«La prova dell'accordo del Metropol è nel cellulare di Savoini»
Una foto del pezzo di carta con i dettagli dell'accordo raggiunto tra i partecipanti all'incontro avvenuto all'hotel Metropol di Mosca il 18 ottobre del 2018: è quanto ha trovato la procura di Milano nei cellulari di Gianluca Savoini, Gianluca Meranda e Francesco Vannucci, i tre italiani indagati per corruzione internazionale nel cosiddetto Russiagate, secondo Repubblica e Il Fatto Quotidiano.
PER I PM È LA PROVA CHE L'ACCORDO FU PERFEZIONATO
Nell'analisi sui telefonini sequestrati, sarebbe stata trovata la foto di un foglio sul quale sono appuntate le percentuali da dividere tra la Lega (4%, ovvero circa 65 milioni) e gli intermediari russi (6%) nella compravendita di una partita di gasolio del valore di circa 1 miliardo e mezzo. La foto, che sarebbe stata scatta da Meranda, sarebbe stata poi spedita a Savoini e Vannucci. Per il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e i pm Sergio Spadaro e Gaetano Ruta, scrive Repubblica, è questa la prova che quella mattina al Metropol l'accordo venne perfezionato.
IL VIA LIBERA DEL RIESAME AL SEQUESTRO DEL CELLULARE
L'acquisizione di dati dal telefono di Savoini è stata avviata il 24 settembre scorso. Un accertamento tecnico volto a realizzare una copia forense del contenuto del telefonino e, in particolare, di una chat che gli investigatori, per problemi tecnici, non erano riusciti ad aprire. Il cellulare è stato sequestrato lo scorso 15 luglio (il Riesame di recente ha confermato la validità delle perquisizioni e dei relativi sequestri). Nel frattempo, nell'inchiesta da inizio settembre sono cominciate e stanno andando avanti anche in questi giorni acquisizioni di documenti negli uffici dell'Eni, che ha sempre ribadito la sua estraneità all'indagine.
Io non ho mai visto o chiesto niente e nessuno della Lega ha visto o chiesto niente. Possono fare e pubblicare tutti i disegnini che vogliono
Matteo Salvini
In merito alle ultime indiscrezioni il leader della Lega Matteo Salvini ha commentato: «Non c'è un dollaro, una lira, un fiorino, un rublo. Io non ho mai visto o chiesto niente e nessuno della Lega ha visto o chiesto niente. Possono fare e pubblicare tutti i disegnini che vogliono. Aspettiamo che chiuda l'inchiesta che va avanti da un anno. Parliamo di cose serie, questa non è una cosa seria».
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