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Re: Mr. President Trump

23/04/2018, 20:01

MaxpoweR ha scritto:Invece meglio se ad avere le armi è uno solo evè? così può costringere gli altri fare ciò che vuole. Ma che c'avete in testa segatura?

No, la Segatura è troppo nobile per loro,ci hanno "Concime Stallatico" nel cervello. [:246]

Re: Mr. President Trump

23/04/2018, 20:03

Ripeto: nun state affato bene!
Invece di disarmarci tutti, ARMIAMOCI! [:298]

Re: Mr. President Trump

23/04/2018, 20:05

Eh beh, qualcuno telefoni a Trump e gli dica di cominciare... :) i più grossi devono dare l'esempio! :D

Comunque fino adesso la deterrenza ha funzionato.

Re: Mr. President Trump

23/04/2018, 20:07

... certo, le grandi Potenze, mica i matti irresponsabili! (Figuriamoci un Saddam Hussein!) [:298]

Re: Mr. President Trump

23/04/2018, 20:25

I matti irresponsabili, gli unici ad aver usato armi nucleari, sono dall'altra parte dell'oceano :)

Re: Mr. President Trump

23/04/2018, 20:33

.. per far finire una guerra! Mona!

Re: Mr. President Trump

26/04/2018, 16:32

sta mattina su twitter la star del rap americana Kanye West, il marito della culona Kim KArdashian, ha scritto un tweet di elogi su trump, che è un drago come lui, che lui (west) non odia nessuno, make america great again ecc....
non l'avesse mai fatto, subito commenti velenosi da parte degli schiavi dem tipo cantanti, altri neri, attori ecc.... questi sarebbero democratici, uno non può neanche dire che è pro trump, poi se è un nero si salvi chi può.

Re: Mr. President Trump

26/04/2018, 16:47

xfabiox ha scritto:sta mattina su twitter la star del rap americana Kanye West, il marito della culona Kim KArdashian, ha scritto un tweet di elogi su trump, che è un drago come lui, che lui (west) non odia nessuno, make america great again ecc....
non l'avesse mai fatto, subito commenti velenosi da parte degli schiavi dem tipo cantanti, altri neri, attori ecc.... questi sarebbero democratici, uno non può neanche dire che è pro trump, poi se è un nero si salvi chi può.

Si avvicnano le elezioni del congresso ... sono in piena campagna elettorale
Trump gioca le sue carte, vedi la leccata di chiappe a Macron
Se dovessero vincere i dem è probabile che venga avviato l'impeachment

Re: Mr. President Trump

26/04/2018, 19:18

xfabiox ha scritto:sta mattina su twitter la star del rap americana Kanye West, il marito della culona Kim KArdashian, ha scritto un tweet di elogi su trump, che è un drago come lui, che lui (west) non odia nessuno, make america great again ecc....
non l'avesse mai fatto, subito commenti velenosi da parte degli schiavi dem tipo cantanti, altri neri, attori ecc.... questi sarebbero democratici, uno non può neanche dire che è pro trump, poi se è un nero si salvi chi può.



... non ti ricorda niente in ... Patria? [;)] [:306]

Re: Mr. President Trump

27/04/2018, 09:37

[:D] [;)] [:264]


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Donald Trump non è stato votato dai poveri d’America. Nella mente dei commentatori radical chic, durante i giorni successivi all’elezione del Tycoon alla Casa Bianca, quei giorni in cui i neoliberal sono sprofondati in una sorta di psicodramma collettivo, si è insediata una certezza assoluta: gli elettori di Trump sono rozzi, bianchi, poveri, non laureati e con il collo rosso per via del sole, i cosiddetti redneck, ma non è affatto vero.

A dirlo non siamo noi, ma una ricerca della giornalista Olga Khazan, che su The Atlantic ha evidenziato l’infondatezza di questo assunto politologico. Ne ha parlato anche Dagospia. Secondo gli studi della Kazhan, il principale vettore utile a comprendere i flussi elettorali delle presidenziali americane condurrebbe dritto ai cambiamenti demografici. I bianchi sono consapevoli che stanno per diventare minoranza. Un fattore che è stato “avvertito” e che ha contribuito a far sì che questo “gruppo dominante” si compattasse per evitare uno stravolgimento delle rendite acquisite nel tempo.

Non avrebbe influito il conto in banca, ma la percezione della perdita del proprio “status quo”. La Khazan va ancora più nello specifico quando fa riferimento allo studio di Diana C. Mutz, analista di flussi elettorali. La Mutz, in una ricerca pubblicata su una rivista scientifica, mostra come siano stati pochi gli elettori a cambiare il loro voto rispetto alle presidenziali precedenti. Quello che è mutato rispetto al confronto tra Barack Obama e Mitt Romney è relativo al compattarsi dei bianchi: un modo per evitare che le minoranze, sempre più numerose negli Stati Uniti, arrivino al potere prima del previsto.

La demografia americana sta cambiando. Non sono pochi gli stati in cui i latinos e/o i neri sono maggioritari rispetto ai bianchi. Gli Wasp, cioè il nucleo originario degli Stati Uniti, sembrano destinati a scomparire. Poi si sono aggiunti gli europei o meglio, le persone provenienti dall’Europa, ma non dalla Gran Bretagna. Neppure questa sommatoria, però, è più sufficiente a “tamponare” l’avanzata delle altre etnie. Marco Rubio, l’Obama repubblicano che avrebbe dovuto vincere a spasso prima le primarie interne al partito e poi le presidenziali, è stato respinto dalla base del Gop anche in quanto originario dell’isola di Cuba. La scelta di dialogare con le minoranze durante la campagna elettorale, insomma, non ha affatto pagato.

Donald Trump, invece, si è fossilizzato sulla gestione dei fenomeni migratori, sulla revisione dei trattati internazionali e sulla chiusura del mercato interno. Tutte questioni che interessano a chi ha paura di vedere messa in discussione la propria condizione sociale. Una scelta vincente, che ha contribuito a consolidare le preferenze dei bianchi sull’ormai ex imprenditore di Manhattan.

La psicologia degli americani, quindi, sarebbe entrata in gioco in maniera determinante. Molto di più rispetto alla contrapposizione tra popolo ed élite nella quale si sono insediati i cosiddetti “movimenti populisti”. Questo studio, è la stessa Khazan a dichiararlo, non spiega in modo definitivo la vittoria di The Donald. Apre, questo sì, qualche nuovo interrogativo sul modo di ragionare degli statunitensi. Resta l’ipotesi per cui quello economico sarebbe un fattore secondario rispetto al dato prettamente etnografico. Tanti americani si sarebbero spaventati e Donald Trump sarebbe stata la risposta offerta dalle urne elettorali. La sensazione, però, è che questa ricerca non chiarisca alcuni aspetti. Come spiegare, ad esempio, il ripetersi della differenziazione di voto tra centri urbanizzati e periferie rurali? Un fenomeno che, partito dall’America, si è poi ripetuto in Francia, in Austria, in Gran Bretagna per la Brexit e così via.

Donald Trump è stato sì votato dai bianchi, ma soprattutto da quelli che avevano perso il posto di lavoro. Non tutti gli elettori del Tycoon saranno stati poveri, anzi, ma è abbastanza conclamato che i ceti meno abbienti abbiano guardato con favore a The Donald per risolvere la loro crisi lavorativa ed esistenziale. A ben vedere, quindi, le due analisi non sono in contraddizione tra loro: è certo che i bianchi hanno votato per Trump com’è vero che molti bianchi, durante gli anni della crisi economica, sono stati privati delle loro certezze economiche.

http://www.occhidellaguerra.it/altro-po ... ato-trump/

Re: Mr. President Trump

01/05/2018, 13:33

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Re: Mr. President Trump

01/05/2018, 22:53

Lo stato canaglia per antonomasia che bombarda ad minkiam ed è artefice di tutte le crisi mondiali nonché di quella coreana e vogliono dargli il nobel... Vabbè ormai il mondo gira al contrario.

Re: Mr. President Trump

02/05/2018, 12:52

Era meglio darlo ( pure anticipatamente) all'abbronzato? [^]
Se questo riesce ad unire le due Coree passerà alla Storia! [^]

Re: Mr. President Trump

02/05/2018, 13:14

Ufologo 555 ha scritto:Era meglio darlo ( pure anticipatamente) all'abbronzato? [^]
Se questo riesce ad unire le due Coree passerà alla Storia! [^]


Dammi retta...leggi questo articolo (tra l'altro scritto da un ebreo a giudicare dal nome!)
Altro che passare alla storia Trump...si mette male per gli Usa... [8D]

Il vertice coreano

Davide 2 maggio 2018 ,
DI ISRAEL SHAMIR

unz.com

Una giornata meravigliosa! Nel sanguinoso trentottesimo parallelo, per la prima volta dopo molti anni, due coreani si sono incontrati, i leader dei due paesi. Kim ha accompagnato il suo omologo sul cemento che segna il confine tra i due mondi. All’orizzonte ora c’è la speranza della riunificazione dei due stati.

Solo poche settimane fa, Trump aveva minacciato di cancellare la Corea del Nord dalla faccia della Terra e di uccidere decine di milioni di civili, vantandosi di avere un pulsante rosso (o era un missile?) più grande rispetto a Kim. Alla fine, invece, la volontà di Kim è risultata più forte di quella americana; e la forza di volontà è più potente della forza di una pistola.

Le minacce di Trump hanno portato un beneficio inaspettato: il presidente della Corea del Sud si è specchiato nell’abisso ed ha visto il suo paese ed il suo popolo diretti verso l’autodistruzione. Ha così deciso di fare un passo verso la riconciliazione.

Si possono confrontare le due Coree in modi diversi. Una è ricca, l’altra povera. Una è capitalista, l’altro comunista. Uno è il paese della Samsung, l’altro delle armi nucleari. In alternativa, si può anche dire: uno stato coreano è indipendente – il Nord – l’altro occupato – il Sud. Questo è un fatto, non un’opinione.

Sono passati molti anni da quando le forze dei suoi ex alleati, Russia e Cina, hanno lasciato la Corea del Nord. Gli americani invece non ci pensano minimamente a lasciare il Sud. Il governante del Nord, Kim, può fare qualsiasi cosa che il suo popolo accetti di fare. Quello del Sud, Moon, deve invece rimettersi a Washington per ogni decisione importante. Molti presidenti del Sud sono stati rimossi, imprigionati o uccisi dagli americani e dai loro agenti per i loro tentativi di riconciliarsi con il Nord. Vedremo se Moon sarà in grado di rimanere nel palazzo presidenziale dopo questo summit. Nel frattempo, ha colto al balzo una bella occasione, e questo sarà scritto al suo attivo nei libri di storia.

Non c’è dubbio che il popolo delle due Coree voglia la riunificazione pacifica e la prosperità del paese. Finora però gli americani l’hanno sempre impedito. Il Deep State ha preferito mantenere le sue basi militari in Corea del Sud, con le armi nucleari dirette non solo verso Pyongyang, ma anche Pechino e Vladivostok. L’anno scorso, gli Stati Uniti hanno introdotto il loro sistema di difesa missilistica THAAD in Corea del Sud, minacciando direttamente il Nord, la Russia e la Cina.

Gli americani hanno delineato l’oggetto dei colloqui come lo intendono loro: il disarmo nucleare della Corea del Nord. Questo è ciò che interessa veramente. Una Nord Corea senza armi nucleari è sempre vulnerabile ad una raffica di Tomahawk, come lo è la Siria. Kim però nè un osso duro. Invece del “disarmo nucleare della Corea del Nord”, ha proposto “la liberazione della penisola coreana dalle armi nucleari” – e, cosa importante, queste parole sono state ripetute dal presidente del Sud.

La liberazione della penisola dalle armi nucleari significa, prima di tutto, la rimozione delle basi americane e delle forze di occupazione; seconda cosa, il divieto di entrare nei porti coreani alle navi americane in grado di trasportare armi nucleari. Poi, senza che gli invasori siano presenti, le due Coree indipendenti si accorderanno alle loro condizioni. Questa, più o meno, è la logica di Kim – e Moon l’ha accettata, pronunciando le amate parole “liberazione della penisola” invece di “eliminazione del programma nucleare nordcoreano”.


La Russia, in quanto membro originario del club nucleare, ha tradizionalmente sostenuto l’idea del disarmo nucleare di tutti i paesi non membri. Non ci insiste troppo però, se non altro perché India, Pakistan e Israele sono tra le nuove potenze nucleari, e l’ultima non solo non ha firmato il trattato di non proliferazione, ma non è nemmeno d’accordo con alcun controllo sulle sue armi nucleari. A queste condizioni, non ha senso insistere sul disarmo nucleare della Corea del Nord. Ma, ripetiamo, la Russia è per il disarmo. Se questo disarmo comporta anche l’eliminazione delle basi statunitensi in Corea del Sud, la cosa può essere accolta con giubilo.

Il vertice nella zona demilitarizzata ha già avuto un effetto. Non abbiamo dubbi sul fatto che il Nord sia a corto di libertà; ma nel Sud la libertà di parola c’è veramente?

Si è scoperto che in Corea del Sud fino ad oggi nessuno aveva visto o sentito Kim, in video o in diretta. The Independent, quotidiano britannico di qualità,ha riportato:

Fino all’incontro, molti sudcoreani non avevano mai sentito realmente parlare Kim Jong-un. Il leader di solito viene visto solo in filmati pesantemente modificati, e l’accesso ad ulteriori video su di lui può farti finire in prigione. “Non posso credere di ascoltare la voce di Kim Jong-un. Uno che finora ho visto solo in foto, ora sta parlando”, ha twittato il sudcoreano Lee Yeon-su. È un cambiamento drammatico per i sudcoreani, che ai sensi della legge sulla sicurezza nazionale non possono accedere ai media considerati pro-nord-coreani, pena il carcere.

Le risorse di internet “solidali con la Corea del Nord” o, peggio ancora, le lodi al Nord, sono vietate; l’accesso a tali siti o l’ascolto di Pyongyang Radio possono mandare un sudcoreano in prigione per diversi anni. Una buona parola sul vicino del nord può mandarti in galera, secondo la legge sulla lotta al terrorismo (la legge prevede anche la pena di morte, ancorché non sia stata usata negli ultimi dieci anni). La propaganda anti-comunista nel Sud fa parte del programma scolastico, delle notizie, della vita quotidiana.

Dopo il summit, i sudcoreani sorpresi hanno scritto sui loro social media che il sanguinario tiranno del Nord sembrava un orsacchiotto, piccolo, grassoccio e carino.

Parla peraltro la loro stessa lingua. E mangia noodles di grano saraceno, cibo da loro amato.

La demonizzazione della Corea del Nord è stata la prima vittima del vertice: i sudcoreani hanno visto che il tanto bistrattato Kim è un tipo piuttosto mondano, anche con una leggera traccia di svizzero tedesco nel suo discorso. Anche la diplomazia femminile ha giocato un ruolo: la sorella di Kim, Kim Yo Jong, ha attuato il primo contatto con il Presidente del Sud durante la sua visita alle Olimpiadi. La moglie di Kim, una famosa attrice, è diventata amica della moglie di Moon. Questo sovrano nordcoreano è un ragazzo normale, dicono oggi a Seoul.

Nel quartier generale della NATO c’è stato invece parecchio nervosismo; si chiede di non allentare le sanzioni, anzi, piuttosto di aggiungerne altre. I media mainstream occidentali continuano a dire che questo summit è stato solo una preparazione per il vero evento, cioè l’incontro tra Kim e Trump. Un acuto osservatore del Guardian ha notato che non sarà facile per Trump fare la sua solita minacca dell’uso della forza, dopo la pacifica riunione dei due leader coreani. È stato intrappolato. “Se Trump cerca di fare il duro con Kim, rischia di sembrare un guerrafondaio ed un bullo, le cui politiche sono ostili agli interessi coreani, nord e sud. Moon, sostenitore da una vita della distensione, ha spuntato le pistole del presidente americano”.

A questo punto, non c’è un gran motivo per il summit Trump-Kim. Trump farebbe bene a portare le sue truppe a casa e lasciare che i coreani stabiliscano le loro relazioni come ritengono opportuno. Se l’hanno fatto russi e cinesi, anche gli americani possono farlo. Il mondo, Corea inclusa, è cresciuto e può vivere anche senza la tutela americana.

Non sarà facile navigare. Gli Stati Uniti vogliono ancora avere voce in capitolo e chiedono il disarmo “completo, verificabile ed irreversibile” della Corea del Nord. Kim però sa cos’è successo a quei leader che si sono fidati delle promesse USA e si sono disarmati. Gheddafi e Saddam sono stati brutalmente uccisi. La Russia si è disarmata nel 1991, diventando così irrilevante. Gli Stati Uniti hanno abbandonato i trattati fatti nei giorni sovietici senza “nemmeno chiedere il permesso”. La Corea del Nord denuclearizzata sarebbe già stata bombardata, come lo è stata nel 1950-1953. Nulla fa presagire che Kim sia un maniaco suicida o un nuovo Gorbaciov.

C’era un accordo per il disarmo nucleare della Corea del Nord, e gli Stati Uniti si sono tirati indietro. C’è un accordo per la denuclearizzazione dell’Iran, ed ora Trump intende rinunziare anche a questo.
Se tuttavia gli USA ritireranno le truppe ed accetteranno la denuclearizzazione della penisola, e se questo ritiro sarà “completo, verificabile ed irreversibile”, ci sarà dello spazio di manovra. La Corea del Nord vorrebbe essere considerata come un membro responsabile del club nucleare, al pari di Inghilterra e Francia; potrebbe cessare i test nucleari e consentire l’accesso degli osservatori.

Israele, questo importante potere dietro Capitol Hill, ha una forte animosità nei confronti della Corea del Nord, rea di aver fornito tecnologia missilistica all’Asse della Resistenza.

I russi non saranno disposti a tutto per il bene della Corea del Nord. Le relazioni tra i due vicini sono buone, ma il commercio reciproco è modesto. La Russia seguirà probabilmente la linea della Cina. I cinesi vorrebbero vedere una Corea del Nord più obbediente, ma sono oramai abituati alla sua ostinata indipendenza. A quanto pare, durante il recente incontro Kim-Xi, hanno dato il beneplacito alle mosse del primo.

In una giornata così felice, non voglio pensare a possibili complicazioni. Per la prima volta in anni, è apparsa la luce sui cupi cieli della Corea, divisa nel 1945 e mai più riunificata, a differenza del Vietnam e della Germania. Forse ora è il suo turno?



Israel Shamir

Fonte: http://www.unz.com

Link: https://www.unz.com/ishamir/the-korean-summit/

30.04.2018

Traduzione per http://www.comedonchisciotte,org a cura di HMG
Fonte

Re: Mr. President Trump

02/05/2018, 14:12

[:291] Tutto può essere; io però ci spero ... [:291]
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