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Scoperto buco nero da record, un "mostro cosmico": ha una massa 17 miliardi di volte quella del sole
Il fenomeno della lente gravitazionale (la deflessione della radiazione emessa da una sorgente luminosa a causa della presenza di una massa) prodotto da un buco nero NASA, ESA, and D. Coe, J. Anderson, and R. van der Marel (STScI)
L'universo che occupiamo potrebbe essere pieno di buchi neri di dimensioni gigantesche. Questa idea è la naturale conseguenza della scoperta di un team internazionale di astronomi, che è riuscito ad individuare un buco nero da record, con una massa pari a 17 miliardi di volte quella del nostro Sole.
Come spiegato in un studio pubblicato su Nature, a stupire gli scienziati non è stata soltanto la sua sbalorditiva dimensione, ma anche la sua posizione. Fino ad oggi il più imponente buco nero supermassiccio era stato individuato nell’ammasso della Chioma, con una massa pari a 21 miliardi di volte quella del Sole.
Il buco nero supermassiccio appena individuato si trova invece in una galassia, NGC 1600, situata in una parte dell'universo che può essere definita "un relativo deserto", secondo Chung-Pei Ma, astrofisica della University of California, Berkeley, tra le autrici dello studio. La cosa è quindi sorprendente: il paragone fornito è quello di un gigantesco grattacielo che non si trova nel centro di New York ma in una cittadina di provincia.
Un'immagine che mette a paragone il notevole "affollamento" dell'ammasso della Chioma (a sinistra) con quello molto più scarso della galassia NGC 1600, dove si trova il buco nero supermassiccio appena individuato Second Palomar Observatory Sky Survey
"Ricchi gruppi di galassie come l'ammasso della Chioma sono molto, molto rare, ma esistono alcuni gruppi di galassie delle dimensioni di NGC 1600 e dei suoi satelliti", spiega la Ma. "Quindi adesso la domanda è: questa è solo la punta di un iceberg? Forse ci sono molti altri enormi buchi neri lì fuori che non vivono in un grattacielo a Manhattan ma in un silo nelle pianure del Midwest".
Tra l'altro, non è da escludersi che il buco nero supermassiccio individuato nella galassia NGC 1600 possa essere quello di maggiore massa mai scoperto. Il riferimento dei 21 miliardi di volte la massa del Sole per il buco nero nell'ammasso della Chioma è soltanto l'estremità superiore di un range che va da 3 a 21 miliardi di masse solari. Quest'ultimo "mostro del cielo" è stato invece misurato con una maggiore precisione, con il valore di 17 miliardi di masse solari che è una media tra gli estremi del range, che sono 15,5 e 18,5 miliardi.
L'individuazione di questo buco nero è avvenuta nell'ambito della campagna MASSIVE, il cui scopo è quello di ottenere stime particolarmente accurate di massa per stelle, materia oscura e buchi neri centrali appartenenti a 100 galassie massicce e vicine. Le galassie delle quali gli scienziati del programma si stanno occupando sono quelle con più di 300 miliardi di masse solari e ad una distanza massima di 350 milioni di anni luce dalla Terra.
09/08/2016, 19:36
Buchi neri, una via di fuga della materia. L’ipotesi dei ricercatori spagnoli
I fisici teorici dell’Institute of Corpuscular Physics dell’Universitat de València, si legge sul sito dell'Asi, nello studio pubblicato su Classical and Quantum Gravity, ipotizzano che la materia precipitata dentro un buco nero non venga catturata in maniera definitiva, ma possa fuoriuscire da un’altra parte del Cosmo
Può la materia ingoiata da un buco nero sopravvivere alla sua forza gravitazionale distruttiva? La risposta è sì. Almeno stando allo studio teorico di un gruppo di ricercatori spagnoli che ritengono che la materia potrebbe trovare una via di fuga. La notizia della ricerca, pubblicata su IOPScience (Institute of Physic) è riportata sul sito dell’Agenzia Spaziale italiana. “I buchi neri sono tra gli oggetti più affascinanti e misteriosi dell’Universo. Potrebbero nascondere la chiave per conciliare il mondo dell’infinitamente piccolo, governato dalla meccanica quantistica, con quello dell’infinitamente grande descritto dalla Relatività Generale di Einstein. All’interno di un buco nero, infatti, le leggi della fisica così come le conosciamo cessano di funzionare. E non è l’unica bizzarria di questi mostri cosmici, che – si legge nella nota dell’Asi – ingoiano tutto ciò che capiti loro a tiro, luce compresa. Secondo alcune teorie, potrebbero nascondere passaggi spazio-temporali, come quelli descritti nel film Interstellar“.
I fisici teorici dell’Institute of Corpuscular Physics dell’Universitat de València nello studio pubblicato su Classical and Quantum Gravity, ipotizzano che la materia precipitata dentro un buco nero non venga catturata in maniera definitiva, ma possa fuoriuscire da un’altra parte del Cosmo. “Merito di una sorta di uscita di sicurezza, nascosta nelle viscere del buco nero. Secondo i ricercatori spagnoli, la regione più interna di questi cannibali cosmici, dove la curvatura dello spazio-tempo diventa infinita – gli scienziati la chiamano singolarità – sarebbe, in realtà, un’imperfezione della struttura geometrica dello spazio-tempo“.
“I buchi neri sono un laboratorio teorico straordinario per testare nuove idee sulla gravità” spiega Gonzalo Olmo, uno degli autori della ricerca. Gli studiosi spagnoli hanno applicato le strutture geometriche dei cristalli, o del grafene, allo studio dei buchi neri. “Proprio come i cristalli presentano delle imperfezioni nella loro struttura microscopica, allo stesso modo – continua Olmo – la regione centrale di un buco nero può essere interpretata come un’anomalia nello spazio-tempo. Abbiamo esplorato tutte le possibili opzioni, prendendo spunto da ciò che osserviamo in Natura”.
“Utilizzando questa analogia con la geometria dei cristalli, nei modelli teorici sui buchi neri la regione centrale assume l’aspetto di una superficie sferica molto piccola. Un risultato che i fisici teorici spagnoli hanno interpretato come l’esistenza, all’interno del buco nero, di un cunicolo spazio-temporale: un cosiddetto wormhole. Soluzioni matematiche delle equazioni di Einstein, i wormhole, tecnicamente noti come ponti di Einstein-Rosen, sono dei passaggi segreti al confine tra scienza e fantascienza. A dar loro una precisa cornice scientifica è il fisico statunitense Kip Thorne, uno dei massimi esperti mondiali di Relatività Generale. I wormhole – prosegue l’Asi – sono come buchi nello spazio-tempo, capaci di mettere in comunicazione due punti molto distanti dell’Universo, attraverso una scorciatoia. Come i cunicoli scavati da un verme in una mela, che permettono all’animale di attraversarla da una parte all’altra”.
02/09/2016, 07:50
15/10/2016, 12:13
