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Re: Ora tocca all'Iran...

23/07/2019, 12:45

Aztlan ha scritto:Molto dubbia come cosa visto che nessuno ha ancora capito cosa sia successo davvero... tra barche, mine, droni, sottomarini...

CMQ il punto è un altro: questa Storia non comincia certo ieri... Cosa ne pensi del contributo storico di Max? Anche il ministro
degli esteri inglese è un fanatico [?]

Tra l' altro ha tirato in ballo proprio quello di cui parlavo io, il golpe contro Mossadeq... e poi qui non si studia... eh già ma da una parte sola...



A che serve studiare quando puoi aspettare che la FEDE ATLANTISTA ti illumini la via?

Re: Ora tocca all'Iran...

23/07/2019, 13:27

Chi ci guadagna dalla crisi con l’Iran

23 luglio 2019

La crisi fra Iran e Occidente ha tanti sconfitti: ma di certo ha anche dei vincitori. E percorrere a ritroso il flusso dei guadagni di questa escalation serve anche a capire non chi potrebbe averla innescata – certamente troppo complessa per avere un solo artefice – ma aiuta a comprendere chi possa contribuire o avere interesse a che questa tensione non accenni a diminuire. Almeno nell’immediato.

La crisi sicuramente riguarda il petrolio. Questo è un dato chiarissimo dal momento che lo stretto di Hormuz è uno dei principali colli di bottiglia da cui transita il petrolio mondiale. I ricchissimi giacimenti mediorientali utilizzano i porti persici per riempire le superpetroliere che fanno poi rotta verso i mercati mondiali: in particolare quelli asiatici. E se è vero che l’impatto dell’escalation nel Golfo, almeno per il momento, non è stato così sensibile sul mercato del greggio, è altrettanto vero che esistono dei primi indicatori sul fatto che questo clima di tensione stia effettivamente avendo delle conseguenze. La prima è quella sul mercato dello shale oil e sulla produzione dei petrolio di scisto made in Usa.

In queste ore, il Wall Street Journal ha ricordato un elemento importante, fin troppo sottovalutato in questo periodo di tensione. Mentre il prezzo del petrolio continua a non avere grosse ripercussioni nonostante il sequestro di due petroliere e gli attacchi a quelle al largo delle coste emiratine e dell’Oman, i produttori di shale oil degli Stati Uniti sono i primi ad avvantaggiarsi del freno all’import-export di greggio dal Golfo. Washington non ha grossi motivi per interessarsi alle petroliere che solcano le acque antistanti l’Iran. Non è un Paese che importa grandi quantità di idrocarburi dal Medio Oriente, visto è considerata la sua produzione interna. Ma ha interesse, invece, a vendere il suo petrolio: specialmente quello di scisto. Soprattutto perché grazie all’aumento delle esportazioni americane, non solo diminuisce il rischio che vi sia un’impennata dei prezzi, ma gli Usa possono competere in un settore in cui, a livello mondiale, pagano l’assenza di vicini a cui vendere facilmente le proprie risorse energetiche. E la crisi del Golfo Persico così come le tensioni in Libia e il pericolo per le rotte petrolifere mediorientali rendono sì più costose le esportazioni di greggio, ma contribuiscono ad aumentare la produzione americana e quindi che siano gli statunitensi a evitare che l’escalation con l’Iran faccia aumentare il costo del petrolio.

Un circolo vizioso che però fa capire come gli interessi in gioco siano molti. E spesso bisogna unire tutti i tasselli per avere l’immagine migliore del mosaico che scaturisce da questa complessa e intricata crisi del Golfo che non può non essere letta anche con la lente degli interessi economici. Perché gli interessi strategici di un governo si misurano anche (se non soprattutto) in chiave economica. Ed è del tutto evidente che per Washington sia fondamentale non essere esclusi da un mercato di fondamentale importanza come quello energetico e petrolifero. Il che non significa che gli Stati Uniti vogliano impossessarsi del petrolio altrui;: significa controllare le rotte per avere più fette di mercato ed evitare non solo di non essere dipendenti dall’esterno (obiettivo strategico degli Usa da sempre) ma essere anche in grado di strappare quote alle superpotenze e potenze rivali e ai competitori regionali.

In questo senso, lo shale oil è una chiave di lettura fondamentale. Per gli Stati Uniti, i cosiddetti shale fields sono stati una “scoperta” che ha rivoluzionato il modo di vedere l’energia per i suoi strateghi. Washington si è scoperta per la prima volta in grado non solo di non dipendere dall’esterno ma anche di esportare i suoi prodotti. E se lo fa con il gas, lo può fare anche con il petrolio. Tanto è vero che le vendite di petrolio Usa stanno aumentando vertiginosamente da anni al pari della sua produzione. Gli stessi Paesi europei hanno incrementato sensibilmente l’acquisto di idrocarburi statunitensi nonostante l’evidente comodità di comprare prodotti dai giganti mediorientali, nordafricani o dalla Russia.

Questo chiaramente è dato anche da motivazioni politiche: ma l’interesse americano risultati perfettamente intatto e soprattutto chiaro. La produzione petrolifera americana aumenta costantemente (entro dicembre si stima che sarà toccata la quota dei 13,4 milioni di barili annui). Lo shale oil americano registra un incremento senza precedenti nella produzione e nella vendita. I produttori Opec tagliano la produzione per provar ad aumentare i prezzi senza però riuscire in un intento che Donald Trump fa di tutto per evitare che avesse successo. L’Iran è sotto pressione e con le sanzioni che ne minacciano il sistema economico. Gli alleati Usa saranno probabilmente coinvolti nell’Operazione Sentinella e adesso tutti monitorano il Golfo con la possibilità che il Regno Unito faccia da sponda europea per una rinnovata special relationship atlantica. Per adesso, tutto torna. Almeno per l’amministrazione americana.

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Re: Ora tocca all'Iran...

23/07/2019, 13:56

MaxpoweR ha scritto:A che serve studiare quando puoi aspettare che la FEDE ATLANTISTA ti illumini la via?

Quella atlantista non è una Fede, è solo la difesa dei nostri territori (e spesso anche dei nostri interessi internazionali).

Re: Ora tocca all'Iran...

23/07/2019, 14:30

sottovento ha scritto:
MaxpoweR ha scritto:A che serve studiare quando puoi aspettare che la FEDE ATLANTISTA ti illumini la via?

Quella atlantista non è una Fede, è solo la difesa dei nostri territori (e spesso anche dei nostri interessi internazionali).


'Azz... Ora ho capito! COME IN LIBIA!!! [:246]

Re: Ora tocca all'Iran...

23/07/2019, 17:01

Immagine
23 luglio 2019

Il Regno Unito è attualmente l’unica potenza coinvolta direttamente nella crisi delle petroliere, dal Golfo Persico a Gibilterra. Una nave britannica è sotto sequestro da parte dei Pasdaran iraniani, ferma nel porto di Bandar Abbas. E al largo della rocca di Gibilterra, poche settimane prima, i Royal Marines erano entrati in azione per fermare una petroliera che faceva rotta verso la Siria. La sfida non è solo Londra-Teheran: ma a questo punto è chiaro che la Gran Bretagna sia pienamente operativa e voglia risolvere il prima possibile l’escalation del Golfo Persico.

In queste ore, le mosse britanniche sono a tutto campo. Da un lato continuano incessanti i lavori della diplomazia per riuscire a far terminare il prima possibile il sequestro della Stena Impero. Uno smacco per una potenza come il Regno Unito, che da sempre fa della sua vocazione marittima il cardine della propria strategia. E avere una sua nave sequestrata dai Guardiani della Rivoluzione è un qualcosa che per molti inglesi appare intollerabile. Quello che fu l’impero britannico vede una sua nave catturata da un Paese in cui non è neanche in guerra: e questo è un fatto intollerabile specialmente dopo l’intervento delle forze di Londra sulla petroliera Grace 1 a Gibilterra. La risposta dei Pasdaran è stata molto più incisiva di quanto ci si potesse attendere dal quartier generale londinese. E adesso, per il governo britannico già impantanato nella Brexit e nel passaggio di consegne tra Theresa May e Boris Johnson, c’è una nuova grave crisi da risolvere.

Ieri il Regno Unito ha provato a smuovere definitivamente le acque. Dopo la riunione del Cobra, il comitato d’emergenza, il ministro degli Esteri Jeremy Hunt ha annunciato che il piano britannico prevede il lancio di una “missione internazionale a guida europea” per monitorare le acque del Golfo Persico, in particolare il controllo dello Stretto di Hormuz. “Cercheremo ora di mettere insieme una missione di protezione marittima a guida europea per sostenere il passaggio sicuro di equipaggio e carico in questa regione vitale”, ha detto Hunt in Parlamento, aggiungendo che “secondo la legge internazionale, l’Iran non aveva il diritto di ostacolare il passaggio della nave, figuriamoci sequestrarla”. E adesso bisognerà capire come possa formarsi questa coalizione, specialmente a seguito dell’annuncio di un altro progetto di missione internazionale, quello americano, formalizzato nella cosiddetta Operazione Sentinella.

La missione proposta da Londra è ancora in embrione e per adesso sono poche le certezze così come le adesioni anche solo verbali. Da Bruxelles non sono arrivate comunicazioni a riguardo e pare che solo la Francia sia disposta, per adesso, a sostenere la formazione di una coalizione navale per controllare le acque del Golfo. Florence Parly, il ministro della Difesa francese, ha avuto un colloquio telefonico con la sua omologa britannica Penny Mordaunt ricordando che “la libertà di navigazione nel Golfo è un grave problema di sicurezza per gli europei” confermando di voler “lavorare insieme per garantirla”. Mentre la stampa olandese ha confermato che il governo dell’Aia è stato contattato da quello britannico e dovrebbe riunirsi a metà agosto per decidere l’invio di una fregata nelle acque di Hormuz.

L’idea britannica potrebbe piacere agli Stati Uniti, che da tempo stanno vagliando l’ipotesi di una coalizione aeronavale per il Golfo Persico.Il Regno Unito è da sempre stato restio a un confronti diretto con l’Iran: prova ne è la volontà dei diversi primi ministri britannici di mantenere in vita l’accordo sul programma nucleare del 2015. E in queste settimane, come riportato anche dal Guardian, sono state molte le pressioni di Washington su Londra affinché si unisse alla task force progettata da Centcom per controllore le rotte petrolifere mediorientali. Le pressioni su Hunt sono state molte, Ma adesso, con l’elezioni di Boris Johnson a leader conservatore e futuro premier, potrebbe arrivare una svolta inaspettata in senso positivo. Il nuovo leader britannico è un acceso alleato amministrazione Trump. E la stessa idea del governo uscente di promuovere una missione a guida europea potrebbe essere un’immagine perfetta di una rinnovata alleanza fra le due sponde dell’Atlantico. Con il Regno a fare da cavallo di Troia della strategia americana in Europa.

Gli Usa vogliono il Regno Unito nella task force anti Iran, ma vorrebbero un coinvolgimento di tutti i partner europei (o anche mediorientali) dell’Alleanza atlantica. La mossa di Londra di promuovere una coalizione a guida europea potrebbe essere il frutto di un compromesso che di fatto conferma la linea dell’amministrazione repubblicana: controllare Hormuz e le rotte del petrolio ma senza un esclusivo coinvolgimento diretto. E in una fase di accelerazione della Brexit, l’asse fra Regno Unito e Stati Uniti potrebbe essere confermata anche e soprattutto nel Golfo Persico. Il tweet di Trump dopo l’elezione del nuovo leader del Regno è stato chiarissimo: “Sarà grande!”. E chissà che questo asse non si saldi proprio nelle bollenti acque che bagnano l’Iran. Lì dove i Pasdaran hanno messo sotto scacco quello che fu l’impero dei mari.

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[:291] Hanno detto la U.E. , mica la NATO!
(So che più o meno sarebbe la stessa cosa, ma .......) [;)]

Re: Ora tocca all'Iran...

23/07/2019, 17:10

Ma con tutto quell'affollamento, rimarrà spazio sufficiente per il transito delle petroliere? [:)]

Re: Ora tocca all'Iran...

23/07/2019, 18:10

Magari l'obiettivo è proprio quello, fermare il traffico di petrolio, affossare i sauditi e far schizzare il prezzo alle stelle in modo da potersi vendere il loro petrolio derivante dagli scisti bituminosi costosissimo o rendere redditizio quello venezuelano più a portata di fucile.

Re: Ora tocca all'Iran...

23/07/2019, 18:13

Temo che tu possa avere ragione... [B)]

Staremo a vedere...

Re: Ora tocca all'Iran...

23/07/2019, 20:48

Aztlan ha scritto:'Azz... Ora ho capito! COME IN LIBIA!!! [:246]

Io mi riferisco ai Governi Usa -Repubblicani- non ai Democratici.

Re: Ora tocca all'Iran...

23/07/2019, 20:49

Ufologo 555 ha scritto:Immagine
23 luglio 2019

https://it.insideover.com/politica/il-p ... e_redirect

[:291] Hanno detto la U.E. , mica la NATO!
(So che più o meno sarebbe la stessa cosa, ma .......) [;)]

Aggiungo soltanto una cosa: sarebbe ora!

Re: Ora tocca all'Iran...

24/07/2019, 04:37

non sei credibile

Re: Ora tocca all'Iran...

24/07/2019, 10:54

sottovento ha scritto:Ad ogni modo non credo abbia bisogno di traduzioni......

Britain reiterated warnings that it would take "robust" action if Iran did not release a UK-flagged oil tanker it seized in the Strait of Hormuz

https://edition.cnn.com/videos/world/20 ... nr-vpx.cnn


nb: questa faccenda mi ricorda la lezione che gli argentini ebbero dagli UK alle Falkland.


Gli Argentini non avevano nei loro confini la Russia e la Cina che potevano alimentare in abbondanza la guerra con le armi più sofisticate, inoltre il carattere degli Iraniani avendo alle spalle una grande civiltà millenaria e un Impero, non sono facilmente sottomettibili. [:305]
Ultima modifica di bleffort il 24/07/2019, 10:58, modificato 1 volta in totale.

Re: Ora tocca all'Iran...

24/07/2019, 10:57

sottovento ha scritto:
Ufologo 555 ha scritto:Immagine
23 luglio 2019

https://it.insideover.com/politica/il-p ... e_redirect

[:291] Hanno detto la U.E. , mica la NATO!
(So che più o meno sarebbe la stessa cosa, ma .......) [;)]

Aggiungo soltanto una cosa: sarebbe ora!


Se l'Europa si rende indipendente alla NATO, potrebbe essere che sarebbero ca...i anche per gli americani e tanti sbagli da pazzoidi non li farebbe. [:305]

Re: Ora tocca all'Iran...

24/07/2019, 13:38

Non ci sperare, l'Europa anticristica segue il Serpente, che sta per mandarla allo sfascio bellico per procura contro quei cattivi barbuti che vorrebbero togliere quel piatto succulento dalla tavola dei maiali omologati dal signore.

Chissà perchè i "barbuti" sono tanto incazzati? Sarà merito dell'Accidente? Mi sa.

Re: Ora tocca all'Iran...

24/07/2019, 13:41

bleffort ha scritto:Se l'Europa si rende indipendente alla NATO, potrebbe essere che sarebbero ca...i anche per gli americani e tanti sbagli da pazzoidi non li farebbe. [:305]

Già, e poi chi ci garantisce un ombrello difensivo? Spariamo addosso ai nemici pollo & vodka?? [:297] ...per non parlare dell'importanza del MUOS.
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