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Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

06/03/2017, 13:11

Convenzione di Montego bay, 10 dicembre 1982

mare territoriale = 12 miglia,
come fosse territorio dello Stato

zona contigua = 24 miglia
lo Stato costiero può esercitare il controllo necessario al fine di:
prevenire le violazioni delle proprie leggi e regolamenti doganali,
fiscali, sanitari e di immigrazione entro il suo territorio o mare territoriale;
punire le violazioni delle leggi e regolamenti di cui sopra,
commesse nel proprio territorio o mare territoriale.


zona economica esclusiva= 200 miglia
uno Stato costiero ha diritti sovrani
per la gestione delle risorse naturali,
giurisdizione in materia di installazione e uso di strutture artificiali o fisse,
ricerca scientifica, protezione e conservazione dell'ambiente marino.

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

06/03/2017, 13:59

Oramai sono anni che la Corea del Nord fa questi lanci e sono anni che il Giappone, gli Usa etc. protestano, mettono sanzioni etc. ergo la Corea prosegue indisturbata per la sua strada nucleare e lo sviluppo di missili capaci di colpire sempre su gittate maggiori. Il vero limite della Corea del Nord è che ha pochi vettori e poco materiale per farci le bombe per cui anche se realizzano un megamissile da 10mila e passa km gli lo tirano giù in men che non si dica e dopo fanno piazza pulita dei nordcoreani.

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

08/03/2017, 19:23

Le tre torri: Usa, Cina e Russia



Pubblichiamo, per gentile concessione del think tank “Il Nodo di Gordio”, un estratto del saggio di Andrea Marcigliano uscito sul tredicesimo numero della rivista dal titolo: “Le Tre Torri. Usa, Cina e Russia: i tre poli dello scacchiere geopolitico”.

Ormai è il gioco delle Tre Torri. Negli ultimi venticinque anni la scena geopolitica ha conosciuto metamorfosi vorticose: infatti, dopo il grande gelo della Cold War – che aveva reso per mezzo secolo, il quadro internazionale statico, paralizzato su un bipolarismo fra i due Giganti – dalla caduta del Muro di Berlino in poi abbiamo assistito a mutamenti dalla rapidità, e fluidità, mercuriale. Dopo una breve stagione caratterizzata dall’egemonia statunitense – o dall’illusione di questa – con “Washington gendarme del mondo” secondo la definizione del Segretario di Stato Albright, gli attentati di New York e del Pentagono ci hanno precipitato in una più lunga epoca che Paul Wolfowitz definì come quella delle “Alleanze a geometrie variabili”. Con lo scenario geopolitico in continua trasformazione, i nemici di ieri che, improvvisamente divenivano alleati (e viceversa) e, soprattutto, un continuo moltiplicarsi degli Attori geopolitici, prevalentemente nei singoli quadranti regionali.

Oggi, però, dopo il palese fallimento della politica estera dell’Amministrazione Obama – che, cercando di delegare agli alleati gli oneri ha finito con il rendere tutta la scena internazionale più magmatica e confusa di quanto lo fosse negli otto anni di George W. Bush – ci troviamo agli albori di una nuova stagione. Una stagione che vede sì il perdurare del gioco delle alleanze a geometrie variabili – come dimostra l’intricata questione siriana – ma che al contempo si sta caratterizzando per una nuova forma di tripolarismo.

In buona sostanza, un gioco a tre: Usa, Russia e Cina. I tre, unici, players globali. Le uniche potenze non solo intenzionate, ma anche in grado di giocare una partita a 360° su tutta la carta geopolitica mondiale. E pertanto capaci di divenire poli di attrazione per tutti gli altri attori, dalle potenze regionali ai paesi minori, sino alle nuove coalizioni locali che si stanno affacciando sulla scena.

Capacità di attrazione che, però, non si traduce automaticamente, anzi ben difficilmente potrà tradursi nel costituirsi di tre Blocchi internazionali compatti e coesi. Al contrario, tende a rendere ancora più dinamico ed insicuro il gioco delle alleanze. Con gli attori di secondo piano che, di volta in volta, di scena in scena, finiscono per essere attratti dall’uno o dall’altro dei Tre Colossi, inseguendo particolari e momentanei interessi. Quello che sta avvenendo proprio in questi mesi con la Turchia ne è l’evidente riprova.
Ankara tra Mosca e Washington

Infatti Ankara appartiene tradizionalmente al blocco degli alleati di Washington. Uno dei pilastri fondamentali, per la sua posizione strategica e per la sua forza militare, di quella che Donald Rumsfeld definì la “Vecchia Nato”. Che, però, è appunto ormai vecchia. E così abbiamo assistito ad un complesso giro di valzer, innescato dalla Guerra Civile in Siria, che ha portato la Turchia a stringere sempre più in rapporti con la Russia, ed Erdogan a farsi promotore con Putin di un Vertice internazionale ad Astana in Kazakhstan per risolvere il conflitto.

Scenario impensabile appena un anno fa, quando Ankara si trovava schierata dalla parte delle forze ribelli che in Siria combattevano contro Assad, sostenuto con forza, aiuti ed impegno della flotta e dell’aviazione, da Mosca. Una tensione che aveva raggiunto il livello critico nell’Autunno del 2015, quando un bombardiere russo, che andava a colpire le posizioni dei ribelli dell’Esercito Siriano Libero, era stato abbattuto da un F16 di Ankara. Provocando una crisi nei rapporti bilaterali senza precedenti, e portando i due paesi quasi sull’orlo dello scontro diretto.

Musica (probabilmente) per le orecchie dell’Amministrazione Obama, che vedeva allontanarsi lo spettro di una Turchia che giocasse il suo ruolo internazionale svincolata dalle tradizionali alleanze. Come aveva, in buona sostanza, teorizzato l’allora premier turco Davutoglu. Poi, però, sono intervenuti altri fattori determinanti.

Due in particolare: la guerra contro lo Stato Islamico e la Questione Curda. Due problemi strettamente intrecciati fra loro, e che lasciavano intravvedere sullo sfondo quello che, comunque, rappresenta il nodo fondamentale di tutto il problema siriano: il ridisegno degli equilibri di tutto il Medio Oriente. In buona sostanza la revisione dei confini stabiliti, a suo tempo, dagli accordi Sykes-Picot. E così, nel volgere di un solo anno, la situazione si è completamente ribaltata. Anche perché Vladimir Putin ha saputo abilmente sfruttare la crisi nei rapporti fra Ankara e Washington innescata sia dall’appoggio statunitense ai curdi siriani dell’YPG – strettamente legati ai loro confratelli del PKK, il gruppo separatista che sta insanguinando la Turchia con decine di attentati terroristici – sia, soprattutto, dall’ambiguità dimostrata da Obama di fronte al tentato golpe che, a metà luglio scorso, tentò di rovesciare il governo di Erdogan.

Ambiguità che ha reso sospettosi i turchi, anche perché il “padre nobile” del tentato colpo di Stato, il leader politico religioso Fetullah Gülen, risiede da anni negli USA e sono ben note le sue (ottime) relazioni con ambienti di Langley. E il nuovo Zar di Mosca non solo non ha esitato a condannare sin dal primo momento il tentativo di golpe – senza attendere il divenire degli avvenimenti, come invece hanno per lo più fatto le principali Cancellerie europee, ma sembra abbia addirittura fatto avvisare dalla sua intelligence Erdogan della minaccia incombente, di fatto salvandogli la vita.

Per farla breve, Mosca ed Ankara hanno trovato un accordo sulla Siria – impensabile ed insperabile sino a pochi mesi fa – e insieme si sono fatte promotrici del vertice di Astana. Il primo, serio, tentativo di giungere ad una soluzione negoziata del conflitto, e, di conseguenza, ad un ridisegno degli equilibri medio-orientali tale da soddisfare le esigenze non solo delle due potenze promotrici, ma anche di altri importanti attori coinvolti nella crisi regionale. In particolare l’Iran.

http://www.occhidellaguerra.it/22460-2/

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

09/03/2017, 10:19

sottovento ha scritto:Oramai sono anni che la Corea del Nord fa questi lanci e sono anni che il Giappone, gli Usa etc. protestano, mettono sanzioni etc. ergo la Corea prosegue indisturbata per la sua strada nucleare e lo sviluppo di missili capaci di colpire sempre su gittate maggiori. Il vero limite della Corea del Nord è che ha pochi vettori e poco materiale per farci le bombe per cui anche se realizzano un megamissile da 10mila e passa km gli lo tirano giù in men che non si dica e dopo fanno piazza pulita dei nordcoreani.

Speriamo che sia come dici.... [:p]

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

09/03/2017, 12:49

La Corea del Nord può far danni seri solo alla Corea del Sud data la vicinanza: la può colpire con attacchi multipli (anche non nucleari) e la può invadere militarmente dato che la Nordcorea ha un esercito enorme (oltre un milione di soldati....gli Usa ne hanno un milione e mezzo circa!!). Ma dal punto di vista mondiale il vero grande problema sono le conseguenze di un attacco nordcoreano. Non dimentichiamoci come è iniziata la seconda guerra mondiale.

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

09/03/2017, 13:01

Certe "entità/nazioni" come la Corea del Nord, ed altre mediorientali ad esempio, sono la dimostrazione di quanto siano bastardi e meritevoli di incenerimento lento e dolorosissimo, coloro che hanno "spartito" il mondo.
Non credo sia necessario fare la lista, sono certo che ogni utente qui lo sa.
Queste entità dicevo, sono le pedine del grande gioco mondiale degli scacchi, che i sunnominati giocano da che mondo è mondo.
Purtroppo, non siamo in grado di farli smettere, noi.
Un bell'accidente o meglio un colera selettivo magari ci darebbe una mano. [:291]

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

09/03/2017, 13:08

Corea del Nord, diplomatico: escalation rischia di tramutarsi in guerra

http://www.wallstreetitalia.com/corea-d ... in-guerra/

Il Medioriente lo hanno già spremuto abbastanza fra campagne militari e primavere arabe, ora l'unico paese "appetibile" per smuovere l'industria bellica e dimostrare al mondo di essere i più forti (Usa) è la Corea del Nord. Prevedo una primavera nordcoreana.

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

09/03/2017, 13:14

sottovento ha scritto:
Corea del Nord, diplomatico: escalation rischia di tramutarsi in guerra

http://www.wallstreetitalia.com/corea-d ... in-guerra/

Il Medioriente lo hanno già spremuto abbastanza fra campagne militari e primavere arabe, ora l'unico paese "appetibile" per smuovere l'industria bellica e dimostrare al mondo di essere i più forti (Usa) è la Corea del Nord. Prevedo una primavera nordcoreana.

Mi sa che hai ragione.
Infatti bisogna considerare che russi e cinesi, oltre ad essere direttamente cointeressati, sono anche deli ottimi giocatori di scacchi.
Cicciobello potrebbe averne ancora per poco. [:305]

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

09/03/2017, 13:46

Finirà alla solita maniera già vista in passato, la Nordcorea attaccherà la Corea del Sud, gli Usa armeranno i sudcoerani e i cinesi/russi armeranno i nordcoreani a meno che Kim Jong Un non decida di lanciare un missile nucleare sugli Usa attaccando luoghi come l'isola di Guam o qualche base in Giappone. In tal caso l'escalation sarebbe inevitabile, gli Usa raderebbero al suolo la Nordcorea e ne avrebbero tutte le ragioni e questo Kim Jon Un lo sa bene.

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

09/03/2017, 17:27

sottovento ha scritto:Finirà alla solita maniera già vista in passato, la Nordcorea attaccherà la Corea del Sud, gli Usa armeranno i sudcoerani e i cinesi/russi armeranno i nordcoreani a meno che Kim Jong Un non decida di lanciare un missile nucleare sugli Usa attaccando luoghi come l'isola di Guam o qualche base in Giappone. In tal caso l'escalation sarebbe inevitabile, gli Usa raderebbero al suolo la Nordcorea e ne avrebbero tutte le ragioni e questo Kim Jon Un lo sa bene.

Certo che non è facile per gli USA, dormire tranquilli e sereni con la prospettiva di una "malattia" NK.
Niente niente che Trump, se gli girano gli zebedei, comincia a pensare che PREVENIRE E' MEGLIO CHE CURARE?
Non sarebbe la prima volta che gli USA , prevengono.
Perché diamine i cinesi si "coltivano" il Cicciobello, proprio non lo capisco. [:291] [:291] [:291]

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

09/03/2017, 18:00

NEW YORK - Gli Stati Uniti iniziano a spostare equipaggiamenti per il sistema anti-missili in Corea del Sud, muovendo i primi ''componenti del Thaad'', il Terminal High Altitude Area Defense per colpire missili balistici a medio e corto raggio. Lo afferma il Us Command, sottolineando che il Thaad rafforzera' la difesa contro la minaccia della Corea del Nord.


[:291]
Certo che questo Kim Jong Un casca giusto a fagiolo.
Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo.

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

09/03/2017, 18:06

zakmck ha scritto:
NEW YORK - Gli Stati Uniti iniziano a spostare equipaggiamenti per il sistema anti-missili in Corea del Sud, muovendo i primi ''componenti del Thaad'', il Terminal High Altitude Area Defense per colpire missili balistici a medio e corto raggio. Lo afferma il Us Command, sottolineando che il Thaad rafforzera' la difesa contro la minaccia della Corea del Nord.


[:291]
Certo che questo Kim Jong Un casca giusto a fagiolo.
Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo.

Sembra quasi che "SRAGIONI" a comando.
Chissà se gli "ordini" li riceve in americano, russo o cinese???

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

09/03/2017, 18:41

già fateci caso..
i sistemi antimissili li piazzano in corea del sud..
e che c sta ad ovest della corea ??
la CINA..
ma guarda un pò..
secondo me quelli non sono contenti neanche un pò..
(pensate se piazzassero dei sistemi antimissili
in messico o a cuba..o alle hawaii,
sarebbero contenti gli americani?)

utilizzano il cicciobombo nordoreano
per mettere i bastoni alle ruote ai cinesi..

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

09/03/2017, 18:43

mik.300 ha scritto:già fateci caso..
i sistemi antimissili li piazzano in corea del sud..
e che c sta ad ovest della corea ??
la CINA..
ma guarda un pò..
secondo me quelli non sono contenti neanche un pò..
(pensate se piazzassero dei sistemi antimissili
in messico o a cuba..o alle hawaii,
sarebbero contenti gli americani?)

utilizzano il cicciobombo nordoreano
per mettere i bastoni alle ruote ai cinesi..

Scusa, ma allora i cinesi sono dei fessi??
Sono loro che sostengono il ciccio...!
O sbaglio???

Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale

09/03/2017, 19:26

mik.300 ha scritto:già fateci caso..
i sistemi antimissili li piazzano in corea del sud..
e che c sta ad ovest della corea ??
la CINA..
ma guarda un pò..
secondo me quelli non sono contenti neanche un pò..
(pensate se piazzassero dei sistemi antimissili
in messico o a cuba..o alle hawaii,
sarebbero contenti gli americani?)

utilizzano il cicciobombo nordoreano
per mettere i bastoni alle ruote ai cinesi..

In realtà penso che più che al sistema antimissile in se ai cinesi non vada giù il fatto che il Thaad per funzionare necessita di un sistema radar che piazzato in quell'area strategica consentirebbe agli amerricani tramite i sudcoreani di spiare in territorio cinese.
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