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 Oggetto del messaggio: Re: ORRORI SENZA FINE ...
MessaggioInviato: 28/07/2019, 10:14 
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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
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 Oggetto del messaggio: Re: ORRORI SENZA FINE ...
MessaggioInviato: 28/07/2019, 12:01 
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È passato un mese e un giorno da quando, il 27 giugno, è venuto alla luce lo scandalo di Bibbiano, emerso grazie all’inchiesta “Angeli e Demoni” coordinata dal pubblico ministero Valentina Salvi (sostituto alla procura di Reggio Emilia) e avviata nella seconda metà del 2018 per l’anomala quantità di presunti maltrattamenti su minorenni, di cui i servizi sociali dell’Unione Val d’Enza avevano accusato i genitori.

A distanza di un mese - per evitare i soliti tentativi, del resto in atto fin da subito, di minimizzare o insabbiare fatti e responsabilità - può essere utile fare il punto sulla vicenda, che unisce indebiti giri di denaro pubblico, coperture politiche e un’ideologia ostile alla famiglia che vede in prima linea esponenti del movimento Lgbt.

Sei i fascicoli relativi ad affidi (per sette bambini in totale) passati al vaglio degli inquirenti e oggetto dell’ordinanza di 277 pagine firmata dal giudice per le indagini preliminari, Luca Ramponi. Ma nei giorni scorsi, come ha riferito il Corriere, il Tribunale dei minori di Bologna ha disposto di estendere i controlli a oltre 70 casi, relativi agli ultimi due anni.

Tra gli indagati ci sono assistenti sociali, medici, politici, psicologi e psicoterapeuti, accusati a vario titolo di maltrattamenti su minori, abuso d’ufficio, depistaggio, falso in atto pubblico, frode processuale, peculato d’uso, tentata estorsione, violenza privata. Alcuni dei minori strappati alle loro famiglie manifestano oggi segni di profondo disagio quali tossicodipendenza e autolesionismo, ragion per cui tra le accuse vi è quella di lesioni gravissime in relazione ai traumi procurati.

Negli ultimi giorni le cronache hanno raccontato che alcuni dei bambini ingiustamente sottratti ai genitori sono potuti tornare in famiglia.

LA POSIZIONE DI CARLETTI

Uno dei 27 indagati della prima ora è il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, del Pd, delegato per le politiche sociali dell’Unione Val d’Enza e accusato di abuso d’ufficio e falso. Secondo l’ordinanza, Carletti e altri, in concorso di reato, avrebbero omesso di fare «una procedura ad evidenza pubblica per l’affidamento del servizio di psicoterapia avente un importo superiore a 40.000€» e così «intenzionalmente procuravano un ingiusto vantaggio patrimoniale al centro studi Hansel e Gretel, i cui membri Foti Claudio, Bolognini Nadia e Testa Sarah esercitavano sistematicamente, a nessun titolo, l’attività di psicoterapia a titolo oneroso con minori asseritamente vittime di abusi sessuali e/o maltrattamenti». Agli stessi Foti, Bolognini e Testa era concesso «l’utilizzo gratuito dei locali della pubblica struttura “La Cura” di Bibbiano, messi a loro disposizione dall’Unione Comuni Val d’Enza (che pagava il canone annuale di locazione)».

In particolare Carletti agiva «in costante raccordo con la Anghinolfi [Federica]» ed essendo «pienamente consapevole della totale illiceità del sistema». Sempre il sindaco del Pd, intanto autosospesosi dal partito, che gli ha espresso solidarietà, «si era personalmente occupato» dell’istituzione del centro La Cura e ne aveva «assunto la paternità in diverse occasioni pubbliche», anche promuovendo convegni in cui lui stesso faceva da relatore e ai quali «venivano invitati a partecipare (retribuiti) Foti e la Bolognini», con il fine di sostenere e ampliare le attività del centro piemontese Hansel e Gretel. Rispetto al quale, scrive il gip, «forniva copertura politica».

ALTRI 2 INDAGATI: EX SINDACI DEL PD

Ai 27 indagati iniziali se ne sono aggiunti presto altri 2, anch’essi, come Carletti, provenienti dal Pd: si tratta di Paolo Colli e Paolo Burani, ex sindaci rispettivamente di Montecchio Emilia e di Cavriago, entrambi comuni della Val d’Enza. L’accusa per loro è di abuso d’ufficio.

IL RUOLO DI FEDERICA ANGHINOLFI

Persona chiave dell’inchiesta è la già citata Federica Anghinolfi, dirigente dei servizi sociali della Val d’Enza nonché nota attivista Lgbt, ritenuta dal giudice «il deus ex machina della gestione dei presunti abusi». La Anghinolfi ha per anni partecipato a manifestazioni e convegni vari per promuovere la causa degli affidi e delle adozioni per persone gay, insistendo sulla necessità di combattere l’«omofobia» e la «transfobia» di chi difende la famiglia naturale, verso cui manifesta avversione. Nella stessa ordinanza si legge che «sono state la sua stessa condizione personale e le sue profonde convinzioni ad averla portata a sostenere con erinnica perseveranza la “causa” dell’abuso da dimostrarsi ad ogni costo». Evidentemente anche quando questi presunti abusi, in famiglia, non esistevano.

È in ragione di questa ideologia, emergente dalle stesse carte dell’inchiesta, che la Anghinolfi, in concorso con altri, ha prodotto «una sistematica pluralità di falsi in atto pubblico» al fine di allontanare i minori dalle loro famiglie. Sempre a questo scopo, diversi degli indagati operavano per indurre falsi ricordi nei bambini e spingerli a confessare abusi o maltrattamenti mai subiti. Così, oltre a falsificare le relazioni, la Anghinolfi operava «in collaborazione con gli psicologi […] nel costruire una avversione psicologica dei minori per la famiglia d’origine».

La Anghinolfi aveva fatto promesse di affidi senza scadenza (stravolgendo così il senso stesso dell’affido) e, riferisce Il Resto del Carlino, si sarebbe servita di una lavoratrice precaria per documentare affidi fantasma, facendo transitare denaro pubblico verso il centro Hansel e Gretel.

NO ELETTROSHOCK

Gli psicologi non si sarebbero comunque serviti dell’elettroshock, come hanno riportato le prime cronache dei giornali. La tecnica usata è quella dell’EMDR, una tecnica lecita come ha spiegato Silvana de Mari su questo quotidiano, se usata in modo rigoroso e con domande neutre.

BAMBINI A COPPIE LESBICHE

Uno dei casi oggetto dell’indagine riguarda una bambina con crisi epilettiche, data in affidamento a una coppia lesbica, quella formata da Daniela Bedogni e Fadja Bassmaji, quest’ultima in passato compagna della stessa Anghinolfi. Sia la Bedogni che la Bassmaji sono a loro volta indagate per maltrattamenti nei confronti della bambina loro affidata. Altri due bambini erano stati affidati a una coppia lesbica, formata dalla madre dei due e dalla compagna per la quale la prima aveva lasciato il marito, che solo in questi giorni ha potuto rivedere i suoi figli, dai quali era stato allontanato con falsi pretesti, tra cui un’accusa di «omofobia» (clicca qui).

CLAUDIO FOTI E IL CENTRO HANSEL E GRETEL

Altra persona chiave è Claudio Foti, direttore del centro Hansel e Gretel, a cui sono stati nel frattempo revocati gli arresti domiciliari (sostituiti con un obbligo di dimora a Pinerolo) perché il tribunale del Riesame, in merito a uno dei capi d’accusa, cioè la presunta manipolazione della mente di una ragazza, non avrebbe trovato, come riferisce il suo avvocato, «gravi indizi di colpevolezza» a suo carico. Rimane l’accusa di abuso d’ufficio in concorso. Inoltre, poco dopo la revoca dei domiciliari, è emerso che Foti è indagato ora anche per maltrattamenti nei confronti della seconda moglie, Nadia Bolognini (indagata a sua volta), e dei figli, sulla base di intercettazioni in cui si sente tra l’altro la Bolognini dire all’uomo: «E poi andiamo a fare convegni sulla tutela dei minori…».

Foti, con il suo centro Hansel e Gretel, è la stessa persona coinvolta in altre drammatiche vicende recenti, come quella avvenuta nella Bassa Modenese sul finire degli anni Novanta (oggetto dell’inchiesta giornalistica “Veleno”, pubblicata su Repubblica), quando la sua onlus prestò alcune delle consulenze che condussero all’allontanamento di 16 bambini dalle loro famiglie, con i genitori che vennero accusati falsamente - come emerse negli anni successivi - di aver compiuto riti satanici sui piccoli.

I NUMERI

Secondo i dati di un documento contabile dell’Unione Val d’Enza, riferiti da Reggio Sera, i minori «dati in affidamento sono stati 0 nel 2015, 104 nel 2016, 110 nel 2017 e 92 nei primi sei mesi del 2018». Questo aumento improvviso dei casi di affido era stato denunciato l’anno scorso da Natascia Cersosimo - esponente del Movimento 5 Stelle - dopo che aveva ottenuto di accedere ai documenti dell’Unione Val d’Enza, perché intanto era stata avanzata la richiesta di varare un aumento di spesa di 200.000 euro per i servizi sociali. Dalle carte, si scoprì pure che i minori in strutture d’accoglienza erano 18 nel 2015, 33 nel 2016, 40 nel 2017, 34 nei primi sei mesi del 2018. Sempre Reggio Sera riferisce che quel documento indicava una spesa per gli affidi di 245.000 euro nel 2015, 305.000 nel 2016, 327.000 nel 2017 e, in proiezione, 342.000 per il 2018. Altra progressione era stata quella delle spese per le psicoterapie: 6.000 euro nel 2015, 31.000 nel 2017, 27.000 nei primi sei mesi del 2018. Un’impennata anche per le prese in carico per violenza: 136 nel 2015, 183 nel 2016, 235 nel 2017, 178 nel primo semestre del 2018.

C’è poi la seduta della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, di cui era presidente la piddina Sandra Zampa (grande sostenitrice delle “unioni civili”): è il 14 luglio 2016 e la Anghinolfi viene invitata, insieme al sindaco Carletti, a parlare del modello Val d’Enza, incensato in apertura di seduta dalla stessa Zampa. La Anghinolfi dava questi dati: «Per quanto riguarda la Val d’Enza, è un’Unione che ha 62.000 abitanti, 12.000 dei quali minorenni; in carico come area della tutela ne abbiamo circa 900, di questi circa 90 sono vittime di abusi sessuali, gravi maltrattamenti, violenza assistita e violenza psicologica […]. Nella casistica dei 90 prima citati, 31 sono di violenza sessuale, 26 di violenza assistita, 19 di maltrattamento fisico». Pochi giorni dopo un articolo della Stampa esaltava il modello Val d’Enza, con dichiarazioni di Carletti e Anghinolfi, la quale lamentava la mancanza di soldi pubblici e se la prendeva con «l’idea della famiglia patriarcale padrona dei figli».

LA COMMISSIONE REGIONALE D’INCHIESTA

Ieri il parlamento dell’Emilia Romagna ha votato per istituire una commissione d’inchiesta sul sistema di tutela dei minori. Il voto è arrivato solo dopo l’approvazione, da parte della stessa assemblea regionale, della legge «contro le discriminazioni» delle persone Lgbt, con Roberta Mori del Pd - estranea all’inchiesta “Angeli e Demoni” ma sostenitrice degli stessi eventi su adozioni e affidi per gay cui partecipavano tre delle indagate (Anghinolfi, Bassmaji, Bedogni) - come relatrice di maggioranza e i 5 Stelle a votare con il centrosinistra. Una legge che nel suo articolato, al di là dei fini ‘ufficiali’, riflette la stessa cultura anti-famiglia emersa nello scandalo affidi e rappresenta una minaccia alla libertà d’espressione (clicca qui). Il che è come dare la risposta contraria a quella necessaria.
Ermes Dovico

http://www.lanuovabq.it/it/bibbiano-un- ... AzxWwszpts



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MessaggioInviato: 28/07/2019, 20:13 
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Il sospetto più grande, dopo aver appreso l’intera dinamica degli affidi di Bibbiano è che ci sia un movente Lgbt dietro gli scandali. Dubbio più che lecito se analizziamo con lucidità quelli che ormai sono dati di fatto: tra le persone arrestate per lo scandalo dei bambini tolti dai genitori a Reggio Emilia appare Federica Anghinolfi, che, secondo gli inquirenti, è uno degli elementi di spicco della rete degli affidi illeciti.
Federica Anghinolfi, è anche conosciuta attivista LGBT e paladina della genitorialità gay e dell’affido alle coppie omosessuali. Basta una veloce ricerca per scoprire le sue numerose partecipazioni a numerosi convegni sul tema, come quello dello scorso maggio 2018 a Mantova dal titolo «AffidarSI: uno sguardo accogliente verso l’affido LGBT», in cui peraltro sarebbero state presentate le esperienze e – si legge testualmente – le «buone pratiche di Comuni virtuosi che da tempo hanno avviato progettualità specifiche» al riguardo. In alcune intercettazioni agli atti dell’inchiesta Angeli e Demoni, la dirigente Federica Anghinolfi, parla con coppie che fanno parte di alcune associazioni lgbt. In queste telefonate la dirigente rassicurava le coppie affidatarie circa la durata “sine die” degli affidi, che invece avrebbero dovuto essere temporanei. E quasi sempre le famiglie affidatarie erano appartenenti ad associazioni Lgbt di una città del sud Italia. Da quello che sta emergendo con chiarezza dall’inchiesta, gli aspiranti genitori si presentavano da lei chiedendole affidi temporanei, ma poi le esprimevano i loro timori: e se i bambini fossero tornati alle loro famiglie d’origine? E se nel frattempo si fossero affezionati?
Ecco allora che la Anghinolfi li rassicurava: se i genitori continuavano a essere ritenuti inadeguati dai servizi sociali, i figli non avrebbero mai potuto tornare dai genitori naturali e gli affidatari li avrebbero avuti definitivamente.
Ed è proprio sulla scia di questo terribile dubbio che, Fratelli d’Italia, ha chiesto più volte di approfondire le modalità degli affidi chiedendo informazioni circa la sussistenza di un movente ideologico LGBT dietro questo sistema illecito. Lo ha fatto con un’interrogazione al Senato, con un’interrogazione alla Regione Emilia Romagna ed infine con richieste di chiarimenti in molti Comuni della Regione interessata, ricevendo sempre risposte insoddisfacenti, rivolte principalmente a sviare la domanda con accuse di strumentalizzazione o di assurde esigenze di privacy delle coppie omosessuali.

L’ultima richiesta di chiarimenti è stata fatta dal Parlamentare Fdi Alberto Balboni durante il Question time al Senato, rivolto al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Balboni ha chiesto di sapere quanti bambini oggi siano stati affidati a persone single e, tra queste, quante si dichiarino omosessuali. Balboni ha semplicemente chiesto al Ministro di poter approfondire quali siano state le motivazioni che hanno portato a preferire la scelta di un affido ad una coppia gay in alternativa a quella prioritariamente indicata dalla legge: affidamento a famiglie con minori.

Un’interrogazione che risponde all’inquietante dubbio nato ormai nella mente di tutti coloro che hanno seguito la vicenda, e che sono stati colti dal terribile interrogativo della sussistenza di un movente ideologico Lgbt dietro il complesso sistema degli affidi dei minori.
Ma il Ministro Bonafede ha risposto che “nella nostra Democrazia e Costituzione non ci potrà mai essere spazio per una qualsiasi banca dati che possa monitorare i nostri cittadini o censirli per l’orientamento sessuale”. Eppure Fratelli d’Italia non ha mai chiesto di schedare o inserire in una banca dati l’orientamento sessuale dei cittadini, e francamente risultano sorprendenti le affermazioni del ministro della Giustizia Bonafede. Nell’interrogazione si chiedeva solamente e lecitamente, a seguito di quanto emerso dalle indagini, di approfondire l’ipotesi dell’esistenza di un pregiudizio ideologico a favore di affidatari gay nell’affidamento dei bambini.
Per questo la risposta di Bonafede appare l’ennesimo tentativo di sviare l’attenzione su questo nuova ed inquietante ipotesi. Tra l’altro il Ministro alla Giustizia, più che a bizzarre ipotesi censistiche, dovrebbe vigilare sul rispetto delle leggi, che in questa vicenda sono state pesantemente violate.
Nel frattempo finalmente esce allo scoperto anche la Chiesta che, tramite il vescovo di Reggio Emilia Camisasca, rompe il silenzio: “Uno scandalo che nasce da una ideologia antifamiglia”.

Mons. Massimo Camisasca, commentando su Radio Vaticana i fatti al centro dell’inchiesta ha parlato di un problema serio perchè ha, al suo cuore, i bambini, la realtà più significativa, preziosa ed importante che abbiamo nella nostra realtà sociale e a cui deve essere prestata una attenzione somma.
E questa attenzione, prosegue Camisasca, non pare esserci stata; e cosa ancora più grave è il terribile sospetto di una “prevaricazione ideologica”, che ci fa pensare che i bambini siano stati usati per e in nome di un progetto concettuale che intende “punire la famiglia”.
Ciò di cui dobbiamo preoccuparci, sostiene Camisasca, sono i “trend culturali ed i trend ideologici, che naturalmente attraversano anche i partiti, ma che determinano direttamente questa visione sbagliata della famiglia, dei rapporti tra genitori e figli e della necessità di “punire la famiglia” quando invece andrebbe sostenuta, aiutata ed appoggiata.
Dal canto nostro riteniamo che a fronte di tutto quello che sta emergendo non si possa assolutamente tacere, con buonapace di chi griderà sempre e comunque alla “strumentalizzazione”.

https://www.lavocedelpatriota.it/bibbia ... chiarezza/



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MessaggioInviato: 28/07/2019, 20:27 
BIBBIANO a "Chi l'Ha Visto"

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https://www.facebook.com/movimentocinqu ... 005454795/

DA NON CREDERE!



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MessaggioInviato: 28/07/2019, 20:30 
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https://www.gospanews.net/2019/04/11/ba ... lCAz5VrQGs



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MessaggioInviato: 29/07/2019, 10:12 
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Si sentivano il fiato sul collo, braccati dagli investigatori e, i “demoni” avevano bisogno di sviare le indagini. Lo facevano attraverso pressanti e ripetute telefonate ai genitori affidatari. “Non fatevi intimorire dalla divisa”, dicevano. Una divisa che indagava, che cercava di vederci chiaro. È quanto emerge dalle carte della Procura di Reggio Emilia, che ha smascherato il presunto giro d’affari illecito che si nascondeva dietro il sistema degli affidi dei minori della Val d’Enza.

Il depistaggio

La madre affidataria di due bambini, seguiti dai servizi sociali, viene chiamata dai carabinieri e convocata per un colloquio con la richiesta di portare le fatture e tutta la documentazione necessaria a certificare i pagamenti per le sedute di psicoterapia a cui erano tenuti ad andare i due minori. Una telefonata che coglie di sorpresa la donna e la insospettisce. Lei e il marito, in effetti, erano stati i primi a chiedere spiegazioni sul metodo di pagamento degli incontri con gli psicologi. I due si domandavano come mai i soldi destinati a pagare gli psicologi dovessero passare da loro. Il denaro, infatti, veniva prima caricato sul conto corrente della famiglia affidataria che, poi, lo versava agli psicologi della Onlus “Hansel e Gretel”, finita al centro dell’inchiesta. Un giro contorto, che ha insospettito la coppia. Più volte, infatti, i due genitori affidatari hanno provato a chiedere spiegazioni ma nulla. Nessuno era in grado di dare risposte chiare.

Le intercettazioni

“Non capisco nemmeno il passaggio.. Perchè devi dare a me questi soldi e poi io te li devo dare…” chiede al telefono il papà affidatario a Francesco Monopoli, uno degli assistenti sociali finito nel registro degli indagati: “Questioni amministrative” risponde e taglia corto.

I dubbi erano tanti e le domande degli investigatori pressanti. Dopo la telefonata ricevuta dai carabinieri, la madre affidataria decide di chiamare nuovamente l’assistente sociale Francesco Monopoli per informarlo dei fatti. Era lui che seguiva il loro caso. L’assistente sociale le confida che “i carabinieri stanno facendo delle verifiche su tutti gli affidi, e che lui non ne sa niente.” Ma la pressione si faceva sentire. Il cerchio stava per stringersi attorno ai “demoni” di Reggio Emilia e loro lo sapevano.

Francesco Monopoli esorta la donna ad andare all’incontro con i carabinieri assieme al marito. La madre risponde di no, spiegando che i carabinieri avevano chiamato solo lei e quindi sarebbe andata da sola ma l’assistente sociale ribatte con un forte “no!”. A quel punto la donna accetta di andare all’incontro con il marito, a cui passa la cornetta del telefono per proseguire la conversazione. Ed è proprio con il marito che l’assistente sociale inizia l’opera di persuasione e convincimento. “Non lasciarla andare da sola”, insiste. Ma la telefonata continua e l’assistente sociale comincia a dare al padre consigli dettagliati su come comportarsi di fronte alle autorità. “Se gli fanno domande particolari rispetto a valutazioni…non rispondete - ordina l’assistente sociale - sopratutto se vi fanno domande non adeguate vi devono spiegare…voi chiedete perchè vi stanno chiamando…qual è l’oggetto”. Ripete più volte gli stessi concetti durante la conversazione Monopoli, quasi a far sembrare di essere preoccupato dalla notizia. Tanto che, ad un certo punto, sottolinea: “Menomale che me lo avete detto va…diciamo così… - e poi aggiunge - ma non vi fate intimorire dalla divisa voglio dire…”

Insomma, l’assistente sociale sperava che la famiglia facesse muro persino ai carabinieri. Niente doveva uscire da quell’incontro. Bocche cucite. Pure con le forze dell’ordine. Le intercettazioni che ilGiornale.it ha potuto visionare parlano chiaro. Eppure, in questa vicenda, dei dubbi restano.

Perchè tanta preoccupazione per le risposte alle domande degli investigatori se Francesco Monopoli non aveva niente da nascondere? In realtà, secondo le carte, gli indagati “erano ben consapevoli delle irregolarità della situazione (se non della sua completa illegitimità)” e, tra le pagine dell’ordinanza, il procuratore sottolinea che ciò si evince anche “dal tentativo di Monopoli, in corso d’indagine, di orientare le dichiarazioni degli affidatari.”

Secondo la Procura tutti sapevano cosa stavano facendo e, a quanto pare, erano consapevoli pure di essere finiti nell’occhio del mirino. Ma niente fermava i protagonisti del losco giro d’affari. D’accordo, fino alla fine, nel nascondere la sabbia sotto il tappeto. Anche a costo di plagiare, con l’inganno, persone che avrebbero voluto solo fare del bene, come i genitori affidatari. Ignari di tutto. Anche loro vittime dell’orribile “sistama” di Bibbiano.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 32804.html



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MessaggioInviato: 29/07/2019, 13:52 
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Stamattina Repubblica si occupa di Bibbiano e lo fa parlando di “strategia della distrazione”.
Avete capito bene, non un’inchiesta su uno scandalo nazionale che colpisce i bambini, coloro che non si possono difendere, ma una invettiva contro l’onda social di sdegno che si è abbattuta sui protagonisti di questa drammatica vicenda, tra cui alcuni esponenti locali del Partito Democratico coinvolti nell’indagine.

Non un attacco a chi è stato in silenzio per settimane, come il segretario del Partito Democratico Zingaretti, ma una ramanzina a chi non è stato zitto, a chi chiede giustizia, a chi si è ribellato a buona parte del sistema mediatico che ha preferito “oscurare” la vergogna che si è consumata per anni in provincia di Reggio Emilia, invece di realizzare doverose inchieste giornalistiche su questo scandalo. Repubblica non riporta, in questo articolo, che il Garante per i minorenni che applaudiva il sistema dei servizi sociali di Bibbiano, era stato nominato dal PD; invece si scaglia contro il MoVimento 5 Stelle e quei cantanti, giornalisti e persone comuni che sui social non hanno voluto abbassare l’attenzione su “Angeli e Demoni”, che non hanno voluto ignorare il dolore di famiglie distrutte e di bambini segnati per sempre. Parlare di Bibbiano per Repubblica è solo una strumentalizzazione, con persone che hanno lavorato a questo per “distrarre” gli italiani. Ma non si vergognano? Stiamo parlando di bambini tolti alle loro famiglie, di abusi, di stupri, di vite spezzate. Hanno provato, per un attimo, a mettersi nei panni di quelle persone, di chi si è visto sottrarre il proprio figlio dalla culla da un momento all’altro? È disumano!

Noi teniamo alta l’attenzione su Bibbiano non certo per coprire Savoini e la Russia ma perché è giusto farlo. E se Repubblica preferisce oscurare le vergognose vicende di Bibbiano dica i veri motivi anziché cercare scuse ed inventarsi “onde social”. E mentre loro vaneggiano, noi presentiamo una proposta di legge per istituire una Commissione d’Inchiesta su affidi minori e interveniamo con la Squadra speciale di giustizia per la protezione dei minori, presieduta dal Ministro Bonafede, perché la protezione dei bambini è in cima alla lista degli impegni del nostro Governo.

https://www.ilblogdellestelle.it/2019/0 ... mF6NRQ4Z7c



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MessaggioInviato: 29/07/2019, 18:10 
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La Procura di Modena, infatti, dopo che sono stati presentati tre esposti, ha avviato un fascicolo di indagine per riesaminare le vicende dei presunti pedofili della Bassa di ventidue anni fa: in ipotetico legame tra la vicenda del passato e quella del presente potrebbe riguardare il centro studi Hansel e Gretel di Torino – di cui è stato arrestato il responsabile, Claudio Foti – visto che i suoi esperti psicologi avevano interrogato i bambini dell'inchiesta Veleno.

Un'inchiesta che all’epoca portò all'allontanamento di 16 bimbi dalle rispettive famiglie, accusate di pedofilia e di compiere riti satanici.

Il fascicolo conoscitivo è stato aperto su iniziativa del Procuratore capo Paolo Giovagnoli. Al momento non risultano esserci indagati, né sarebbero previsti interrogatori o convocazioni, bensì solo un'attenta analisi della documentazione.

Parlando alla Gazzetta di Modena, Giovagnoli spiega: "Siamo in una fase iniziale. Abbiamo aperto un fascicolo conoscitivo per cercare di ricostruire le vicende di allora. È un fascicolo ancora ad ampio raggio. Trattandosi di fatti di più di vent'anni fa, può darsi pure che eventuali reati siano prescritti".

http://www.ilgiornale.it/news/ora-riapr ... 33210.html



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 Oggetto del messaggio: Re: ORRORI SENZA FINE ...
MessaggioInviato: 29/07/2019, 19:58 
SILVANA BRUNO: IL GRIDO DI AIUTO DEI BAMBINI STRAPPATI!

https://www.facebook.com/groups/377124796278137/



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 Oggetto del messaggio: Re: ORRORI SENZA FINE ...
MessaggioInviato: 30/07/2019, 20:07 
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Il "sistema Bibbiano" funzionava così. E a spiegarlo agli inquirenti ci ha pensato proprio una delle assistenti sociali indagate nell’ambito dell'inchiesta Angeli e Demoni, accusata di falso ideologico, frode processuale, violenza privata e tentata estorsione.


Cinzia Magnarelli ha parlato al gip Luca Ramponi e grazie alla sua confessione ha ottenuto la revoca della misura cautelare e potrà tornare a lavorare a Montecchio Emilia.

"È vero, ho modificato quelle relazioni ma l'ho fatto a causa delle pressioni che subivo dai miei superiori. Mi sono adagiata per del tempo ma poi non ce la facevo più: per questo ho chiesto il trasferimento", le parole della donna, così come riportate da La Verità. Un racconto utilissimo per le indagini, quanto agghiacciante per il modus operandi di Federica Anghinolfi e colleghi. E quando la Magnarelli ne capì l'andazzo, chiese il trasferimento, ottenendolo nel settembre 2018: "Il clima era quello un po' della caccia alle streghe…".

Cinzia Magnarelli spiega al quotidiano: "Io ho sempre pensato di muovermi nella massima tutela per i minori […] Il motivo per cui ho deciso di fare richiesta di trasferimento dal servizio che stavo svolgendo a un altro servizio, sempre nella pubblica amministrazione, è che mi ero resa conto che il servizio sociale utilizzava come criterio principe il controllo invece dell'aiuto". E spiega: "Laddove certe problematiche si sarebbero potute risolvere con il supporto alle famiglie, si prediligeva comunque la valorizzazione degli elementi che potevano portare a una richiesta di trasferimento del bambino a sede diversa da quella familiare. Nel corso del tempo ho metabolizzato il funzionamento del sistema. Il lavoro che facevo all' interno dell'equipe veniva criticato dai miei superiori. Nelle relazioni che sarebbero poi state mandate alla magistratura c'era sempre una predilezione per una visione dell'educazione del bambino scollegata dalla famiglia. Non veniva ritenuto equo e adatto il supporto all’interno della famiglia...".

Insomma, i suoi superiori spingevano oltremodo per togliere quei piccoli ai propri genitori e darli così in affido, grazie a relazioni taroccate che venivano mandate al Tribunale dei Minori, che giudicava così i casi avendo in mano documenti falsificati e che spingevano i giudici a scegliere la strada dell'affido. Ecco spiegato come funzionava il crudele "sistema Bibbiano".


http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 33624.html



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 Oggetto del messaggio: Re: ORRORI SENZA FINE ...
MessaggioInviato: 31/07/2019, 10:01 
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Circa 6 anni fa su Il Foglio raccontai più volte le vicende della Bassa Modenese dove era stato coinvolto anche un sacerdote innocente. Intervistai anche un criminologo che spiegava bene quanto l’accusa, falsa, di pedofilia sia spesso motivata da vendette tra ex coniugi, affari di quanti nutrono il business di certe case famiglia e ricatti di vario genere. Legavo, dunque, tante accuse ingiuste a motivi economici e di vendette personali.

Oggi dopo il Forteto (di cui si parla ben poco, pur avendo rappresentato per decenni un santuario della sinistra toscana) e Bibbiano, è chiaro che c’è dell’altro: c’è anche l’ideologia anti famiglia. Foti, il guru accusato ora anche di violenze in famiglia, vede abusi ovunque e parla di 1 bambino abusato ogni 5. Pura follia! Una simile cifra non esiste neppure nel paese degli orchi (me lo testimonia anche mio padre, per 6 anni presidente di un tribunale minorenni).

Alcuni sulla stampa hanno ipotizzato anche che la sua fobia sia dovuta all’aver subito lui stesso delle violenze da piccolo. Ma c’è di più. A sostenerlo, a farlo diventare un guru, un fustigatore alla Robespierre, è un mantra che leggiamo sui giornali più diffusi da almeno 15 anni: “la famiglia è il luogo dove avvengono le violenze!!“.

Ricordo titoloni del genere in occasione di prediche di Benedetto XVI in difesa della famiglia, titoloni analoghi in occasione dei Family Day o ogni volta che per qualcuno occorreva difendere il matrimonio gay e l’utero in affitto (etc…). Sempre certi ambienti mettono avanti e diffondono questo concetto: la famiglia è il luogo primario di violenze e abusi! Quindi tutto il resto è meglio! Con che goduria lo abbiamo sentito ripetere, questo concetto, innumerevoli volte su Repubblica, Espresso, Unità, Liberazione…

Certo, poiché il 100 per 100 delle persone nascono e vivono a lungo in una famiglia, nella famiglia accadono anche tante cose negative, ma ciò dovrebbe portare a difendere e rendere migliore la famiglia, non a demonizzarla. Invece, sia al Forteto che a Bibbiano, i ladri di bambini avevano una idea ben precisa: che i bambini siano da salvare proprio dalla famiglia, tanto più se così antiquata da essere composta da un uomo e una donna! Di qui la relazione tra certi assistenti sociali e psicologi, ed amministrazioni del Pd fortemente improntate ad un forte disprezzo per questo istituto così millenario, statico, immutabile, sacro. E, proprio per questo, da distruggere!

https://loccidentale.it/bibbiano-i-bamb ... ciMQcCLI74



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 Oggetto del messaggio: Re: ORRORI SENZA FINE ...
MessaggioInviato: 31/07/2019, 13:11 
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Insomma, report bugiardi per togliere i bambini alle famiglie e darli in affido: ecco spiegato, in breve, il crudele "sistema Bibbiano" scoperto dall'inchiesta Angeli e Demoni.

Lo ha spiegato agli inquirenti una delle assistenti sociali indagate, accusata di falso ideologico, frode processuale, violenza privata e tentata estorsione. La Magnarelli, interrogata dal gip Luca Ramponi ha confessato le malefatte, ammettendo le proprie colpe e dichiarando di aver scritto il falso su ordine dei superiori.

Ecco, grazie al suo racconto ha ottenuto la revoca della misura cautelare e potrà tornare a lavorare a Montecchio Emilia, dove era arrivata nel settembre 2018 dopo aver chiesto il trasferimento da Bibbiano, non riuscendo più a tollerare i meccanismi di Federica Anghinolfi e colleghi, dopo aver eseguito gli ordini ed essere stata una pedina fondamentale negli ingranaggi del "sistema Bibbiano".

Così si è spiegata a LaVerità: "Io ho sempre pensato di muovermi nella massima tutela per i minori […] Il motivo per cui ho deciso di fare richiesta di trasferimento dal servizio che stavo svolgendo a un altro servizio, sempre nella pubblica amministrazione, è che mi ero resa conto che il servizio sociale utilizzava come criterio principe il controllo invece dell'aiuto".

E in tutto questo, invece, il sindaco Pd di Bibbiano continua a rimanere agli arresti domiciliari. Al primo cittadino dem Andrea Carletti, infatti, che non è accusato di reati commessi contro i bambini, ma è indagato – in quanto delegato dei servizi sociali dell’Unione dei Comuni della Val d' Enza – per abuso d'ufficio e falso ideologico (per cui solitamente non è previsto il carcere preventivo), è stata negata la revoca della misura cautelare.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 34102.html

Capito? Siccome è stata pavida, avendo pavuto paura di perdere il posto di lavoro ("annullando" la vita dei bambini) ora, "giustamente" le ridanno il suo ...posto!

Questa è l'Italia; questa è la "giustizia"; questo è il nostro ... "Paese"!



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MessaggioInviato: 31/07/2019, 13:37 
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Capito il PD? Non "mangiano bambini" ma............... [:(!]



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MessaggioInviato: 01/08/2019, 15:27 
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Nelle terribili vicende descritte nell'inchiesta Angeli e Demoni tanto si è parlato degli elettrodi posizionati sui bambini sottratti dai servizi sociali alle rispettive famiglie. Oggi, continuando la lettura della Ordinanza del Gip, La Pressa dà conto di cosa esattamente riferiscono le carte su questo tema.
Lo strumento, come si evince, viene descritto in particolare da Nadia Bolognini come la 'macchinetta dei ricordi'. La Bolognini è una figura centrale nell'indagine. Compagna di Claudio Foti, direttore dell’area evolutiva Centro Studi Hansel e Gretel e socia con Foti stesso di Sie srl, è stata protagonista di diversi convegni nei quali presentava, anche in chiave teatrale, il suo approccio nei confronti dei bambini.

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In particolare qui riportiamo il convegno del maggio 2016 patrocinato dalla Regione Emilia Romagna, 'Quando la notte abita il giorno' con la stessa Bolognini e la regia della Bassmaij. Fadia Bassmaji, ricordiamo, è ex compagna di Federica Anghinolfi, affidataria di una bambina e anch'ella indagata.

Guarda su youtube.com



Ma torniamo alla 'macchinetta dei ricordi'.
'Il nome generico utilizzato dalla Bolognini per lo strumento è 'macchinetta dei ricordi'. Si tratta di uno strumento non commercializzato in Italia dotato di impulsi elettromagnetici erogati mediante elettrodi che venivano collegati ai piedi o posti tra le mani dei minori e prospettato ai piccoli pazienti come finalizzato alla emersione dei ricordi degli asseriti traumi presenti nella mente dei minori e alla relativa sostituzione con ricordi positivi e di diversa natura. L'utilizzo dello strumento è certo avvenisse in totale assenza del consenso da parte dell'esercente la responsabilità genitoriale: di tali consensi non vi è traccia documentale nè i genitori sentiti hanno specificato di essere stati informati dell'utilizzo di tale strumento e che loro fosse richiesto uno specifico consenso'.

E ancora: 'E' indubbio che i genitori o altri legali rappresentati dei minori fossero informati esclusivamente della terapia psicologica, non certo di un utilizzo di strumento non commercializzato in Italia, di dubbia efficacia e certo non previsto dai protocolli di psichiatria infantile in casi di tal genere'. 'Certamente chi porta il proprio figlio a colloquio con uno psicologo non immagina certo che questo gli attacchi mani e piedi elettrodi stimolatori di una siffatta macchinetta'. 'Di tale carente consenso la Bolognini psicologa era ben consapevole come doveva certamente esserlo della esigenza della acquisizione del consenso come pure della estravaganza rispetto ad ogni protocollo accettato in Italia dell'uso di tale strumento'. 'Si è trattato di costringere i piccoli sottoposti a terapia a tollerare l'imposizione sul proprio corpo (mani e piedi) degli elettrodi e a subire il passaggio degli impulsi sia pure a bassa intensità'.
L'obiettivo degli psicologi? Come il Gip afferma, è sempre lo stesso: 'Fare emergere l'abuso a tutti i costi'.

https://www.lapressa.it/notiziario/la_n ... 74tLMVfpfQ

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 Oggetto del messaggio: Re: ORRORI SENZA FINE ...
MessaggioInviato: 02/08/2019, 19:50 
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Reggio Emilia, 2 ago – Finalmente l’ex giudice Francesco Morcavallo ha trovato orecchie disposte ad ascoltarlo. Orecchie che vogliono conoscere ogni particolare ancora celato riguardando lo scandalo degli affidi illeciti della Val d’Enza. Sì perché Morcavallo è stato testimone diretto dell’orrore operato dagli orchi dei servizi sociali di Bibbiano, denunciando con altri due colleghi le irregolarità e gli abusi del sistema di affidi, e scontrandosi contro il muro di gomma delle omertà e delle omissioni, giocandosi anche la carriera di magistrato.

Denunce inascoltate

Ora che il vaso di Pandora è stato scoperchiato e tutti si interessano al caso Bibbiano, l’ex giudice ha gioco facile: ma non è sempre stata così. In un’intervista apparsa ieri sul Giornale.it aggiunge nuovi tasselli a quell’inferno. Innanzitutto parlando delle anomalie di tipo amministrativo. “Abbiamo fatto degli esposti su anomalie enormi”, spiega. “Sparivano fascicoli. Noi decidevamo di riassegnare i bambini alle famiglie naturali ma, le nostre decisioni venivano revocate da altri giudici. Noi mandavamo i bambini a casa e, dopo poco, venivano riportati via”. Nessuno operava controlli sull’attendibilità delle segnalazioni dei servizi sociali. “Non c’era e non c’è una verifica. Il giudice deve verificare due cose, che la relazione contenga dei fatti che giustifichino le valutazioni e che quei fatti siano veri. Il giudice deve accertare i fatti per capire se deve provvedere e come farlo.” E Morcavallo, segnalando queste irregolarità, si è tirato la zappa sui piedi. “Ci sono stati dei veri e propri provvedimenti nei miei confronti poi, successivamente, annullati dalla Cassazione”. Fino alla decisione di lasciare il tribunale dei minori. “Non ce la facevo più. É doloroso trovarsi ad operare consapevole di essere al centro di un sistema del genere, senza riuscire a fare niente. É disumano. Ho dovuto dimettermi.”

Chi controlla i controllori

Una cosa è certa, l’ex giudice prima di arrendersi le aveva provate tutte. “Io e altri due colleghi abbiamo denunciato tutto al Csm, alla Procura Generale, alla Corte di Cassazione, a tutte le autorità di garanzia. Ma nulla. Nessuno si è mosso. Per fortuna ci ha pensato la procura di Reggio Emilia”. Ma per Morcavallo il sistema è una cane che si morde la coda: “Il problema è che in queste istituzioni operano gli stessi referenti politici dei gestori di questo sistema assurdo”. Un’accusa alle istituzioni quindi, che invece di vigilare, si giravano dall’altra parte, o peggio coprivano. “Ha sentito un magistrato, un presidente di un tribunale, un componente del Csm, chiedere scusa? Non dico dimettersi. Solo chiedere scusa. Non è stato fatto. Qualcuno è arrivato persino a dire ‘io sono la vittima’, che credo sia anche offensivo per le vere vittime di questo sistema”.

Lo strapotere dei servizi sociali

L’ex magistrato punta il dito contro l’enorme potere che i giudici assegnavano ai servizi sociali, libero di fare il bello e il cattivo tempo sulla pelle di minori e famiglie naturali: “Facevano subito un provvedimento urgente che, come minimo, era di affido del bambino ai servizi sociali. Questo è come dire ai servizi sociali da questo momento tu, fai quello che vuoi. Sottoporre il bambino a terapie, fagli fare dei percorsi in cliniche diagnostiche, terapie psicofarmacologiche, molto spesso addirittura lo allontanavano e disponevano che venisse portato in una casa-famiglia”. Morcavallo è di un’altra scuola: a Panorama spiegò che “che l’interesse del minore debba prevalere, e che il suo restare in famiglia, là dov’è possibile, coincida con questo interesse. È la linea meno invasiva, la stessa seguita dalla Corte costituzionale e dalla Corte europea dei diritti dell’uomo”.

L’eterno ritorno alla casa famiglia

Da lì partiva l’iter di controlli, sedute di psicoterapia, visite, relazioni (spesso inventate, come abbiamo visto), processi penali, che nonostante finissero con l’assoluzione dei genitori naturali, non garantivano il ritorno a casa dei bambini sottratti alla famiglia naturale. “Innanzitutto, la verifica del tribunale dei minori è autonoma da quella del tribunale penale ed è molto più lenta. Ma il punto è che subentrano degli altri fattori di valutazione che non dovrebbero subentrare.” L’iter, cioè, ripartiva dall’inizio, con verifiche e relazioni. Quasi tutte falsificate. “Il punto è che le relazioni vengono fatte dalle associazioni che seguono il bambino preso in causa, dalla casa-famiglia in cui vive… dagli stessi che hanno tutto l’interesse che la situazione rimanga invariata, che non vogliono che il bambino torni a casa. I soggetti sono gli stessi che sperano che gli affidamenti siano tanti e lunghi”. Quindi i servizi sociali hanno pieno potere e sono liberi di amministrarlo nel peggiore dei modi: “Il potere glielo danno i giudici – spiega – L’assistente sociale di per sé non ha uno strumento per fare questo certo tipo di cose. O, comunque, non ha uno strumento per farle in modo durevole. L’unica cosa che consente la legge, oggi, all’assistente sociale è la possibilità, in caso di emergenza, di prendere un bambino e allontanarlo dalla famiglia ma per il periodo dell’urgenza. Vale a dire massimo pochi giorni. Periodo che, per essere prolungato necessita di una decisione di un giudice. I terapeuti, gli psicologi, non hanno assolutamente gli strumenti giuridici per costringere la famiglia a soggiacere a quel trattamento”.

La buona fede non è un’attenuante

Senza contare che i cosiddetti “giudici onorari” di cui doveva essere composta parte del collegio giudicante erano spesso in conflitto di interesse: erano “psicologi, sociologi, medici, assistenti sociali. Che spesso hanno fondato istituti. E a volte addirittura le stesse case d’affido che prendono in carico i bambini sottratti alle famiglie, e proprio per un’ordinanza cui hanno partecipato”…Ma i giudici sapevano o semplicemente non si erano accorti di cosa stesse succedendo? “In ogni caso è comunque grave”. La buona fede non è un alibi quando sarebbe doveroso essere vigili. “Mi domando solo se sia possibile che dormissero se sono dieci anni che gli viene detto che non devono fare in questo modo, che non devono prendere per buona la relazione, ma devono verificare i fatti”.

https://www.ilprimatonazionale.it/crona ... to-126384/



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