27/10/2016, 22:20
Da Calais a Parigi: nella capitale si moltiplicano le tendopoli improvvisate Dopo lo sgombero della 'giungla' di Calais, centinaia di migranti evacuati si sono riversati a nord di Parigi
È ufficiale, i migranti fuggiti da Calais stanno facendo rotta su Parigi. Lo conferma Eloisa Mary responsabile dell'ufficio di accoglienza e accompagnamento dei migranti a Bfmtv. "Il campo di Parigi, avenue de Fiandre, e quello di Jaurès e Stalingrado sono al collasso - ha confermato - si è passati da 2 mila a 3 mila persone in due giorni con la chiusura di Calais". Nel frattempo, proprio nella 'giungla' si registra una nuova ondata di incendi. Poco prima di mezzogiorno, i vigili del fuoco sono dovuti intervenire per domare le fiamme e ripristinare il controllo della situazione. Secondo il prefetto di Calais, almeno 6 mila persone sono state messe a riparo. "Il numero di migranti corrisponde a quello che avevamo recensito nel campo", ha detto Fabienne Buccio che aggiunge, riferendosi alla situazione di Calais: "La missione è finita". Le ruspe finiranno di ripulire la zona della ex-bidonville "entro lunedì sera".
28/10/2016, 19:47
Immigrati, truffa da 9 milioni - arrestato un imprenditore
E' finito agli arresti domiciliari: indagate altre due persone
POTENZA - I migranti ospitati a Potenza venivano «ufficialmente» registrati nelle liste consegnate alla Prefettura, ma «realmente» molti di loro si trovavano altrove (al lavoro per la raccolta del pomodoro e dell’uva, all’estero - con tanto di foto postate sui social - o addirittura ricoverati in ospedale), ignari del fatto che la società che si occupa della loro accoglienza continuava a percepire i fondi stabiliti dalla legge e il «pocket money», ovvero i 2,5 euro destinati a piccole spese quotidiane degli stranieri: una truffa, quella scoperta dalla Polizia, che ha portato all’arresto di un imprenditore potentino e a due indagati.
Michele Frascolla, amministratore della società «Manteca» di Potenza, è ai domiciliari, indagato per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche: per la società è stato disposto anche il sequestro preventivo, con la nomina di un amministratore giudiziario per non interrompere il servizio di assistenza. Nel registro degli indagati - per turbata libertà degli incanti in concorso con Frascolla - sono finite altre due persone, Antonella Robortaccio (presidente della società cooperativa sociale «Solidarietà» di Bitetto, nel Barese) e Ottorino Arbia (presidente regionale dell’Arci e capogruppo del raggruppamento temporaneo di imprese «Arci-Città della Pace-Sicomoro").
Le indagini, coordinate dalla Procura di Potenza, sono cominciate confrontando proprio le liste «ufficiali» consegnate alla Prefettura con le presenze effettive dei migranti nelle strutture di Potenza: sarebbero emersi diversi casi in cui gli stranieri erano altrove, senza però depennarne i nomi dai registri. Alcuni erano già emigrati all’estero, altri lavoravano nei campi e uno di loro era addirittura finito in un servizio televisivo delle «Iene» sullo spaccio di droga a Prato. Nessuno di loro sapeva però che le società continuavano a percepire i fondi previsti per l’assistenza ai migranti (circa 30 euro in media a persona) e il «pocket money» (da 2,5 euro a un massimo di 7,5 per nucleo familiare), che nelle loro tasche non è quindi mai arrivato. I registri contenevano firme false, o reali ma messe in anticipo e «una tantum» dagli stessi migranti.
Secondo quanto è emerso dalle indagini, inoltre, le società avrebbero concordato le offerte da presentare alle gare per l'assegnazione del servizio di assistenza: quella vinta, in particolare, era di circa nove milioni di euro per l’accoglienza in Basilicata di circa 900 migranti nel periodo compreso tra il 1 marzo e 31 dicembre 2016.
28/10/2016, 21:40
29/10/2016, 10:19
Conad ritira le vongole veraci di Goro: «Contengono un batterio pericoloso»
Spaghetti con le vongole? Meglio di no. Almeno non con quelle appena richiamate della Conad che ha ordinato il ritiro dai suoi supermercati di tutt’Italia di un lotto di vongole veraci per la presunta presenza di Escherichia Coli oltre i limiti di legge. A comunicarlo è la stessa azienda, che si scusa per il disagio arrecato. E soprattutto per i potenziali danni alla salute dei consumatori perché il batterio in questione è responsabile di gravi problemi all’apparato digerente. Le confezioni a rete incriminate sono quelle della vongola verace (nome scientifico Tapes semidecussatus o Tapes philippinarum perché è una specie alloctona di origine asiatica) allevata in Italia e prodotta da Ittica San Giorgio s.r.l.. Il lotto ritirato è quello contrassegnato con la sigla 14G1 ed è da 3 o 5 chili. Per identificarlo è utile leggere le date di confezionamento che vanno dal 17 al 19 ottobre scorso. Il codice Ean è 2196850.
La ditta produttrice ha sede a Goro in provincia di Ferrara, lo stesso paese che in questi giorni è balzato agli "oneri" della cronaca per il respingimento delle donne migranti e fa parte di una delle aree italiane più fertili per la molluschicoltura ovvero il Delta del Po. Dove esiste un Consorzio con ampi impianti di allevamento in acquacoltura in Concessione Demaniale Marittima nella Sacca di Goro che, grazie alle sue caratteristiche, è stata oggetto di una cospicua raccolta di cozze e vongole veraci su banco naturale sin dagli anni Settanta. La vongola verace d’origine filippina è stata introdotta nella laguna intorno alla metà degli anni Ottanta. Ha una robusta conchiglia di forma ovale con sottili striature radiali e la taglia comune è 3-5 centimetri e viene allevato in prossimità del litorale e nelle lagune costiere soprattutto dell'Alto Adriatico. La pesca viene effettuata manualmente usando un particolare attrezzo, simile ad un grande rastrello, che in dialetto viene chiamato "rasca".
Chi avesse acquistato le vongole indicate non deve consumarle ma riportarle nel supermercato in cui sono state acquistate. «Al fine di scongiurare qualsiasi possibile rischio per la salute- raccomanda Conad- i clienti che fossero in possesso di confezioni appartenenti al medesimo lotto sono invitati a riportarle in qualsiasi punto di vendita Conad, che provvederà alla sostituzione con altro prodotto o al rimborso.
29/10/2016, 10:45
29/10/2016, 13:58
29/10/2016, 21:02
29/10/2016, 22:31
30/10/2016, 01:26
30/10/2016, 11:45
30/10/2016, 11:59
30/10/2016, 12:36
30/10/2016, 12:42
ORSOGRIGIO ha scritto:Più facile che "fuggano" dal servizio militare o dalla legge.
Questi pezzi di giovanotti, intendevo!!
Mica quelli della "ciotolona" comune, rotonda.
04/11/2016, 01:00
IMMIGRAZIONE: NON RIUSCIAMO A FERMARE NEPPURE I GOMMONI CINESI DIRETTI AI TRAFFICANTI
Nei giorni scorsi il sito Formiche.net ha pubblicato un illuminante articolo di Pietro Di Michele che riprendeva le dichiarazioni dell’ammiraglio di divisione, Enrico Credendino, comandante della missione EunavFor Med, durante un’audizione informale alle commissioni Esteri e Difesa del Parlamento.
“I gommoni vengono dalla Cina: noi sappiamo benissimo da dove vengono, chi li fabbrica, che strada fanno, vanno in Turchia, poi a Malta, poi in Libia.
“Purtroppo – ha aggiunto Credendino – essendo un commercio legale, non c’è modo di bloccare l’arrivo dei gommoni in Libia.
Bisognerebbe convincere la Cina a non dare più questi gommoni fatiscenti alla Libia, non è semplice, non c’è modo di bloccarli. L’unica cosa che possiamo fare è, quando arrivano in Libia e sono nelle mani dei trafficanti distruggerli”.
Ma per colpire i gommoni sulla costa e nelle acque territoriali libiche l’operazione Eunavfor Med dovrebbe essere autorizzata dall’Onu o dal governo libico, quello evanescente di Fayez al-Sarraj che non controlla un bel nulla e che si basa sul consenso di tribù e milizie che si arricchiscono col traffico di esseri umani.
“L’ideale sarebbe riuscire a evitare che arrivino” ha auspicato l’ammiraglio.
“Tutti sanno da dove arrivano e a cosa servano, sono fatti per fare un solo viaggio e si vede, la gomma è di scarsa qualità, non hanno il fondo, quindi è evidente che lo scopo è solo quello, ma non c’è nessun mezzo, purtroppo, per evitare che arrivino in Libia”.
Cina a parte però l’Italia e l’Europa potrebbero almeno tentare di fare pressioni su Turchia e Malta perché fermino i carichi di gommoni quando sono in transito sul loro territorio.
Oppure, visto che disponiamo di reparti di forze speciali considerati tra i migliori del mondo (tra l’altro già presenti in Libia e sulle navi del dispositivo Mare Sicuro), non dovrebbe essere difficile individuare i cargo che trasportano i gommoni ai trafficanti e intercettarli per distruggerne il carico senza provocare danni a navi ed equipaggi.
Del resto se il commercio dei gommoni è legale nulla vieta che, alla luce del sole, le navi militari italiane ed europee ispezionino i cargo diretti in Libia (anche con la motivazione di verificare eventuali forniture illecite di armi come previsto dai nuovi compiti assegnati recentemente a Eunavfor Med) requisendo e distruggendo i gommoni per ragioni di sicurezza nazionale.
Decisioni che ovviamente non possono essere assunte dagli ammiragli ma dai vertici politici, innanzitutto a Roma e poi a Bruxelles.
Anche perchè se le flotte Ue e italiana non sono in grado nemmeno di fermare le consegne dei gommoni cinesi agli scafisti tanto vale ritirarle nei porti e sostituire le navi militari con più economici traghetti e varare ufficialmente l’Operazione “Svuota l’Africa” per portare nel Belpaese 1,2 miliardi di abitanti del Continente Nero.
Se in Italia vi fosse davvero la volontà di fermare o quanto meno scoraggiare l’immigrazione clandestina il Parlamento avrebbe già approvato una legge ad hoc contro chi si rivolge alle organizzazioni criminali per emigrare illegalmente.
Legge che sarebbe auspicabile venisse recepita dalla Ue ma che invece sta per essere licenziata dal Parlamento di Canberra, in Australia.
A rafforzamento giuridico della posizione australiana sui flussi migratori illegali basata sul noto slogan “No way”, il governo australiano si appresta a negare a vita visto, permesso di soggiorno o asilo a chiunque abbia tentato o tenti di entrare nel paese illegalmente.
Il premier Malcolm Turnbull (nella foto a sinistra) ha annunciato che la proposta di legge verrà presentata a breve in Parlamento e che si tratta di una misura necessaria perchè passi il “messaggio risoluto e inequivocabile” che gli immigrati clandestini non avranno alcuna possibilità di venire accolti in Australia.
“Si tratta di una battaglia tra il popolo australiano, rappresentato dal suo governo, e le organizzazioni criminali di trafficanti di esseri umani – ha aggiunto Turnbull ammonendo che – non bisognerebbe sottovalutare l’entità della minaccia.
Questi trafficanti sono i peggiori criminali e fanno affari multimiliardari”.
Canberra ha adottato da tempo una politica molto dura respingendo i barconi individuati verso le coste dei Paesi di provenienza e inviando i clandestini che riescono ad arrivare sul territorio nazionale nei centri istituiti sulle isole di Manus (Papua Nuova Guinea) e Nauru, in attesa di una risposta sulla loro richiesta di asilo che, se accolta, accorderà loro il permesso di soggiorno in quelle isole, non in Australia.
L’intesa raggiunta da Canberra con questi Stati del Pacifico prevede aiuti economici in cambio della disponibilità a ospitare i campi che accolgono gli immigrati illegali.
La nuova legge riguarderà anche quanti sono in queste isole dal 19 luglio del 2013 e quanti arriveranno in futuro, ma non includerà i minori.
Di fatto la stessa misura che da tempo propone Analisi Difesa, da abbinare a espulsioni dei clandestini giunti illegalmente in questi anni e ai respingimenti assistiti sulle coste libiche di coloro che arrivano oggi in Italia arricchendo i trafficanti.
Sempre che a Roma vogliano davvero fermare i flussi di immigrati clandestini.
Sospetto più che legittimo perché se sulla sponda africana del Mediterraneo l’immigrazione illegale consente ai trafficanti 6 miliardi annui di incassi (lo dice Europol), sulla sponda italiana il business dell’assistenza ammonta a 4 miliardi annui che finiscono per lo più nelle tasche di enti cattolici e cooperative legate all’area della sinistra, che messi insieme rappresentano una bella fetta del panorama politico nazionale.
04/11/2016, 02:13