Con questo articolo non ci occupiamo di "trucchi e parrucchi", ma di questioni inerenti al metodo scientifico ed alla fisica, traendo spunto dalle cosiddette "celle temporalesche autorigeneranti", recente invenzione degli pseudo-meteorologi.
Se solo il mondo dell’”informazione” fosse scadente – ed usiamo un eufemismo – non saremmo in queste deplorevoli condizioni. Pensiamo al milieu “scientifico” arroccato su teorie inverosimili e pregiudizi: gli scienziati dovrebbero avere l’onestà intellettuale di proporre le loro ipotesi come tali, non come verità assolute. Nonostante tutte le critiche e le confutazioni con cui sono state aggredite, ad esempio, la teoria della relatività di Einstein (di cui alcuni prodromi si trovano già in Poincaré ed in De Pretto) e la teoria evoluzionista di Darwin ed epigoni, gli accademici continuano a presentarle come indiscussi ‘dati di fatto’. Se gli scienziati sono così dogmatici ed ignoranti, figuriamoci i loro valletti, noti anche come disinformatori o negazionisti.
Manca del tutto un approccio epistemologico con cui porre delle questioni fondamentali. Non ci si accorge delle incongruenze all’interno dei vari modelli ed ambiti? Come conciliare l’entropia che regola il macrocosmo con fenomeni probabilmente sintropici che paiono accadere nell’universo quantistico? Perché non si ha l'umiltà di riconoscere che i paradigmi scientifici non sono verità assodate, perfette ed esaustive descrizioni del cosmo? Inoltre una descrizione, per quanto accurata, è pur sempre una raffigurazione di un referente, non il referente stesso, è un po’ come la mappa rispetto al territorio.
Il problema è il seguente: nelle università, soprattutto nei corsi "scientifici", ignoranti saccenti insegnano a studenti che, una volta laureatisi, saranno ancora più ignoranti dei loro professori, giacché pieni di preconcetti e di dogmi. Ora, non affermiamo che tutto quanto si trasmette negli atenei è errato, perché alcune ipotesi e certe acquisizioni del sapere accademico sono plausibili, ma un vero ricercatore dovrebbe porsi la domanda: ‘E se consolidate teorie fossero del tutto o in parte errate?” In fondo, basterebbe applicare il principio di falsificabilità enunciato da Popper. Non pretendiamo che si giunga all’anarchismo metodologico di Feyerabend, ma che almeno si applichino i criteri di Kuhn affinché si considerino gli indirizzi scientifici come momenti culturali suscettibili di cambiamenti, anzi di rivoluzioni. Bisognerebbe liberarsi dal totalitarismo scientifico che pontifica, distinguendo tra vero e falso, dimenticando in primis che la scienza è un linguaggio e che, come ci ricorda Wittgenstein, “i limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo”.
Oggigiorno la scienza, accantonando ogni coerenza interna, da indagine del ‘reale” è diventata instrumentum regni o, peggio, propaganda. Vediamo l’esempio dell’entropia. L'entropia è la grandezza termodinamica che esprime la tendenza dei sistemi chiusi e termicamente isolati ad evolvere verso uno stato di equilibrio termodinamico. Il concetto di entropia fu introdotto da Clausius che affermò: "L'entropia dell'universo è in continuo aumento". Essa di solito si manifesta con una dissipazione di calore. In parole semplici, il secondo principio della termodinamica asserisce che, in un sistema chiuso, l’energia tende a disperdersi sicché diminuisce la capacità del sistema di compiere un lavoro. Perché questa “regola”, valida in ogni campo empirico, non si verifica più nel caso, ad esempio, delle cosiddette celle autorigeneranti o delle scie di “condensa” persistenti che sono senza interruzione alimentate da un’umidità sempre crescente e che proviene da non si sa da dove? Le celle autorigeneranti nonché le scie persistenti ed in continua espansione contraddicono il citato secondo principio, eppure la scienza o, meglio l’ideologia pseudo-scientifica, le proclama a gran voce per tentare di smentire l’esistenza delle cosiddette scie chimiche.
Bisogna prendere con il beneficio del dubbio molte teorie in voga: dalla teoria dell’atomo primordiale (o teoria del Big bang, elaborata da Lemaître, presbitero... gesuita) al Darwinismo, dalla relatività all’inflazione etc. sono tutte costruzioni più ingegnose che convincenti dove spesso, per far quadrare i conti, si ricorre ad un’interpolazione, come la gravità o la materia ed energia oscura. Non ci si accorge che il cosmo einsteniano è assurdo? Con il vuoto che si curva, la luce che piega a causa della gravità, i corpi che si muovono lungo geodetiche, lo spazio-tempo che si contrae o si dilata… Più che un modello persuasivo, è un paradigma astruso i cui “riscontri empirici” sono il frutto di equivoci ed interpretazioni errate di fenomeni che si possono spiegare in altri modi, appoggiandosi ad altri sistemi.
Tra l’altro, motivare qualcosa con la gravità, è per lo meno avventato, visto che è l’unica interazione non mediata da particelle, non solo, la sua natura intrinseca è misteriosa e contraddittoria: da un lato, infatti, è una forza potente, perché attrarrebbe anche corpi massicci verso di sé, dall’altro è debole, visto che la si può vincere con un semplice magnete.
All’interazione gravitazionale nella concezione einsteniana sono conferite portentose ed enigmatiche qualità, come quella di piegare il “tessuto” spazio-temporale. Aveva ragione Nikola Tesla. "La teoria della relatività, in ogni caso, è più antica dei suoi attuali sostenitori. Fu avanzata oltre duecento anni fa dal mio illustre connazionale Boscovich, il grande filosofo, che, non sopportando altre e più varie occupazioni, scrisse un migliaio di volumi di eccellente letteratura su una vasta varietà di argomenti. Boscovich si occupò di relatività, includendo il cosiddetto ‘continuum spaziotemporale’… La relatività ha un magnifico abito matematico che affascina, abbaglia e rende la gente cieca di fronte ad errori impliciti. La teoria è come un mendicante vestito color porpora che la gente ignorante scambia per un re, i suoi esponenti sono uomini brillanti, ma sono metafisici, più che fisici. … Io continuo a ritenere che lo spazio non possa essere curvo, per il semplice fatto che esso non può avere proprietà. Sarebbe come affermare che Dio ha delle proprietà. Egli ha solo attributi di nostra invenzione. Di proprietà si può parlare solo per la materia che riempie lo spazio. Dire che in presenza di corpi enormi lo spazio diventa curvo è equivalente ad affermare che qualcosa possa agire sul niente. Io mi rifiuto di sottoscrivere un simile modo di vedere”.
Il fisico e premio Nobel Laughlin rincara la dose: "La visione dello spazio-tempo come una non-sostanza dotata di proprietà analoghe a quelle di una sostanza non è né logica né compatibile con i dati sperimentali. Potremmo piuttosto considerarla un'ideologia".
Come non concordare con Tesla e con Laughlin? Soprattutto hanno ragione quando contestano il fatto che un corpo possa curvare lo spazio vuoto attorno a sé.
Approviamo le asserzioni di Tesla, anche se i sostenitori della relatività assomigliano ad impostori più che a metafisici, poiché, mentre la metafisica ha un suo senso, la teoria della relatività è del tutto insensata. Non a caso, oggidì sono in molti a contestarla, come sono numerosi coloro che irridono il Darwinismo ed il Neo-darwinismo, stimandoli ridicoli.
http://www.tankerenemy.com/2020/07/cell ... densa.html