«Dimenticati gli errori e gli orrori del fascismo»
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Assistiamo da qualche tempo a ridicole, quanto pietose ma pericolose, manifestazioni fasciste con saluti “romani”, funeree nere divise da squadrista, urla bellicose nelle scuole ai bambini, ecc. Le classi dirigenti del “bel paese” vollero fin dal secondo dopoguerra un complice silenzio sul fascismo, sulla sua origine e sui suoi misfatti, per farlo passare come un “partito d'ordine”. Noi, zittiti testimoni, siamo ormai agli sgoccioli anagrafici. Vale la pena allora di richiamare qualche ricordo.
Il fascismo è stato comunicato come un bonario movimento patriottico che ha sbagliato solo alla fine con l'entrata in guerra. Non fu così.
Il fascismo nacque dopo la prima guerra mondiale, da parte delle truppe scelte (come gli “arditi”) addestrate alla violenza più feroce contro coloro che venivano definiti “nemici” dalla nostra feudalborghesia monarchica e dai suoi tronfi e inetti militari. Avevano costoro come loro principale progetto la proprio lauta carriera, da attuarsi col sacrificio del popolo (la disprezzata “carne da cannone”).
Dopo la guerra, quegli ex militari agli ordini di Mussolini, finanziati dalle classi parassitarie degli agrari, rivestiti nelle lugubri camice nere decorate da teschi, si scagliarono contro la popolazione che, decimata dal sanguinoso conflitto, pretendeva che almeno fossero attuate le promesse prebelliche di riforme nei campi e nelle officine. Il manganello, l'olio di ricino e le uccisioni furono le riforme fasciste. Al fine di lasciare in pace la feudalità parassitaria, i conti, i baroni e la borghesia (arricchitasi con la guerra), il duce mandò i contadini poveri, a bonificare le terre più inospitali d'Italia, urbanizzate a spese dello Stato, come le paludi pontine (proprietà non vendibili di “nobili” papalini), facendogliele pagare a rate. Molti morirono di malaria.
Non bastò! Il duce li mandò anche in Libia, dopo però avervi inviato il gen. Graziani a uccidere migliaia di ribelli e a deportare donne e bambini nel deserto. Poi sempre per sfogare le tensioni sociali in Italia, e il proprio delirio di potenza, il duce organizzò la vile aggressione all'Etiopia (coi gas), poi alla Repubblica Spagnola, quindi occupò l'Albania. Quindi gettò i male armati giovani (di leva), su Francia, Inghilterra, Jugoslavia e poi in Russia. Nel 1942 dichiarò guerra niente meno che agli Usa.
Nessuno si pone una semplice domanda: “Cos'avevano fatto di male ai lavoratori italiani, gli etiopi, i francesi, i greci, gli inglesi, gli sloveni, i serbi e i croati, i russi, gli spagnoli, gli albanesi, gli americani, i nordafricani gli ebrei? Per qual motivo i fascisti, hanno provocato un disastro europeo con milioni di morti e macerie in tutta Europa, in molte parti dell'Africa, e dell'Italia?
Mario Ruffin
profugo d'Africa
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