30/07/2018, 11:20
shighella ha scritto:Questo topic è un suicidioo)
30/08/2018, 03:27
30/08/2018, 13:32
30/08/2018, 13:43
ArTisAll ha scritto:Non è possibile (purtroppo) trovare i cardoncelli in tutta Italia ma, se piacciono, vanno bene anche altri tipi di funghi (DonnaCinzia, scommetto che i tuoi funghi sono deliziosi con questa ricetta).
Basta provare.
30/08/2018, 13:52
30/08/2018, 14:41
kirara12 ha scritto:Io ho appena finito di fare la pasta al forno
30/08/2018, 15:17
, in particolare Puglia, Basilicata, Sicilia, Lazio e Sardegna. Ad ogni modo con la grande distribuzione (supermercati), magari si riesce a reperirli anche se a me non è mai capitato
30/08/2018, 17:27
30/08/2018, 18:10
30/08/2018, 18:21
30/08/2018, 18:40
30/08/2018, 18:42
sottovento ha scritto:Approfitto della discussione su funghi per scrivere al volo una ricetta facile per farsi un bel risotto ai porcini alla portata di tutti. Acquistare un paio di buste di funghi Porcini essiccati (se ne trovano di ottima qualità a circa 6-8 euro la busta, generalmente da 200-300 grammi). Un paio di buste bastano per 3-4 persone.
Si mettono i funghi a mollo in acqua calda per 3-4 ore. In una padella antiaderente si mette a soffriggere in 4 giri d'olio extravergine più una noce di burro, 4 spicchi d'aglio e 1 cipollotto bianco finemente tritato. Una volta imbionditi si aggiungono i funghi scolati e asciugati su un canovaccio, quindi si copre col coperchio e si lascia cuocere a fuoco lento finchè non son pronti (mediamente una ventina di minuti), aggiungendo del prezzemolo finemente tritato.
In una grossa pentola si cuoce il riso (io lo faccio col riso integrale), ma potete usare il vostro riso preferito. A riso cotto scolatelo, rimettetelo in pentola, aggiungete il sughetto coi funghi Porcini, quindi spolverate di parmigiano reggiano e un po di pepe se lo gradite, fate mantecare e servite caldo.
Ps: una vecchia ricetta prevedeva che il riso venisse dapprima messo a tostare in pentola 3-4 minuti, quindi vi si aggiungeva del vino bianco facendolo evaporare e successivamente si aggiungeva l'acqua di cottura portando a ebollizione. La ricetta tradizionale, più laboriosa, prevede invece che al posto dell'acqua si metta del brodo di dado, mentre la variante montanara prevedeva che i funghi cuocessero insieme a delle buone salsicce finemente tritate.
Diciamo quindi che è un piatto che si presta a molte varianti. Sui vini da abbinare invece io rimango fedele a un buon Barolo o in alternativa a un Nebbiolo o a un Barbera.
30/08/2018, 19:32
ORSOGRIGIO ha scritto:200/300 grammi secchi???
Mi sembrano un pò troppi, forse c'è uno 0(zero) in più??![]()
p.s. prova a farli rinvenire nel latte tiepido, invece dell'acqua.
30/08/2018, 21:56
30/08/2018, 22:13
Mi permetto di aggiungere la variante preparata coi cosiddetti "Chiodini
Commestibilità[modifica | modifica wikitesto]
È un buon commestibile ma tossico da crudo, fungo molto ricercato, apprezzato e consumato da sempre, ma non esente da rischi e poiché è uno dei funghi più consumati al mondo, sono molte le intossicazioni ascritte al suo consumo.
Contiene infatti tossine di natura proteica ("emolisine") termolabili a 65–70 °C che si inattivano facendo bollire il fungo in acqua per 10-15 minuti. L'acqua di cottura va sempre buttata. Durante la cottura, se non sottoposto ad una corretta prebollitura, il fungo secerne un liquido viscoso leggermente velenoso.
Sono stati registrati inoltre casi di disturbi gastrointestinali, di breve latenza, procurati da esemplari di A. mellea congelati a fresco, ovvero senza preventiva cottura. Tale fenomeno non è ancora chiaro dal punto di vista scientifico. La teoria più accreditata è che con la congelazione le "emolisine" vengano fissate nella struttura fungina e, pertanto, anche se poi si scongelano i funghi in maniera corretta e si cuociono successivamente attraverso una prolungata cottura, tali principi attivi non vengono smaltiti completamente. Questo fenomeno si registra anche in caso di gelate notturne, per cui è generalmente sconsigliato raccogliere questa specie e le specie affini se la temperatura è scesa sotto lo zero nei giorni immediatamente precedenti il ritrovamento.
Durante la cottura la carne diventa scura, quasi nera e salvo esemplari molto giovani, si cucina solo il cappello.
Gli esemplari piccoli e sodi si prestano egregiamente alla conservazione sott'olio o sott'aceto. Viene consumato in umido, trifolato, come condimento per risotti e con carne e salsiccia.
Quelli cresciuti su ceppi di latifoglia sono considerati migliori di quelli cresciuti su ceppi di conifera, a causa del loro gusto meno amaro.[