aò..
ma tutte queste rivoluzioni colorate
cosiddette democratiche
sono tutte fotocopia..
anche in serbia..
governo vicino alla russia,
tu guarda lo stesso copione..https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/0 ... a/5045931/serbia, dalla corruzione all’ambiguità su ingresso nell’Ue e rapporti con la Russia: così Vucic è finito nel mirino della piazzaLe proteste sono scoppiate perché il presidente è accusato di reprimere il dissenso interno e mantenere una posizione ambigua riguardo al futuro del Paese.
Il casus belli a novembre: durante un comizio il leader della sinistra venne aggredito e la sua a camicia azzurra insanguinata è diventata l’immagine simbolo delle proteste partite da Belgrado e poi allargatesi ad altre città del Paese
elezioni??
macchè..
i "pacifici" manifestanti vogliono il potere direttamente..
tipo iraq o afghanistan,
il legittimo presidente invece no..
e i democratici sarebbero i rivoltosi..Parole che ripetono un concetto che il presidente aveva già espresso dopo le prime settimane di proteste, quando ha dichiarato di non essere disposto a cedere alle richieste dei manifestanti nemmeno se fossero stati cinque milioni, frase che ha ispirato il nuovo slogan dei manifestanti: “Uno su 5 milioni”.
Vučić ha dichiarato di preferire elezioni anticipate, che a suo parere confermerebbero il supporto della nazione nei suoi confronti, a una contrattazione con le opposizioni scese in piazza: “A me interessa la legittimità. La legalità c’è, ma se qualcuno ha dubbi sulla legittimità, non c’è nessun problema, sono sempre pronto per una verifica”, ha dichiarato.
In piazza, dove sono scesi soprattutto
gli universitari e i rappresentanti della classe media istruita ed europeista, è difficile però trovare unità politica. Ciò che tiene insieme le diverse anime dei manifestanti è soprattutto l’avversione nei confronti dell’attuale esecutivo e del presidente Vučić, leader del Partito Progressista serbo che siede sulla poltrona della presidenza dal 2012. In piazza sfilano esponenti dell’ala liberale, i socialdemocratici, la destra nazionalista filo-russa che non vede di buon occhio i piani di avvicinamento all’Unione europea, popolari ed esponenti di molte altre realtà. Complice di questa eterogeneità è anche la politica di Vučić che, soprattutto in campo internazionale, mostra diverse ambiguità. Più volte il presidente, leader di una formazione membro del Partito Popolare Europeo (Ppe), è volato a Bruxelles o ha accolto i rappresentanti delle istituzioni europee nell’ambito del processo di integrazione che punta ad ammettere parte dei Balcani occidentali nell’Ue.