argla ha scritto:
Questo è un pensiero che mi è venuto sperimentando su di me, le cose accadono quando è il momento. Che detta così sembra una banalità ma potrebbe esserci di più. A volte ci arrabbiamo per ciò che ci succede, soffriamo, ci affanniamo, ci impegniamo tanto o forse ci intestardiamo a voler far andare le cose in un determinato modo, mentre a me sembra che esista una sorta di “piano inclinato” ( non so come definirlo meglio ). Io mi sono accorta che assecondando quello, tenendolo come bussola, lasciandomici scivolare come una pallina ( visualizzo proprio la cosa e uso quest' immagine come promemoria ) gli eventi si succedono in modo più armonioso, gli “incontri” sono più adatti a me, mi sento più rilassata, recettiva e stranamente si concatenano una serie di sincronicità che hanno del miracoloso. Non so come la vedrebbe Jung ma a me sembrano piccole magie.
Accettazione e fede...non occorre altro...
Cita:
Jung, l’accettazione e la spiritualità
Jung riteneva che gli esseri umani fossero delle creature psicosomatiche, che devono preoccuparsi dei fatti dello spirito esattamente come fanno per il loro corpo. Inoltre, la nostra psiche non è personale: è connessa a quella degli altri, sia con coloro con i quali visibilmente interagiamo, sia con coloro che sono venuti prima di noi, attraverso le dinamiche dell’inconscio collettivo.
La vita va avanti bene quando questi collegamenti sono aperti, e questi flussi danno un senso e uno scopo. Al contrario, se ci sono dei blocchi, essi possono portare a problemi di salute, con manifestazioni somatiche e psicologiche. “Una psiconevrosi deve essere intesa, in ultima analisi, come la sofferenza di un’anima che non ha scoperto il suo significato”, ha scritto Jung, in un saggio argutamente intitolato “psicoterapeuti o il Clero”. Altri osservatori della condizione umana hanno fatto rilievi simili. Bertrand Russel, che era piuttosto dissimile da Jung riguardo al bisogno di spiritualità, nondimeno notò che le persone più felici
“si sentono parte del flusso della vita, non delle entità rigidamente separate, come una palla da biliardo, che non può avere relazione con altri oggetti simili, se non durante una collisione”. Queste persone si sentono “cittadini dell’universo”. Jung aveva una predilezione per il linguaggio religioso – per questo parlava dell’universo come dell’ “anima del mondo” o anima mundi – e non si trattava solo di un gusto estetico-letterario.
Jung credeva che la spiritualità fosse essenziale per gli esseri umani e che occorresse prenderla più seriamente. L’immagine predefinita dell’individualità secolare era proprio la palla da biliardo. Nozioni come il flusso della vita, l’anima, l’inconscio collettivo, tendono, secondo Jung, ad essere trattate come finzioni letterarie, nel migliore dei casi, e ciò danneggia la qualità della nostra vita.
Fonte argla ha scritto:
Quindi, se interpreto correttamente, potrebbero identificare il “contenitore” in cui si troverà l' anima ( o la coscienza, non so come interpretate voi ) in quel preciso momento.
Correggimi se sbaglio, è solo una mia impressione o questa arte è un po' come se lasciasse intendere che “qualcuno” aveva previsto che nel nostro percorso animico avremmo avuto bisogno di aiuto ? E questo poteva essere un modo, dando la possibilità di gettare uno sguardo anche al passato, ad una precedente incarnazione, che in effetti potrebbe essere anche più illuminante del conoscere presente e futuro.
Non posso correggerti perchè sarei presuntuoso, posso solo dirti come la vedo io...le incarnazioni "precedenti" o "future" in realtà sono "contemporanee" in un eterno presente...immagina l'incarnazione della tua personalità come l'anima/testina che si posa su un disco dati e li rivela leggendoli, dati che sono già scritti appositamente per te.
In pratica quello che la tua personalità vivrà domani è già tutto accaduto, deve solo prenderne visione e agire di conseguenza.
Allo stesso modo, anche quello che ha vissuto ieri è sempre esistente...nonostante il cervello le trasmetta la falsa percezione che il passato non esiste più.
Se hai letto Castaneda saprai cosa è la "ricapitolazione"... quella pratica in effetti, oltre a recuperare energia, secondo me, incide anche nel passato della personalità incarnata...
Riguardo alla scienza Naadi, ci fu una trasmissione di Giacobbo al riguardo:
Indaga sul numero 108...
http://www.inliberta.it/108-tutti-i-sig ... to-numero/argla ha scritto:
Ma se tutto è “scritto”, non riesco a non chiedermelo quando si parla di destino... che valore hanno il nostro impegno verso il bene e le scelte che facciamo anche faticosamente... ? Probabilmente è una domanda sciocca ma io faccio fatica a capire...
Non è sciocca per niente, il solo fatto di portela ti eleva rispetto ai tanti che nemmeno sognano di farsela...
E anche qui, premettendo doverosamente che è solo la MIA visione, ti dico che l'unica cosa che conta veramente è la qualità della tua azione rispetto all'evento già prestabilito che ti si para davanti...immaginalo come un esame, puoi superarlo e passare al successivo o doverlo ripetere finchè non comprendi quale debba essere la giusta azione da compiere...tutto questo si chiama Karma ed è una legge ineludibile.
Tutti gli eventi che ti si parano davanti nella vita sono prefabbricati apposta per l'accrescimento di consapevolezza della tua personalità di quel determinato periodo (non uso il termine tempo perchè non esiste)