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Covid, Belpietro: “Tachipirina e vigile attesa.
Speranza quando avrà intenzione di rispondere sulla strage?”Più studi confermano che il primo protocollo di Roberto Speranza (paracetamolo e vigile attesa) ha aggravato molti casi Covid.
Eppure il ministero tace, i medici vengono silenziati e le solerti Procure non mostrano interesse” scrive Maurizio Belpietro su La Verità. “Un articolo uscito sul Journal of medical virology spiega che con la cura anti Covid di Roberto Speranza, a base di paracetamolo e vigile attesa, molte persone erano morte durante la pandemia proprio perché erano state curate nel modo sbagliato, cioè con una compressa che paradossalmente aumentava l’infezione invece di attenuarla”.
“Quindi le cure volute dal ministero facevano male e avevano contribuito a far aumentare i decessi invece di evitarli. Per di più, come è a tutti noto, quando alcuni medici avevano provato a usare cure alternative, Speranza si era messo di traverso, ricorrendo al Consiglio di Stato per ribadire che l’unica profilassi prevista consisteva in Tachipirina e la vigile attesa. Cioè: prendete una pastiglia che abbassa la febbre e pregate che Dio ve la mandi buona. Ma ora, uno studio dell’Università di Pavia, pubblicato da un’autorevole rivista, dice che non solo la cura è sbagliata, ma che è pure controproducente. Tuttavia, sulla stampa e in tv, è calata una cappa di silenzio. Bocche cucite pure al ministero, dove nessuno ha osato commentare. Non una smentita, non una presa di posizione, non un sopracciglio sollevato: solo la consegna del no comment”.
“Risultato, venerdì sera, Sergio Pandolfi, autore dello studio, mi ha scritto una mail per segnalarmi che alcune trasmissioni che lo avevano invitato, dopo il nostro articolo avevano disdetto l’invito, e per questo era pronto a inviarmi una sintesi dettagliata del suo lavoro in cui si ribadiva il concetto: aver usato il paracetamolo per combattere il virus ha aumentato il tasso di ospedalizzazione e, di conseguenza, di mortalità. L’accusa fa accapponare la pelle, perché in pratica, Pandolfi e i suoi colleghi stanno dicendo che molte persone si potevano salvare. Il ricercatore scrive testualmente che la terapia suggerita dal ministero e rivista solo il 26 aprile di quest’anno, di fatto aggrava le condizioni dei pazienti”.
“Quindi va fatta una domanda al ministro Speranza: ha intenzione di continuare a tacere silenziando la faccenda o ritiene di dover fornire una risposta? Non a me: agli italiani e alle centinaia di migliaia di famiglie che hanno perso un loro caro. Aggiungo una seconda domanda, che mi sembra rientri nel diritto di critica garantito dalla Costituzione: c’è una Procura che senta l’obbligo di approfondire ciò che dicono Pandolfi e i suoi collaboratori? Hanno ragione loro o ha ragione Speranza? Aggiungo che qui non c’è da indagare fra le lenzuola di un politico, ma tra quelle che hanno coperto i corpi di oltre 130.000 vittime. Questa non è una storia di presunti soldi in nero, è la storia nera di una strage”.