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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 12/03/2016, 16:21 
Il mondo sta crollando, ma niente ferma il Tav in val Susa

Untitled-2.jpg


http://www.informarexresistere.fr/2016/ ... -val-susa/

Tutto va male, anzi malissimo, e noi che facciamo? Scaviamo un buco, dal 2011, tra le montagne che separano la valle di Susa dalla Savoia. Un altro buco, molto ipotetico e molto più lungo e più grande, oltre 50 chilometri, potrebbe un giorno attraversarle, quelle montagne, grazie alla altrettanto ipotetica ferrovia Torino-Lione, ieri definita Tav, treno ad alta velocità per passeggeri, poi convertita in linea Tac (alta capacità, per le merci) dopo l’estinzione dei passeggeri, che da vent’anni ormai preferiscono i voli low-cost. Nel frattempo si sono estinte anche le merci: l’attuale linea internazionale Torino-Modane che già attraversa la valle di Susa per collegare Italia e Francia è stata appena riammodernata, ma è deserta. Niente merci, niente treni. Eppure, la talpa che scava il buco – l’unico, finora, quello minuscolo, la breve galleria esplorativa di Chiomonte – non demorde, continua il suo lavoro sotterraneo tra rocce di amianto e vene radioattive di uranio. Scava il buco, la talpa, mentre l’Italia continua ad affondare, insieme a quel che resta dell’Europa, sempre più in bilico tra una pace precaria e l’assedio di una guerra deflagrante, con la certezza – ormai cronica – della cosiddetta “stagnazione secolare”, che condanna le economie del Pil alla non-crescita. Ma tutto questo, la talpa di Chiomonte non lo sa.

Il progetto Torino-Lione sembra uscito da un romanzo di Dino Buzzati: si misura essenzialmente con l’assurdo, in una dilatazione spazio-temporale che rasenta la metafisica, archiviate l’economia e l’ingegneria, la scienza dei trasporti, le cifre del
mondo reale. Come se un oscuro potere imperiale, quello che assiepa soldati alla Fortezza Bastiani nell’attesa eterna nel Nemico, avesse provveduto con incrollabile fede a istruire minuziose, inarrestabili procedure per l’avanzata della Grande Opera: una ferrovia-doppione, costosissima e devastante. Una strada ferrata che resterà senza treni, per mancanza di passeggeri e di merci, e ridurrà a deserto pericoloso e tossico il territorio attraversato. Ma non hanno orecchie, i grandi decisori, per ascoltare le argomentate proteste gridate e scritte, in tonnellate di carta, da ingegneri e geologi, ambientalisti, trasportisti italiani ed europei, criminologi antimafia, sentinelle mobilitate contro la finanza-canaglia che mette insieme partiti e banche, malaffare, alta burocrazia europea, élite industriale e finanziaria. Quella talpa cieca, semplicemente, deve continuare a scavare nel debito pubblico italiano, trasformato in tragedia dalla perdita di sovranità monetaria.

Resiste a tutto, il progetto Tav Torino-Lione. Era nato alla fine degli anni ‘80, in previsione del collasso dell’Urss, per collegare via terra tutta l’Europa, da Lisbona a Kiev, proseguendo la sua corsa (largamente onirica) fino a Pechino. Erano gli anni della Perestrojka, della caduta del Muro. Poi vennero gli anni ‘90, la sciagura invisibile di Maastricht, Berlusconi e l’Ulivo di Prodi, Mario Draghi e il Britannia, Padoa Schioppa, Ciampi. La crisi in Somalia, la guerra in Cecenia, la devastazione della Jugoslavia, il Kosovo. Bill Clinton, la pace tra Rabin e Arafat, l’omicidio di Rabin e quello di Arafat, la fine del Glass-Steagall Act decretata da Clinton e quindi l’avvento della super-finanza onnivora senza più freni, fino all’apocalisse della Lehman Brothers. Era in corso una guerra invisibile, ma in Italia e in Europa di respirava ancora un clima di pace sostanziale, di economia non ancora in lacrime. Poi, nel 2011, la catastrofe. La Troika, Monti, la legge Fornero, la mannaia dell’austerity, il collasso di decine di migliaia di aziende, l’esplosione della disoccupazione. Nulla, comunque, che potesse fermare gli uomini
d’acciaio decisi ad azzannare le rocce di Chiomonte, sgomberando a forza gli ultimi ostinati manifestanti, insieme alle loro insopportabili ragioni, tristemente verificabili come odiose verità matematiche.

Da lì in poi, l’Italia non ha fatto che sprofondare in un incubo, smarrite tutte le certezze sociali ed economiche dei decenni precedenti, tra negozi sprangati e cervelli in fuga, giovani di quarant’anni mantenuti da genitori e nonni, aziende chiuse, suicidi a catena, licenziamenti in massa. Un terremoto senza precedenti, dal 1945. Spazzate via tutte le coordinate convenzionali della vita repubblicana, le tutele del lavoro rottamate insieme alla Costituzione e al sogno di una legge elettorale democratica. E attorno, un assedio livido e minaccioso, dall’Ucraina alla Siria fino alla Libia e al massacro della Grecia, vivisezionata senza anestesia a mo’ di avvertimento, per tutti. Strategia della tensione, a livello internazionale: bombe e stragi “false flag”, i finanziamenti occulti e l’esodo biblico dei profughi, il terrorismo sporco dell’Isis e gli attentati opachi di Parigi. Prospettive, zero: un giovane su due è senza lavoro. Ma, naturalmente, la talpa di Chiomonte non si ferma: scava un buco, nel futuro più cieco di tutti i tempi.

La storica battaglia dei NoTav era nata e cresciuta in tempo di pace, reclamando diritti a portata di mano, fino all’altro ieri. L’ambiente, il territorio, la salute, la giustizia, la trasparenza, l’economia reale. Era un mondo dove sembrava esserci ancora spazio per discussioni ragionevoli, seduti allo stesso tavolo. Ora, non c’è più neppure il tavolo: niente intermediazioni né dialogo, nessuna possibile trattativa. Siamo al diktat del 3%, imposto del super-potere bancario per tagliare la spesa sociale, anche a costo di far crollare, di conseguenza, l’economia privata, l’occupazione e il gettito fiscale, con ripercussioni fatali sul debito. Ma non importa, stiamo entrando nell’era del Ttip. Lo Stato senza più moneta, che deve farsi approvare il bilancio a Bruxelles, non conta più niente e conterà ancora meno, quando a dettare legge saranno direttamente le multinazionali, coi tribunali speciali istituiti dal trattato Usa-Ue che sbaraccherà ogni residua sovranità nazionale e locale. Fine dei microcosmi che abbiamo abitato, per decenni, confidando nella possibilità di migliorare la situazione. I NoTav sono ancora là, in valle di Susa, con le loro bandiere. Ma tutt’intorno, l’Italia sembra non esserci più – a parte quel buco ostinato e sempre più surreale, in quest’Europa desolata dagli oligarchi.


Fonte: www.libreidee.org



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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 Oggetto del messaggio: Re: Re:
MessaggioInviato: 27/10/2016, 11:07 
SGOMINATA LA BANDA DEL PONTE DI RENZI
(Continua su http://bit.ly/2eIG94R)

di Valeria Pacelli, da Il Fatto Quotidiano del 27 ottobre 2016

Grandi opere, 31 arresti per Tav e Salerno-Reggio
Corruzione e associazione a delinquere negli appalti di A3, Terzo valico e il Mover di Pisa.
In manette Monorchio jr, indagato il figlio di Lunardi


ED-img8371692.jpg



http://www.ilfattoquotidiano.it/premium ... remium2016



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 Oggetto del messaggio: Re: TAV e incompetenza
MessaggioInviato: 27/10/2016, 11:21 
Dovrebbero appaltare certi lavori ai giapponesi.



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 Oggetto del messaggio: Re: TAV e incompetenza
MessaggioInviato: 27/10/2016, 12:12 
greenwarrior ha scritto:
Dovrebbero appaltare certi lavori ai giapponesi.

Sì... ma dovrebbero anche SEQUESTRARE i conti correnti di quei politici ed imprenditori collusi
che per anni e anni hanno permesso lo sperpero di denaro pubblico messo in campo per questi progetti.
TAV in in primis....

Tav: in Italia costa 61 milioni al chilometro, in Spagna 10, e in Giappone 9
http://www.eunews.it/2014/02/03/tav-in- ... ne-9/12344

Appenderli per i testicoli, sarebbe il minimo che possiamo fare.....



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 Oggetto del messaggio: Re: TAV e incompetenza
MessaggioInviato: 20/07/2017, 10:21 
TOH !
e noi qui, guerriglia civile,
botte da orbi, ecc.


http://www.corriere.it/esteri/17_luglio ... fe2d.shtml

Tav Torino-Lione, Parigi si «prende una pausa» sull’alta velocità
Nessuna rinuncia ma una riflessione, necessaria perché al momento le spese superano di 10 miliardi i prevedibili ricavi. La pausa servirebbe, come chiesto da Macron, per riesaminare le spese e non fare più progetti privi di fondi e risorse sufficienti



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: TAV e incompetenza
MessaggioInviato: 27/02/2018, 04:38 
Tav, il governo ammette: sui numero ci siamo sbagliati, ma si farà lo stesso

Tanto paghiamo noi - Secondo il rapporto della Presidenza del Consiglio i numeri non giustificano l’opera: “Previsioni ormai smentite dai fatti”


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¯
Dicono che il tempo è galantuomo. Forse è così. Un esempio è quello che emerge dalla lettura di un recente documento dell’Osservatorio per l’asse ferroviario Torino – Lione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri: “Non c’è dubbio che molte previsioni fatte quasi 10 anni fa, in assoluta buona fede, anche appoggiandosi a previsioni ufficiali dell’Unione europea, siano state smentite dai fatti, soprattutto per effetto della grave crisi economica… Lo scenario attuale è, quindi, molto diverso da quello in cui sono state prese a suo tempo le decisioni”.

Scusateci, sembrano dire i tecnici dell’Osservatorio, ma dieci anni fa era impossibile prevedere quanto sarebbe emerso in seguito. Verrebbe da domandarsi il perché, allora, fare delle previsioni. Ma la realtà è molto diversa da quella narrata nel documento. A più riprese, fin dal 2005, ben prima dunque del manifestarsi della recessione economica, sono stati pubblicati numerosi contributi di economisti dei trasporti che mostravano come le previsioni di crescita dei traffici fossero del tutto irrealistiche. Vediamo alcuni numeri: in base alle previsioni governative, nel 2035 lungo il corridoio di progetto del Tav avrebbero dovuto transitare oltre 43 milioni di tonnellate di merci su strada e 15 su ferrovia; a metà secolo i flussi su strada avrebbero dovuto superare gli 80 milioni di tonnellate. Tali previsioni erano incoerenti con l’evoluzione storica dei traffici. La strada aveva conosciuto una rapida crescita fino alla prima metà degli anni ‘90 dello scorso secolo per poi declinare, anche in ragione del forte aumento dei pedaggi praticati lungo i trafori del Monte Bianco e del Fréjus, nella decade successiva e ulteriormente in quella immediatamente alle nostre spalle. Il traffico su ferrovia ha oscillato tra gli 8 e i 10 milioni di tonnellate tra il 1980 e il 2000. Tra il 2003 e il 2011 la galleria è stata ammodernata con forte limitazione della circolazione dei convogli. Nel periodo successivo alla conclusione dei lavori non si è registrata alcuna ripresa dei flussi che si attestano attualmente intorno ai 3 milioni di tonnellate (lo stesso valore registrato a fine anni ‘60).

Seppure in clamoroso ritardo, sono ora gli stessi proponenti del progetto a porsi l’interrogativo. Leggiamo ancora nel documento: “La domanda che i decisori devono farsi è invece un’altra: ‘Al punto in cui siamo arrivati, avendo realizzato ciò che già abbiamo fatto, ha senso continuare come previsto allora? Oppure c’è qualcosa da cambiare? O, addirittura, è meglio interrompere e rimettere tutto com’era prima?’ ”.

Purtroppo, la risposta che viene data all’interrogativo sembra dare ragione a quanto scrisse Henry Kissinger: “Quando un ragguardevole prestigio burocratico è stato investito in una politica è più facile vederla fallire che abbandonare”. Si riesuma la retorica dell’anello mancante della rete ferroviaria europea, si ripropongono le già più volte confutate motivazioni ambientali a favore del trasferimento modale dalla strada alla ferrovia. La qualità dell’aria, a Torino, in Valsusa come in tutta Europa è in miglioramento da decenni. Tale tendenza proseguirà in futuro grazie alla progressiva sostituzione dei mezzi più inquinanti: dieci veicoli pesanti a standard Euro VI emettono come uno solo Euro 0. Gli storici utenti del Fréjus e del Monte Bianco sanno molto bene come la qualità dell’aria nei trafori un paio di decenni fa fosse ben peggiore di oggi. Si può aggiungere, tra parentesi, che la qualità dell’aria al confine italo-francese dove il 93% delle merci utilizza la strada è migliore rispetto a quella lungo il confine svizzero.

Si riafferma di voler proseguire lungo il percorso intrapreso senza peraltro fornire alcun nuovo elemento quantitativo a sostegno della fattibilità economica del progetto. Per molti decenni non si registrerà infatti alcun vincolo di capacità sulla rete stradale, unico fattore che potrebbe, a determinate condizioni, giustificare l’opera. I tunnel stradali sul versante occidentale delle Alpi sono infatti utilizzati all’incirca per un terzo ed è in fase di realizzazione una seconda “canna” del traforo del Fréjus che allontanerà ulteriormente la prospettiva di saturazione delle infrastrutture esistenti.

Come dimostra l’esperienza svizzera, neppure con il tunnel di base la ferrovia potrebbe diventare competitiva con la strada e dovrà continuare a essere pesantemente sussidiata. Non solo, come ebbe a dire tempo fa l’ex presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta: “Toccherà al governo mettere in campo politiche di disincentivo economico del trasporto su gomma a favore di un trasferimento modale, specie delle merci, verso il ferro”. Politiche di disincentivo economico significano un incremento artificiale dei costi del trasporto: è come se un’impresa incapace di contrastare un concorrente di maggior successo chiedesse al governo di incrementare il livello di tassazione che grava sui servizi prodotti da quest’ultimo per metterlo fuori mercato o, peggio, ne impedisse l’acquisto.

La conferma del progetto non può che essere giudicata un pessima scelta: costosa per i contribuenti che pagheranno prima per la costruzione e dopo per incentivare l’uso dei servizi, dannosa per l’economia come dimostrano le analisi costi-benefici indipendenti e irrilevante per l’ambiente. Ma assai gradita dai costruttori e da un manipolo di operatori ferroviari che vorrebbero prosperare a nostre spese.
_



Fonte



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 Oggetto del messaggio: Re: TAV e incompetenza
MessaggioInviato: 27/02/2018, 11:23 
che kog.lioni..
anzi peggio..
malandrini..


invece di buttare soldi a fare un buco in una montagna
che non serve a nessuno,
a parte impregilo e politici amici
che si prendono una bella fetta sottobanco..
potrebbero dirstribuirli col reddito di cittadinanza
a licenziati e disoccupati..
invece no..



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 Oggetto del messaggio: Re: TAV e incompetenza
MessaggioInviato: 31/07/2018, 10:10 
https://www.corriere.it/economia/18_lug ... 092b.shtml

La maggioranza silenziosa della Val Susa: «Sì alla Tav, con un referendum potremmo farci sentire»
Le voci sul territorio della Val Susa di amministratori locali, commercianti e imprenditori

bah..
amministratori, commercianti e imprenditori..
come maggioranza la vedo un pò scarsina..
tutta gente desiderosa del piatto di lenticchie
offerto dalla tav..
ma poi a lavori ultimati
quando restano solo i cocci??

si fa un altro buco nella montagna all'infinito??

se la tav si decide di farla, costi/benefici
io dirotterei il traffico pesante dal monte bianco alla tav,
così si avrebbero guadagni ecologici e di sicurezza..

atti a giustificare il costo dell'opera,
altrimenti sono soldi buttati nel cesso..

grandi opere ok,
ma non cattedrali del deserto
che non servono a nessuno..
se non al grande imprenditore e a pochi altri in cerca delle briciole,
a quel punto è meglio utilizzare i miliardi risparmiati
per la flat tax e il reddito di cittadinanza,
no?



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 Oggetto del messaggio: Re: TAV e incompetenza
MessaggioInviato: 31/07/2018, 12:21 
la TAV è uno sperpero assoluto. Fuori scala e fuori dal tempo. Queste cose non le decide LA MAGGIORANZA SILENZIOSA ma calcoli e studi seri.



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 Oggetto del messaggio: Re: TAV e incompetenza
MessaggioInviato: 31/07/2018, 12:56 
Cioè a questa gente,
I cosiddetti "silenziosi",
x servire un coperto in più
Al tavolo o fare un pieno di benzina in più
Val benissimo un buco nella montagna
Che costerà a tutti i cittadini italiani
Miliardi di euro..

Mentalità da cercopiteco..
non è così che funziona..



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 Oggetto del messaggio: Re: TAV e incompetenza
MessaggioInviato: 13/08/2018, 01:48 
Le penali per la rinuncia alla TAV non esistono


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La lettera di Livio Pepino, magistrato, pubblicata ieri sul Fatto Quotidiano
¯
Caro direttore, la mia lettera sulle fake news relative alle penali dovute in caso di rinuncia al Tav Torino-Lione, ha evidentemente toccato un nervo scoperto. Non solo è stata ignorata dai direttori di Stampa e Repubblica ai quali era diretta, ma mi ha meritato un rimbrotto via twitter da parte di un noto giornalista del Corriere della sera (che, colpevolmente, non avevo citato tra i diffusori di bufale). Il rimprovero che mi muove Marco Imarisio è di "aver letto tutte le carte, tranne l’accordo Italia-Francia e i 24 appalti firmati finora, tutti con penali".

Effettivamente non ho letto i 24 contratti di appalto relativi al tunnel di base tra Italia e Francia (con o senza penali) perché, come confermato da tutti i protagonisti, non esistono: sono solo previsti e, per ora, congelati. Se poi Imarisio si riferisce agli appalti già conclusi o in corso per studi, progetti o lavori propedeutici al tunnel di base scopre l’acqua calda. Solo non c’entrano nulla con le asserite penali per la rinuncia all’opera di cui stiamo parlando.

Ma veniamo a quello che il giornalista del Corriere chiama l’accordo Italia-Francia, forse ignorando che di accordi ce ne sono almeno cinque. Una foto allegata al suo cinguettio sembra peraltro chiarire che il riferimento è al Grant Agreement del 25 novembre 2015, sottoscritto da Italia, Francia e Unione europea. Qui l’infortunio si fa clamoroso. L’accordo citato, infatti, dice esattamente il contrario di quanto sostiene Imarisio.

Il testo è di una chiarezza rara nella normativa pattizia internazionale. Nell’allegato II, articoli 14,15 e 16 (da pagina 38 in poi), esso prende in esame le possibili vicende dell’infrastruttura per cui è previsto un finanziamento dell’Unione, considerando le varie possibili evenienze (forza maggiore, sospensione o completamento dei lavori e via elencando), e conclude in modo perentorio (articolo 16.4.3, pagina 45) che “neither part shall be entitled to claim compensation on account of a termination by other party” (ovvero, “nessuna delle parti ha diritto di chiedere un risarcimento in seguito alla risoluzione ad opera di un’altra parte”).

Imarisio lo ignora e passa al successivo articolo 17.1, che si trova nella riga successiva della stessa pagina 45, dedicato alle “sanzioni amministrative e pecuniarie”, in cui si legge: “il beneficiario che abbia commesso errori sostanziali, irregolarità o frodi, abbia reso false attestazioni nel fornire le informazioni richieste o non abbia fornito tali informazioni al momento della presentazione della domanda o durante l’esecuzione della sovvenzione, o sia stato riscontrato in grave violazione degli obblighi derivanti dall’accordo può essere assoggettato: a) a sanzioni amministrative consistenti nell’esclusione da tutti i contratti e le sovvenzioni finanziate dal bilancio dell’Unione per un massimo di cinque anni a decorrere dalla data in cui l’infrazione è accertata in contraddittorio e/o b) a sanzioni pecuniarie dal 2 al 10% del contributo CEF che ha diritto a ricevere (…)”.

Chi tiene comportamenti scorretti, irregolari o fraudolenti per procurarsi dei vantaggi economici è soggetto a sanzioni amministrative e pecuniarie (oltre – aggiungo io – a quelle penali). Ci mancherebbe che così non fosse! Ma cosa c’entra con l’eventuale rinuncia all’opera dell’Italia, della Francia o di altri eventuali partner? Con buona pace di Imarisio il testo dell’accordo e il suo senso sono chiarissimi e ovvi: le scelte politiche non sono soggette a sanzioni (ma solo alle conseguenze stabilite da accordi politici tra gli Stati e le realtà sovranazionali interessate) mentre lo sono le scorrettezze, le irregolarità, le frodi, consumate o tentate.

Grazie per l’ospitalità e prometto di fermarmi qui.
_



Fonte



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Occhi aperti sul cantiere TAV


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di Danilo Toninelli, ministro dei trasporti
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Nei giorni scorsi, il Cipe ha dato il via libera a una serie di modifiche alla cosiddetta "delibera 30" sul Tav Torino-Lione. Il testo è di fine aprile ed è stato messo a punto dal governo precedente, nonostante la batosta elettorale appena presa che lo obbligava ad agire solo per gli affari correnti, cioè per quasi nulla. Invece si è comportato come una sanguisuga sulla carne viva del popolo italiano.

Ma state tranquilli, non è nulla che possa influire in modo decisivo sulla analisi costi-benefici che finalmente stiamo conducendo in maniera seria e obiettiva.

Teniamo gli occhi aperti sul cantiere e, come detto, considereremo quale atto ostile ogni decisione che faccia avanzare il Tav prima che arrivi una scelta politica da parte del governo.
Siamo per le grandi opere utili. E soprattutto pensiamo che i soldi dei cittadini vadano spesi al meglio.
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 Oggetto del messaggio: Re: TAV e incompetenza
MessaggioInviato: 13/08/2018, 09:53 
fantastico..
queste immaginifiche penali nemmeno esistono..!



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: TAV e incompetenza
MessaggioInviato: 09/11/2018, 10:38 
questa notizia sul corriere non compare..
chissà come mai..


https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/1 ... e/4751253/

Tav vista da Lione – Anche la Francia fa i conti su risparmi e percorsi alternativi. ‘Ma l’opera non sia messa in discussione’

In attesa del risultato dell'analisi costi-benefici del governo Lega-M5s, i francesi osservano le evoluzioni sul fronte italiano facendo pressioni al loro governo per sbloccare la situazione. Cendra Motin, deputata di En Marche, a ilfattoquotidiano.it dice: "Sì ad alternative per risparmiare come quelle che vuole l'Italia, anche noi le cerchiamo". Intanto la Regione, guidata dai Repubblicani, lamenta ritardi e la poca convinzione di Macron: "Noi stiamo facendo lobbying costante e sabato saremo a Torino per la manifestazione Sì Tav". Mentre il Rassemblement national si oppone. E lunedì la ministra vedrà Toninelli



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: TAV e incompetenza
MessaggioInviato: 10/11/2018, 22:16 
Cita:


La sindaca Appendino: aperti al dialogo
Tav, oltre 30mila in piazza per dire sì alla Torino-Lione
La Lega aderisce alla mobilitazione. Salvini: "Io sono sempre convinto che è un'opera cominciata è sempre meglio finirla. Però nel contratto c'è l'analisi e aspettiamo i risultati"


Il popolo del sì alla Tav ha invaso questa mattina piazza Castello a Torino. Oltre 30 mila le persone che hanno accolto l'appello delle sette professioniste torinesi del comitato "Si' Torino va avanti" nato in opposizione all'ordine del giorno approvato dalla maggioranza pentastellata di Chiara Appendino che dice 'NO' alla Torino-Lione. Duecentocinquanta gli agenti delle forze dell'ordine impiegati per garantire la sicurezza della manifestazione.

"Se c'è in corso un'analisi costi-benefici, aspettiamo che gente più competente di me dica se costa di più andare avanti o tornare indietro. In linea di principio, vale per la Pedemontana, per la Tav, il Terzo Valico. Io sono sempre convinto che è un'opera cominciata è sempre meglio finirla. Però nel contratto c'è l'analisi e aspettiamo i risultati". Così Matteo il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvino ha risposto, a Eicma, alla domanda diretta se la Tav si fa o si blocca.

Nella piazza gremita, fianco a fianco, imprenditori, commercianti, professionisti, pensionati, famiglie. Tanti anche i lavoratori dei cantieri, i sindacalisti e qualche studente. Molte persone, come indicato alla vigilia dagli organizzatori, hanno indossato maglie, cappellini e foulard di colore arancione, simbolo del neo Comitato, sventolando bandiere dell'Europa e dell'Italia ed esibendo cartelli con la scritta "Sì Tav". Molti esponenti politici presenti, ma nessuna bandiera o simbolo di partito, cosi' come avevano chiesto le sette organizzatrici. Presenti anche numerosi cittadini francesi favorevoli alla realizzazione della linea ad alta velocità.

"Qui abbiamo fatto l'Italia e non possiamo arrivare a essere confinati in un angolo. Vogliamo che da qui partano idee, innovazione, treni veloci. E per questo ci appelliamo al presidente Mattarella per dire un grande sì a Torino, all'Italia e all'Europa - ha affermato dal palco Giovanna Giordano, portavoce del comitato - questa e' una grandissima dimostrazione d'affetto per la nostra città. C'è l'orgoglio di essere persone civili che sanno dialogare, vogliamo parlare perché le idee si costruiscono non urlando ma facendo delle frasi e pensieri logici. Siamo la societa' civile in tutti i sensi".

In piazza anche il Commissario di governo per la Torino Lione Paolo Foietta che ai giornalisti ha commentato: "Quanto si è visto oggi ha grande significato, che le maggioranze silenziose, che sono state silenziose per troppo tempo, quando si fanno sentire ristabiliscono il senso delle proporzioni. Cioé che chi non vuole la Tav, a Torino, in Piemonte e in Italia è una minoranza e le minoranze non possono decidere".

Per il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, impegnato nel biellese con il Capo dello Stato Sergio Mattarella, "la manifestazione di oggi ha inequivocabilmente chiarito che Torino e il Piemonte vogliono la Tav, e vogliono il collegamento con l'Europa, senza barriere. A questa piazza il governo deve dare risposte chiare, inequivocabili e in tempi rapidi, perché la pazienza e la disponibilità a sentire un giorno una cosa e l'altro giorno il suo contrario, stanno finendo". Da Palazzo civico il sindaco Chiara Appendino ha fatto sapere, con una dichiarazione sul suo blog, che la porta del suo ufficio "è aperta e sempre lo restera'".

"Abbiamo sempre ascoltato tutti - ha aggiunto - e continueremo a farlo. E l'ascolto è proprio una delle cifre che da subito ho voluto caratterizzasse questa amministrazione, convinta che le divisioni di questo periodo storico nascano proprio da territori e comunità che per anni hanno provato a dialogare con istituzioni divenute sorde".

"Oggi in piazza Castello - ha aggiunto Appendino - al netto delle diverse sensibilità politiche, sono state sollevate delle critiche, che accolgo, ma c'erano anche molte energie positive". Appendino si è detta "pronta a discuterne già dalla settimana prossima e ad instaurare un dialogo costruttivo sulla Torino di domani, anche con chi ha una visione diversa dalla nostra. Un dialogo aperto, sincero, trasparente. Aspro, se serve. Ma vivo e sano. Nel pieno rispetto di tutte le opinioni".

"Sono con chi è in piazza contro le follie M5s", ha fatto sapere il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. Per gli industriali di Torino, che dopo la manifestazione hanno incontrato con associazioni di categoria, ordini professionali e sindacati il prefetto Claudio Palomba, "le parole della sindaca arrivano un po' tardi".

"Chiediamo che non si fermino i cantieri - ha detto il presidente dell'Unione Industriale di Torino Dario Gallina - dalla piazza oggi e' arrivato un messaggio forte, sulle scelte strategiche non si può derogare. Si proceda con l'avanzamento dei lavori, nel rispetto degli accordi internazionali sottoscritti da Italia, Francia e Unione Europea".

La battaglia per il Sì alla Tav ha visto per la prima volta insieme imprese e sindacati. "Sarebbe una follia fermare il cantiere. La Tav è un'opera fondamentale - hanno affermato Anna Maria Olivetti della Fillea Cgil Torino e Claudio Papa della Fineal Uil Piemonte. "L'obiettivo è comune a imprese e lavoratori edili - hanno aggiunto - la Tav è importante per far ripartire il lavoro sul nostro territorio che è ancora in crisi. Avere insieme imprese e sindacati è un risultato storico".




http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... 77e3f.html


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 Oggetto del messaggio: Re: TAV e incompetenza
MessaggioInviato: 11/11/2018, 11:25 
Allora diciamo si a tutto: si anche al Ponte di Messina a costo di tenerlo su con Palloni Aerostatici. Questa della TAV è un'opera superflua quando c'è un'Italia che cade a pezzi e milioni di famiglie sul lastrico, quest'opera risolverà tutti i problemi [:o)] sperperando ancora miliardi di euro,alla faccia sempre del Sud lasciato indietro con un margine di 50 anni rispetto al nord. [:(]
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