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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 11/04/2019, 18:09 
bleffort ha scritto:
TheApologist ha scritto:
bleffort ha scritto:
Morley ha scritto:
Se vi sente Bibi si straccia le vesti e guai a voi.
Chi è Bibi. [:296]

Netanyahu, il boss :)
Ah!...allora zitti tutti. [:306]

E sentiamo un po: quale sarebbe stata l'alternativa a Netanyahu? Beh, informatevi, era un certo Benny Gantz, un ex comandante dell'Esercito israeliano, il quale tempo fa disse che avrebbe bombardato Gaza fino a ridurla all'età della pietra!!

Beh, al confronto (e meno male che ha vinto!), Netanyahu è un pacifista!



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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 11/04/2019, 18:11 
Allora anche Putin lo è! :)



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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 11/04/2019, 18:42 
TheApologist ha scritto:
Allora anche Putin lo è! :)

A suo modo si (ho sempre detto che Putin è un grande statista).



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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 12/04/2019, 11:24 
Gas sconosciuti sperimentati sui manifestanti palestinesi a Gaza

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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 08/05/2019, 14:44 
Immagine

Un conflitto infinito quello tra Israele e Palestina, che sembra sempre più lontano dal trovare una soluzione. Nonostante un nuovo cessate-il-fuoco sia entrato in vigore alle 2:30 (ora italiana) di lunedì mattina - grazie alla mediazione dell’Egitto -, negli ultimi giorni la miccia tra le due parti si è riaccesa, scatenando una delle battaglie più violente dal 2014.

In soli due giorni, sabato e domenica, una pioggia di almeno 450 razzi proveniente dalla Striscia di Gaza ha colpito il territorio israeliano, centrando anche il dipartimento oncologico dell’ospedale di Ashkelon. Immediata la reazione dello Stato ebraico, che ha risposto con raid aerei e il rafforzamento di “carri armati, artiglieria e fanteria” nel territorio di confine, preparandosi a una “imminente offensiva”. Un’escalation di violenza che ha mietuto vittime da entrambe le parti, ma che non può certo essere considerata un fulmine a ciel sereno. Alcuni episodi di tensione si erano già registrati nel mese di marzo, poco prima che le parti coinvolte nel conflitto si riunissero al Cairo per discutere la stipula di un accordo, sotto l’egida dell’Egitto.


Il patto in questione, mirato a ristabilire e stabilizzare il cessate il fuoco tra Israele e Hamas, prevedrebbe la fine dell’assedio sulla Striscia di Gaza e ulteriori concessioni da parte dello Stato ebraico, in cambio della garanzia che le proteste palestinesi rimangano pacifiche. Da più di un anno, infatti, il confine tra Gaza e Israele è infiammato da manifestazioni popolari al grido di “diritto al ritorno dei rifugiati, unità dei partiti palestinesi e fine dell’assedio a Gaza”. Inaugurate il 30 marzo 2018, nel contesto della Grande Marcia del Ritorno, le proteste hanno riunito gran parte del popolo palestinese in una resistenza pacifica che sarebbe dovuta durare per sei settimane, ma che, tra alti e bassi, si è protratta fino ad oggi.

Seppure i motivi del contenzioso tra Israele e Palestina siano ben noti, negli ultimi anni, le tensioni tra le due parti sono state acuite da alcune decisioni adottate dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. In particolare, il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele, con il conseguente trasferimento dell’ambasciata statunitense nella Città Santa, e le recenti dichiarazioni di Jared Kushner, consigliere senior di Trump, secondo il quale, il cosiddetto “accordo del secolo”, il piano di pace statunitense per il Medio Oriente, non farà riferimento a una soluzione a due Stati. Ragioni di malcontento che si vanno a sommare a quanto riferito sabato dal Jihad Islamico - il gruppo palestinese ritenuto il principale responsabile della violenza degli ultimi giorni -, ovvero la frustrazione nei confronti della lentezza delle concessioni israeliane, necessarie per allentare la morsa della crisi economica che sta attanagliando la Striscia di Gaza, “dell’avanzata coloniale israeliana e del continuo assedio di Gaza”.

Le motivazioni addotte dal gruppo palestinese non sono nuove. Ciò che stupisce, semmai, della recente escalation di violenza è il suo tempismo: il primo attacco palestinese - lanciato da un cecchino contro i soldati israeliani di pattuglia nel territorio di confine - è avvenuto in concomitanza con le trattative del Cairo, occasione nella quale Hamas si sarebbe dimostrato più conciliante e propenso a una soluzione di compromesso che tuteli il popolo palestinese. Tuttavia l’attacco diretto contro i soldati palestinesi da parte del Jihad Islamico ha fatto riflettere gli analisti, alcuni dei quali hanno avanzato l’ipotesi che il gruppo palestinese stia lavorando come proxy per l’Iran. Nonostante sia un’organizzazione sunnita, il Jihad Islamico avrebbe preso ispirazione dagli ideali sciiti che hanno ispirato la rivoluzione iraniana.

Ciò che accomuna il gruppo a Teheran è l’opposizione radicale nei confronti dell’esistenza di Israele, rendendo il conflitto israelo-palestinese una vera e propria guerra ideologica, e non soltanto una disputa territoriale. Tuttavia, il legame con l’Iran sarebbe anche economico, dal momento che proprio Teheran risulta essere il principale sponsor del gruppo. Recentemente, la preoccupazione che l’Iran si celi dietro l’escalation di violenza è stata espressa anche dall’ex consigliere generale e di sicurezza nazionale israeliano, Yaakov Amidror, secondo il quale, il Jihad Islamico sarebbe “stato istituito dall’Iran, finanziato dall’Iran e farebbe quello che gli chiede l’Iran”. In quest’ottica, l’obiettivo delle ultime azioni dell’organizzazione palestinese sarebbe creare un diversivo: costretto a concentrarsi sulla Striscia di Gaza, “lo Stato ebraico non avrebbe abbastanza forze per affrontare la costruzione di una macchina da guerra indipendente in Siria”.

Altro motivo di riflessione è il comportamento adottato dalle Forze di Difesa israeliane nei confronti di Hamas, molto diverso rispetto al passato. Nonostante l’esercito dello Stato ebraico abbia più volte ribadito di considerare Hamas l’unico responsabile di tutti gli attacchi provenienti dalla Striscia di Gaza, in questo caso ha accusato direttamente il Jihad Islamico, affermando che il gruppo avrebbe “trascinato Hamas ad innescare le attuali tensioni”. Non stupisce, dunque, che tra le vittime dei raid israeliani vi sia anche Hamed Hamdan Al-Khodari, considerato l’anello di congiunzione tra Teheran e la Striscia, che sarebbe stato responsabile del trasferimento di“fondi dall’Iran a Gaza” e le cui “attività finanziarie hanno contribuito in modo significativo all’avanzamento delle attività terroristiche e al rafforzamento militare dei gruppi terroristici nella Striscia di Gaza”.

http://www.lanuovabq.it/it/a-gaza-e-gue ... _2kI7V02G8



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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 09/05/2019, 12:20 
450 razzi? Nemmeno missili? Andiamo bene.
Secondo me... alla fine i Palestinesi di Gaza finiranno gazati dall'arsenale chimico di zion Abramo, che getterà la maschera d'agnello.



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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 09/05/2019, 12:39 
HAMAS È UNA CREAZIONE DEL MOSSAD

In un articolo apparso su l’Humanitè, uno storico israeliano conferma i sospetti di un micidiale sodalizio Sharon-Yassin. A spese della povera gente, di due intere nazioni
http://www.altrainformazione.it/wp/la-c ... el-mossad/

[:306]



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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 09/05/2019, 18:01 
Bastano pochi birilli nei punti cardine per mandare il mondo al contrario, da sempre funziona così sulla Terra, criminali si fanno capi alle loro compiacenti scimmie prolifiche, e la mattanza continua nei secoli dei secoli.

Tutti giochi delle parti dello stesso Giano, non vedi come ogni fa-zione si scanna con l'altra mentre Zione gode? Opera aliena.
Pensate davvero che i razzi palestinesi siano un traguardo raggiunto? Niente affatto, sono i petardi concessi dagli zioti per fare le vittime e scatenare le rappresaglie, in modo che la guerra continua tenga sotto controllo la Palestina. 7 decenni di recite belliche.



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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 09/05/2019, 21:16 
Morley ha scritto:
450 razzi? Nemmeno missili? Andiamo bene.
Secondo me... alla fine i Palestinesi di Gaza finiranno gazati dall'arsenale chimico di zion Abramo, che getterà la maschera d'agnello.


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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 09/05/2019, 22:36 
Israele trema per colpa di questi Palestinesi superarmati, esattamente come la polizia fa grancassa se ti trova in tasca uno spillone.

E' la tua "demoniocrazia", in cui il monopolio è legge, peggio del bolscevismo più becero.



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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 13/05/2019, 19:35 

Hamas e Israele: due prospettive a confronto



12 maggio 2019

La tregua tra Israele e Hamas regge. Un cessate-il-fuoco entrato in vigore nelle prime ore di lunedì per porre fine alla recente escalation di violenza che ha infiammato il confine tra la Striscia di Gaza e lo Stato ebraico.

Nei due giorni precedenti, almeno 450 razzi erano piovuti su Israele, centrando anche il dipartimento oncologico dell’ospedale di Ashkelon. La reazione dello Stato ebraico è stata immediata, con raid aerei e il rafforzamento della presenza di “carri armati, artiglieria e fanteria” nel territorio di confine.

Le due parti in gioco: Israele e Hamas

Si tratta dell’ennesimo scontro sul fronte caldo di Gaza, anche se, questa volta, il tempismo dell’escalation ha sollevato numerose perplessità tra gli analisti. Infatti, proprio mentre un cecchino palestinese colpiva – in chiaro segno di provocazione – alcuni soldati israeliani, le delegazioni di Israele e Hamas erano al Cairo, sedute al tavolo delle trattative.

La posta in gioco, come al solito, era la negoziazione di un accordo di pace, che prevedesse la fine del blocco di Gaza da parte di Israele, in cambio di manifestazioni palestinesi non violente.

Israele e Hamas sono due attori chiave nello scenario mediorientale: nemici giurati che, nonostante abbiano più volte invocato la distruzione della parte avversa, cercano di raggiungere una soluzione di compromesso.

Un rapporto dettato dalle necessità, senza dubbio, ma c’è di più. Forse – come sostiene l’analista Aaron David Miller – una vera e propria convergenza di interessi. Entrambi sono impegnati a tutelare i rapporti con l’Egitto – che si erge sempre più come mediatore del conflitto israelo-palestinese – e a impedire che l’Autorità nazionale palestinese (Anp) riesca nell’impresa di riunificare Cisgiordania e Striscia di Gaza sotto il suo controllo. Ora Hamas e Israele hanno bisogno l’uno dell’altro.
Nemici giurati

Già a partire dal 1987 – anno della sua fondazione – il Movimento islamico di Resistenza (Hamas), ha basato la legittimazione della sua esistenza sulla lotta contro lo Stato ebraico. Ciò, tuttavia, non gli ha impedito di mantenere relazioni concrete con Israele.

L’esistenza di Hamas dipende fortemente da Israele e dall’Egitto. Sono questi due Paesi, infatti, a consentire o meno il trasferimento di denaro dal Qatar alla Striscia di Gaza, a stabilire la quantità di elettricità che deve essere erogata nella Striscia e a determinare i limiti marittimi entro i quali i pescatori palestinesi possono esercitare la loro professione.

L’opposizione e la dipendenza da Israele costituiscono un paradosso che si riflette anche in ambito militare: Hamas ricorre alle armi sia per mantenere la sua legittimità sia per ottenere concessioni economiche da Israele. Esprimendosi attraverso escalation controllate, il Movimento ricorderebbe periodicamente a Israele di rappresentare una potenziale minaccia, nel caso non vengano esaudite alcune sue richieste, senza tuttavia rischiare di provocare una massiccia risposta dallo Stato ebraico.

Da parte sua, Israele reputa Hamas l’alternativa più tollerabile all’interno della Striscia di Gaza. Già negli anni Settanta, infatti, prima della fondazione del Movimento, lo Stato ebraico riteneva i gruppi islamisti palestinesi uno strumento utile per controbilanciare Al-Fatah.
Una collaborazione interessata

Con il passare degli anni, Israele e Hamas si sono rivelati sempre più interessati a stipulare accordi a lungo termine. Nel maggio 2018, Hamas ha dato la disponibilità per un cessate il fuoco della durata di un anno, in cambio della fine del blocco di Gaza, del rilascio di prigionieri appartenenti ad Hamas e dello sviluppo delle infrastrutture. Fino alle più recenti e già ricordate trattative del Cairo, in cui Israele e Hamas hanno fatto promesse reciproche.

Una tale disponibilità al compromesso dimostrerebbe, secondo l’analista Aaron David Miller, quanto entrambe le parti ritengano importante la collaborazione con il “nemico”. Sia Israele che Hamas sono consapevoli dell’improbabilità che, in caso di uno scontro all’ultimo sangue, una delle due parti possa riportare una vittoria totale, senza ingenti perdite umane, militari ed economiche.

Dal canto suo, Hamas sa di aver bisogno dell’accettazione de facto da parte di Israele, per questo opera per calmare gli animi dei palestinesi. Il Movimento è anche consapevole di non aver alcuna possibilità di sconfiggere l’esercito israeliano e dell’importanza del mantenimento di buone relazioni con l’Egitto, che controlla il valico di Rafah, un’importante frontiera internazionale situata tra la Striscia di Gaza e l’Egitto.

Non è nell’interesse d’Israele condurre operazioni militari a Gaza, che potrebbero rivelarsi troppo costose sotto diversi profili, e che in ogni caso lo distrarrebbe dal fronte con la Siria. Hamas, inoltre, si è dimostrata anche una controparte con la quale si riesce a negoziare e il suo allontanamento da Gaza creerebbe un vacuum facilmente colmabile da gruppi jihadisti più pericolosi, tra i quali lo Stato islamico, i cui fedelissimi sono molto presenti nella vicina Penisola del Sinai, o il Jihad islamico, responsabile della recente escalation di violenza proprio nella Striscia.

Entrambe le parti, insomma, beneficiano dello status quo. Non sostenendo l’Autorità Palestinese e non raggiungendo un accordo definitivo con Hamas, Israele si assicura che non venga raggiunta una soluzione a due Stati. Così anche il Movimento, nel tentativo di prendere il posto dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp), caldeggia il mantenimento di una soluzione “a tre Stati”.

https://it.insideover.com/politica/hama ... EQxaegaOtU



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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 13/05/2019, 20:14 
Ufologo 555 ha scritto:

Non è nell’interesse d’Israele condurre operazioni militari a Gaza
,

Ma mi faccia il piacere....



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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 13/05/2019, 20:21 
Allora faccelo tu! Israele desidera conquistare il mondo! Va bene così? [:305]



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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 13/05/2019, 20:48 
Il falso Israele desidera ardentemente morire, perchè quale nemico è più tremendo del proprio Dio?



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 Oggetto del messaggio: Re: GAZA: la guerra infinita
MessaggioInviato: 13/05/2019, 21:07 
Israele vuol solo vivere in pace infatti la guerra dei 6 giorni fu un attacco "preventivo" altrimenti quei paesi avrebbero attaccato e forse invaso Israele.



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