Ufologo 555 ha scritto:
E diciamo che TU SEI un ateo agnostico convinto; per cui ... (Praticamente sei un Cicappino, che non credono nemmeno alla propria madre!) Mi dispiace per te; non sei l'unico che ho incontrato nella vita.
"Buon pro" ti faccia ....
NB: Non ti ho mai detto che sei un caxxone; quindi lascia perdere le parole come "chierichetto", Radio Maria; papalino e fesserie degne di un ateo "mangia preti" ...!
Sono Cattolico Apostolico Romano; basta. (E peccatore come tutti)
no . sei solo un disinformato , l' accusa di deicidio che tu hai ribadito è sorpassata dalla stessa chiesa
WOJTYLA DIFENDE GLI EBREI 'NON E' UN POPOLO DEICIDA'
CITTA' DEL VATICANO
Gli ebrei non sono un popolo deicida.
Non sono imputabili dell' uccisione di Cristo.
Questa convinzione era già stata fatta propria dalla Chiesa più di vent' anni fa.
L' aveva espressa il Concilio Vaticano II, in un documento chiamato Nostra aetate.
Ora il papa lo ha predicato pubblicamente in Piazza San Pietro, davanti a diecimila fedeli. Lo ha fatto nell' udienza generale del mercoledì, illustrando il tema della morte di Cristo come evento storico. E' la prima volta che Giovanni Paolo II tratta diffusamente di questa questione. In passato, anzi, aveva suscitato le proteste degli ebrei per alcune sue espressioni, che non erano apparse molto chiare sulla responsabilità dei giudei per la morte di Cristo. Storicamente responsabili di questa morte, ha affermato ieri Wojtyla, sono gli uomini indicati dai Vangeli, almeno in parte, per nome.
Chi sono costoro? Sono Giuda, il procuratore romano Pilato, i rappresentanti del Sinedrio. Il Sinedrio era l' organo supremo interno del popolo ebraico, composto di 71 membri, con a capo il Sommo sacerdote. Gestiva gli affari pubblici e l' amministrazione della giustizia in quelle cose che i conquistatori romani non avevano avocato a sé. Per esempio, la condanna a morte non poteva essere eseguita senza il consenso del procuratore romano.
L' imputazione non può essere estesa Dopo aver indicato i colpevoli, Wojtyla ha però precisato: Non si può allargare questa imputazione oltre la cerchia delle persone veramente responsabili e ha citato il passo del testo conciliare che afferma: Se le autorità ebraiche con i propri seguaci si sono adoperate per la morte di Cristo, tuttavia quanto è stato commesso durante la sua passione non può essere imputato né indistintamente a tutti gli ebrei allora viventi né tanto meno agli ebrei del nostro tempo. Questa dichiarazione del Concilio, che distruggeva una posizione anche ufficiale della Chiesa che da secoli riteneva gli ebrei deicidi, cioè uccisori di Cristo Figlio di Dio, aveva colmato d' ira i tradizionalisti, anche allora guidati dal vescovo Lefebvre.
Papa Giovanni aveva già fatto togliere dalle preghiere del Venerdì santo le espressioni perfidi giudei e giudaica perfidia, ma restava ancora in piedi la convinzione del popolo deicida. La notte prima che la dichiarazione sugli ebrei venisse approvata in Concilio, a Roma, alcuni pii religiosi e venerandi docenti di alcune facoltà teologiche si erano riuniti in una chiesa, in adorazione notturna, affinchè lo Spirito Santo ispirasse i padri conciliari a respingere il documento. Cosa che, naturalmente, non avvenne. Da sottolineare sono anche due altre osservazioni che, sulla morte di Cristo, sono state fatte da Wojtyla.
Il papa ha affermato che il Gran sacerdote e il Sinedrio, chiedendo la morte di Gesù, decisero di eliminare un uomo ritenuto politicamente pericoloso. Pensavano, infatti, che Gesù potesse sollevare il popolo e quindi provocare la reazione dei romani, i quali avrebbero distrutto il Tempio e l' intera nazione. Non sanno quello che fanno L' altra osservazione di Wojtyla riguarda la responsabilità di coscienza di quel gruppo di ebrei colpevoli storicamente della morte di Cristo.
Il papa insinua che quelle coscienze, in realtà, non si possono giudicare. Se poi si tratta di valutare la responsabilità delle coscienze, ha affermato Wojtyla, non si possono dimenticare le parole di Cristo sulla croce: Padre, perdonali, perchè non sanno quello che fanno. Troviamo l' eco di queste parole in un altro discorso pronunciato da Pietro dopo la Pentecoste: Ora, fratelli, io so che avete agito per ignoranza, così come i vostri capi.
Quale senso di riserbo dinanzi al mistero della coscienza umana, ha commentato il papa, anche nel caso del più grande delitto della storia, l' uccisione di Cristo!.
di DOMENICO DEL RIO
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