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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 15/03/2019, 12:13 
Ufologo 555 ha scritto:
Certo, non lo nascondo; quello che intendevo dire che molti progetti nati per scopi militari hanno trovato ottima applicazione in campo civile ... A volte, per cercare di fregare gli altri si stimola il cervello per cose che magari non ci pensavi nemmeno.
Questo non per giustificare ma, come dire ... una mezza consolazione.


Devo risolvere un problema tecnico un pò difficile,per caso sai quando sarà la prossima guerra?. [:295]


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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 15/03/2019, 12:16 
Quando i "ragazzini" aumenteranno e premerano il loro bottone per le armi atomiche ....



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 15/03/2019, 20:16 
Guarda su youtube.com


Carro M1 "Abrams": un mito.



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 17/03/2019, 11:38 
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F-18 "SUPER HORNET" (IN VERSIONE INTERCETTORE)



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 30/04/2019, 14:09 
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Con i progressi tecnologici nel campo della missilistica da più parti ci si chiede se le portaerei siano ancora uno strumento efficace di deterrenza e proiezione di forza e non rappresentino, invece, un costosissimo bersaglio galleggiante.

Se pensiamo ad alcuni teatri, come il Golfo Persico ed in particolare lo Stretto di Hormuz, appare evidente che un Csg (Carrier Strike Group) rappresenterebbe l’obiettivo per gli attacchi missilistici o di naviglio sottile di una potenza regionale come l’Iran, ed in particolare una portaerei, soprattutto durante il transito lungo lo stretto, potrebbe risultare “un facile bersaglio” secondo la dottrina di Teheran.

Dall’altro capo del mondo, nel Mar Cinese Meridionale, la Cina potrebbe attaccare direttamente una portaerei americana che incrociasse in quelle acque per spingere gli Stati Uniti ad indietreggiare da quello che viene considerato, un po’ arrogantemente, il cortile di casa di Pechino.

Anche da quelle parti, insomma, le portaerei Usa vengono considerate un facile e alquanto pagante bersaglio.

Gli Stati Uniti, però, non sono rimasti a guardare, e per le loro due nuove unità della classe Ford stanno provvedendo a fornire nuovi sistemi in grado di far fronte alle minacce missilistiche ed elettroniche di ultima generazione.
Le modifiche alle portaerei Usa

Risulta ovvio che a fronte di nuove minacce attuali non solo si cerchi di porvi rimedio con adeguati sistemi di difesa ma che si operi anche per anticipare quelle che potrebbero essere le minacce future.

L’Us Navy non è di certo restata a guardare, come molti sembrano pensare, e le sue due nuove portaerei della classe Ford, la Cvn-80 Enterprise e la ancora anonima Cvn-81, saranno consegnate con nuovi sistemi in grado di migliorare notevolmente il potenziale di combattimento marittimo non solo dal punto di vista difensivo.

Innanzitutto le due unità saranno in grado di operare in modo efficace con gli F-35, i caccia di quinta generazione la cui versione C è stata appositamente creata per l’impiego dalle portaerei. Il caccia della Lockheed-Martin, infatti, rappresenta già da solo un enorme salto in avanti nel settore della raccolta dei dati sul campo di battaglia come non si era mai visto grazie alla sua suite di sensori e all’elettronica avanzata che permette la condivisione in tempo reale delle informazioni raccolte.

Pertanto occorre che una portaerei, che deve a tutti gli effetti essere la base galleggiante di uno stormo di F-35, sia in grado di gestire in modo efficace la mole di dati raccolti dai caccia di quinta generazione e pertanto avere sistemi informatici adeguati che permettano il loro pronto utilizzo, né più né meno di come opera a terra il software Alis per la gestione dei velivoli.

La Us Navy da questo punto di vista sta adeguando le due future portaerei per utilizzare efficacemente anche il nuovo drone Mq-25 Stingray, che provvederà alle necessità di rifornimento in volo della flotta di F-35 ed F-18 avendo parziali caratteristiche stealth e soprattutto riducendone l’impatto finanziario di gestione, con un profilo di produzione e impiego low cost come specificato dalla stessa Boeing.

Oltre a questo drone una piattaforma di quinta generazione come l’F-35 sarà in grado, in futuro, di gestire direttamente Uav da attacco. Oltre a veri e propri aerei senza pilota, il Pentagono ha in mente di utilizzare micro-Uav come uno sciame di insetti (per raccogliere dati o addirittura in attacchi kamikaze) ed ha già condotto i primi esperimenti con piccoli droni comandati a distanza che potranno essere usati anche dal caccia di ultima generazione.

Gli adeguamenti più interessanti, però, riguardano le armi laser. L’Us Navy ha infatti espressamente richiesto che le due nuove unità della classe Ford siano dotate di sistemi laser di difesa in grado di abbattere velivoli e missili nemici.

Un primo sistema laser di questo tipo, denominato Laws (Laser Weapon System) è stato già testato con successo nel 2014 a bordo della Uss Ponce, una ex nave anfibia ora trasformata in Afsb (Afloat Forward Staging Base), proprio nel Golfo Persico e vi rimase montato sino al 2017.

La vera è più interessante novità, però, sarà il laser Helios (High Energy Laser and Integrated Optical-dazzler with Surveillance), un sistema ad alta energia che oltre a colpire droni o velivoli in avvicinamento sarà in grado di mettere fuori uso anche tutti i tipi di missili – anche ipersonici – diretti verso una portaerei andando a colpire direttamente il loro sistema di guida. Entro meno di un decennio il laser potrà disporre di una potenza tale da essere in grado di effettuare hard kills contro bersagli come Asbm (Anti Ship Ballistic Missile) dotati di Marv, veicoli di rientro manovrabili, e quindi essendo in grado di neutralizzare la minaccia dei missili come il cinese DF-26.

Non solo. Gli Stati Uniti stanno alacremente sviluppano un railgun, un cannone elettromagnetico, in grado di sparare proiettili ad una velocità impressionante (tra i 7200 ed i 9mila chilometri orari) che permetteranno di colpire direttamente con una precisione mai vista gli Ascm (Anti Ship Cruise Missile) e Asbm nella fase terminale del loro volo, in prossimità della nave. Attualmente tali armi sono in grado di sviluppare un’energia compresa tra i 20 e i 30 megajoule sufficiente per lanciare un proiettile di piccolissime dimensioni ad altissima velocità ma entro un decennio potranno di sviluppare energia sufficiente per dotarsi di proiettili più grandi.

Non bisogna dimenticare poi il Naval Integrated Fire Control-Counter Air (Nifc-Ca), il nuovo sistema difensivo antimissile e antiaereo integrato navale già in fase di integrazione con i sistemi parilivello alleati. Il Nifc-Ca utilizza diversi sensori, incluse appunto le piattaforme di quinta generazione come l’F-35 ed il sistema Aegis imbarcato, per estendere il proprio raggio di scoperta e ingaggio di possibili bersagli.

Oltre a tutte queste innovazioni, alcune già in via di introduzione, un Csg è già in grado di far fronte alle attuali minacce missilistiche attraverso gli ultimi ritrovati della guerra elettronica che sono letteralmente in grado di spegnere i sistemi di navigazione satellitare dell’avversario e così disturbare i sistemi di guida – almeno una parte di essi – nemici.
Le portaerei saranno ancora sulla breccia

Le portaerei, non solo quelle americane, saranno quindi ancora al centro della capacità di proiezione di forza e di deterrenza di uno Stato, ed in particolare vedremo in linea le due nuove della classe Ford in un arco di tempo che va dal 2032 al 2040.

Sbaglia chi crede che rappresentino uno strumento ormai obsoleto a causa delle nuove armi, come i missili ipersonici, che sarebbero in grado di colpirle “come un’anatra appollaiata”. Del resto l’efficacia di un sistema o di un mezzo da guerra è determinata dalla sua capacità di adattarsi alle nuove minacce unitamente al reale valore tattico. Se una corazzata durante la Seconda Guerra Mondiale era già ritenuta obsoleta, ma comunque in grado parzialmente di rappresentare una minaccia con la sua sola esistenza, la portaerei, che soppiantò proprio in quegli anni la corazzata nel ruolo di regina dei mari, ha ancora molto da dire proprio perché il concetto di proiezione di forza non può prescindere dall’arma aerea e perché è un asset passibile di continue migliorie tecniche.

Questo a prescindere dal fatto che la perdita di una capital ship come una moderna superportaerei americana (100mila tonnellate di stazza, 5500 uomini, 70 velivoli imbarcati) possa sicuramente rappresentare un duro colpo alla supremazia Usa sui mari.

http://www.occhidellaguerra.it/futuro-d ... aerei-usa/



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 30/04/2019, 14:35 
Dovranno sempre e comunque fare i conti con i progressi che faranno russi e cinesi dopo gli Zircon e i Df26 perché certamente non rimarranno a guardare!



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 30/04/2019, 20:29 
Certo; se quei fessi di americani pubblicano sempre tutto ........! [:306]



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 03/05/2019, 14:34 
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Pechino è pronta a schierare la prima portaerei costruita internamente dall’apparato cinese . Dimostrando di aver compiuto un enorme passo avanti sia nel campo dell’industriale, che nel campo strategico. Con questo vettore aeronavale, che presto verrà seguito da altri, la Repubblica popolare cinese potrà portare la sua influenza ben oltre la proprie coste e i propri avamposti militari nel Mar Cinese Meridionale; e questa capacità di “proiettare la propria potenza” per il Pentagono è una vera minaccia. Ragione per la quale tutti gli ultimi rapporti della difesa che sono finiti sulle scrivanie della Casa Bianca riportano alla stessa espressione: “China first” – la Cina è la prima minaccia a cui dover badare.

Le valutazioni dell’intelligence statunitense – recentemente aggiornate – mettono in guardia l’amministrazione Trump sulla potenza militare cinese e la sua portata. Il rapporto presentato al Congresso, proprio durante le ultime fasi di valutazione del budget da assegnare alla Difesa per l’adeguamento e l’implementazione dell’apparato militare americano in ogni sua declinazione, dimostra che la Cina è pronta a proiettare la sua potenza in tutta la regione dell’Indo-pacifico attraverso la sua nuova portaerei, la Shandong – rielaborazione cinese della portaerei a propulsione convenzionale classe Kuznetsov. La nuova portaeromobili, lunga 315 metri e larga 75, ha un dislocamento di circa 70.000 tonnellate e può raggiungere una velocità di crociera di 31 nodi. Secondo quanto riportato dalla stampa cinese dovrebbe essere in grado di imbarcare oltre 30 jet da combattimento J-15 “Flying Shark” e 17 elicotteri multiruolo Z-18.

Varata nel 2017 e sottoposta alle prove in mare, il suo impiego era previsto secondo le stime dei funzionari di Pechino “entro il 2020”. Questo momento secondo l’intelligence statunitense è arrivato. Dunque già nei prossimi 6/8 mesi l’unità potrebbe essere completamente operativa e prendere il mare per la sua prima missione di pattugliamento.

Il rapporto del Pentagono – che già da diversi mesi è deciso a spostare la massima attenzione sulla competizione strategica con Russia e Cina, tralasciando la lotta al terrorismo e le operazioni in Medio Oriente – afferma che la Marina Cinese (People’s Liberation Army Navy): “continua a trasformarsi in una forza globale, estendendo gradualmente la sua portata operativa oltre l’Asia orientale, denotando una capacità costante di operare a distanze sempre più ampie.”; il rapporto aggiunge: “nei prossimi decenni, si concentreranno sulla realizzazione di una Cina potente e prospera dotata di un esercito di “classe globale“, che garantisca uno status di grande potenza, con l’obiettivo di emergere ed essere preminente nella regione dell’Indo-Pacifico”.

Finora la Cina – che ha dimostrato di poter sviluppare e varare in pochi anni lo stesso numero di unità schierate dalle maggiori marine del mondo – poteva contare su un’unica e obsoleta porterei di produzione russa classe Kuznetsov, la Liaoning, acquistata come scafo dall’Ucraina nel 2002 e commissionata nel 2012. Questo vettore, insieme al nuovo, e una terza portaerei che potrebbe prevedere la propulsione nucleare, sono considerate da Pechino dei vettori necessari a proteggere le proprie coste e le proprie rotte commerciali – rotte che passano per le acque più “calde del pianeta” in questo momento, e che presto vedranno incrociare sia le portaerei americane che quelle britanniche.

Secondo le stime dell’intelligence americana, attualmente la Cina può contare sulla più grande flotta del mondo in termini di numero di navi, ma la tecnologia della quale sono dotate e la loro abilità al combattimento non sarebbero comparabili alle capacità possedute dall’Us Navy, che invece ha in linea ben 11 portaerei, oltre a diverse navi d’assalto anfibio capaci di lanciare aerei da combattimento ed elicotteri.

http://www.occhidellaguerra.it/china-fi ... DR1RoL_wk4



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 16/05/2019, 13:36 
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16 maggio 2019

In Italia c’è un problema: parlare della Difesa è difficile, specialmente se si tratta di spese. Per decenni, il nostro Paese ha voluto rimuovere l’idea che i governi dovessero in qualche modo far fronte alla sicurezza nazionale anche pagando (e molto) per gli apparati militari. Convinti che in fondo bastasse “demilitarizzare” l’opinione pubblica e che i nostri problemi sarebbero stati risolti da alleanze internazionali, gli esecutivi non hanno mai voluto approcciarsi alla spesa per la Difesa in maniera netta. Perché in fondo nessuno è in grado di far accettare al proprio elettorato in fatto che si necessario spendere soldi pubblici per le forze armate. E questo incide, sia a livello ideologico che a livello puramente elettorale.

Il problema è che la Difesa esiste. E non parlarne, o farlo come se si stesse discutendo di un tabù, non aiuta a far capire realmente il problema. Gli apparati militari ci sono, operano e l’Italia non può farne a meno. A meno che non si decida di delegare il tutto a Nato e Unione europea: o se ne esca diventando una sorta di Paese senza capacità strategiche.

Questo discorso, adesso, coinvolge anche Lega e Movimento Cinque Stelle. Dal momento che il governo giallo-verde, che è composto da anime molto diverse fra di loro, deve necessariamente discutere di Difesa. E il rischio è che l’ideologia di fondo del M5S limiti una modernizzazione degli apparati di difesa del nostro Paese che appare sempre più imminente e necessaria. Con la lega che inizia invece a rappresentare l’ala del governo più interessata a far sì che la Difesa ottenga i fondi necessari.

In queste ultime settimane si è tornato a discutere del programma per la difesa missilistica, con il tema di fondo rappresentato dallo scontro riguardo il sistema che dovrà sostituire i missili Aspide, che dopo una onorata carriera di 40 anni, stanno definitamente terminando la loro durata operativa standard. Cosa che in realtà è avvenuta già parecchio tempo fa ma che adesso diventa fondamentale. Il termine è il 2020: ma dalla Difesa tutto tace. Anzi, il pericolo è che al ministero abbiano eseguito l’input del ministro Luigi Di Maio che, quale leader politico del Cinque Stelle, aveva già detto a settembre di bloccare in commissione il tentativo di finanziare il nuovo sistema missilistico Camm-Er, che dovrebbe sostituire proprio il sistema Aspide. Un problema che per l’Italia non riguarda solo al modernizzazione delle armi, ma anche il fatto che senza un sistema adeguato che rispetti i nuovi standard Nato, potremmo avere difficoltà anche problemi relativi alla mancata capacità di adeguarci a quanto richiesto dall’Alleanza e dall’Unione europea, così come delle regole sulla sicurezza dei cieli. E il fatto che Di Maio abbia escluso per adesso l’opzione Camm-Er di fatto implica che l’Italia abbia un problema con la sicurezza dei nostri cieli. Il vice premier pentastellato, come riportato da Formiche, puntava il dito soprattutto sui costi del programma: 545 milioni di euro da spalmare in due tranche fino al 2031. Ma il rischio che l’Italia si trovi sguarnita nella difesa aerea, fuori dai giochi per quanto riguarda i grandi eventi, obsoleta rispetto alla Nato e all’Ue e con il Regno Unito (parte del programma) pronto a dar battaglia.

Ma la questione Camm-Er è solo l’ultima di una lunga serie di questioni ancora aperte. E che per l’Italia significano punti interrogativi fondamentali nell’ambito della Difesa. Prima del sistema missilistico che dovrebbe sostituire Aspide, c’è stato (e continua a esserci) il tema F-35. Il dossier divide ancora Lega e Movimento Cinque Stelle. E gli Stati Uniti premono affinché l’Italia rispetti i contratti già siglati. Specialmente perché Donald Trump non sembra essere un presidente eccessivamente accomodante nei confronti dei partner Nato. Ha chiesto che gli Stati aumentino le spese per la Difesa: e l’Italia non l’ha fatto. Ha chiesto che il governo italiano compri gli F-35 che aveva già preventivato, e Roma non ha risposto direttamente di sì. E ora rischiamo di avere un problema tecnico: cioè l’incapacità di sostituire il nostro parco aereo (visto che, in tutto questo, non si sta cercando un’alternativa) e quello, più politico, di andare contro gli Usa. Scelta assolutamente legittima: poi però è difficile andare a Washington a chiedere che la Casa Bianca ci dia una mano sulla Libia o con le agenzie di rating. Gli Stati Uniti non sono certamente intenzionati a fare sconti.

https://it.insideover.com/politica/ital ... mm-er.html

Qui si parla di quelli a corta gittata terra-aria in dotazione alla Marina ma quelli sul territorio ne siamo privi dal 1998 .......... Il Sistema "Nike" perché obsoleto; il sistema "Spada" perché con gittata troppo corta ...
Non esiste uno straccio di Difesa Antiaerea da più di 20 anni!

(Praticamente da quando sono in congedo; il sottoscritto lo faceva presente durante il servizio ... e infatti!) [^]



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 17/05/2019, 10:36 
[:)]


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Pilota elicottero d'attacco AH-64 "Apache" (spostando la testa, gira il cannone automatico M230 Chain Gun calibro 30 mm; 625 colpi/min.)



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 17/05/2019, 11:08 
Ufologo 555 ha scritto:
[:)]


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Pilota elicottero d'attacco AH-64 "Apache" (spostando la testa, gira il cannone automatico M230 Chain Gun calibro 30 mm; 625 colpi/min.)


Sperando che non si ubriacano.


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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 17/05/2019, 13:46 
Ufologo 555 ha scritto:
[:)]


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Pilota elicottero d'attacco AH-64 "Apache" (spostando la testa, gira il cannone automatico M230 Chain Gun calibro 30 mm; 625 colpi/min.)


Queste tecnologie si avvicinano sempre più ai videogiochi, è stupendo. guardando un documentario sui nuovi armamenti un tecnico della difesa USa diceva che per uno della sua generazione sarebbe difficile prendere confidenza subito con i nuovi mezzi mentre un ragazzino messo a bordo di uno di questi nuovi mezzi (lì si parlava di carri armati) si troverebbe subito a proprio agio e potrebbe perfino riuscire a guidarlo senza alcun addestramento perchè di fatto possiede già le conoscenze necessarie di base per usare i dispositivi elettronici che controllano il mezzo. Da un lato è tristissima come cosa, ma dall'altro è entusiasmante perché fa capire quanto la tecnologia stia diventando accessibile e più una tecnologia è accessibile e facile da usare più è complessa.

mi chiedo anche come mai l'uomo è così attratto dagli attuali dispositivi elettronici, ci riflettevo perchè osservando mio nipotino di poco più dio un anno spesso capita che prenda il telecomando e faccia il gesto di cambiare canale, o quando riesce ad afferrare un telefono incustodito da qualche parte prova a fare lo swipe con la mano. Non palra nemmeno ancora...



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 17/05/2019, 14:46 
... Siamo tutti ... ASSIMILATI. [^]


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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 18/05/2019, 03:04 
Massimo rispetto per i camalli.


Genova, portuali pronti a impedire l’attracco a nave saudita che trasporta armi: “Organizzeremo boicottaggio”


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I leggendari “camalli”, da sempre parte attiva nella vita sociale e politica della città, hanno ripreso lo slogan salviniano per dire: “Chiudiamo i porti alle armi, non alle persone”. Il cargo, con bandiera di Riyad, avrebbe a bordo armamenti che potrebbero essere utilizzati dalla coalizione del Golfo contro i civili in Yemen
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“Chiudiamo i porti alle armi, non alle persone”. A riprendere in chiave pacifista lo slogan simbolo di Matteo Salvini sono i portuali di Genova, i leggendari “camalli”, da sempre parte attiva nella vita sociale e politica della città. Il tema è l’arrivo nel porto ligure, lunedì 20 maggio, della Bahri Yanbu, un cargo battente bandiera saudita di proprietà della Bahri, compagnia marittima partecipata dal governo di Riyadh. Una nave che – ormai è certo – porta a bordo armamenti di fabbricazione europea diretti allo scalo saudita di Gedda, dove l’arrivo è previsto a fine mese. E non è difficile immaginare che la destinazione finale sia lo Yemen, dove l’esercito del principe ereditario Mohammad bin Salman combatte insieme alle forze lealiste contro i ribelli Houthi, in un conflitto che dura da quattro anni e ha causato più di 60mila vittime. In particolare, mercoledì 8 maggio la Yanbu avrebbe dovuto fermarsi nel porto francese di Le Havre per imbarcare otto cannoni semoventi di tipo “Caesar” prodotti dall’azienda di Stato francese Nexter, come rivelato dal sito d’informazione Disclose e confermato in televisione dalla ministra della Difesa transalpina Florence Parly. Ma, a causa della mobilitazione dei portuali e di una serie di ong (tra cui Amnesty International e Oxfam), era rimasta a navigare in circolo per tre giorni a 25 chilometri dalla costa, fino a quando, nella serata di venerdì 10, l’Autorità portuale non ha annullato la tappa.

Il timore dei “camalli”, ora, è che l’imbarco saltato in Francia debba avvenire a Genova. E sono pronti a mobilitarsi per impedirlo. Nella mattinata di giovedì, mentre il caso suscitava le prime attenzioni istituzionali, la notizia è stata smentita dallo stesso armatore: la Bahri ha comunicato all’Autorità portuale che in Liguria non saranno caricati né scaricati armamenti, invitandola a mettere a disposizione lo scalo. Ma intanto sono in corso accertamenti della Prefettura, che a breve dovrebbe decidere eventuali provvedimenti, fino all’ipotesi estrema di un diniego all’attracco, come già successo in Francia. I portuali, nel frattempo, hanno confermato l’assemblea già indetta per il pomeriggio di venerdì alla sala Chiamata del Porto nel quartiere di San Benigno, storico ritrovo della Culmv (Compagnia unica lavoratori merci varie), la società di servizi che riunisce oltre mille operai dello scalo. “Faremo il possibile perché nel nostro porto non passi alcun tipo di materiale bellico”, dice a Ilfattoquotidiano.it Enrico Poggi, ex gruista del Gmt (Genoa metal terminal) e segretario generale della Filt Cgil di Genova. “Se l’obiettivo è imbarcare armi organizzeremo un boicottaggio, come abbiamo sempre fatto a partire dal secolo scorso, quando da Genova dovevano partire gli ordigni americani destinati al Vietnam o ai Paesi del Golfo”.

“Ma anche se non fosse così – spiega Poggi – organizzeremo un presidio sotto la sede dell’Autorità portuale, insieme alle associazioni che hanno già aderito, per ribadire la nostra contrarietà alla vendita di armi europee a Stati che le utilizzano a scopo di aggressione, colpendo obiettivi civili. Come d’altra parte prevedono trattati internazionali ratificati anche dall’Italia”. Il riferimento è all’articolo 6 del Trattato Onu sul commercio delle armi entrato in vigore nel 2014 che impone agli Stati contraenti di “non autorizzare trasferimenti di armi convenzionali se sono a conoscenza del fatto che potrebbero essere usate in attacchi verso obiettivi civili”. Posizione fatta propria anche da Amnesty International che, anzi, chiama in causa pure i produttori di armi italiani: “È reale e preoccupante – scrive la ong – la possibilità che anche a Genova possano essere caricate armi e munizionamento militare. Negli ultimi anni è stato accertato da numerosi osservatori indipendenti l’utilizzo contro la popolazione civile yemenita anche di bombe prodotte dalla RWM Italia con sede a Ghedi, Brescia, e stabilimento a Domusnovas, in Sardegna”. Per Amnesty “esiste quindi il fondato pericolo che i porti italiani accolgano gli operatori marittimi che trasferiscono sistemi di armi e munizioni destinati a paesi in conflitto: armi che possono essere usate – com’è già accaduto – per commettere gravi violazioni dei diritti umani e che anche secondo i trattati internazionali firmati dal nostro Paese non dovrebbero essere consegnate”.

Tra i soggetti aderenti all’assemblea di domani anche la Comunità di San Benedetto al Porto fondata da Don Gallo, l’Arci e Oxfam Italia. Hanno preso posizione anche due deputate del Partito democratico, Raffaella Paita (già candidata alla presidenza della Regione, sconfitta nel 2015 da Giovanni Toti) e Lia Quartapelle: “Il porto attende il parere della Prefettura che rappresenta il governo e in particolare il Ministero dell’Interno. La Francia ha negato i suoi porti. Chiediamo che l’Italia faccia lo stesso. È possibile che per una volta Conte, Di Maio, Salvini e Toninelli si trovino d’accordo per salvare vite umane? Sarebbe il colmo se i porti italiani, che Salvini ha voluto chiusi a chi scappa dalle guerre, venissero aperti alle armi usate in quelle guerre”, scrivono.
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 Oggetto del messaggio: Re: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 18/05/2019, 15:40 
Bravissimi, anche perchè la costituzione vieta di vendere armi direttamente o indirettamente a strati in guerra.



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