25/04/2016, 09:24
06/05/2016, 13:32
Trani indaga su Deutsche Bank per le mosse sui Btp italiani del 2011
Ipotesi di manipolazione del mercato. Al centro dell'indagine la vendita di bond italiani per 7 miliardi di euro nel primo semestre del 2011. Era l'inizio della spirale sul debito sovrano che portò l'Italia sull'orlo del baratro e accompagnò il governo Berlusconi alla fine del mandato. Indagati i vertici dell'epoca. La banca: "Collaboriamo con autorità, fornite informazion a Consob" a suo tempo
Fonte: http://www.repubblica.it/economia/2016/05/06/news/procura_trani_indaga_su_deutsche_bank_per_manipolazione_mercato-139189526/?rssimage
L'inizio dell'era Troika in Italia da Monti a Renzi iniziò con la famosa lettera della Bce. Le riforme “richieste” da Trichet sono state tutte attuate dai vassalli che si sono succeduti al potere da allora in Italia. Il clima di terrore finanziario e mediatico (“Fate presto”) fece il resto. Ma fu un clima studiato ad arte da un piano premeditato?
L'AntiDiplomatico, grazie al lavoro del Prof. Becchi in particolare, l'ha sempre denunciato tra i pochissimi, ora saranno i giudici a far luce. Oggi la procura di Trani ha, infatti, deciso di indagare sul ruolo di Deutsche Bank nella tempesta finanziaria contro l'Italia durante il primo semestre del 2011 e ha messo sotto indagine l'ex management del gruppo, accusandolo di aver manipolato il mercato per colpire l'Italia.
La vicenda riguarda la massiccia vendita, per 7 miliardi di euro circa, di titoli di Stato italiani avvenuta in quel periodo. L'accusa, secondo i pm di Trani, è molto dura: l'ex management di Deutsche Bank avrebbe nascosto ai mercati e al MEF l'intenzione di ridurre drasticamente l'esposizione nei titoli di stato. Anzi, in quel periodo, comunicava ai mercati finanziari la sostenibilità del debito sovrano dell'Italia. Il possesso di titoli del debito italiano in portafoglio della banca ammontavano a fine 2010 a otto miliardi di euro. "La vendita massiccia dei titoli di Stato italiani per oltre sette miliardi di euro entro giugno 2011 - ha spiegato il pm Ruggiero - ha alterato il valore di mercato dei titoli stessi perché è stata fatta violando la normativa in vigore".
Scrive il Giornale come “Nei giorni scorsi i militari della Guardia di Finanza di Bari, insieme al pm Michele Ruggiero, hanno sequestrato atti e mail nella sede milanese dell'istituto tedesco, in piazza del Calendario, e hanno già iniziato ad ascoltare i primi testimoni”. Il Corriere della Sera precisa come: “Gli indagati per manipolazione di mercato sono, infatti, l'ex presidente di Deutsche Bank Josef Ackermann, gli ex co-amministratori delegati Anshuman Jain e Jurgen Fitschen (quest'ultimo è attualmente co-ad uscente dell'istituto), l'ex capo dell'ufficio rischi Hugo Banziger e Stefan Krause, ex direttore finanziario ed ex membro del board di Deutsche Bank”. Ad essere ascoltato come testimone sarebbe stato il responsabile di Db Italia, Flavio Valeri, presidente e consigliere delegato del Consiglio di gestione di Deutsche Bank Italia, estraneo alle indagini in corso che riguardano esclusivamente le attività della sede tedesca della banca.
Deutsche Bank ha dato l'ordine di scatenare la tempesta finanziaria (spread) contro il nostro paese per il commissariamento della nostra democrazia sotto la regia di Merkel (e Napolitano)? Nel frattempo, abbiamo abdicato alla nostra democrazia, ai nostri diritti e al nostro Welfare. E' il momento di riprenderci tutto.
Fonte: http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=15533
06/05/2016, 14:57
06/05/2016, 15:18
06/05/2016, 15:47
MaxpoweR ha scritto:sono soluzioni utopistiche ed i irrealizzabili. I tiranni vengono deposti col sangue non con i "buoni propositi" che sono condivisibili sia chiaro ma inutili su larga scala.
07/05/2016, 12:10
07/05/2016, 12:17
greenwarrior ha scritto:Per risvegliare le nostre anime sopite, credo rimanga poco da fare se non una reazione " decisa ".
E' triste affermarlo, ma siamo in guerra.
Non dimentichiamoci che siamo in tanti e il numero spesso fà la differenza.
Credo che se si arrivasse all' estremo, la gente avrebbe l' appoggio di persone insospettabili e a cui abbiamo dato poca credibilità.
25/05/2016, 20:57
la crisi di caracas
Il Venezuela vende montagne di oro per pagare i debiti
Il Venezuela sta vendendo i gioielli di famiglia pur di riuscire a onorare i debiti. Soltanto nel primo trimestre le sue riserve auree sono calate del 16%, dopo che nel corso del 2005 Caracas le aveva già ridotte di un quarto.
Le vendite di oro sono state imponenti: 1,37 milioni di once tra gennaio e marzo, secondo le statistiche del Fondo monetario internazionale, equivalenti a 38,8 tonnellate di metallo. L’ultima volta che una banca centrale aveva messo sul mercato così tanti lingotti nel giro di tre mesi risale al 2007. In quel caso era stata la Svizzera, all’epoca impegnata a ridurre il peso dell’oro nelle sue riserve, che considerava eccessivo e legato a principi obsoleti di gestione della ricchezza del Paese.
“Si tratta di un sacrificio, l’ennesimo sacrificio di un Paese che non vuole arrendersi a un ormai inevitabile default”
Il caso del Venezuela non potrebbe essere più diverso. Qui si tratta di un sacrificio, l’ennesimo sacrificio di un Paese che non vuole arrendersi a un ormai inevitabile default. Sprofondato in una crisi drammatica dal crollo del petrolio - che ha fatto esplodere il bubbone di decenni di politiche economiche dissennate - il Paese latinoamericano è al collasso. Il Pil è diminuito del 5,7% nel 2015 e per il 2016 il Fmi prevede una contrazione dell’8%, con inflazione che potrebbe sfiorare il 500%.
Nei negozi ormai manca quasi tutto, dal latte in polvere per i neonati alla carta igienica. Le fabbriche di Coca Cola hanno dovuto chiudere i battenti perché sono rimaste senza zucchero, la settimana lavorativa negli uffici pubblici è accorciata a due giorni per risparmiare, mentre le carenze di energia - paradossali in un Paese che possiede immensi bacini idroelettrici, oltre alle maggiori riserve petrolifere al mondo - costringono a blackout di 4 ore al giorno.
Disfarsi dell’oro può sembrare un sacrificio secondario. Ma in Venezuela - dove il metallo prezioso rappresenta tuttora oltre il 60% delle riserve valutarie - non è un segnale da sottovalutare. Le autorità continuano ad assicurare che quest’anno non ci saranno default. Ma di questo passo le casse saranno presto vuote.
25/05/2016, 21:15
25/05/2016, 22:35
25/05/2016, 23:15
ORSOGRIGIO ha scritto:Io, la "mancanza di lungimiranza" la traduco in FURBIZIA.
Infatti il furbo è la manifestazione più alta, più eccelsa dell'egoista e dell'imbecille, perché non si rende conto, il furbo, che se tutti facessero come lui non gli rimarrebbero neanche gli occhi per piangere, perché tutti i furbi si fregherebbero tutto.
Per quanto riguarda la corruzione mi fa un poco pensare alla coincidenza spesso riscontrata tra:
CORRUZIONE e clima caldo/temperato.
Coincidenza ripeto???
Ci vorrebbe una bella epidemia o una bella ripulita (DDT antifurbi).
25/05/2016, 23:27
20/06/2016, 01:44
Olimpiadi, Rio, è "stato di calamità": necessari fondi straordinari per i Giochi
A mettere in ginocchio le casse dello Stato, che non paga da tempo stipendi e pensioni, il crollo del prezzo del petrolio. Il presidente (ad interim) del Brasile, Temer, ha promesso aiuti da fondi governativi: "L’instabilità comporterebbe un danno d’immagine al Paese difficilmente recuperabile"
Rio de Janeiro ha dichiarato lo stato di "calamità pubblica" a causa della crisi economica, in pratica una sorta di dichiarazione di fallimento. La decisione straordinaria è stata presa da Francisco Dornelles, governatore ad interim dello stato di Rio, «per garantire il regolare adempimento degli obblighi presi per Olimpiadi e Paralimpiadi». Questa misura, pubblicata ieri in Gazzetta Ufficiale, permetterà alle autorità di prendere «misure straordinarie necessarie alla razionalizzazione di tutti i servizi pubblici» per l’evento sportivo di agosto. «Le delegazioni straniere - si legge fra le motivazioni - cominciano ad arrivare in città» per ambientarsi e partecipare ad «eventi di caratura mondiale. L’instabilità comporterebbe un danno d’immagine al Paese difficilmente recuperabile». Le Olimpiadi brasiliane, a livello istituzionale, sono gestite dal Governo federale, statale e municipale. La calamità è stata dichiarata dal governo statale che teme un «totale collasso nella sicurezza pubblica, nella sanità, nell’educazione, nella mobilità e nella gestione ambientale». La decisione, secondo la stampa brasiliana, è stata presa di comune accordo con Michel Temer, Presidente ad interim della Repubblica. L’aspettativa è che questa mossa sblocchi i fondi di Brasilia, permettendo così la conclusione della linea 4 della metro, il pagamento degli stipendi dei poliziotti e un certo margine per le spese extra dei Giochi.
in rosso — Secondo le previsioni, lo Stato di Rio de Janeiro chiuderà il 2016 con un deficit di 19 miliardi di reais (4,93 miliardi di euro). Il decreto, stando alle stime della Folha de São Paulo, consentirà al Governo Federale di versare 2,9 miliardi di reais (752 milioni di euro) nelle casse di quello statale. «Voglio che tutte le persone - ha spiegato Dornelles - comprendano che viviamo una grande crisi finanziaria" A mettere in ginocchio le casse statali, il crollo del prezzo del petrolio che non schioda da 50 dollari/barile, principale industria dello Stato che non paga da tempo stipendi né pensioni. Le spiegazioni di circostanza del governatore non hanno però permesso di capire come quest’azione verrà attuata. Sono state annunciate «misure molto dure», ma non è stato ancora chiarito quali saranno. Intanto, in questa situazione di emergenza, sembra esserci una buona notizia per gli impiegati pubblici che finalmente riceveranno gli stipendi arretrati. I professori sono in sciopero da quasi 3 mesi, mentre i presidi di pronto soccorso funzionano a scartamento ridotto a causa della situazione critica degli operatori sanitari.
incostituzionale? — L’inedito decreto è già stato bollato come incostituzionale da alcuni esperti. Secondo Eduardo Paes, sindaco di Rio, lo stato di calamità «non condizionerà le consegne e gli impegni olimpici». Il primo cittadino ha poi ribadito tramite Twitter che «saranno realizzati dei Giochi eccezionali». Il timore diffuso fra i brasiliani è che un flusso emergenziale di soldi pubblici possa trasformarsi in un’occasione ghiotta per atti di corruzione e di appropriazione indebita. Amnesty International, invece, teme che la società possa pagare il prezzo di una decisione politica: «I grandi eventi sportivi non possono avere la soppressione dei diritti come costo. Le autorità devono chiarire alla popolazione quale sarà il reale impatto nelle loro vite», ha commentato in un comunicato ufficiale Atila Roque, direttore esecutivo di Amnesty International Brasile.
20/06/2016, 02:04
20/06/2016, 08:43
MaxpoweR ha scritto:pensate cosa accadrebbe in italia :°