RAPINATORE MUORE D’INFARTO DURANTE LA RAPINA. INDAGATI IL CLIENTE ED IL CASSIERE CHE LO BLOCCARONO
La Procura di Bari ha iscritto due persone nel registro degli indagati per omicidio colposo, nell’ambito dell’indagine sulla morte di Luigi Abatantuono, il 37enne colto da infarto ieri mattina mentre tentava di compiere una rapina nella filiale barese di via Napoli della Banca Popolare di Puglia e Basilicata. Si tratta del cassiere dell’istituto di credito e dell’agente del Corpo Forestale libero dal servizio che hanno immobilizzato l’uomo durante il ‘colpo’, pochi istanti prima che fosse colto da malore.
Al momento il reato ipotizzato dal pm Fabio Buquicchio e dal procuratore aggiunto Anna Maria Tosto, è l’omicidio colposo ma la qualificazione giuridica sarà chiara solo all’esito delle indagini. I carabinieri, coordinati dalla Procura, dovranno infatti accertare se l’uomo, armato con un cacciavite, avesse aggredito coloro che poi lo hanno bloccato. In questo caso potrebbe trattarsi di un eccesso colposo nella legittima difesa o nell’esercizio di un diritto, quale era quello di arrestare in flagranza il rapinatore. L’iscrizione nel registro degli indagati, precisano fonti giudiziarie, è un atto dovuto a garanzia degli indagati, per consentire loro di nominare propri consulenti che partecipino agli accertamenti irripetibili. L’autopsia sarà eseguita oggi pomeriggio nel Policlinico di Bari dal medico legale Biagio Solarino.
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In due sventano una rapina, ma ora sono indagati
Un rapinatore colto da infarto durante un tentativo di rapina in banca, mentre un cassiere e un agente del corpo forestale stavano tentando di bloccarlo: tanto basta per modificare il corso della storia. Il rapinatore è morto; i due che hanno tentato di bloccarlo, invece, da vittime rischiano di trasformarsi in carnefici, tant’è che la Procura di Bari ha aperto un fascicolo a loro carico per omicidio colposo.
Protagonisti della disavventura un cassiere della filiale della Banca Popolare di Puglia e Basilicata di via Napoli a Bari e un agente del Corpo Forestale in quel momento fuori servizio. Il loro senso civico, oltre che l’impellente necessità di legittima difesa, ha spinto i due uomini ad intervenire per tentare di sventare la rapina. In situazioni normali sarebbero considerati eroi o quantomeno cittadini rispettosi della legge e della pubblica sicurezza, in questo caso però la storia non ha avuto un finale lieto: il rapinatore mancato, Luigi Abatantuono, trentasettenne, è stato colto da infarto proprio mentre i due lo stavano immobilizzando.
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Ed ora, i cittadini ligi al dovere e coraggiosi sono indagati: dovranno dimostrare, soprattutto in caso di rinvio a giudizio, che il malore di Abatantuono non è stato causato dal loro intervento.
Peraltro neppure si può parlare di accanimento giudiziario, perché in casi del genere è prevista l’obbligatorietà dell’azione penale ed è sempre aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato. Non è detto che si traduca necessariamente in un rinvio a giudizio, ma l’apertura di un fascicolo è per assurdo una garanzia difensiva: l’indagato può chiedere al proprio avvocato ad esempio di inviare un suo suo esperto ad assistere all’autopsia, così come la difesa ha facoltà di assistere alla formazione degli atti d’accusa. E soprattutto l’indagato nei suoi rapporti con polizia e autorità giudiziaria può farsi assistere da un legale.
Con quali costi? Mentre l’agente del Corpo Forestale in caso di assoluzione piena potrebbe beneficiare del rimborso delle spese legali, Corte dei conti permettendo, il privato, in questo caso il cassiere, rischia di dover mettere mano al portafoglio perlomeno per pagarsi l’avvocato. Il suo auspicio, immaginiamo, è quello di non essere costretto a difendersi in un processo e quindi che non vi sia un rinvio a giudizio.
E qui ritorna il vecchio dibattito sull’obbligatorietà dell’azione penale. Lo scorso anno la Lega Nord aveva annunciato una proposta di legge per decretarne l’abolizione, definendola “un’ipocrisia che consente abusi“. Nelle intenzioni del Carroccio c’era una “proposta di legge ordinaria che riporta la responsabilità delle indagini preliminari alla polizia e non più come è oggi solo ai pm“, da presentare entro settembre 2013. Ad oggi non se ne sa ancora nulla, pur essendo un tema da tempo caro anche ai Radicali.
Un disegno di legge ad hoc probabilmente potrebbe risolvere molti problemi. Chissà che la cronaca attuale non convinca qualche parlamentare a velocizzare i tempi per presentarlo.
FONTE:
http://notizie.tiscali.it/articoli/cron ... lposo.htmlhttp://www.qelsi.it/2014/in-due-sventan ... -indagati/