Da onnivoro a vegano…e forse anche oltre.
Quest’ articolo è rivolto a coloro che vogliono avere una delucidazione in merito ai diversi stili alimentari che l’uomo decide di seguire quando inizia a desiderare maggior consapevolezza sulla propria natura e sulle cause del suo declino fisico e spirituale.
Se siete vegani, in buona parte già conoscete molte definizioni. Tuttavia potreste approfondire e scoprire che esistono “tipi di alimentazione” di gran lunga più salutari di quella classica vegan, al giorno d’oggi fatta sempre più di cibi confezionati e sintetici.
In effetti la parola Vegan ha perso parte della sua originale definizione e sembra che oggi sia diventata un etichetta quasi del tutto gastronomica, sempre più lontana da una scelta etica e “salutistica”.
L’articolo è uno schema nel quale a ogni tipo di alimentazione è associata una breve descrizione e valutazione personale.
Partiremo da quella più dannosa e lontana dalla natura dell’uomo (onnivora) per giungere alla vera alimentazione specifica umana (fruttariana).
Attraverseremo tutte le fasi intermedie in cui i cibi animali e i cibi cotti perdono la loro valenza e termineremo, dopo il “fruttarismo”, accennando una tipologia di alimentazione che non comprende più cibo introdotto attraverso la bocca e non prevede l’utilizzo dell’apparato digerente.
Abbandonando l’”onnivorismo”, acquisiamo consapevolezza e riscopriamo sempre di più la nostra vera natura di animali periferici, in contrasto con la sbagliata concezione antropocentrica di oggi. Animali pacifici, per i quali uno stato di salute eccellente e senza malattie è la normalità e non un privilegio.
Un viaggio verso la corretta informazione, che abbandona durante il suo percorso ogni principio e luogo comune impostoci dalla nostra cultura malsana, dalle nostre amministrazioni governative, dalla classe medica e dalla pubblicità televisiva.
Siete pronti?
Bene, iniziamo!
Dieta onnivora:
Onnivoro vuol dire mangiare di tutto. Frutta, verdure, carne, pesce, semi, latte, uova, cereali, insetti ecc.… E’ bene specificare che nessun essere vivente è realmente onnivoro in natura, poiché ogni animale ha un corpo disegnato per ricavare e mangiare solo determinati (a volte solo uno) tipi di cibo. E’ il così detto “cibo specifico”. Ogni specie ha il suo.
Tuttavia l’uomo, ricorrendo alla cottura, ai condimenti, al camuffamento visivo/olfattivo e all’allevamento intensivo, è riuscito nella recente epoca a ingannare il suo istinto e rendere appetibile ogni genere di prodotto organico e inorganico. Il pesce è senz’altro l’esempio più lampante di questa distorsione cognitiva: esso puzza già dopo poche decine di minuti appena pescato e dopo 1-2 giorni la sua puzza è talmente insopportabile che nessuno si sognerebbe mai di mangiarlo così com’è, sgradevole e macabro anche nell’aspetto esterno (colore, sangue, interiora ed escrementi che fuoriescono). Ma sappiamo che un’attenta pulizia viscerale, cottura e condimenti lo trasformano in qualcos’altro di appetibile, ancora erroneamente chiamato pesce. Lo stesso dicasi per tantissimi altri alimenti.
L’uomo ama definirsi onnivoro anche per un altro motivo, poiché crede che tutte le sostanze nutritive di cui abbiamo bisogno siano distribuite tra frutta, cereali, semi e prodotti animali e per tanto occorre mangiare “un po’ di tutto”… Chiaramente questo non solo non è vero, ma è anche dannoso perché l’assunzione di cibi non-specifici per la nostra specie limita poi l’assorbimento di numerose sostanze nutritive (come ferro, calcio ecc.….).
Onnivoro vuol dire “mangiare di tutto”, in linea con il modello standard occidentale. Le persone onnivore costituiscono la maggioranza della popolazione umana. Malate, obese, diabetiche e cardiopatiche, riempiono gli ambulatori e le stanze degli ospedali, assicurando il salario all’intero establishment medico. A detta della maggior parte di essi, il loro stato di salute è normale. Questa affermazione è subordinata alla credenza che sia normale ammalarsi di raffreddore, influenza, soffrire di stitichezza, accumulare malattie con l’età ecc.. Nel migliore dei casi, le loro medicine riescono ancora a coprire i loro sintomi regalando la convinzione di tenere a bada le loro malattie.
Aspetto etico: specista.Dieta vegetariana:
è una dieta che si differenzia da quella onnivora perché abbandona la carne di animali: bovini, suini, pesci, molluschi, insetti, frutti di mare, ecc.…. Questa dieta però include prodotti di origine animale come latte, uova, miele. Spesso è definita latto-ovo-vegetariana.
La dieta vegetariana acquisisce un valore intrinseco solo quando rappresenta una fase di transizione verso la dieta vegana: spesso il primo passo per diventare vegani è quello di eliminare cadaveri animali dalla propria alimentazione e, solo successivamente, abbandonare anche il latte e le uova. Una persona può essere vegetariana anche per molti mesi, poiché il proprio corpo necessita di tempi più o meno lunghi di adattamento, al fine di disintossicarsi in modo graduale.
Se non finalizzata al passo successivo (abbracciare una dieta al 100% vegana), la dieta vegetariana non rivela differenze significative con quella onnivora poiché la persona continua ad assumere proteine animali, anche se da fonti diverse.
La dieta vegetariana può essere anche più dannosa di quella onnivora, perché spesso colui che abbandona gli animali tende ad aumentare il consumo di latte e latticini.
La caseina, contenuta in questi prodotti, è un agente cancerogeno di gran lunga peggiore rispetto ai tantissimi altri presenti nelle carni di animali.
Aspetto etico: specista.Dieta vegana:
sono escluse tutte le carni e tutti i prodotti di origine animale (latte, uova, miele). E’ una dieta al 100% vegetale, ovvero di cibi che provengono direttamente dalle piante.
Le peculiarità di questa alimentazione, nonché i suoi vantaggi, sono i seguenti:
a)assenza proteine animali, che sono responsabili dell’insorgenza e dello sviluppo di numerose malattie, prima fra tutte il cancro;
b)assenza di grassi saturi e colesterolo, cause dirette e indirette di tantissime malattie, in special modo quelle a carico del sistema cardiocircolatorio;
c)assenza di sostanze cancerogene derivanti dalla putrefazione dei cadaveri animali, come putrescina e cadaverina;
d)assenza di antibiotici, psicofarmaci, pesticidi, parassiti e feci presenti nei tessuti animali e nelle loro interiora.
Innumerevoli altri vantaggi potrebbero essere singolarmente elencati e descritti ma qui sintetizzeremo affermando che un’alimentazione vegan è la condizione necessaria per aspirare ad uno stato di salute normale, cioè sano.
La dieta vegana è un’alimentazione sana se ben bilanciata, variegata, e se prevede una quantità rilevante di frutta e verdura crude. Eliminare le proteine animali è solo il primo passo per mettere il proprio corpo nelle condizioni di prevenire le malattie e rallentare l’invecchiamento. Esistono numerosi altri “cibi”, come farine bianche e bibite zuccherate che minacciano la nostra salute: è bene limitare o abbattere del tutto il loro consumo.
Aspetto etico: specista se ancora si utilizzano detersivi (che finiscono in mare per uccidere la fauna marina) per lavare la cucina e stoviglie. Gli oli, crudi o cotti, sono anch’essi deleteri e tossici per gli animali marini. L’olio di palma è un altro grande problema: presente in molti prodotti “vegan”. Da bandire totalmente.Dieta crudista:
è un tipo di alimentazione che contempla solo prodotti vegetali consumati crudi. Nessuna cottura è permessa, tranne l’essiccazione naturale di alcuni frutti e verdure (pomodori, fichi ecc….). Sebbene qualcuno possa pensare alla carne cruda, questa dieta esclude a priori ogni alimento di origine animale ed è difatti un’evoluzione dell’alimentazione vegana.
Questa dieta è ormai entrata a far parte del gergo culinario internazionale guadagnandosi a pieno titolo una specifica etichetta in numerosi menu dei ristoranti più evoluti e all’avanguardia.
Il crudismo è la porta di accesso alla perfetta, unica e specifica alimentazione per la specie umana: quella fruttariana.
Definita in tal modo, una dieta crudista esclude automaticamente tutti quei prodotti vegetali che non possono essere mangiati e digeriti crudi: cereali, legumi, molti tipi di verdure e qualche frutto. Di fatto essa è composta da frutti, verdure e semi e cereali/legumi germogliati.
L’arte culinaria, fatta di condimenti e abbinamenti specifici, permette di ottenere pietanze saporite e incastrare perfettamente sapori ed odori al fine di rendere numerosi alimenti appetibili e gustosi per il palato umano.
Quali sono i vantaggi di questa dieta?
Oltre a quelli già derivanti dall’alimentazione vegan, ne abbiamo altri di enorme importanza:
a)assenza di cibo cotto. Il cibo cotto non esiste in natura ed è dannoso per il nostro corpo in quanto attiva inopportunamente il sistema immunitario (leucocitosi digestiva) favorendo acidosi, insorgenza di molte malattie e la proliferazione di batteri, funghi parassiti intestinali. Il nostro organismo non riconosce il cibo cotto, e per questo lo attacca tentando di disfarsene il prima possibile attraverso l’eliminazione oppure il deposito sotto forma di deposito adiposo;
b)il cibo crudo conserva tutte le sostanze e proprietà nutritive originali della pianta, ivi compresi quegli importanti elementi chimici denominati “enzimi digestivi” che servono al corpo stesso per digerire la frutta e la verdura.;
c)digestione veloce e affaticamento dell’apparato digerente ridotto al minimo;
d)ripristino e mantenimento della flora batterica e di un ph alcalino, elemento essenziale quest’ultimo per impedire la proliferazione di batteri ed assicurare tutte le funzioni metaboliche del nostro organismo;
e)assenza di glutine;
f)miglior senso di fame e sazietà.
Per molte persone è difficile essere crudisti al 100%. La maggior parte dei nutrizionisti vegani raccomandano comunque che un’alimentazione vegana sia composta almeno del 50-60 % di cibo crudo, dando spazio soprattutto alla frutta.
Aspetto etico: non specista, ma bisogna ricordare che gli oli (crudi o cotti) finiscono in mare, uccidendo animali.Dieta fruttariana:
è composta esclusivamente da frutta. L’elemento separatorio fra crudismo e fruttarismo è il condimento: se un crudista mangiasse solamente cibo non condito e camuffato, non avrebbe altra scelta che la frutta, soprattutto quella dolce.
Un fruttariano mangia solo frutta, prevalentemente dolce. Non ricorre ad olio, sale, zucchero o artifizi per rendere saporite alcune verdure. L’eliminazione dell’olio è un vantaggio basilare per le pareti del nostro sistema intestinale, che finalmente può assicurare un assorbimento totale di tutte le sostanze nutritive che l’organismo necessita.
Nella frutta sono presenti tutte le sostanze nutritive: amminoacidi, ferro, omega 3, calcio e tutta la miriade di altri nutrienti indispensabili alla nostra vita.
Il vantaggio principale, in termini nutrizionali, è che l’alimentazione fruttariana è l’unica che assicura il corretto apporto di proteine al corpo umano. Tutte le altre diete, compresa quella crudista, ne forniscono troppe. Il nostro corpo lavora con una bassissimo apporto di proteine e con un alto rifornimento di glucosio. Il latte materno ci insegna, sin dalla nascita, che l’apporto di proteine deve essere il più basso possibile.
La frutta può essere di qualunque tipo, esotica e fuori stagione.
Ci sono molte persone che si definiscono fruttariane, tuttavia il 99% di loro sono vegani che si nutrono per un 70-90% di frutta. Sebbene questa percentuale sia comunque alta, l’alimentazione fruttariana apporta vantaggi e modificazioni al corpo e alla psiche solo se è composta al 100% di sola frutta.
Descrivere qui i meccanismi ci porterebbe fuori argomento e sarebbe inevitabile una digressione troppo lunga.
Sintetizziamo dicendo che l’alimentazione fruttariana è l’alimentazione naturale e ancestrale della specie umana. Quella “specifica”, appunto.
Aspetto etico: totalmente non specista.http://www.antispecista.it/da-onnivoro- ... che-oltre/