Fonte:
https://it.wikipedia.org/wiki/Ponte_sullo_stretto_di_MessinaQuesta del ponte sullo stretto è una storia che va avanti da, grossomodo, duemila anni;i primi a farne uno di barche furono i romani...
Ma diamo una occhiata a cosa è successo negli ultimi anni...
Anni '10 (del nuovo millennio)Cita:
Nell'ottobre 2011 l'Unione Europea non ha incluso il ponte sullo stretto tra le opere pubbliche destinate a ricevere finanziamenti comunitari. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, comunque aveva confermato la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina a prescindere dall'eventuale finanziamento della Ue, in quanto le risorse per il manufatto saranno reperite sul mercato, come previsto dal piano finanziario allegato al progetto definitivo.
Il 27 ottobre l'Aula di Montecitorio ha approvato una mozione dell'Idv, che impegna il governo «alla soppressione dei finanziamenti per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina». La mozione è stata approvata con 284 favorevoli, un solo contrario e con l'astensione della maggioranza PDL (anche se hanno votato a favore della soppressione: il sottosegretario responsabile Aurelio Misiti, rappresentante del governo di Berlusconi, il coordinatore del partito Denis Verdini, i ministri Mariastella Gelmini e Michela Vittoria Brambilla, i sottosegretari Laura Ravetto, Stefano Saglia e Guido Crosetto).[26] [27] [28] Tuttavia già il giorno successivo la maggioranza tornò a sostenere che il ponte si farà, e alle prime dichiarazioni del presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo e del Ministro della Difesa Ignazio La Russa seguì una nota ufficiale del governo in carica in quei giorni a Palazzo Chigi, dove si legge anche che «l'opera è solo in parte finanziata dall'intervento pubblico. L'onere complessivo dell'infrastruttura prevede anche la partecipazione di capitale privato, l'utilizzo di Fondi strutturali e di altre fonti».[29]
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Il 30 settembre seguente Corrado Clini, il ministro dell'Ambiente del governo Monti, ha dichiarato: “Non esiste l'intenzione di riaprire le procedure per il ponte sullo stretto di Messina, anzi al contrario, il governo vuole chiudere il prima possibile le procedure aperte anni fa dai precedenti governi, e per farlo deve seguire l'iter di legge”[32] Il 10 ottobre il governo Monti, nella cosiddetta legge di stabilità, ha stanziato 300 milioni per il pagamento delle penali per la non realizzazione del progetto.[33] Il 31 ottobre 2012 il governo Monti ha deliberato di prorogare, per un periodo complessivo di circa due anni, i termini per l'approvazione del progetto definitivo del ponte sullo stretto di Messina al fine di verificarne la fattibilità tecnica e la sussistenza delle effettive condizioni di bancabilità.[34][35] Antecedentemente era stata prevista, dalla Legge obiettivo, l'apertura della Conferenza dei servizi con l'approvazione entro febbraio 2012 del progetto definitivo da parte del CIPE e il contestuale avvio della gara per il reperimento dei finanziamenti, la stesura del progetto esecutivo e l'apertura dei cantieri principali preventivata a partire dalla metà del 2012.[36] L'intento era quello di aprire l'opera al traffico nel 2019.[37][38]
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Localizzazione
Lo stretto di Messina è un braccio di mare a forma di imbuto che collega il mar Ionio a sud al Tirreno a nord. La larghezza dello stretto varia da un massimo di circa 16 km (all'altezza di Punta Pellaro in Calabria e Capo d'Alì in Sicilia) fino a un minimo di circa 3 km (tra Torre Cavallo in Calabria e Capo Peloro in Sicilia). Una distanza simile separa Cannitello da Ganzirri; in quel punto, lo stretto ha una profondità di 72 m (mentre in altri punti si toccano anche i 2000 m).
Lo stretto è caratterizzato da forti correnti. Queste correnti fanno dello stretto un ecosistema molto peculiare[senza fonte], in cui trovano il proprio habitat specie animali e vegetali uniche per il Mediterraneo[senza fonte]. Altrettanto peculiare è il movimento di masse aeree al di sopra dello stretto, che rappresenta una rotta privilegiata seguita dalla maggior parte degli uccelli migratori.
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Dibattito sul progetto
Problemi ingegneristici[modifica | modifica wikitesto]
Il progetto di un ponte di tali dimensioni, senza alcun precedente al mondo, ha ovviamente dato luogo anzitutto ad un difficile confronto tecnico e scientifico, tra esperti, sulle diverse proposte presentate e sulla loro fattibilità. La lunghissima storia del progetto testimonia proprio questa intrinseca difficoltà dovuta alle eccezionali condizioni ambientali e alle prestazioni richieste al manufatto (fondali profondi, forti correnti marine, traffico marittimo intenso, zona altamente sismica, zona altamente ventosa, prestazioni di traffico stradale e ferroviario). Inoltre le normative di sicurezza, nazionali e internazionali, stradali e ferroviarie, risultano non adeguate a un'opera così fuori dall'ordinario[54]. Dal punto di vista della fattibilità tecnica, nonostante i ripetuti pareri[55] degli Enti competenti: ANAS, FS, Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, alcuni autorevoli ingegneri continuano a nutrire delle perplessità sulla idoneità della soluzione a campata unica di 3 300 m andata in appalto e quindi ritenuta sicura.[56] In sintesi i principali problemi ingegneristici che pone una soluzione di tipo aereo (ponte sospeso) sono i seguenti:
Fondazioni in mare dei piloni
L'idea di realizzare due o più piloni nello stretto con relative fondazioni nelle acque profonde (> 100 m) è stata considerata troppo difficile da realizzare. Questa eccessiva difficoltà, unitamente all'innegabile vantaggio di non porre limiti alla navigabilità nello stretto offerto da una soluzione a luce unica, ha fatto propendere la scelta su quest'ultima soluzione, rispetto ad una soluzione di ponte su più luci.
Stabilità dell'impalcato sotto l'azione del vento
A ponte scarico l'impalcato deve risultare stabile nei confronti dei rischi di vibrazioni autoeccitate (flutter, distacco di schiere di vortici di von Karman, buffetting, ecc...) anche con venti molto forti. Per tali verifiche ci si avvale dei risultati dei test in galleria del vento.
Deformabilità laterale
In esercizio (a ponte carico), con venti moderati, l'impalcato deve essere sufficientemente rigido da poter consentire il traffico stradale e ferroviario, cioè le deformazioni laterali devono essere contenute entro limiti accettabili.
Deformabilità nel piano verticale
Le deformazioni dell'impalcato nel piano verticale, soprattutto per stese di carico non simmetriche, devono essere contenute entro i limiti adeguati per consentire il traffico ferroviario (generalmente si richiedono frecce massime inferiori a 1/500 - 1/1000 della luce).
Rigidezza torsionale
L'impalcato deve essere sufficientemente rigido a torsione per evitare eccessive pendenze trasversali incompatibili con l'esercizio stradale e ferroviario.
Costruibilità
Realizzare un'opera di dimensioni così colossali comporta problemi di costruibilità mai affrontati in precedenza con problematiche di sicurezza che devono essere garantite per ogni fase della costruzione.
Problemi sismici[modifica | modifica wikitesto]
Afferma Mario Tozzi: Reggio Calabria e Messina furono rase al suolo: è una buona idea quella di costruire proprio lì, il ponte a campata unica più lungo del mondo? Uno dei problemi che la costruzione pone è infatti quello sismico. Lo stretto di Messina è infatti noto per essere una delle zone a più alto rischio sismico del mondo: in esso ebbero epicentro i gravissimi terremoti del 1783, 1894 e 1908 (MaxoiweR: direi che per il prossimo ci siano no?) che, accompagnati da violenti tsunami, ridussero Messina, Reggio Calabria e le città limitrofe ad un cumulo di macerie, causando imponenti cambiamenti idro-geologici alla regione. Il progetto del ponte, quindi, dovrà prevedere una struttura altamente resistente a scosse telluriche non inferiori all'ottavo grado della scala Richter, e costruita con possenti pilastri sistemati in zone esenti da rischio frana. Tuttavia, paradossalmente, il "problema sismico" non dovrebbe essere il principale problema tecnico dell'Opera, problema peraltro, anche con le più pessimistiche ipotesi di progetto, facilmente analizzabile con i moderni codici di calcolo.[senza fonte] Infatti l'eccezionale dimensione della struttura fa sì che i modi di vibrare della stessa siano associati a frequenze molto basse (T>10 sec) e lontanissime dalle frequenze dei terremoti attesi (T<<1 s), conseguentemente le accelerazioni orizzontali dello spettro di risposta al sisma sono molto modeste; in parole povere il ponte è praticamente "insensibile" ai terremoti.[senza fonte] Inoltre, qualora si attivasse una faglia proprio in corrispondenza del ponte, e si verificasse uno spostamento relativo tra i due piloni dopo il sisma di qualche metro, anche in questo improbabile caso la struttura non subirebbe alcun danno essendo lo spostamento impresso inferiore al millesimo della luce.[senza fonte]
È importante considerare che non si tratta dell'unico ponte sospeso costruito in un'area ad alto rischio sismico: a esempio, i due ponti sospesi sul Bosforo sono una realtà esistente in una zona a fortissimo rischio sismico. Quand'era ancora in costruzione, l'attuale ponte sospeso più lungo del mondo fu colpito dal terremoto di Kobe, di magnitudo 6,8 e che provocò oltre 6 000 vittime. Le due torri di sostegno, unica parte dell'opera a essere stata già costruita all'epoca, si spostarono di un metro l'una rispetto all'altra, e fu necessario riadattare in corso d'opera il progetto alla nuova lunghezza, ma non furono altrimenti danneggiate[57]. Allo stesso tempo, bisogna tener conto del fatto che tali strutture presentano una campata massima notevolmente inferiore rispetto a quella allo stato proposta per il ponte sullo Stretto: un terzo quella dei ponti sul Bosforo[58], due terzi quella del ponte di Kobe[57].
Problemi ambientali[modifica | modifica wikitesto]
Come ogni grande opera dell'ingegno umano le grandi costruzioni creano un problema ambientale avvertibile già dall'inserimento dei cantieri; l'infrastruttura ultimata proprio perché grandiosa crea modificazioni sia ambientali che paesaggistiche. Scarso sarà l'impatto sulle correnti marine in virtù della campata unica, ma notevole sarà quello sulle correnti aeree data l'estensione in altezza dei piloni e di tutto l'impalcato del manufatto.
I favorevoli all'opera sottolineano che la costruzione del Ponte diminuirebbe l'inquinamento marino e ambientale prodotto dal transito dei traghetti nello stretto. Il Ponte sarebbe poi un'opera maestosa, che darebbe prestigio all'Italia e sarebbe un'importante attrazione turistica.
I suoi detrattori si rifanno a valutazioni di impatto ambientale o negano la fattibilità tecnica del ponte. I 65 metri di altezza del ponte risultano inoltre insufficienti a consentire il transito nello stretto delle navi da crociera più imponenti, ostacolando il crocierismo che è una fonte importante di introiti per l'economia delle città dello Stretto.[59]
Problemi dei trasporti[modifica | modifica wikitesto]
I favorevoli, al di là degli aspetti economici difficilmente valutabili, fanno notare che si tratterebbe di un'opera sociale, utile al rilancio del trasporto ferroviario tra la Sicilia e il continente, sia di merci che di viaggiatori, oggi quasi del tutto svolto dai mezzi su strada visto che è difficile pensare a collegamenti veloci tra le città dell'isola e il continente con l'attuale sistema di traghetti che per il trasporto dei vagoni dalla stazione di Messina a quella di Villa S. Giovanni o viceversa impiega circa un'ora e mezza. Ancor più critica è la continuità del trasporto merci subordinato per forza di cose a quello dei viaggiatori.
I fautori del progetto, che è parte importante dell'"Asse ferroviario 1" della Rete ferroviaria convenzionale trans-europea TEN-T, lo considerano un'importante infrastruttura in grado di promuovere il rilancio dell'economia delle regioni meridionali d'Italia e soprattutto della Sicilia, velocizzando innanzitutto il trasporto merci oggi affidato ad un gran numero di Tir (traghettati principalmente dalle navi private tra le due sponde dello stretto) che sono poi costretti a percorrere la A3-Salerno-Reggio Calabria con tutte le conseguenze negative in termini di aggravio dei costi di trasporto, nonché di incidentalità e di inquinamento. Il trasporto ferroviario allo stato attuale trasporta solo una quota infinitesima di merci a causa dei suoi lunghi tempi di composizione e scomposizione per l'imbarco e lo sbarco dai traghetti.[60] L'utilizzo delle attuali autostrade del mare, cioè delle navi che trasportano autocarri dalla Sicilia alla Liguria, presuppone infatti ancora l'uso del trasporto su strada.
Il ponte permetterebbe un risparmio di circa 2 ore nel trasporto ferroviario viaggiatori, un tempo superiore alla tratta Roma-Firenze. Tale è il tempo che attualmente le Ferrovie dello Stato impiegano per preparare e imbarcare un treno viaggiatori, per traghettarlo e per ricomporlo a destinazione (tempo calcolato dall'arrivo alla stazione di Villa S. Giovanni e la ripartenza dalla stazione di Messina). Il tempo relativo al traghettamento dei treni merci è invece superiore il più delle volte in quanto legato a differente logistica.
Il Ponte inoltre rimuoverebbe un ostacolo all'alta velocità in Sicilia. L'unione dei due interventi permetterebbe con le tecnologie impiegate nel resto d'Italia di collegare Palermo a Roma in circa 4 ore[senza fonte].
L'attraversamento in auto permette di raggiungere l'altra riva in 20 minuti[61] ai quali aggiungere l'eventuale attesa, che in alcuni periodi dell'anno può divenire consistente. Il costo è di circa 73 euro a/r per un'auto di piccola cilindrata (a meno di ritorno in meno di 3 giorni)[quando, e quanto per veicoli industriali e TIR]. I fautori del ponte sostengono che considerando le tariffe così alte, il ritorno dell'investimento del ponte sullo stretto sarebbe davvero veloce[in quanto tempo e a quali condizioni?].
Un altro fattore evidenziato a supporto dell'inutilità di tale opera è l'incompletezza dei lavori di adeguamento dell'autostrada A3, Salerno-Reggio Calabria alle normative di sicurezza, e pertanto limitata in alcuni tratti del suo tracciato ad una corsia per senso di marcia e al limite di velocità di 60 km/h[senza fonti autorevoli è una RO].
Aspetti e problemi economici[modifica | modifica wikitesto]
Molti detrattori considerano l'opera inutile dal punto di vista economico, in particolare affermano che non si otterrebbero miglioramenti delle condizioni di trasporto merci e passeggeri da sud a nord in quanto le infrastrutture viarie della zona in atto sono estremamente carenti e recenti studi hanno indicato che il trasporto merci via mare verso i porti della Liguria risulta vantaggioso sotto molteplici aspetti.[senza fonte]
Molte critiche sono invece legate al costo di quest'opera. Viene fatto rilevare infatti[da chi?] che si potrebbe utilizzare questo denaro per modernizzare e rendere più efficienti le infrastrutture del sud Italia e che sarebbe inutile la realizzazione del Ponte dato che non sono presenti strutture all'altezza quali autostrade e ferrovie (a doppio binario) per poterlo raggiungere.
I favorevoli controbattono il fatto che i fondi utilizzati per l'opera verrebbero per la maggior parte dall'ambito privato (il Ponte sarebbe infatti costruito con il metodo del Project financing[senza fonte] il quale prevede che un privato costruisca un'infrastruttura con le proprie risorse, per poi poterne usufruire economicamente per un determinato periodo di tempo). La mancata realizzazione del Ponte dunque, libererebbe solamente le risorse stanziate dallo stato italiano, minoritarie rispetto ai finanziamenti comunitari, e ai fondi creati ad hoc dalla SPV (special purpose vehicle) da costituirsi all'uopo, da parte del soggetto vincitore dell'aggiudicazione dei lavori secondo la metodologia del "general contractor"[senza fonte].
Contesto politico[modifica | modifica wikitesto]
Dopo l'annuncio, nel 1985, della prossima realizzazione del ponte fatta da Bettino Craxi, è nei primi anni 2000 che il ponte sullo stretto è entrato ufficialmente a far parte del programma, per le elezioni politiche del 2001, di entrambi i candidati alla carica di presidente del Consiglio, (Silvio Berlusconi e Francesco Rutelli); successivamente è stato inserito tra le grandi opere promesse dal governo Berlusconi II divenendo oggetto di rinnovate polemiche.
Senza voler considerare l'aspetto peculiare di ogni opera pubblica italiana e cioè CORRUZIONE, SPECULAZIONE, CLIENTELISMO, NEPOTISMO e MAFIA.Insomma direi che Renzi, non eletto da nessuno non è nella posizione di poter decidere se avallare o meno una opera del genere questo a prescindere se si è favorevoli (io in linea teorica lo sarei, se mi fidassi dei miei governanti) o contrari.