se ci pensi bene,rebel,anche la tua é una opinione sul modo di conoscere,e può essere criticiabile,confermabile o meno,ma per farlo non devi portare solo fatti a favore ma fatti a sfavore:se non ne trovi vuol dire che hai ragione.
Io non sono un maniaco della scienza né dell'antiscienza ma un ricercatore pacato e sereno che vuole prima di tutto capire determinate cose che mi interessano,le altre le lascio perdere e ad altri,siano esse
interessanti o meno,cavolate o meno.
Una delle cose che mi interessa é il modo di conoscere e per questo
ritengo che essere chiari su questo sia fondamentale.
Un certo "oggetto" o tema o argomento lo sipuô conoscere in modi diversi:
prendiamo ad esempio il quadro della Gioconda:
lo possiamo analizzare in termini chimici,misurarne le tre dimensioni,
ecc... e per fare questo usiamo gli strumenti scientifici.
Questo é un piano di esperienza.
Poi possiamo studiarlo in termini pittorici(prospettiva,colori,luce,
carattere,ecc...)
E questo é un altro tipo di esperienza.
Quindi possiamo parlare delle nostre impressioni soggettive al riguardo,
di quello che significa per n oi o potrebbe significare in generale ,ecc....
E si tratta ancora di un'esperienza diversa.
Ora ,se noi distinguiamo queste esperienze e questi piani logici,possiamo realizzarli tutti senza interferferenze tra l'uno e l'altro
e senza interferire noi stessi.
Viceversa se cominciamo a mescolare le cose,a saltare allegramente
da un piano all'altro senza soluzione di continuità,confondendo esperienza con esperienza,ad un certo punto andremo in confusione.
Questo vale per ogni conoscenza.
Quando fede e scienza si sono staccati,l'hanno fatto in un modo relativamente violento con resistenze notevoli soprattutto dalla parte delle religioni che usavano la conoscenza cicero pro domo loro,cioé
a loro vantaggio.
Per questo la risposta della scienza,ancora oggi,é piuttosto ateistica
e decisamente laica.
Nel contempo però,grazie a questo DIVORZIO,é stato possibile sviluppare due tipi di esperienze diverse e due piani di conoscenza diversa senza che l'uno interferisse con l'altro.
Oggi si tende a riavvicinare questi due piani,ma secondo me non servirebbe a molto;la cosa migliore da fare sarebe quella di mantenerli separati,sia come esperienze che come logica e ragione,mentre sarebbe possibile trovare punti di contatto su determinate cose.
esempio
gli stati di estasi sono stati misurati scientificamente più volte ,e questa analisi ne ha mostrato gli effetti fisiologici e psicologici particolari.
La cooperazione perô finisce lì e se qualcuno dovesse cercare di spiegare gli stati di estasi con le modificazioni che ha misurato oppure,qualcun altro dovesse tentare di validare l'estasi anche sul piano fisiologico-mentale come fenomeno mistico supermateriale,SBAGLIEREBBERO ENTRAMBI.
Questa é la mia opinione ,lo é sempre stata e penso rimarrà tale per tutta la vita.
Come ricercatore ho avuto modo di confrontarmi con fenomeni,pseudofenomeni,fatti,eventi,oggetti di varia natura e consistenza.
Ognuno di questi io l'ho affrontato in vari modi,scientifici o meno,pure religiosi a volte,spirituali,ecc...MA NON HO MAI CONFUSO ESPERIENZE E PUNTI DI VISTA,ANCHE PERCHÈ UN PUNTO DI VISTA PERMETTE DI
VEDERE DETERMINAQTE COSE E BASTA.
L'insieme dei punti di vista mi ha poi dato una visione chiara o abbastanza chiara,a volte anche piuttosto opaca,di quanto andavo
considerando e,in questo le opinini degli altri mi hanno molto aiutato.
Quando io ho parlato su questo topic di sistemi aperti,di una fonte di energia continua che compensa il deficit obiettivo dei sistemi viventi
stessi,ecc... l'ho fatto in un modo un po' azzardato ma contenuto e
composto:mi sono fermato laddove uno avrebbe potuto continuare
e cercare di provare l'esistenza di Dio o fare un discorso religioso
anziché laico.
Questo a mio modo di vedere dev'essere il comportamento di un ricercatore: chiaro,coerente,trasparente e...composto.
![Caldo [8D]](./images/smilies/UF/icon_smile_cool.gif)