25/02/2016, 21:05
Ufologo 555 ha scritto:Lo stesso per la Russia che non vuole missili in Polonia ed in altre Nazioni limitrofe: "scacchi".
26/02/2016, 11:27
06/03/2016, 12:18
06/03/2016, 21:38
21/03/2016, 01:02
Nuova alleanza politica e militare tra Cina e Russia. Ue e Usa sempre meno potenti
La collaborazione economica tra Russia e Cina rapidamente si trasforma in alleanza politica e militare contro le ambizioni degli Stati Uniti in Asia
Matthew Allen, Russia InsiderRussia Insider
Avevamo riferito che la Cina è il primo acquirente estero del sistema di difesa aerea più avanzato della Russia, l’S-400, e notato come l’accordo è coerente con i crescenti legami militari e politici tra i due Paesi. Mosca vede chiaramente Pechino come solido alleata, se è disposta a fornirle il migliore equipaggiamento militare.
Se l’accordo sull’S-400 non è abbastanza convincente, i commenti del Ministro degli Esteri cinese Wang Yi nell’ultima visita a Mosca dovrebbero togliere ogni dubbio sull’alleanza Cina-Russia: “La cooperazione tra Cina e Russia non è solo bilaterale, invece i due Paesi si coordinano per giocare un ruolo attivo in varie questioni internazionali”, ha detto Wang.
I due Paesi, membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e principali economie emergenti, hanno posizioni simili sulla crisi siriana, così come nei negoziati nell’OMC e FMI. “Come ogni altro partner importante e prioritario, Cina e Russia sviluppano un coordinamento globale quale principio strategico, piuttosto che da mera opportunità”, aggiungeva il ministro degli Esteri cinese.
Questa è un’affermazione incredibile, ed è probabile causi panico al Pentagono. Cina e Russia collaborano a un “coordinamento strategico” su “varie questioni internazionali”. Ecco come ne parla la NATO, “Mentre Yi cita il conflitto in Siria come esempio di “posizioni simili” tra Mosca e Pechino, abbiamo il sospetto che la Cina capisca che avrà bisogno di aiuto per tenere gli Stati Uniti fuori della propria sfera d’influenza.
Insieme, Russia e Cina ora protestano sui piani degli USA di dispiegare nuovi sistemi di difesa missilistica in Corea del Sud. E mentre gli Stati Uniti continuano a inimicarsi la Cina nel Mar Cinese Meridionale, Pechino vede la Russia come partner politico e militare contro ulteriori ambizioni occidentali in Asia. Cerchiamo di essere chiari, però: la Cina è la maggiore (o la seconda, a seconda delle fonti) economia mondiale. La Russia è tra la 7.ma e la 9.na.
Quindi molti commentatori hanno sostenuto che la Cina non vede la Russia come sua pari, e pensano che tale punto di vista abbia merito. E mentre la Cina può benissimo vedere la Russia come “fratello minore”, non pensiamo che questo sia un rapporto di sfruttamento. Sì, la Cina è una grande vincitore nella crisi Ucraina, consentendo a Pechino di firmare accordi energetici estremamente favorevoli con la Russia: ma non ci si può di certo aspettarsi che sia altruista. Con gli Stati Uniti quale grave minaccia per entrambe, è difficile credere che la Cina raggiri la Russia.
Il che ci riporta all’accordo sull’S-400: la Cina vuole una deterrenza militare contro l’invasione degli Stati Uniti, cosa su cui la Russia è specializzata. Sì, la Cina porta i pantaloni “economici” in questa relazione, ma la Russia è più che compensata da capacità militari avanzate e dall’incredibile potenziale nella crescita economica, su cui la Cina ha fortemente investito. E mentre i BRICS continuano a svilupparsi, così come l’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai e l’Unione economica eurasiatica, si prevede che la Cina gradualmente vedrà la Russia come sua pari economica. È vero, Cina e Russia non hanno basi militari congiunte nel globo, ma la NATO non è certo un modello di efficace alleanza difensiva. L’alleanza tra Cina e Russia contro l’egemonia degli Stati Uniti, infine è possibile.
La Cina è il primo acquirente estero dell’S-400 mentre Mosca e Pechino fanno squadra contro gli USA
Matthew Allen, Russia Insider
La Russia vende alla Cina il proprio sistema di difesa aerea più avanzato. Questo potrebbe essere un segnale dei crescenti legami militari tra i due partner economici? La Russia ha confermato di aver ricevuto il pagamento anticipato dalla Cina per i sistemi S-400. Come riporta TASS: “Le consegne dei sistemi di difesa aerea S-400 alla Cina col presente contratto inizieranno nel primo trimestre del 2017, secondo Chemezov. Una fonte nel sistema per la cooperazione tecnica militare della Russia aveva detto alla TASS che Pechino avrebbe ricevuto il primo sistema missilistico antiaereo S-400 non prima di dodici o diciotto mesi. L’accordo della Cina per l’acquisto dei sistemi S-400 Triumf è stato annunciato ufficialmente nella primavera del 2015. Anatolij Isajkin, direttore dell’esportatore di armi di Stato della Russia Rosoboronexport, non rivelava al momento i dettagli del contratto, il numero di sistemi S-400 che sarebbero stati acquistati dalla Cina o la tempistica delle consegne. Secondo i media, l’accordo prevede non meno di sei battaglioni di S-400 per un valore complessivo di 3 miliardi di dollari. L’S-400 Triumf è il più avanzato sistema missilistico antiaereo a medio e lungo raggio russo, entrato in servizio nel 2007. Ben 16 reggimenti dell’esercito russo dovrebbero essere armati con i sistemi S-400 entro la fine del 2016. La Cina è il primo cliente straniero dei sistemi missilistici antiaerei S-400”.
Il fatto che la Cina sia la prima nazione ad acquistare l’S-400 (ricordate, l’Iran ha acquistato lS-300, ma non sono stati ancora consegnati) indica che Mosca vede Pechino come partner politico e militare a lungo termine. Infatti, mentre l’estensione dell' “alleanza” della Russia con la Cina è stata esagerata, sembra che i crescenti legami economici tra le due nazioni ne facilitino una cooperazione militare più stretta. E già si vede come Cina e Russia collaborano per proteggere i propri interessi nella sicurezza: “I Ministri degli Esteri di Cina e Russia si oppongono alla possibile implementazione di un avanzato sistema di difesa antimissile statunitense in Corea del Sud. Tra le crescenti tensioni sull’arsenale nucleare della Corea democratica, Washington e Seoul iniziavano colloqui formali sullo schieramento del sofisticato sistema THAAD”.
Il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha detto in conferenza stampa, dopo l’incontro con omologo russo Sergej Lavrov, che disporre il sistema in Corea del Sud “infliggerà un danno diretto agli interessi della sicurezza strategica di Cina e Russia”. E mentre gli Stati Uniti continuano a provocare la Cina nel Mar Cinese Meridionale, va attesa un’ulteriore cooperazione tra Russia e Cina su questioni politiche e militari. Gli interessi economici e della sicurezza comuni hanno avvicinato Cina e Russia, e l’acquisto dell’S-400 da Pechino ne è un esempio perfetto. Come funziona il “pivot in Asia” degli Stati Uniti?
Addio Europa: la Cina supera la Germania come primo cliente del petrolio russo.
La partnership petrolifera russo-cinese si preannuncia la più importante di queste relazioni nel mondo
Adam Hill, Russia Insider
Ha un senso solo. Avevamo riportato che la Russia ha sostituito l’Arabia Saudita come prima fornitrice di petrolio della Cina. Ma l’Agenzia Internazionale per l’Energia ora dice che alla fine del 2015 la Cina superava la Germania quale acquirente del medesimo dalla Russia. “I dati dell’esportazione suggeriscono che la Cina importa più greggio ESPO (miscela della Siberia orientale ed Oceano Pacifico) e alla fine del 2015 superava la Germania divenendo primo cliente della Russia”, secondo l’Oil Market Report di marzo dell’AIE.
La Russia è oggi la prima fornitrice di petrolio della prima importatrice di petrolio. Non è ancora il maggiore partenariato energetico del mondo, il flusso di petrolio dal Canada agli Stati Uniti è maggiore, ma certamente dal punto di vista geopolitico è ancor più significativo. Le relazioni canadese-statunitensi sarebbero più o meno le stesse con o senza il massiccio commercio di petrolio, ma Russia e Cina sono rispettivamente sempre più commercialmente importanti, contribuendo a rafforzare i numerosi legami politici (SCO, BRICS) che Pechino e Mosca tessono finora.
In realtà il rapporto commerciale crescente (in particolare petrolio e armi) è in larga misura conseguenza della maggiore comprensione politica tra le due dal 2014 e della svolta occidentale contro la Russia. Il rapporto specifico sul petrolio decolla sulla scia di un accordo secondo cui la Russia accetta pagamenti direttamente in renminbi cinese.
Ciò solleva Pechino e non crea problemi alla Russia essendo la Cina di oggi una grande fabbrica, permettendole vendere petrolio in renmibi che possono essere facilmente spesi per acquistare merci cinesi. Infatti ogni anno la Russia importa dalla Cina più di quanto esporti, così non potrà temere di accumulare valuta indesiderata.
11/05/2016, 01:52
Cameron: “Brexit rischia di scatenare Terza Guerra Mondiale”
LONDRA (WSI) – Con il referendum sulla Brexit ormai alle porte, entra anche nel vivo la campagna dei promotori del no all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Il premier britannico David Cameron da qui in avanti punterà sul ruolo fondamentale del suo paese nel mantenere la pace in Europa.
Giocarsi tutto sul fattore paura, sottolineando come una Brexit rischi di scatenare una Terza Guerra Mondiale, porta con sè dei rischi, tuttavia. Il voto è quanto mai incerto, stando ai sondaggi, e quasi metà degli europei vorrebbe avere la stessa opportunità offerta ai britannici di poter esprimersi sull’appartenenza al blocco europeo a 28 stati.
Sia il primo ministro britannico sia l’ex sindaco di Londra Boris Johnson, rivale di Cameron all’interno del partito dei conservatori e favorevole all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, tengono oggi discorsi importanti in chiave referendum. Il voto popolare si svolgerà il prossimo 23 giugno.
Il conto alla rovescia è partito e il discorso politico di Cameron tratta dei momenti cruciali della storia europea: Blenheim, Trafalgar, Waterloo, l’atto eroico dei britannici nella Grande Guerra e nel 1940.
Cameron ha citato anche le parole dell’ex leader Winston Churchill, il quale è sempre stato a favore di un’Europa Occidentale unita, per promuovere il libero scambio e la costruzione di istituzioni che avrebbero potuto resistere nel tempo, in modo che il continente non avrebbe più subito altri spargimenti di sangue simili a quelli delle due grandi guerre.
45% europei vuole un referendum in stile Brexit
Dopo aver ottenuto delle concessioni importanti nei suoi negoziati con le autorità europee in materia di immigrazione e commercio, Cameron spera di riuscire a convincere il suo popolo a votare per restare uno stato membro dell’Ue, un organizzazione in piena crisi identitaria e di valori anche a causa della crisi dei rifugiati e dell’allerta terrorismo.
L’esito del voto è molto incerto con i sondaggi che danno al 50% circa la possibilità di vittoria dei no e dei si. Intanto è uscito un altro sondaggio, a cura di Ipsos-MORI, che fa tremare l’establishment europeo. Quasi la metà degli elettori di otto grandi paesi dell’Ue vogliono avere il diritto di esprimersi sull’appartenenza al blocco europeo, proprio come i britannici.
Il 45% dei 6mila interpellati in paesi come Italia, Belgio, Francia, Germania, Ungheria, Polonia, Spagna e Svezia ha dichiarato di volere un referendum in stile Brexit e un terzo del campione, se venisse data loro la possibilità, sceglierebbe di votare contro l’Ue.
11/05/2016, 14:25
11/05/2016, 15:22
11/05/2016, 21:16
xfabiox ha scritto:barbari e celti che razze infami
12/05/2016, 01:23
Alta tensione Cina-Stati Uniti. Verso escalation guerra commerciale
Il futuro dell relazioni commerciali fra Cina e Stati Uniti si sta incrinando, e non solo perché l’ascesa di Donald Trump preannuncerebbe un futuro di chiusura all’insegna del protezionismo nei confronti del Dragone. Appena martedì scorso, infatti, gli Stati Uniti hanno sollevato una questione in seno al Wto contro i dazi anti-dumping adottati dalla Cina contro i prodotti avicoli americani; è la dodicesima volta che gli Usa chiamano in causa l’Organizzazione mondiale del commercio per dirimere questioni analoghe con la Cina.
Come sempre fra le lobby americane più agguerrite contro il libero scambio con la Cina c’è quella dell’acciaio: “Questa è guerra, non commercio. La Cina sta mettendo in atto una guerra economica”, diceva la settimana scorsa Lourenco Goncalves, ceo del produttore di minerali di ferro Cliffs Natural Resources, “dobbiamo riconoscerlo e agire di conseguenza”.
Il dipartimento del commercio Usa entro fine mese dovrà pronunciarsi proprio su una richiesta da parte della Us Steel sul blocco le importazioni di acciaio cinese come sanzione in seguito alla violazione di alcune proprietà intellettuali trafugate tramite attacchi informatici. Inoltre, tre nuovi dazi anti-dumping potrebbero innalzare nuove barriere doganali dirette proprio verso l’acciaio cinese.
Come abbiamo ricordato su queste pagine un’altra importante partita per la Cina sarà l’ammissione nel numero delle economie di mercato riconosciute dal Wto: secondo i cinesi il riconoscimento scatterà automaticamente allo scadere dei 15 anni dall’ingresso nell’Organizzazione. Contro questa linea interpretativa del Protocollo, però, si sono schierati proprio gli Stati Uniti che stanno esercitando pressioni anche ad altre istituzioni, come l’Unione Europea, al fine di impedire che questo status venga riconosciuto alla Cina.
In caso contrario, sarà impossibile applicare alcun dazio anti-dumping sulle importazioni di beni cinesi, con notevoli conseguenze sulla concorrenza e sui produttori delle economie sviluppate.
Secondo Gary Hufbauer, esperto di policy del commercio presso il Peterson Institute for International Economics il rischio di “un periodo estremamente ostile” nelle relazioni fra Cina e Stati Uniti potrebbe deteriorare le relazioni fra i due Paesi, “vedo anni acrimoniosi a venire su questa strada”.
25/05/2016, 20:52
La terza guerra mondiale? Scoppierà per la scarsità di acqua
Secondo quanto riporta il sito americano Quartz, nel 2015, i dati satellitari della NASA hanno rivelato che 21 delle 37 grandi falde acquifere del mondo sono fortemente sotto stress. Con una popolazione in crescita e l’aumento della domanda per gli usi in agricoltura e industria, i ricercatori sostengono che questa crisi è solo destinata a peggiorare
Secondo quanto riporta il sito americano Quartz, nel 2015, i dati satellitari della NASA hanno rivelato che 21 delle 37 grandi falde acquifere del mondo sono fortemente sotto stress. Con una popolazione in crescita e l’aumento della domanda per gli usi in agricoltura e industria, i ricercatori sostengono che questa crisi è solo destinata a peggiorare.
Rajendra Singh, conosciuto come "l’uomo dell’acqua in India", sostiene che le falde acquifere in fase critica in tutto il mondo possono essere risollevate con uno sforzo della comunità. Negli ultimi 32 anni, attraverso la sua onlus Tarun Bharat Sangh (Young India Organization), Singh ha condotto iniziative di raccolta e di gestione delle acque nella comunità nel distretto Alwar del Rajasthan, uno stato arido e semi-desertico nel nord-ovest dell'India.
Per il suo lavoro, a Singh è stato assegnato il premio Magsaysay Ramon per la leadership della comunità nel 2001, e il Premio Stockholm Water nel 2015. E non si dimostra convinto delle politiche attuali dei governi legate alla gestione dell’acqua.
“I governi di solito non supportano iniziative che partono dalle comunità, loro preferiscono avere il contatto con i grandi costruttori e gli enti appaltatori: grandi dighe, grandi canali, sistemi di acqua di irrigazione centralizzati, acquedotti. Creano nuovi canali anche quando i vecchi canali sono a secco. Non vi è alcuna partecipazione della comunità in questi progetti. Ogni tipo di lavoro è dato a un imprenditore. Si tratta di una democrazia guidata dagli appaltatori, non dalla gente” ha dichiarato Singh in un’intervista al giornale Policy Innovation, in cui si professa estremamente preoccupato per il futuro geopolitico legato alla scarsità di acqua:” La terza guerra mondiale è alle porte, e sarà provocata dall'acqua, se non facciamo qualcosa per questa crisi. Moltissime persone in Medio Oriente e nei paesi africani cercano di spostarsi in posti come l'Europa, in parte a causa della scarsità di acqua. E dopo la migrazione forzata arrivano le tensioni, i conflitti e il terrorismo. Dove il terrorismo è attivo, lì di solito c'è scarsità di acqua. Guardate la Siria, molto tempo fa, aveva un’agricoltura fiorente, ma poi la Turchia costruito una diga che ha cambiato le cose. Una storia simile c’è anche in Libia. Se vogliamo un futuro sicuro, dobbiamo iniziare dalla conservazione dell'acqua”.
Si dice che solo fissando un alto prezzo per l'acqua si possa ottenerne un uso disciplinato, ma secondo Singh non è giusto: “Nella mia regione, negli ultimi 19 anni il parlamento ha emanato leggi e regolamenti che tutti rispettano e tutti hanno acqua a sufficienza. La gestione sostenibile delle acque da parte delle comunità esiste da migliaia di anni senza che nessuno abbia fissato un prezzo sull’acqua. Allora, perché ne abbiamo bisogno proprio oggi? Poiché ora è il settore privato che fissa le regole. Inquinano i fiumi e poi ci fanno pagare per l’acqua potabile. La privatizzazione non è la risposta, aumentare i prezzi dell’acqua non è la risposta giusta”.
26/05/2016, 22:00
04/06/2016, 04:38