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 Oggetto del messaggio: Re: ooparts il ritorno
MessaggioInviato: 14/07/2015, 09:07 
Fa il paio con quei "binari" ritrovati se non erro a Malta e sull'isola di Gozo

http://www.ilnavigatorecurioso.it/2014/ ... -di-malta/



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 Oggetto del messaggio: Re: ooparts il ritorno
MessaggioInviato: 15/07/2015, 10:19 
caro Atlanticus,
ah ecco dove l'avevo visto! [:)] me ne ero dimenticato [xx(]

ieri ho cercato(ma in modo sommario) un possibile congiungimento, anche ormai sottomarino, tra le due vie ,
in tempi remoti, visto che sono abbastanza vicini.

ciao
mauro



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 Oggetto del messaggio: Re: ooparts il ritorno
MessaggioInviato: 15/07/2015, 14:52 
Un congiungimento lo ritengo improbabile. Ma è ragionevole pensare che si tratti della stessa tecnologia adottata da una civiltà madre presente nel mediterraneo prima di quelle conosciute.

Datazioni probabili per questo tipo di lavorazioni!?

Io propendo per un intervallo di tempo tra i 50 e i 12mila anni fa!

[}:)]



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 Oggetto del messaggio: Re: ooparts il ritorno
MessaggioInviato: 29/09/2015, 12:20 
Lampade eterne
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http://www.informareonline.it/lelampadeeterne.html


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 Oggetto del messaggio: Re: ooparts il ritorno
MessaggioInviato: 29/09/2015, 21:44 
Ancora la storia di lampade eterne &c. [:291]

Un pila elettrochimica od una lampada chimica, di dimensioni contenute, con le tecnologie attuali non possono durare secoli.
Senza orientarci verso tecnologie esotiche si può pensare a minerali radioattivi che eccitavano la fluorescenza di certi materiali

Anche alcuni di batteri emettono luce ed una colonia che si trova in condizioni favorevoli può sopravvivere
molto al lungo



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 Oggetto del messaggio: Re: ooparts il ritorno
MessaggioInviato: 02/11/2015, 00:43 
Tecnologia troppo avanzate - parte 1

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http://www.informareonline.it/tecnologietroppo.html


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 Oggetto del messaggio: Re: ooparts il ritorno
MessaggioInviato: 14/12/2015, 00:37 
Tecnologia troppo avanzate - parte 2

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http://www.informareonline.it/tecnologietroppa.html


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 Oggetto del messaggio: Re: ooparts il ritorno
MessaggioInviato: 21/01/2017, 13:56 
Cita:
Geologo russo: «In Spagna ci sono tracce di pneumatici antiche 12 milioni di anni»
Alexander Koltypin, geologo e direttore del Science Research Center di Mosca, si dice convinto che sul nostro pianeta esistono numerosi siti archeologici dove è possibile riscontrare indizi che avvalerebbero l'esistenza di civiltà vissute milioni di anni fa.

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Fa un certo effetto ascoltare la dichiarazione del dottor Alexander Koltypin, se non altro per il fatto che si tratta di un geologo e direttore del Natural Science Research Center presso l’Università Internazionale Indipendente di Ecologia e Politologia di Mosca.

Secondo il ricercatore russo, in diverse località del pianeta è possibile osservare solchi di pneumatici lasciati nel terreno da veicoli pesanti che si possono far risalire a circa 12 milioni di anni fa.

Come è possibile? Certamente si tratta di un’affermazione discutibile, dal momento che l’archeologia classica fa risalire l’inizio della civiltà umana a diverse migliaia di anni fa, non milioni.

Eppure, Koltypin si dice convinto che sul nostro pianeta esistono numerosi siti archeologici dove è possibile riscontrare indizi che avvalerebbero l’esistenza di civiltà vissute milioni di anni fa.

Koltypin è un appassionato sostenitore di questa teoria, tanto da aver denominato il suo sito web ‘Earth before the flood: Disappared Continents and Civilizations‘ (La Terra prima del Diluvio: Continenti e Civiltà scomparse).

È proprio dal suo sito che il ricercatore russo afferma che le tracce riscontrate nel sito spagnolo di Castellar de Meca, nella provincia di Valencia, risalirebbero al Miocene medio e tardo (tra i 12 e i 14 milioni di anni fa circa).

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Il villaggio di Castellar de Meca è un sito archeologico unico nel suo genere. Le rovine mostrano un insediamento fortificato praticamente scavato nella roccia. Gli archeologi ‘ortodossi’ fanno risalire i primi insediamenti umani all’età del bronzo.

Koltypin si riferisce all’unico accesso alla cittadella fortificata chiamato ‘Camino Hondo‘ sul cui fondo sono impresse le tracce parallele. La spiegazione ufficiale è che si tratta di solchi lasciati dal passaggio di carri trainati da animali.

Immagine

Ma Koltypin non è soddisfatto da questa spiegazione. «Io non accetto queste spiegazioni», scrive il ricercatore. «I solchi sono troppo profondi per essere stati lasciati da mezzi così leggeri. Dobbiamo pensare a veicoli notevolmente più pesanti».

All’epoca il terreno doveva essere umido e morbido, come argilla malleabile. Muovendosi su di esso, un veicolo di grandi dimensioni sarebbe affondato facilmente nel fango, lasciando la doppia traccia di pneumatico.

Secondo Koltypin, questi ipotetici veicoli presentavano dimensioni simili ai fuoristrada moderni, ma con pneumatici larghi 23 centimetri. Con il passare degli eoni, il fango si sarebbe pietrificato, lasciando impresse le caratteristiche tracce per i milioni di anni a venire

Lo studio condotto dal ricercatore russo sui depositi minerali che rivestono le tracce e la loro erosione, mostrerebbero la loro incredibile antichità.

Sebbene la pietrificazione possa avvenire in poche centinaia di anni, o addirittura pochi mesi, Koltypin sostiene che in questo caso non ci sarebbero dubbi a far risalire le tracce al Miocene.
Altre tracce

Koltypin ha condotto numerosi studi sul campo in varie località, con diverse pubblicazioni su riviste di geologia. Il ricercatore ipotizza che oltre 12 milioni di anni fa esistesse una rete di strade diffusa in tutto il Mediterraneo.

Solchi di ruote pietrificati con caratteristiche simili sono state riscontrate a Malta, in Turchia, Italia, Kazakistan e Francia. A suo avviso, queste strade sarebbero state utilizzate dalle stesse persone che hanno costruito città sotterranee come Derinkuyu, in Cappadocia.

Immagine

La straordinaria città sotterranea di Derinkuyu, in Cappadocia

Secondo l’archeologia ufficiale, le tracce pietrificate sarebbero state lasciate da diverse civiltà in diversi periodi di tempo. Koltypin, invece, ritiene che esse vadano attribuite ad un’unica civiltà diffusa su tutto il pianeta esistita in un’epoca estremamente remota.

Il nostro pianeta ha circa 4,5 miliardi di anni e un passato geologicamente turbolento. Koltypin spiega che eventi geologicamente distruttivi come tsunami, eruzioni vulcaniche, movimenti tettonici e impatti meteoritici possano aver spazzato via gran parte dei resti di queste antichissime civiltà.

«Senza significativi ulteriori studi da parte dei grandi gruppi di archeologi, geologi ed antropologi, rimane impossibile rispondere alle domande su queste civiltà dimenticate», conclude Koltypin. «Lo ricorderò sempre a me stesso… molti altri abitanti del nostro pianeta sono stati cancellati dalla nostra storia».



http://www.ilnavigatorecurioso.it/2017/ ... i-di-anni/


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 Oggetto del messaggio: Re: ooparts il ritorno
MessaggioInviato: 11/06/2018, 16:20 
Cita:

Skystone – La misteriosa pietra del cielo

Immagine

Alcuni ricercatori credono che una evoluta antica civiltà, di 15.000 o forse anche 55.000 anni fa, avrebbe prodotto – o importato – una pietra blu, con sottili linee bianche sulla sua superficie, la cui composizione chimico-organica non rientra in nessuna delle classificazioni dei minerali naturali terrestri. Sappiamo che ci sono numerosi ritrovamenti in tutto il pianeta che non possono essere spiegati. Questa misteriosa pietra blu è sicuramente una di queste.

E’ Angelo Pitoni da Rieti, geologo per la Fao, botanico e agronomo dilettante, scopritore di miniere di smeraldi ed esperto di lapislazuli, l’artefice della singolare scoperta, che nel 1990 si trovava in Sierra Leone, in prossimità del confine con la Repubblica di Guinea, nell’Africa occidentale, incaricato di valutare la consistenza di alcuni giacimenti di diamanti.

Nonostante gli indigeni che scavavano in quella zona non fossero particolarmente socievoli e ancor meno volevano condividere il territorio di ricerca, grazie ad un collega, un nero americano che lavorava lì, Angelo Pitoni riesce a fare amicizia con alcuni capo-tribù che alla fine gli permettono di eseguire la prospezione geofisica del sottosuolo.

Immagine

Ed è proprio durante la misurazione del terreno che uno di loro, il capo Fulah, profondamente radicato negli insegnamenti del Corano, gli dice: ”Ho capito cosa cerchi, tu cerchi gli angeli caduti”. Così iniziò a raccontargli di una antica civiltà di angeli che si era talmente corrotta e depravata così che Allah fece precipitare sulla Terra, loro, il cielo e le stelle. Le stelle divennero diamanti ed il cielo .. e lo portò a vedere un mucchio di roccia che affiorava, una roccia che se pulita rivelava essere di un bell’azzurro cielo. La storia di una civiltà scomparsa, una leggenda di strane magie, che sembra essere la versione africana del misterioso “Libro di Enoch” ma che, agli occhi dei nativi, spiega solo perché la regione è così ricca di minerali e diamanti.
Tornando alla singolare “pietra del cielo”, simile ad un turchese ma all’apparenza molto più pura, al rientro in europa di Angelo Pitoni, è stata sottoposta ad un rigoroso esame per determinarne la composizione chimica e la datazione geologica.

Secondo l’analisi, il 77,17% della pietra è Ossigeno. La restante percentuale è divisa tra Carbonio 11,58 %, Silicio 6,39 %, Calcio 3,31 % ed altri elementi la cui presenza era del tutto irrisoria ed irrilevante. Quanto alla datazione, si ritiene che il composto organico presente nella pietra del cielo, sia compresa tra 15.000 e 55.000 anni.

La prima domanda conseguente è: come può l’ossigeno costituire una pietra? Ed il mistero si infittisce ancor di più se si considera che il colore della pietra non è giustificato dalla composizione chimico-organica della stessa. Perciò furono eseguiti ulteriori cinque diversi tipi di test: analisi a raggi X, spettrometria al plasma, gas cromatografia, spettrometria di massa ed infine spettrometria infrarossa, ma nessuno di questi hanno prodotto risultati a spiegazione delle caratteristiche della skystone lasciando i ricercatori senza risposte.

All’Università di Utrecht, Paesi bassi, la pietra subì altri diversi test con acidi ma nessuno di essi riuscì a danneggiarla o modificarla. E’ stata poi sottoposta a riscaldamento fino ad una temperatura di 3.000 gradi Celsius e ciò nonostante la sua composizione non si è affatto alterata. Interessante è stato constatare che quando un piccolo pezzo di pietra è stato polverizzato ed osservato al microscopio, la polvere si presentava fibrosa, a cristalli bianchi, ed era inspiegabilmente priva di qualunque colore blu-azzurro. Fino ad oggi l’unica cosa che i ricercatori sanno è che non è stata creata dalla natura, e non ha avuto origine sulla Terra.

Se dunque alcuni ricercatori credono, che questa misteriosa pietra blu sia un artefatto e, sia stata effettivamente prodotta da una civiltà avanzata di cui si è persa memoria nella storia, molte altre ipotesi si possono avanzare.



http://www.altrogiornale.org/skystone-pietra-del-cielo/


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 Oggetto del messaggio: Re: ooparts il ritorno
MessaggioInviato: 12/06/2018, 19:32 
vimana131 ha scritto:
Cita:

Skystone – La misteriosa pietra del cielo

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Alcuni ricercatori credono che una evoluta antica civiltà, di 15.000 o forse anche 55.000 anni fa, avrebbe prodotto – o importato – una pietra blu, con sottili linee bianche sulla sua superficie, la cui composizione chimico-organica non rientra in nessuna delle classificazioni dei minerali naturali terrestri. Sappiamo che ci sono numerosi ritrovamenti in tutto il pianeta che non possono essere spiegati. Questa misteriosa pietra blu è sicuramente una di queste.

E’ Angelo Pitoni da Rieti, geologo per la Fao, botanico e agronomo dilettante, scopritore di miniere di smeraldi ed esperto di lapislazuli, l’artefice della singolare scoperta, che nel 1990 si trovava in Sierra Leone, in prossimità del confine con la Repubblica di Guinea, nell’Africa occidentale, incaricato di valutare la consistenza di alcuni giacimenti di diamanti.

Nonostante gli indigeni che scavavano in quella zona non fossero particolarmente socievoli e ancor meno volevano condividere il territorio di ricerca, grazie ad un collega, un nero americano che lavorava lì, Angelo Pitoni riesce a fare amicizia con alcuni capo-tribù che alla fine gli permettono di eseguire la prospezione geofisica del sottosuolo.

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Ed è proprio durante la misurazione del terreno che uno di loro, il capo Fulah, profondamente radicato negli insegnamenti del Corano, gli dice: ”Ho capito cosa cerchi, tu cerchi gli angeli caduti”. Così iniziò a raccontargli di una antica civiltà di angeli che si era talmente corrotta e depravata così che Allah fece precipitare sulla Terra, loro, il cielo e le stelle. Le stelle divennero diamanti ed il cielo .. e lo portò a vedere un mucchio di roccia che affiorava, una roccia che se pulita rivelava essere di un bell’azzurro cielo. La storia di una civiltà scomparsa, una leggenda di strane magie, che sembra essere la versione africana del misterioso “Libro di Enoch” ma che, agli occhi dei nativi, spiega solo perché la regione è così ricca di minerali e diamanti.
Tornando alla singolare “pietra del cielo”, simile ad un turchese ma all’apparenza molto più pura, al rientro in europa di Angelo Pitoni, è stata sottoposta ad un rigoroso esame per determinarne la composizione chimica e la datazione geologica.

Secondo l’analisi, il 77,17% della pietra è Ossigeno. La restante percentuale è divisa tra Carbonio 11,58 %, Silicio 6,39 %, Calcio 3,31 % ed altri elementi la cui presenza era del tutto irrisoria ed irrilevante. Quanto alla datazione, si ritiene che il composto organico presente nella pietra del cielo, sia compresa tra 15.000 e 55.000 anni.

La prima domanda conseguente è: come può l’ossigeno costituire una pietra? Ed il mistero si infittisce ancor di più se si considera che il colore della pietra non è giustificato dalla composizione chimico-organica della stessa. Perciò furono eseguiti ulteriori cinque diversi tipi di test: analisi a raggi X, spettrometria al plasma, gas cromatografia, spettrometria di massa ed infine spettrometria infrarossa, ma nessuno di questi hanno prodotto risultati a spiegazione delle caratteristiche della skystone lasciando i ricercatori senza risposte.

All’Università di Utrecht, Paesi bassi, la pietra subì altri diversi test con acidi ma nessuno di essi riuscì a danneggiarla o modificarla. E’ stata poi sottoposta a riscaldamento fino ad una temperatura di 3.000 gradi Celsius e ciò nonostante la sua composizione non si è affatto alterata. Interessante è stato constatare che quando un piccolo pezzo di pietra è stato polverizzato ed osservato al microscopio, la polvere si presentava fibrosa, a cristalli bianchi, ed era inspiegabilmente priva di qualunque colore blu-azzurro. Fino ad oggi l’unica cosa che i ricercatori sanno è che non è stata creata dalla natura, e non ha avuto origine sulla Terra.

Se dunque alcuni ricercatori credono, che questa misteriosa pietra blu sia un artefatto e, sia stata effettivamente prodotta da una civiltà avanzata di cui si è persa memoria nella storia, molte altre ipotesi si possono avanzare.



http://www.altrogiornale.org/skystone-pietra-del-cielo/

Io ne posseggo una a forma di cuore se qualche studioso la vuol vedere e analizzare mi venga a trovare, sono disposto anche a venderla. [:D]
Il ritrovamento l'ho fatto in una spiaggia ghiaiosa del Canale di Sicilia. [^]


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MessaggioInviato: 26/09/2018, 11:21 
cari amici,

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MessaggioInviato: 26/09/2018, 11:32 
mauro ha scritto:
cari amici,

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ciao
mauro


[:291]
Francamente l'ipotesi che si tratti di un'impronta mi sembra veramente tirata per i capelli.



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 Oggetto del messaggio: Re: ooparts il ritorno
MessaggioInviato: 26/09/2018, 14:57 
e' una impronta solo perchè in quella buca ci sta un piede dentro? Mi sembra un pò povera come ipotesi ^_^



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 Oggetto del messaggio: Re: ooparts il ritorno
MessaggioInviato: 26/09/2018, 16:26 
si concordo anch'io [;)]
sul forum c'è qualcuno della zona, vedremo se ha novità, (non è molto lontano da me, ma al momento dubito che ci andrò [8)] )

Comunque la seguente sembra più credibile
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https://centroufologicotaranto.wordpres ... i-di-anni/

ma anche di questa si aspetta ancora conferme [:(]

ciao
mauro



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MessaggioInviato: 19/04/2023, 23:44 
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