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Grigio
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 Oggetto del messaggio: I Vulcani Italiani: dove sono, quanto fanno paura.
MessaggioInviato: 30/04/2010, 12:50 
Nel mondo sono circa 500 i vulcani attivi sulle terre emerse, ma ancora non si ha una statistica precisa sul numero di quelli attivi subacquei.

Quelli attivi sono concentrati nelle aree dove entrano in contatto le placche in cui è suddivisa la litosfera, la parte più esterna e rigida della Terra. L'area del mondo più ricca di vulcani attivi è quella che circonda l'Oceano Pacifico, chiamata 'cintura di fuoco'.

Concentrazioni di vulcani si trovano nel Mediterraneo e in particolare in Italia, dove ai margini del Mar Tirreno e del Mar Ionio si trovano 5 vulcani attivi. Il Vesuvio a sud di Napoli; i Campi Flegrei a nord di Napoli, l'Etna a nord di Catania, lo Stromboli nella più settentrionale delle isole Eolie; Vulcano nella la più meridionale delle Eolie, nel messinese.

ETNA - E' il vulcano più noto di tutta Italia e il più grande d'Europa. Si trova in provincia di Catania, con oltre 3mila metri d'altezza. La sua attività effusiva dalla fessura apertasi il 13 maggio 2008 prosegue sull'alto fianco orientale ancora oggi. La fessura, presente tra circa 3mila e 2.700 metri di quota, è stata interessata da un degassamento più o meno continuo ma localizzato in alcune sue porzioni, secondo l'ultimo bollettino del centro di monitoraggio.

Le sue eruzioni più note sono quella del 1614, quella del 1969 in cui la lava raggiunse Catania distruggendo i paesi circostanti, nel 1928 in cui fu distrutta Mascali, nel 1971, nel 1981 che interessò la ferrovia e il centro di Randazzo, quella del 1991 con circa 473 giorni di attività`, nel 1992 a Zafferana; in periodi più recenti si ricordano quelle del 2002 con la distruzione di Piano Provenzana e i danni a Acireale, Santa Venerina, Giarre; nel novembre 2007 una spettacolare eruzione portò le polveri e la cenere su Messina.


VESUVIO - Alto circa 1.280 metri. Domina il golfo di Napoli. E sebbene sembri dormire di un sonno profondo, dopo l'ultima eruzione del 1944, è considerato il più pericoloso dei vulcani attivi italiani, anche perchè alle sue pendici vivono ormai oltre 700 mila abitanti distribuiti in 19 paesi. Le sue eruzioni più temute sono quelle caratterizzate da attività esplosiva, con lanci di scorie, scorrimento di flussi piroclastici, veri e propri torrenti di gas e materiali ad alta temperatura, e colate di fango. Oltre a quella storicamente più famosa del 79 dopo Cristo, che distrusse Ercolano e Pompei, ebbe caratteristiche analoghe anche l'eruzione esplosiva del 1631, anche se di più modesta entità. L'eruzione del 1906 rappresenta la manifestazione più violenta dell'attività del Vesuvio nel corso del 1900. Quella del 1944, eruzione 'terminale', esplosiva e effusiva, è stata l'ultima in ordine di tempo e ha ostruito il condotto del vulcano. Dai 700 terremoti registrati nel 1999 si è passati a circa 80 del primo semestre 2007, con sismi di magnitudo che raramente risultano maggiori di 3.0. Oltre 250 quelli registrati nel 2006, meno di 200 nel 2005 e 2004. Il vulcano è ora in quiescenza e caratterizzato da un sistema idrotermale che alimenta un campo di fumarole all'interno del cratere. I primi monitoraggi risalgono alla seconda metà dell'800 ma un moderno sistema di monitoraggio è iniziato negli anni settanta, con le prime stazioni sismiche della rete permanente. Tre le grandi eruzioni: quella delle Pomici di Mercato (avvenuta 8mila anni fa), l'eruzione delle Pomici di Avellino (3.800 anni fa) e l'eruzione di Pompei (nel 79 d.C.).

STROMBOLI - Stromboli è considerato uno dei vulcani più attivi del mondo ed è caratterizzato da persistente attività esplosiva, chiamata appunto stromboliana, interrotta soltanto da episodi occasionali di attività più intensa, accompagnata da flussi di lava, come di recente si è verificato nel 1975, nel 1985, nel 2003 e nel 2007. Il vulcano ha oltre 100mila anni. Il fianco nord-ovest è la Sciara del Fuoco, una vasta depressione la cui formazione è attribuita a un crollo che si sarebbe verificato più di 5mila anni fa. La Sciara si estende al di sotto del livello del mare fino una profondità` di circa 1700 metri. Il 27 febbraio 2007 a Stromboli è iniziata una nuova fase effusiva che ha dato luogo ad un modesta colata di lava lungo il versante della Sciara. Dalla fine gennaio 2007 anche l'ampiezza del tremore sismico ha subito un progressivo incremento.

VULCANO - Isola delle Eolie, nel messinese, Vulcano, la cui attività ha oltre 120mila anni, ha avuto l'ultima eruzione nel 1888-1890. Oggi restano della antica attività le fumarole, con emissione di gas e vapori.

CAMPI FLEGREI - L'area vulcanica dei Campi Flegrei è stata sempre caratterizzata da intensi fenomeni deformativi, con forti variazioni del livello del suolo. Le manifestazioni più recenti di questi fenomeni sono rappresentate dalle due crisi di bradisismo del '70-'72 e del '82-'84, durante le quali si è verificato un sollevamento massimo complessivo di oltre 3 metri. In occasione di queste crisi si è avuta una intensa attività sismica. In particolare l'ultima crisi è stata accompagnata da oltre 10mila terremoti, spesso in sciami. In questi periodi di rapida deformazione del suolo si è osservato anche un incremento dell'attività idrotermale nella zona della Solfatara, in cui si trova un esteso campo di fumarole. Dopo il 1984 il suolo dei Campi Flegrei ha ripreso il processo di abbassamento che lo caratterizza. Dal 2004, l'area mostra un trend in leggero sollevamento. Intenso il fenomeno bradisismico. Tra il 1970-72 e il 1982-84 gli abitanti dell'area flegrea, e di Pozzuoli, sono stati testimoni e vittime di un sollevamento del suolo che, in pochi mesi, ha portato a un livello di circa 3.5 metri più alto.

ISCHIA - Ultima eruzione nel 1302. Il sistema di sorveglianza dell'Osservatorio Vesuviano non evidenzia variazioni significative nello stato di attività. A Ischia sono installati strumenti per il monitoraggio continuo della sismicità e delle deformazioni del suolo. Le emissioni di gas sono monitorate con campionamenti periodici. Si effettuano campagne per la misura di particolari parametri geofisici e geochimici. I dati prodotti dagli strumenti in continuo e dalle campagne di misura sono analizzati da sistemi automatici e controllati dai ricercatori dei diversi settori. In passato sull'isola si sono verificati forti terremoti che hanno provocato danni. In particolare, gli eventi sismici del 1881 e 1883 ebbero effetti disastrosi. Il terremoto del 4 marzo 1881 provocò gravi danni a Casamicciola e a Lacco Ameno e fu avvertito anche in altre zone. Il terremoto del 28 luglio 1883 fu l'evento più catastrofico avvenuto sull'isola negli ultimi secoli. Il sisma distrusse gran parte della cittadina di Casamicciola e fu distintamente avvertito in tutta l'isola con particolare intensità a Lacco Ameno e Forio. Questo terremoto, avvertito anche a Napoli, fu seguito da numerose repliche.

LIPARI - E' in quiescenza. Nella più grande delle isole Eolie, l'ultima eruzione è avvenuta nel 729, sul monte Pelato, l'ultimo dei vulcani attivi delle isole. Sono presenti oggi fumarole, solfatare e sorgenti.

ISOLA FERDINANDEA - Nata dopo un'eruzione del 1831. Si trova tra la Sicilia e Pantelleria. L'isolotto è stato eroso dalle onde. La sua cima è a 6 metri sotto il livello del mare. Un terremoto è stato registrato nella zona nel 2002. PANTELLERIA - La sua ultima eruzione risale al 1891 per opera del vulcano Foerstner. E' oggi caratterizzata da attività di vulcanismo cosiddetto secondario: con emissione di gas e anidride carbonica, e sorgenti termali.

VULCANI INATTIVI O ESTINTI - Gli studiosi considerano attivi non solo i vulcani che eruttano in continuazione, come lo Stromboli, oppure a intermittenza come l'Etna, ma anche quei vulcani che pur non manifestando attività da decenni o secoli potrebbero riprenderla. Sono considerati estinti i vulcani che non hanno mai eruttato in periodo storico e che, secondo le indagini geologiche e geofisiche, non dovrebbero mai più rientrare in attività. In Italia fra i vulcani estinti ci sono quelli dei Monti Vulsini, il cui cratere principale è oggi trasformato in una depressione riempita dalle acque del Lago di Bolsena, in provincia di Viterbo. Un'altra area vulcanica laziale è rappresentata dai Colli Albani, ultima eruzione 11.400 anni fa. Sono vulcani inattivi il vulcano di Roccamonfina, a nord del M.te Massico, all'interno della depressione del Garigliano, all'estremità nord-occidentale della Campania. Il magmatismo di quest'area si è protratto per un periodo di tempo compreso tra 630mila e 50mila anni fa. Le isole di Procida e Vivara, all'estremit` nord-occidentale del Golfo di Napoli, tra Ischia e il Monte di Procida (Campi Flegrei), si sviluppano su un basso fondale (circa 20 metri), costituiscono un campo vulcanico caratterizzato dalla presenza di almeno sette centri eruttivi, che hanno dato essenzialmente eruzioni esplosive. L'attività vulcanica nell'area è cominciata circa 50mila anni fa, e si è protratta sino a circa 19mila anni fa, sovrapponendosi in parte all'attività di Ischia e della caldera Flegrea.


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MessaggioInviato: 06/03/2013, 14:53 
6 marzo 2013

Etna: pioggia di cenere e pietre vulcaniche nella notte:

http://www.cronacalive.it/etna-pioggia- ... lla-notte/

CATANIA

Boati nella notte, con esplosioni continue e una pioggia di cenere e pietre vulcaniche.
Nella notte tra il 5 e il 6 marzo, l’Etna ha dato spettacolo, con fontane di lava che
hanno illuminato il cielo di rosso intorno alle 22.
Il cratere sud-est, in attività dal 26 febbraio scorso, viene tenuto sotto costante controllo.
In serata le strade per raggiungere il comune di Linguaglossa, in provincia di Catania,
sono state interamente coperte da cenere e pietre vulcaniche, provenienti dal
cratere del vulcano.
Come spiega il sindaco di Linguaglossa, le piste da sci sono interamente ricoperte
da cenere, e con ogni probabilità la stagione sciistica sull’Etna si può considerare conclusa.
Problemi anche nel centro della cittadina: la pulizia delle strade, dopo la pioggia
di cenere, è partita immediatamente, ma il maltempo non facilita la situazione.
In giornata si provvederà a ripulire le scuole e i cortili.




[8D]

Lo sapevo che stanotte "qualcosina" era successo...ed ecco qua le news.
Uffa...qui c'è un tempaccio ...voglio salire ....!!! [:211]

[:83]


Ultima modifica di catwalk il 06/03/2013, 15:24, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 06/03/2013, 15:33 
Che spettacolo!!! [:D]
Dicono che per poterlo vedere un pò dalla zona in cui mi trovo io,bisognerebbe salire sul monte più alto della Sicilia Occidentale,credo che sia Monte Cammarata. [8]


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MessaggioInviato: 06/03/2013, 15:37 
Cita:
bleffort ha scritto:

Che spettacolo!!! [:D]
Dicono che per poterlo vedere un pò dalla zona in cui mi trovo io,bisognerebbe salire sul monte più alto della Sicilia Occidentale,credo che sia Monte Cammarata. [8]


Riusciresti a vederla?
Sapessi che spettacolo in questi ultimi giorni...
in particolare venerdì scorso...non avevo mai
visto delle fontane di lava così alte...!
E per scioccarci noi che ci siamo abituati...
vuol dire che è stato davvero SPETTACOLARE.

[;)]


Ultima modifica di catwalk il 06/03/2013, 15:42, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 07/03/2013, 15:08 
Dovremmo tutti ringraziare l'Etna per la sua
attività di questi giorni.
Infatti se non ci fosse stata la sua presenza
NON OSO NEMMENO IMMAGINARE cosa sarebbe
potuto succedere se le fortissime pressioni interne
non avessero avuto modo di fuoruscire in superfice.

E lo sta facendo minimizzando al max i danni ...
(per quel che è possibile naturalmente).

GRAZIE ETNA !
SEI UNICA E GRANDE.
TI ADORO.



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MessaggioInviato: 07/03/2013, 16:15 
Lunedì sono stato a Catania, dopo tanti anni, e ritrovo l'Etna sempre maestosa, dà un senso di presenza...!
ovviamente, Catwalk, liquefare i sommovimenti è sempre meglio che averli in terremoti... è uno sfogo, basta che il magma non faccia danno...
se non ci fosse l' Etna vuol dire che tutto sarebbe confluito altrove, forse più lontano e quindi minore sfogo sul luogo
ma ovviamente la dinamica eruzioni-terremoti sarà un tantino complicata e non in relaizone immediatamente diretta...


Ultima modifica di Zelman il 07/03/2013, 16:16, modificato 1 volta in totale.


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 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 07/03/2013, 16:56 
Cita:
Zelman ha scritto:

Lunedì sono stato a Catania, dopo tanti anni, e ritrovo l'Etna sempre maestosa, dà un senso di presenza...!
ovviamente, Catwalk, liquefare i sommovimenti è sempre meglio che averli in terremoti... è uno sfogo, basta che il magma non faccia danno...
se non ci fosse l' Etna vuol dire che tutto sarebbe confluito altrove, forse più lontano e quindi minore sfogo sul luogo
ma ovviamente la dinamica eruzioni-terremoti sarà un tantino complicata e non in relaizone immediatamente diretta...


Infatti,nessuna relazione tra i due fenomeni,o almeno quella delle eruzioni vulcaniche ne è la conseguenza.


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 Oggetto del messaggio: Re: I Vulcani Italiani: dove sono, quanto fanno paura.
MessaggioInviato: 17/07/2016, 16:08 
ETNA -14 giugno 2016 -

Una impressionante nuvola discoidale sovrasta per ore il vulcano



http://terrarealtime.blogspot.it/2016/0 ... .html#more


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 Oggetto del messaggio: Re: I Vulcani Italiani: dove sono, quanto fanno paura.
MessaggioInviato: 17/07/2016, 18:24 
bellissime foto!



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 Oggetto del messaggio: Re: I Vulcani Italiani: dove sono, quanto fanno paura.
MessaggioInviato: 29/09/2016, 22:17 
Cita:
Scoperti nel Golfo di Napoli sei nuovi vulcani sottomarini davanti al Vesuvio

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Scoperti sei nuovi vulcani sottomarini nel Golfo di Napoli, di fronte al Vesuvio. La scoperta è avvenuta durante la campagna oceanografica Safe2014 condotta da un team di ricercatori che coinvolge l’Ingv, l’Università di Napoli Federico II e il Cnr. Si tratta di sei strutture vulcaniche sottomarine che si sorgono nel settore a mare antistante il Vesuvio e sono state localizzate ad una distanza poco inferiore ai 3 chilometri dalla costa, nel tratto compreso tra Torre Annunziata ed Ercolano.

La scoperta è stata realizzata da un team di ricercatori italiani dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv-sezione Roma1), del Dipartimento Scienze della Terra, dell'Ambiente e delle Risorse (Distar) dell’Università di Napoli Federico II e dell’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Iamc-Cnr).

"Abbiamo rilevato nuovi punti di emissioni di anidride carbonica nel Golfo di Napoli, cosa abbastanza comune in aree geotermali e vulcaniche come quella napoletana. E qui abbiamo scoperto sei strutture vulcaniche (coni e duomi) finora sconosciute, con un diametro di circa 800 m. Inoltre, sono stati identificati i fronti delle colate laviche vesuviane che si sono riversate in mare in età prevalentemente medioevale" annuncia Guido Ventura, ricercatore dell’Ingv.

L’attività di esplorazione è stata realizzata nell’ambio della campagna oceanografica Safe2014, finalizzata allo studio delle emissioni gassose sottomarine nel Golfo di Napoli. Le ricerche, condotte nel 2014 a bordo della nave oceanografica 'Urania' del Cnr, hanno consentito di rilevare, con estremo dettaglio, il tratto di costa antistante il Vesuvio. "Nel corso della campagna 'Safe2014', finalizzata anche ad acquisire nuovi dati sui prodotti del Vesuvio e sulla loro età, abbiamo utilizzato una serie di tecniche di esplorazione, incluse quelle magnetometriche, sismiche e batimetriche" spiega Maurizio Fedi, professore del Distar, Università Federico II.

"I risultati di queste indagini -continua Fedi- ci hanno permesso di stabilire che almeno tre delle strutture vulcaniche rilevate si sono formate prima di 19.000 anni, mentre una di esse ha eruttato in tempi storici". Le ricerche costituiscono la base per l’implementazione di un sistema di monitoraggio a mare finalizzato allo studio di eventuali fenomeni vulcanici sottomarini che potrebbero interessare la costa. La scoperta è stata pubblicata in un lavoro su Geophysical Reserch Letters dal titolo "Subcircular conduits and dikes offshore the Somma‐Vesuvius volcano revealed by magnetic and seismic data".



http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/ ... refresh_ce


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 Oggetto del messaggio: Re: I Vulcani Italiani: dove sono, quanto fanno paura.
MessaggioInviato: 29/09/2016, 22:53 
Azz...



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 Oggetto del messaggio: Re: I Vulcani Italiani: dove sono, quanto fanno paura.
MessaggioInviato: 06/02/2018, 15:23 
Cita:
Vulcani
Scoperta la sorgente di magma dell'Etna. Ingv: è la scarpata di Malta

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Nel Mar Tirreno una catena di 15 vulcani sommersi 06 febbraio 2018 Individuata la sorgente di magma che alimenta le eruzioni dell'Etna: è molto probabilmente la scarpata di Malta, che in passato è stata all'origine delle eruzioni dei vulcani dei Monti Iblei, oggi estinti. Lo indicano le simulazioni dei percorsi di risalita del magma dal mantello terrestre frutto della collaborazione fra Istituto Nazionale diGeofisica e Vulcanologia (Ingv), le università di Roma Tre e Catania, e il Centro tedesco per le Geoscienze (Gfz) di Potsdam. I risultati sono pubblicati sulla rivista Earth & Planetary Science Letters. Le simulazioni al computer indicano che le traiettorie seguite dal magma lungo la risalita dal mantello terrestre verso la superficie non sono verticali, ma variamente curve. Indicano inoltre che "anche in Sicilia orientale vulcani e faglie sismogenetiche sono espressione di un unico contesto vulcano-tettonico attivo da milioni di anni e che evolve nel tempo", ha osservato Marco Neri, primo ricercatore dell'Osservatorio Etneo dell'Ingv. Dalla simulazione è emerso che le traiettorie del magma confluiscono verso il basso sia nel caso dell'Etna sia per i vulcani Iblei, per riunirsi in una stessa zona, sottostante la cosiddetta Scarpata di Malta. "Si tratta di una struttura tettonica che apre la crosta terrestre in Sicilia orientale e permette la risalita dei magmi dal mantello", ha osservato Neri. La Scarpata di Malta è anche un imponente sistema di faglie sismogenetiche, ossia in grado di generare terremoti, che si trova poco al largo delle coste orientali della Sicilia, nel Mar Ionio. Queste faglie, ha spiegato Neri,"si allungano per oltre 300 chilometri producendo, nel fondale marino, una scarpata profonda fino a tremila metri". E' stata la Scarpata di Malta, ad esempio, a generare ilterremoto di magnitudo 7,4 che l'11 gennaio 1693 ha sconvolto la Val di Noto, il più violento avvenuto in Italia negli ultimi mille anni e accompagnato da un violento tsunami. "Eruzioni e terremoti sono parenti stretti", ha rilevato Neri. "Come facce opposte della stessa medaglia, entrambi i fenomeni accadono soprattutto lungo i margini delle placche tettoniche che segmentano la superficie della Terra". Non tuttii vulcani seguono però questa regola: sono quelli che si sviluppano all'interno delle placche tettoniche e non sui bordi."E' un vulcanismo - ha spiegato Neri - che i geologi definiscono di tipo 'intraplacca', proprio come i vulcani che da milioni dianni eruttano lungo la Sicilia orientale". Sebbene da 500.000 anni ad oggi sia l'Etna ad essere molto attivo, in precedenza e per milioni di anni a dominare la scena sono stati i Monti Iblei, un altopiano montuoso localizzato nella parte sud-orientale della Sicilia e nel quale si trovano numerosi vulcani distribuiti da Capo Passero alla Piana di Catania e da Siracusa a Grammichele. Nelle simulazioni i ricercatori hanno ricostruito il percorso di propagazione del magma al di sotto dei vulcani Iblei e dell'Etna, fino al limite fra la crosta terrestre e il mantello,a circa 30 chilometri di profondità. "Nei calcoli - ha detto Neri - abbiamo considerato i diversi regimi tettonici che si sono alternati in Sicilia orientale negli ultimi dieci milioni di anni. In quest'area la crosta terrestre è stata compressa oppure dilatata con diverse direzioni di estensione e compressione che hanno, a loro volta, favorito o contrastato la risalita dei magmi dal mantello verso la superficie".




http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... 19077.html


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 Oggetto del messaggio: Re: I Vulcani Italiani: dove sono, quanto fanno paura.
MessaggioInviato: 06/02/2018, 17:36 
https://www.ilmattino.it/napoli/cronaca ... 29722.html

Incredibile, uno dei vulcani attivi più pericolosi e non viene monitorato da mesi perchè ci sono i sigilli per la solita burocrazia italiana... [:(!]



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 Oggetto del messaggio: Re: I Vulcani Italiani: dove sono, quanto fanno paura.
MessaggioInviato: 18/03/2018, 02:04 
Il supervulcano dei Campi Flegrei, un grande pericolo da non sottovalutare

Dal 2013 l'allerta è salito al livello giallo, che indica una chiara ripresa dell'attività del vulcano


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Lunedì scorso, nelle prime ore del pomeriggio si sono verificate una quarantina di scosse ai Campi Flegrei. Nel settembre scorso sempre ai Campi Flegrei si era verificata una terribile tragedia: un bambino era stato inghiottito insieme ai suoi genitori che cercano di salvarlo in una voragine improvvisamente formatasi alla Solfatara. Una tragedia, su cui la Magistratura sta indagando.

A mio parere questi fenomeni si inseriscono nella serie di tanti altri, fortunatamente con conseguenze meno cruente, che cominciarono a palesarsi dal 2013, evidenziando una chiara ripresa dell’attività del vulcano tanto che il Dipartimento della Protezione Civile decise di alzare lo stato di allerta al livello giallo.

Il livello giallo significa attenzione scientifica molto accurata: monitoraggio costante al meglio delle possibilità tecnologiche e frequenti controlli da parte di esperti con competenze varie .

Un giornalista del Corriere del Mezzogiorno lunedì pomeriggio mi ha chiamato per avere una mia opinione sulla sequenza sismica in atto. Gli ho detto che alcune decine di scosse possono significare niente e possono significare tutto. Per tentarne un’interpretazione razionale e possibilmente utile, lo sciame va inserito nella dinamica del vulcano degli ultimi anni, cioè almeno da quando è stata dichiarata l’allerta gialla. E che questo dovrebbe essere compito sopratutto dei ricercatori dell’Osservatorio Vesuviano.

Poi ho ribadito ancora una volta che i Campi Flegrei sono un vulcano, o caldera che dir si voglia, estremamente pericoloso e che l’unica maniera di salvarsi, in caso di eventi anche non particolarmente intensi, è la fuga tempestiva. Per una fuga tempestiva sono necessarie informazioni rapidissime che possono provenire solo da un sistema di sorveglianza estremamente efficiente sia per i mezzi tecnologici impiegati sia per l’impegno costante, 24 ore su 24, di numerosi ricercatori e tecnici.


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I ricercatori dell'Ingv effettuano rilievi presso la caldara dei Campi Flegrei


Un vulcanologo molto stimato del luogo, il professor Giuseppe Luongo, ha ritenuto di redarguirmi pubblicamente su Facebook per le mie osservazioni perché, a suo avviso, avrei ecceduto nell’allarmare inutilmente la gente che vive in quei luoghi. Opinione che poi è stata riportata sull’altro giornale di Napoli: Il Mattino.

La vicenda può apparire di scarso interesse se non si conosce quello che è successo o che non è successo nella zona dei Campi Flegrei a partire dagli anni 1982-84 quando si verificò il bradisismo che tanta preoccupazione suscitò sia localmente che a livello nazionale. Fu proprio Luongo, insieme ad altri, a coinvolgermi, in quanto ero presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica, nelle valutazioni scientifiche del bradisismo 1982-84. Era del tutto evidente che in quei luoghi non c’era bisogno di una grande eruzione per determinare una grandissima tragedia in termini di perdita di vite umane data la notevole antropizzazione.

Successivamente fui nominato presidente del Consiglio Nazionale Geofisico del Ministero della Ricerca che aveva come compito principale una sorta di controllo scientifico-organizzativo dell’Osservatorio Vesuviano che poi, nel 1999, diventò una sezione dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia all’atto della sua fondazione. Ne fui nominato presidente ed ebbi così la possibilità di frequentare per più di una decina d’anni un nutrito gruppo di vulcanologi di altissimo livello che con grande passione mi mostrarono tutti gli aspetti del vulcanesimo campano e il grande pericolo che rappresenta.

Ho anche partecipato, insieme a Luongo, a numerose riunioni per tentare di progettare adeguati piani di evacuazione. Gli scenari da cui si partiva erano sempre “da paura”, tanto per usare un eufemismo. In molte di quelle circostanze ho avuto l’impressione, spero con tutto il cuore sbagliata, che Napoli, la Campania e la stessa Italia non fossero e non siano in grado di affrontare emergenze come quelle che vi venivano rappresentate.

Come ho già detto, dal 2013 la Protezione Civile ha portato la zona dei Flegrei al livello giallo di allerta cioè al massimo livello di sorveglianza scientifica. La gestione del recente terremoto di Casamicciola​, la famiglia di tre persone inghiottita il 12 settembre scorso in una voragine apertasi alla Solfatara, le ormai endemiche lotte intestine fra gruppi contrapposti di ricercatori del Vesuviano mi ha indotto a pensare che la “massima attenzione scientifica” possa lasciare a desiderare sempre sperando di essere smentito.

In questi ultimi giorni mi sono espresso solo sulla sorveglianza e non ho mai parlato di catastrofi imminenti, come sembra Luongo voglia attribuirmi, anche se non si può ignorare che alcuni lavori scientifici sui Flegrei, usciti negli ultimi anni su prestigiose riviste scientifiche, sono tutt’altro che tranquillizzanti.

Le parole rasserenanti di Luongo a questo punto però mi inducono a chiedere se le tante rappresentazioni apocalittiche della pericolosità vulcanologica campana esibite nell’arco degli ultimi 30/40 anni non siano state esagerazioni e, nel caso, quale scopo avessero. Luongo, sempre su Facebook, in questi giorni sostiene addirittura che il livello giallo del l’allerta è eccessivo se non addirittura controproducente.

Sarebbe bene e imprescindibile che chi ha la responsabilità della sorveglianza di una zona tanto pericolosa chiarisca al più presto la situazione, se ne è capace. È in gioco la vita di mezzo milione di nostri connazionali.
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 Oggetto del messaggio: Re: I Vulcani Italiani: dove sono, quanto fanno paura.
MessaggioInviato: 18/03/2018, 13:23 
Cita:
era stato inghiottito insieme ai suoi genitori che cercano di salvarlo in una voragine improvvisamente formatasi alla Solfatara. Una tragedia, su cui la Magistratura sta indagando.


Non mi pare fosse proprio così la questione. Il bambino si era avvicinato troppo ad un geyser di fango che tra l'altro era anche recintato, anche se sommariamente, e vi cadde dentro trascinandosi dietro i genitori nel tentativo di salvarlo; nessuna voragine apertasi al'improvviso; almeno così ricordo ne parlarono in tv.

Tra l'altro la serie di scosse non sono collegate per forza all'eruzione ma potrebbero essere legate solo al bradisismo che è un fenomeno periodico noto fin dall'antichità.

Il punto interessante è che a quanto pare il monitoraggio viene fatto ad minkiam da gruppi di "potere" contrapposti ed è questa la cosa davvero sconcertanti e che deve far paura. Di solito sta gente è restia ad assumersi responsabilità e quindi in caso di bisogno chi ci avvertirà? Chi si assumerà l'onere?

Come sempre è l'uomo che genera i disastri.



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