-computeristici. Lo scienziato russo ha identificato una vasta operazione condotta per mezzo di “botnet”.
Che sono, nel gergo informatico, “malware o altri software dannosi che trasformano i computer d’altri, ignari utenti, in “robot” che eseguono automaticamente operazioni sul web ad insaputa dei proprietari del computer stesso”. L’accademico ha identificato una vera tempesta di netbot moltiplicatori di messaggi:
il 27 agosto, 40 netbot automatici @changing_news, @changing_news1,…, @changing_news39 simultaneamente diffusi dagli Stati Uniti alle 8.33 del mattino:
«A new welcome: Activists launch home placement service for refugees in Germany and Austria #News #Change #Help».
Il primo settembre, lo stesso gruppo di botnet ripete il messaggio.
Il 29 agosto, sono 80 i botnet a postare il messaggio “Migliaia di rifugiati ricevuto a Dresda, migliaia di persone sono scese in strada…”
Il 31 agosto, 50 botnet dall’Australia (creati tutti, si noti, un anno prima: il 14 febbraio 2014, alle 6 del mattino) diffondo la notizia che “le tifoserie calcistiche tedesche danno il benvenuto ai profughi”..
Il 1 settembre, altri 95 botnet di proprietà di un “ Media for Social and Cultural Impact”, con sede a Dallas (Texas) diffonde il messaggio: «German Soccer Fans Welcome Refugees Amid Ongoing Crisis: As Europe faces the challenge of a wave of migration…»
Inutile dire che l’effetto moltiplicatore provocato dai “robot” ha creato nei disperati dei campi-profughi in Turchia, Libano e Giordania, e addirittura in afghani e pakistani, lo stato d’animo collettivo che ha provocato l’ondata cui stiamo assistendo – incoraggiata ed amplificata poi dalla stupidità dei media e dei nostri politici. Sul fine cui mira simile strategia, ognuno può darsi la risposta. La mia è: ricordiamo che gli Stati Uniti sono dall’11 Settembre, l’Impero del Caos. Come ha spiegato George Friedman fondatore di Stratfor, ad un eletto pubblico del Council on Foreign Relations, in Ucraina come in Afghanistan, “Una volta destabilizzato il paese, il nostro dovere è compiuto”.
Precisamente, Friedman è un docente allo US Amy War College e membro della RAND (un megafono del sistema militare-industriale), un influente insider nei meccanismi di potere americani, e un ebreo nato a Budapest.
Soltanto l’integrazione Germania-Russia può minacciarci, non lo permetteremo (…) La destabilizzazione è il solo scopo delle nostre azioni estere. Non instaurare la democrazia; quando abbiamo destabilizzato un Paese, dobbiamo dirci: «Missione compiuta», e tornare a casa.
“La nostra incognita è la Germania. Che cosa farà? Non lo sa nemmeno lei. Gigante economico e nano politico, come sempre nella storia”.
http://www.maurizioblondet.it/our-real- ... ate-proof/
La polizia tedesca tace gli stupri
“Le donne nei campi di prima accoglienza tedeschi sono pagate 10 euro per fare sesso con i rifugiati in cerca d’asilo, che all’80 per cento sono maschi adulti. Le guardie del campo fanno finta di non vedere perché anche loro fanno affari trafficando droga e armi”. Lo ha scritto Soeren Kern, dirigente di un Gatestone Institute, un think tank preoccupato per i diritti umani il cui presidente è – John Bolton, un fanatico neocon che è stato sottosegretario di stato con Bush figlio, ambasciatore all’Onu, diffusore principe della menzogna per cui Saddam aveva le armi di distruzione di massa, fanatico promotore delle guerre e destabilizzazioni, membro della American Enterprise, del PNAC (Project for a New American Century) che auspicò una “Nuova Pearl Harbor” – avvenuta poi l’11 settembre.
John BoltonIl Gatestone tiene una lista degli stupri commessi dagli asilanti, musulmani per lo più, nei centri di raccolta germanici.
http://www.gatestoneinstitute.org/6527/ ... pe-germany
Una tredicenne medio-orientale ricoverata con la madre (che aveva già subito violenza nel campo turco) a Detmold , Germania centrale. Un ragazzo di 14 anni, tedesco, stuprato da un arabo in un treno… La polizia nella cittadina bavarese di Mering ha avvertito i genitori di non lasciar i loro figlio giovani da soli, dopo che l’11 settembre “un uomo di pelle scura che parlava un tedesco cattivo” ha stuprato una sedicenne che tornava a casa dalla stazione ferroviaria, la quale è vicina a un campo di migranti”.
Spiega la Kern del Gatestone: “Decine di altri casi di stupi o tentati stupri restano irrisolti”. La polizia nasconde i fatti all’opinione pubblica “per non legittimare i critici dell’accoglienza ai profughi” e non provocare “una crescita dell’estrema destra xenofoba”. Il che, potrei giurarci, è invece negli auspici di Bolton e dei creatori di tweets da Dallas. Forse perché tutti gli israeliani vogliono che l’Europa diventi come sono loro, razzisti, e che odino tutti i musulmani. Forse semplicemente per disgregare la società tedesca troppo compatta culturalmente, e devastare l’economia, magari provocando scontri di strada, meglio se sanguinosi fra immigranti e neonazi tedeschi (in Ucraina li hanno allevati).
E d’accordo. L’Impero del Caos fa’ il suo lavoro. Non si può dire nemmeno che nasconda i suoi propositi su Germania ed Europa: Friedman di Stratfor avrà tanti difetti, ma non quello di non essere chiaro e diretto.
Ma che lavoro fanno i nostri politici, i nostri tecnocrati a Bruxelles e i nostri media, è un altro discorso. Perché favoriscono il piano. Perché demonizzano e calunniano chi cerca di resistervi?
Perché la resistenza c’è, ed è di livello politico alto. Il 23 settembre scorso, il potente partito democristiano della Baviera, CSU, alleato d ella Merkel, ha invitato con tutti gli onori Victor Orban, il premier ungherese. Il capo della CSU, Csu Horst Seehofer, ha salutato in Orbano il “difensore delle norme europee” e delle frontiere di Schengen. Censura, sull’evento, dei nostri media, Con una eccezione: il Manifesto, che ha condito lo statista magiaro coi soliti insulti: “vuol reintrodurre la pena di morte”, è “In odore di antisemitismo”, eccetera.
http://ilmanifesto.info/orban-in-bavier ... della-csu/
Viene da ripetere la domanda angosciata che Vladimir Putin ha posto a noi occidentali, ai nostri governanti: “Ma comprendete quello che state facendo?”
13/10/2015, 13:28
14/10/2015, 19:17