Ufologo 555 ha scritto:
mik.300 ha scritto:
MaxpoweR ha scritto:
no, non basta mai
![Tranquillo e sicuro [:305]](./images/smilies/UF/tranquillo_e_sicuro.gif)
si infatti volevano prendersi mezzo libano..
x fortuna si sono opposti validamente gli hezbollah..
sennò adesso stavano ancora là ad occupare..Errato: come per "la guerra dei sei giorni", cha arrivarono a 60 Km dal Cairo, dopo aver comnqiuistato tutto il Sinai, se ne andarono tranquillamente ...
Così hanno fatto con il Libano: zittiti gli "Hezbollah" (perché da lì partivano i razzi) si ritirarono ...
ma io la sapevo diversa..
i piani erano quelli di occupare il libano
fino al fiume litani..
poi dopo importanti perdite subite da parte degli hezbollah..
si sono ritirati..
non prima di scaricare su quei territori
diverse tonnellate di bombe a grappolo
come vile rappresaglia si capisce..
x il mancato bottino..
non capisco come si faccia a difendere l'indifendibile..
anche sul sinai loro sarebbero rimasti,
se ne sono andati
dopo la guerra del kippur,
in pratica gli egiziani se la sono ripresa..
c è volute battaglie e morti,
magari i sionisti avrebbero vinta anche questa,
visti i mezzi e gli appoggi,
ma a costo, stavolta, di ingenti perdite umane
ergo sono pervenuti a più miti consigli..
altro che concessione israelianahttps://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_del_KippurNon v'è dubbio che, dopo i primi clamorosi successi arabi, la situazione tattica volse con lenta progressione a favore dell'esercito israeliano.
Non c'è tuttavia neppure alcun dubbio che, strategicamente, la guerra abbia costituito un'indubbia vittoria egiziana. Il Canale fu infatti superato, contro ogni volere israeliano che aveva infatti costruito lungo tutta la linea del fronte sinaitico una massiccia opera contenitiva di difesa (la cosiddetta "linea Bar-Lev").La guerra del Kippur è parte del più vasto Conflitto Arabo-Israeliano, costituito da una lunga serie di scontri armati che si dipana dal 1948 e che ancora non è stato interamente risolto in modo pacifico.
Durante la guerra dei sei giorni, esplosa e conclusasi sei anni prima, gli israeliani avevano conquistato la penisola del Sinai nella sua interezza, fino al canale di Suez, che era diventato la linea del cessate-il-fuoco. Gli israeliani avevano inoltre catturato più o meno la metà delle alture del Golan siriano.
Negli anni seguenti la guerra, Israele eresse due linee fortificate nel Sinai e sulle alture del Golan. Nel 1971 Israele spese 500 milioni di dollari per fortificare ulteriormente le posizioni sul canale di Suez, con un lavoro mastodontico che passò con il nome di Linea Bar-Lev, dal nome del generale e Capo di Stato Maggiore israeliano Haim Bar-Lev.Dopo le vittorie sulle forze nemiche nel 1967, e dopo aver superato la sfida voluta da Gamāl ʿAbd al-Nāṣir con la guerra d'Attrito con Egitto e Siria - tre anni di continui incidenti di frontiera sul Golan e nello spazio aereo dove si sfiorarono più volte scontri fra l'aviazione militare israeliana e l'aeronautica egiziana -
la leadership israeliana aveva cominciato a nutrire l'idea che le proprie forze armate fossero ormai invincibili.Egitto e Siria desideravano però intensamente la restituzione dei territori persi nel 1967.
Dopo il successo della guerra dei sei giorni, gli israeliani erano riluttanti ad avviare negoziati sul ritorno del bottino di guerra, sentendosi particolarmente protetti dal punto di vista della sicurezza nazionale. Il presidente egiziano Gamāl ʿAbd al-Nāṣir morì nel settembre 1970 e gli succedette Anwar al-Sādāt, che decise di combattere Israele e riconquistare con una prova di forza i territori persi. Nel 1971 Sādāt, rispondendo a un'iniziativa promossa da Gunnar Jarring, intermediario delle Nazioni Unite nella regione, dichiarò che se Israele si fosse impegnato a un «ritiro delle sue forze dal Sinai e dalla Striscia di Gaza», nonché al rafforzamento della Risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza, l'Egitto sarebbe stato «pronto ad avviare accordi di pace con Israele». Israele rispose che non si sarebbe ritirato sulle linee precedenti il 5 giugno 1967, pena il ritorno inevitabile alle condizioni iniziali di reale minaccia araba, che portarono al conflitto del '67.
Sādāt sperava che infliggendo una sconfitta, ancorché piccola, agli israeliani, lo status quo sarebbe cambiato. Ḥāfiẓ al-Asad, capo di Stato siriano, la vedeva però in maniera differente, infatti aveva poco interesse a un negoziato e propugnava un'azione puramente militare per la riconquista delle alture del Golan. Da ormai sei anni al-Asad aveva promosso una serie di iniziative per la ricostruzione delle forze armate e sperava di poter vedere la Siria come potenza dominante tra gli Stati arabi a est dell'Egitto. Con l'aiuto dell'Egitto, al-Asad sperava di poter avere ragione delle forze israeliane, e garantire un ruolo di spicco della Siria nella regione della Mezzaluna Fertile. Pertanto al-Asad vedeva la possibilità di un negoziato solo dopo aver rioccupato il Golan con la forza, potendo in tal modo premere su Israele perché rinunciasse alla Cisgiordania e alla Striscia di Gaza, in cambio di eventuali concessioni da parte araba.
ecc. ecc.